88. Colpa tua

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Yoongi's pov

“Jungkook?” pronunciai quel nome con fare titubante, mentre tutto il mio corpo si irrigidii, e sentii l'ansia pervadere tutti i miei muscoli, dal primo all'ultimo, ma ciò accadde ancora di più quando si girò verso di me, senza dire nulla, invitandomi così a continuare “Posso... posso darti una mano?” domandai incerto, domandandomi nel mentre per quale motivo mi fosse passato per la testa di andarlo ad infastidire mentre sembrava star addirittura canticchiando qualcosa che non capii, intento ad ordinare la cucina “Non mi va di pesare sulle vostre spalle senza-”

“Lo fai già”

“-senza fare niente” continuai, mentre i battiti del mio cuore accelerarono esageratamente, nel sentire la sua voce profonda interrompermi.

“Non puoi muoverti, che cosa pensi di fare in quelle condizioni?” ringhiò aspramente, riponendo un barattolo nel suo stipetto, che sbatté con forza, facendomi sussultare immediatamente.

Da quando avevo passato quel tempo – che scoprii poi essere state giornate, mentre io avevo iniziato a pensare addirittura a mesi interi, probabilmente in preda ad un accenno di pazzia – ogni singolo rumore era in grado di farmi scattare con le palpitazioni, principalmente mentre dormivo, ma non solo. Mi svegliai infatti fin troppe volte con gli occhi lucidi per il terrore, perché dormendo sul divano, era semplice che delle voci o dei rumori – anche non troppo forti – mi facessero rimbalzare terrorizzato, ma non osai mai parlarne con nessuno, perché ero convinto di recare già fin troppo disturbo, ed avevo notato che tutti loro stessero molto attenti a bisbigliare o muoversi il più lentamente possibile, quando avevo gli occhi chiusi, e questo lo apprezzai immensamente.

“Non lo so, dimmi tu-” mi bloccai un'altra volta nel vedere il suo sguardo ricolmo d'odio fisso su di me, e deglutii a vuoto, in preda all'ansia.

“Toglierti da lì sarebbe già un grande aiuto” sputò con astio “E se ritornassi sul divano, senza guardarmi con gli occhi da cucciolo smarrito, lo sarebbe ancora di più”

Avevo notato un netto cambiamento da parte di Jungkook da quando ero andato via, ma come biasimarlo? Avevo messo a rischio non solo il suo matrimonio, ma anche la vita di sua moglie – anche se inconsciamente – e questo sarebbe stato impossibile da perdonare.

Decisi perciò di ascoltarlo, perché non ero di certo nella posizione di poter controbattere con le sue decisioni, non in quel momento, non in casa sua “Avresti dovuto pensarci prima” ringhiò però quando mi voltai, e non capii se avesse pensato ad alta voce o volesse farmelo sentire, ma io non potei non ritornare rivolto verso di lui, pensando che, magari, avesse preso quel discorso per chiarire.

Sapevo che avrei dovuto fermare le mie inutili aspettative: non tutti erano in attesa che ritornassi per mettere a posto le cose e concludere con un abbraccio ed un perdono, ed il fatto che già questo fosse accaduto con Minhyuk, era praticamente un miracolo.

“Lo so, Jungkook...” mormorai sommessamente, tentando di reggere lo sguardo con il suo, nonostante sembrasse star tentando di incenerirmi “Sto cercando di rimediare per questo motivo”

“E come pensi di farlo? Mettendo a posto due tazze? Sei convinto che così tu possa ovviare a tutto quello che hai fatto finora?” conteneva un'immensa quantità di rabbia dentro, pronta a scattare alla prima occasione, ed io gliela servii su un piatto d'argento, non riuscendo a capire però se fosse la scelta giusta – così da farlo sfogare una volta per tutte – o la meno adatta, in quanto, magari, il motivo per cui stava sopprimendo quell'odio nei miei confronti, aveva origini ben più vecchie e solide “Se Ririn è stata così è unicamente colpa tua, Yoongi, quindi non penso che aiutarmi a sistemare la cucina possa farmi dimenticare la paura di vedere mia moglie morire davanti ai miei occhi e non poter fare nulla per aiutarla”

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora