Jungkook's pov
“Inizi a prenderci la mano vedo” ridacchiai, guardando Choonhee mentre dipingeva come se non si fosse mai fermata, sotto il mio sguardo fiero mentre – sotto commissione dei miei figli – disegnavo un insensato miscuglio di animali mitologici che stava venendo fuori fin troppo bene per essere iniziato come un semplice modo per intrattenerli, dato che si trovavano insieme a noi in quel momento.
Nineul era comodamente seduta davanti a me, con le gambe incrociate ed il mento poggiato sul mio ginocchio, e non smise un attimo di sorridere da quando iniziai a creare una coda da drago con tanto di squame e sfumature, mentre Raekyung, poco lontano da lì, si stava impegnando con tutto se stesso per riprodurre la tigre bianca che avevo dipinto quando era in ospedale, e dovetti ammettere che aveva davvero talento.
“Non smetterò mai di ringraziarti, Jungkook” ridacchiò lei, distraendomi “Ci volevate voi per farmi riprendere l'unica passione che mi ha davvero aiutata, nella mia vita”
“Ne avevi altre?” chiesi curioso, annuendo rapidamente quando mia figlia mi sussurrò di aggiungere un aculeo alla coda dell'animale, perché in quel modo sembrava un animale domestico.
“Adoravo pattinare” sorrise “e i cavalli”
“Ma?” continuai, facendola ridere di gusto.
“Ma quando sono caduta dal cavallo non ho potuto fare né una cosa né l'altra” sghignazzò tranquillamente, come se nulla fosse, contagiando anche me che non avevo neanche un minimo della sua positività “Quindi o bere o affogare, come si suol dire, e dipingere è diventata la mia unica passione”
“Cazzo, ti ammiro-”
“Jungkook!” esclamò, facendomi sussultare, mentre entrambi i bambini esplosero in una grassa risata.
“Che c'è?” domandai confuso, mentre tutti e tre ridevano tranquillamente alle mie spalle.
“Le parolacce davanti ai bambini!” rise, perché non era un vero e proprio rimprovero, perciò mi portai la mano davanti la bocca, fingendomi imbarazzato da quel richiamo, nonostante, ormai, venisse da ridere anche a me.
“Lo fa sempre!” mi accusò Nineul, e io le spinsi la fronte con un dito.
“E tu le ripeti!” dissi di rimando, aggrottando le sopracciglia, beandomi della sua risatina gioiosa che fece sciogliere il mio cuore.
“Signora Choi” mormorò poi, Raekyung, con il suo solito tono di voce per nulla invadente, quasi non volesse realmente intromettersi all'interno delle conversazioni “Vuoi vedere come sta venendo?”
“Certo, Rae, vieni!” esclamò allegramente lei, sistemandosi il pennello dietro l'orecchio ed allungando le braccia verso il più piccolo, che si fece prendere tranquillamente.
Ormai non faceva quasi più fatica a camminare: il suo unico problema erano le tratte lunghe, ma paragonato alla paura che provammo tutti noi nel sapere che, forse, ne avrebbe perso l'utilizzo, quello era decisamente nulla.
“E' stupendo” gli sorrise dolcemente, ed io sorrisi di rimando, felice del fatto che potesse provare, finalmente, l'amore di una nonna, di una donna saggia e con anni e anni di esperienza sulle spalle.
“Papà” mi richiamò Nineul, picchiettando la mia gamba, mentre io risposi con un mugolio “Posso sedermi in braccio a te?”
Oh, quella fu la domanda più bella che mi venne fatta negli ultimi giorni: Nineul che domandava apertamente qualcosa era un evento più unico che raro, e per questo motivo non glielo feci pesare, limitandomi semplicemente ad alzarla, sistemandola a cavalcioni sulle mie gambe – dopo aver poggiato il quadro al piede dello sgabellino, così da non farlo rovinare, ad averla stretta tra le mie braccia in un abbraccio fugace che fece sorridere entrambi.

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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...