Jooheon's pov
Picchiettai nervosamente il piede sull'asfalto davanti la porta, strofinando le mani tra di loro in un gesto istintivo dettato dal freddo che si infranse sulla mia pelle, nonostante non mi stesse dando troppo fastidio. Oppure ero semplicemente nervoso, dato che nonostante avessi già bussato due volte, nessuno continuava ad aprire.
“Ma che cazzo...” borbottai, prima di premere l'indice sul campanello e strimpellare senza sosta, con le sopracciglia aggrottate, finché finalmente la porta non si aprì, rivelando Ririn, con un'elegante vestaglia nera che spiccava alla perfezione con la sua pelle bianca e candida, segnata da due profonde occhiaie che evidenziavano perfettamente il suo malessere “Buongiorno raggio di sole splendente!” esclamai con un grosso sorriso sulle labbra, facendola ridacchiare stanca “Dormivi?”
“No, no, tranquillo” sorrise educatamente, perché infondo dirmi di sì sarebbe stato inutile dato che – se così fosse stato – l'avevo comunque appena svegliata “Che fai qua? Oggi non è il tuo giorno libero?”
“Proprio perché è il mio giorno libero ho deciso di passarlo insieme a te” sorrisi mostrando i denti e porgendole un vassoio coperto da della carta che avevo attaccato davvero male, che copriva dei biscotti che avevo preparato la notte prima, naturalmente in compagnia di Soohyo “Si può?”
“Grazie, tesoro, certo” riuscivo a percepire la sua stanchezza, nonostante stesse tentando di apparire il più sveglia e tranquilla possibile, era chiaramente stremata, ed aveva evidentemente perso peso.
“Come stai, Rin?” domandai naturalmente, il che mi sembrava una domanda abbastanza lecita, viste le sue condizioni anche piuttosto evidenti, ma lei in risposta si accigliò.
“Sto bene” sputò freddamente, quasi infastidita da quella mia domanda “Perché?” ed un secondo dopo, una goccia di sangue colò dal suo naso, facendo aggrottare le mie sopracciglia. Schioccai la lingua sul palato ed incrociai le braccia al petto, guardandola mentre con il dorso della mano raccoglieva quella goccia con nonchalance.
“Oh, beh, si vede” risposi ironicamente, porgendole un tovagliolo di stoffa, inarcando un sopracciglio quando mi ringraziò con un cenno della testa e si pulì come se fosse naturale farlo “Quando smetterai di fingerti indistruttibile e accetterai l'aiuto degli altri?”
“Quando smetterete di trattarmi come se fossi un gioiellino da tenere in una teca?” rispose con un'altra domanda e la mia bocca si spalancò in risposta, seguita dal dito che le puntai contro.
“Dobbiamo per forza farlo!” esclamai “Siamo preoccupati per te!”
“Non c'è niente di cui- merda” e l'istante dopo mi tornò il vassoio, scappando per quello che immaginai fosse il bagno, con una mano davanti la bocca, annullando chiaramente ciò che stava per dire, cosa che le avrei rinfacciato solamente dopo.
Non avevo idea di come reagire né di come aiutarla, però pensai che io al posto suo non avrei voluto nessuno accanto a me che mi accarezzava la schiena e che mi diceva che fosse tutto okay, quando tutto okay non era neanche minimamente, perciò con il cuore in gola ed una fastidiosa sensazione d'ansia nella bocca dello stomaco mi diressi in cucina, poggiando i biscotti sul tavolo e decidendo di mia iniziativa di prepararle una camomilla, o qualcosa di simile, nel tentativo di alleviare il dolore, nella speranza che ritornasse presto, perché in caso non fosse stato così sarei stato costretto ad andare a constatare io stesso che stesse bene, che lei lo volesse o meno.
Mi domandai perché si fosse sentita male proprio in quel momento, mentre guardavo l'acqua bollire nel pentolino, e cercavo in mezzo alla miriade di tisane che fortunatamente sapevo dove tenesse, cercando quella che più si avvicinava a ciò che cercavo.

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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanficSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...