Kihyun's pov
Stavo camminando per i corridoi dell'hotel come se avessi appena commesso un omicidio e dovessi nasconderne le prove, guardandomi intorno con fare sospetto e tentando di tenere il mio cappotto il più chiuso possibile. Le cucine non mi sembrarono mai così lontane, e proprio per questo motivo, quando arrivai al luogo tanto agognato, tirai un sospiro di sollievo, infiltrandomi come se ne avessi effettivamente la possibilità, sapendo che Ririn me lo permettesse.
Non mi aspettavo, però, che quel luogo fosse popolato anche da altra gente, oltre Ririn, e l'ansia mi assalì quando mi resi conto del fatto che la voce maschile che stava dialogando con lei, non apparteneva a mio fratello, bensì al suo amico demone che la seguiva come fosse la sua ombra.
“Oh, avanti, che vuoi che faccia...” borbottai tra me e me, scuotendo la testa ed avanzando nella stanza, stando ben attento a tenere comunque piuttosto nascosto ciò che tenevo vicino al fianco.
“Kihyun!” la voce di Ririn mi fece sorridere, oltre che bloccare sul posto, davvero irritato dal ragazzo appoggiato ad uno dei banconi, perché in quel momento mi era d'intralcio, ed aveva appena rovinato i miei piani “Che ci fai qua?”
“Ti cercavo” risposi lapidario, sedendomi su una sedia posta all'estremità della lastra di marmo, su cui erano poggiate alcune teglie e pentole.
“Ciao, Kihyun” Yoongi sventolò la mano nella mia direzione, ed io ricambiai con un cenno della testa, prima di riportare la mia attenzione verso Ririn.
“Sei libera?” le domandai infatti, alludendo al fatto che avessi qualcosa da dirle, motivo per cui saremmo dovuti restare da soli.
“Sì, tesoro, dimmi” si tolse il grembiule, poggiandolo sulla spalliera di una sedia, sciogliendo il nodo che legava i due lembi della sua camicia, per poi riattaccarlo in modo più ordinato, sopra l'ombelico. Sperai che Yoongi stesse guardando semplicemente il movimento delle sue mani.
Mi schiarii la voce con un evidente colpo di tosse che naturalmente catturò l'attenzione di entrambi, e gettai un occhio verso l'intruso dell'amichevole conversazione che avrei voluto instaurare con mia cognata.
“Vuoi che vada?” si indicò, lui, e non mi sfuggì il sorriso intenerito che si formò sulle labbra di Ririn.
“Lo gradirei, sì” stirai le labbra in un sorriso di convenienza, spazientito, mentre la mia mano prese a sbattere ritmicamente sul tavolo, e l'anello che indossavo all'indice sembrava star scandendo i secondi che avrebbe avuto Yoongi per dileguarsi “Grazie” dissi poi, non volendo di certo sembrare scortese.
“Penso... penso che andrò da Soohyo, Rin. Dimmelo quando hai finito, okay?” le chiese, dopo essersi sfilato i guanti ed il grembiule.
“Sì, certo” gli sorrise affabilmente lei.
Roteai gli occhi nel sentirgli dire un malinconico “a dopo”, come se avessi appena interrotto chissà cosa, e non riuscii proprio a trattenere uno sbuffo, che catturò nuovamente l'attenzione di Ririn.
“Che cos'hai anche tu?” mi domandò sull'attenti, con le sopracciglia aggrottate, ed io inarcai un sopracciglio, ma quando stetti per rispondere, mi ricordai che la mia mano destra stesse ancora nascondendo il mio taccuino, che poggiai su quella specie di tavolo davanti a me, che catturò immediatamente l'attenzione di Ririn, il che mi mise alquanto a disagio, nonostante fosse quello il fulcro della situazione, nonché il motivo per cui mi trovavo lì in quel momento.
“E questo qui?” tentò di passare un dito sulla copertina, ma io lo tirai verso di me.
“E' privato” borbottai con i nervi a fior di pelle, terrorizzato dall'idea che potesse leggere ciò che c'era all'interno.
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...