Jungkook's pov
“Papà, piano, mi fai male!” si lamentò Nineul, quando cercai di tirarla fuori dal giubbotto che decise di indossare, pur essendo di almeno due taglie più piccolo.
“Piano?” mi accigliai, tirando il braccio della giacca a jeans, inspirando con forza dal naso “Questa è colpa tua, che hai deciso di mettere un giubbotto che probabilmente ti mettevamo quando avevi-”
“Era di Raekyung” mi interruppe, e suo fratello ridacchiò sotto i baffi, mentre sentivo che la mia pazienza iniziava vacillare.
“Non ti sei accorta del fatto che non ti entrasse quando hai avuto la malsana idea di indossarlo?” chiesi stremato, valutando l'idea di tagliarlo con delle cesoie e farlo sparire per sempre, vista la poca pazienza che mi accompagnava quel giorno.
“Mi sembrava perfetto” disse con sicurezza, ed io un ringhio basso raschiò la mia gola.
“Allora non lamentarti se per toglierlo ti rompo un braccio” sputai, trattenendo una risata stremata quando Raekyung esplose in una grassa risata, probabilmente a causa dei miei modi, quel giorno particolarmente rudi “E non ti assicuro che lo riattaccherò” puntualizzai dopo, forse per dare un tono più ironico alla frase, che sembrò davvero fin troppo violenta, ma che infondo conoscendo Nineul – pensai – non poteva averla scossa più di tanto.
“Vedremo cosa penserà la mamma quando vedrà due figli e tre braccia” inarcò un sopracciglio, ma questa volta fallii nel mio intento di non ridere “Non penso che sarà d'accordo”
“E io non penso che sarà d'accordo quando ti troverà avvolta nel tuo giubbotto – ah no, non è tuo – come un salame” utilizzai il suo stesso tono di voce, inarcando le braccia al petto.
“Bene, vorrà dire che me lo terrò” disse con fare altezzoso, alzando il mento “Per sempre, se è il caso”
“Ora ti aiuto io” ridacchiò teneramente mio figlio, alzandosi da terra per seguire sua sorella, che con quella stessa aria di superiorità che aveva quando pronunciò la frase precedente, si avviò verso la loro cameretta.
“Me ne ricorderò quando vorrai mettere il pigiama” alzai la voce per farmi sentire, sghignazzando quando non mi rispose “Stronzetta impertinente...” sussurrai poi, pensando al fatto che fosse fin troppo simile a me per lamentarmene per davvero.
Mi resi conto, però, in quel momento, di quanto fosse silenzioso il salone – nel quale ero appena arrivato, dopo aver gettato la mia giacca chissà dove come d'abitudine –
senza né loro né Ririn, e mi sistemai sul divano, con le gambe giunte e le mani sulle ginocchia, guardando l'orologio, e domandandomi come mai non fosse ancora ritornata dalla sua passeggiata insieme a Yoongi, che in cuor mio sapevo bene che non mi andasse giù, ma che accettai senza troppe storie, conscio di quanto – anche se tentava di farmelo pesare il meno possibile – le facesse piacere passare il suo tempo insieme a lui. Però in quel momento mi parve un po' troppo, e mi resi conto da quella considerazione, che forse, il mio essere estremamente fastidioso ed facilmente irritabile, quel giorno, fosse dovuto proprio da questo.Non era la prima volta, però, in cui la pensavo talmente tanto intensamente da chiamarla, quasi, come se fossimo collegati mentalmente in qualche modo, che faceva sì che tentassimo di nuocere il meno possibile all'altro.
Aprì la porta con le chiavi, ed io preso da un'improvvisa euforia – unita, forse, anche ad una buona dose di gelosia, che mi fece venire un'esagerata voglia di sentire la sua vicinanza – saltellai fino all'ingresso, facendomi trovare esattamente davanti a lei, quando finalmente aprì, con un grosso sorriso sulle labbra e le mani dietro la schiena, che fecero immediatamente spuntare un sorriso sulle sue labbra, che a primo impatto, però, mi parve ciò che meno sincero e spontaneo potesse venir fuori.
STAI LEGGENDO
𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
Fiksi PenggemarSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...