97. Usignolo

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Hoseok's pov

Quel giorno fu devastante per tutti noi, nessuno escluso, perché mai ci saremmo aspettati una cosa del genere, quanto meno, non fino a questo punto.

Non ci potevo ancora credere, non riuscivo a capacitarmene, però, in quel momento, quel corpo inerme apparteneva proprio a mio fratello, e ciò che stavo vedendo era davvero sua moglie in lacrime, gettata su di lui, che non riusciva a smettere di singhiozzare, con al suo fianco i suoi bambini, anch'essi con le lacrime agli occhi, ma in quel momento forse, più forti di lei.

“Non è possibile!” urlò disperatamente, con il viso sul petto di suo marito e le mani strette in due pugni sulla sua giacca, mentre scuoteva la testa come per autoconvincersi del fatto che non fosse vero, rendendo la scena ancora più straziante di quanto non fosse già: Ririn senza di lui non poteva vivere, e lo stesso sarebbe stato al contrario.

Il mio cuore era in frantumi, ma in quel momento mi sentivo talmente male da non trovare neanche la forza di piangere, perché mi sembrava ancora surreale. Eppure come faceva a non essere vero, quando, Kihyun, si era abbandonato per terra, singhiozzando senza un minimo di contegno, con una rabbia davvero insolita, da parte sua, abituato sempre ad essere uno dei più razionali, lì intorno.

Tutti erano sconvolti, nessuno escluso.

“Questo vuol dire che ti sei fatto voler-” mi bloccai, con la mano a mezz'aria, perché i miei occhi si riempirono di lacrime ed un gigante nodo mi si formò in gola “bene” singhiozzai infine, poggiando una mano sulla sua fronte, e da lì, finalmente, iniziai a piangere anch'io, accompagnato dai singhiozzi degli altri, e di Ririn, che continuava a parlargli, a porgli domanda, come se in qualche modo lui le potesse rispondere. Tutti noi vivemmo un dolore atroce, perché Jungkook aveva lasciato qualcosa nel cuore di tutti, nonostante i modi in cui veniva indicato, nonostante venisse considerato sempre un po' lo stronzo della situazione, in quel momento, tutti si resero conto del fatto che – nonostante infondo lo sapessero già – la sua presenza facesse bene a tutti.

L'unico a non esser lì, in quel momento, fu Namjoon, ma come biasimarlo: per lui Seokjin era ciò che Jungkook era – nel pensare a quel verbo al passato rabbrividii esageratamente – per me. In quel momento capii alla perfezione quello che provava: una sensazione impossibile da descrivere a parole, uno squarcio al petto, un'insieme di sensazioni inspiegabili, perfettamente in grado di portare al baratro, e quello fu il caso di sua moglie, che ne aveva viste fin troppe, principalmente quel giorno, ma se fino a quel momento era stata in grado di rialzarsi e di continuare a combattere, adesso, senza Jungkook a guardarla, sapeva di non esserne più in grado.

“Amore mio...” la sua voce era distrutta, il suo volto era ormai un disastro di lacrime, le sue mani stringevano il petto di mio fratello con talmente tanta forza da sgualcire la maglietta sotto i suoi pugni, poggiava il viso sul suo petto e sul suo collo, inspirando con forza il suo profumo, forse perché consapevole del fatto che non avrebbe più potuto sentirlo, ed io mi trovai costretto a girarmi per non guardare quella scena, perché era davvero troppo, mentre grosse lacrime solcarono anche le mie, di guance, che neppure mi premurai di asciugare “M-mi avevi promesso che s-saresti rimasto al mio fianco...”

“Ririn...” la voce di Kihyun fece voltare me ma non lei: era irriconoscibile, aveva il volto deformato dal dolore, di un colore anormale, e le mani talmente strette tra loro da esser diventate bianche “Ririnie p-per favore... n-non possiamo fare niente”

“Io n-non voglio lasciarlo!” urlò disperatamente lei, Nineul scoppiò a piangere con più forza, coprendosi le orecchie ed abbandonandosi su suo fratello, che la strinse in un abbraccio protettivo, adulto, che mi fece sentire ancora peggio. Lo faceva anche Jungkook con noi, specialmente quando era bambino, perché lui era esattamente come sua figlia: estremamente freddo visto dall'esterno, ma altrettanto bisognoso di affetto, di qualcuno al suo fianco, qualcuno che amava, e quelle persone erano davvero poche.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora