Hoseok's pov
Quello era uno dei miei posti preferiti da quando ero bambino, e nonostante fosse il posto più rischioso in cui tentare di ritrovare il proprio rifugio, io amavo passarvi il mio tempo. Solitamente lo facevo da solo, con la sola compagnia del mio violino e del mio archetto, sedendomi sotto l'albero che all'apparenza mi sembrava più comodo, che negli anni a parer mio non fu mai sempre lo stesso, ed iniziavo a creare armonie aiutato dal suono della natura, poi, che quello fosse il suono degli animali, o del semplice vento che si infrangeva contro le foglie, creando piacevoli scricchiolii che si sposavano alla perfezione con la melodia, questo non aveva alcuna importanza.
“Che animo romantico” mi prese in giro mio fratello quando glielo feci presente, camminando nel mentre con le mani sistemate nelle tasche come suo solito, ma la sua solita andatura fiera e composta, che si riportava da quando era bambino, così come tutti noi.
Fu sempre il più composto, Kihyun, seguito poi da me, che alle volte tentavo di seguire le orme del maggiore, forse per fare contenti mamma e papà, o più probabilmente per soddisfazione personale, perché considerai sempre Kihyun un buon esempio da seguire. Infine c'era Jungkook, che degli insegnamenti di galateo dei nostri genitori ne apprese ben poco, e che passò la maggior parte della sua vita seduto con le gambe divaricate e la schiena lievemente ricurva, ma forse questo era semplicemente dovuto al suo lavoro.
“Che animo da cazzone che si finge virile quando poi piange ascoltando la musica classica” gli feci la ripassata, sorridendo con innocenza ed inclinando la testa di lato, sghignazzando quando notai il suo viso stupito, come se lo avessi appena scoperto “Non chiederti come lo so, non lo scopriresti”
“Non penso che sia magia nera, mi avrai visto” borbottò con lo sguardo altrove, ancora convinto del fatto che piangere lo rendesse in qualche modo debole agli occhi altrui, o malleabile, o chissà che cosa “Lo sai che le persone che piangono con la musica o i film sono quelle emotivamente più forti? Perché vuol dire che sanno empatizzare con i personaggi – o nel caso della musica con gli autori – e non se ne vergognano”
“Ma tu te ne vergogni” lo infastidii, guardando insistentemente il suo viso per scorgerne le reazioni “E comunque non c'è niente di male: sei tu che mi hai detto che ho l'animo romantico-”
“Te ne vergogni?” ripeté, ed io stavolta in risposta mi limitai a ridacchiare, perché ogni battibecco tra noi due finiva con una misera parità, perché entrambi sapevamo dove andare a parare per colpire l'altro, e sfruttavamo tutte le nostre armi possibili ed immaginabili.
“Kihyun,” lo richiamai alcuni minuti dopo, perché dalla sera precedente una domanda continuava a frullare nella mia testa, ma per vari motivi non ebbi modo di parlarne con nessuno dei protagonisti “visto che siamo da soli...”
“Avevamo diciotto anni l'uno, eravamo ubriachi, spensierati e liberi di fare ciò che volevamo, e in quel momento nessuno si è posto il problema di ciò che sarebbe successo dopo” inspirò con forza ed alzò gli occhi al cielo, calciando poi una pietrolina davanti a sé “Fine”
“Perché hai capito che parlassi di questo?” spalancai gli occhi, perché colse immediatamente nel segno pur non avendo effettivamente chiarito tutti i miei dubbi.
“Perché cos'altro potevi chiedermi dopo avermi chiamato con quel tono drammatico ed aver specificato il fatto che avessi aspettato che fossimo soli?” sorrise di lato, in un ghigno quasi malvagio, e mi guardò con la coda dell'occhio, dopo avermi posto quella domanda retorica, seguita da un'altra posta a me direttamente “Sei davvero stupito? Non te lo aspettavi?”
“Sinceramente?” iniziai, e lui annuì, ma avrei continuato in ogni caso “No” affermai poi con sicurezza “Non che io ci veda niente di str- cioè di strano sì, ma non di male. Però ecco, avevo visto sempre Jungkook come una persona molto gelosa, così come avevo sempre pensato che fossero la tipica coppia talmente innamorata da essersi chiusa in sé stessa dal primo istante in cui lo è diventata, e dall'altra parte, pensavo che tu provassi qualcosa di più platonico nei confronti di Ririn, ma evidentemente mi sbagliavo in tutto”
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...