Doyoung's pov
Non mi piaceva per niente la tensione che aleggiava nell'aria in quei giorni, era strana e surreale, specialmente per me che considerai sempre l'hotel – collegato naturalmente al passare del tempo tutti insieme, a prescindere dal luogo in cui questo accadeva – il mio primo posto felice.
Cenammo a casa di Ririn e Jungkook, quella sera, ma stranamente questo non accadde dopo un'allegra proposta della padrona di casa, felice come ogni volta di poter preparare le sue delizie per qualcuno che non fossero i clienti dell'hotel, bensì partì da Changkyun, che lo propose il giorno prima probabilmente con il tentativo di passare una serata diversa dalle altre, magari divertendoci e bevendo qualcosa.
Per divertirci non ci stavamo divertendo più di tanto, però stavamo bevendo, infatti Jooheon continuava a riempire di vino ogni bicchiere che ai suoi occhi saltava vuoto o semi-vuoto, ma questo non bastò per sciogliere gli animi, o quantomeno, non tutti.
C'era chi tra di noi non beveva, chi decise di contenersi e chi sembrava non voler essere lì in quel momento, e mi riferivo proprio a Ririn, alla nostra solitamente spumeggiante e piena di iniziative Ririn, che da quando mise a letto i suoi bambini – ormai un paio d'ore prima – non dovette più fare finta di stare bene, e si annullò totalmente, rinchiudendosi nel suo mondo, non ascoltando nessuno dei futili discorsi che si vennero a creare, che solitamente la facevano ridere a crepapelle.
In quel momento stava fumando una sigaretta, sembrava essere sola in quella stanza, nonostante tutte le persone che erano insieme a lei in quel momento, me compreso, che però non riuscii a godermi quell'aria di spensieratezza costruita, non nel vederla così, e sapevo che fosse così anche per tutti gli altri, ma infondo ognuno di noi aveva un preciso ruolo nella vita degli altri, e quello di alcuni di loro era proprio quello di tirare su il morale, a qualunque costo, perché abbatterci tutti sarebbe stata la nostra sconfitta più grande.
“...Una volta gli hanno morso il culo” esordì Changkyun, facendomi ridacchiare, nonostante non avessi capito di che cosa stesse parlando.
“Non è possibile! Come ha fatto a non morire?” domandò Soohyo, con gli occhi sgranati, mentre l'altro gongolava con fierezza in mezzo agli sguardi stupiti di tutto il tavolo, mentre sorseggiava il suo succo di frutta.
“Magia nera, cara” ammiccò, alzando il succo a mo' di brindisi, sistemando una gamba sull'altra.
“Ho ancora il segno... rane di merda” aggiunse Namjoon in un borbottio, guardando male proprio la piccola rana gialla, in mano a suo fratello, che gracchiò qualcosa che nessuno di noi capì, meno che il diretto interessato “Ti friggo mentre Changkyun dorme, brutta bestia di satana!”
“Hey, non paragonarle a noi!” si lamentò Minhyuk, tentando di trattenere una risatina.
“Infatti noi non lo siamo” fece spallucce Soohyo.
“Brutti?” la infastidì il suo fidanzato, infilandole un dito in fianco e facendola sussultare, ridendo teneramente nel vedere ridere anche lei.
“No, di satana, o che cazzo di altro nome vogliamo dare a quella stronza” borbottò lei, poi, spostandosi i capelli dal viso con un fluido gesto, come d'abitudine.
“In effetti però i veri esseri demoniaci sono loro” mancava solo l'intervento di Yoongi, che indicò la mano del rosso con ancora la rana poggiata su di essa, riferendosi naturalmente anche a tutte le altre, che chissà dov'erano in quel momento.
“Sì, sono decisamente più demoniache di voi mezzeseghe” naturalmente anche Hyungwon disse la sua, stronzo come sempre, ma altrettanto composto, nel suo elegante tailleur nero, che se fosse stato indossato da qualcun altro, avrebbe stonato con l'ambiente decisamente informale.
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...