Soohyo's pov
Sorrisi fiera davanti alla mia creazione, sistemando le mani sui miei fianchi ed allontanandomi di un paio di passi.
Quei cup-cakes erano deliziosi, facevano proprio venire voglia di mangiarli.
Mi morsi il labbro inferiore e saltellai fuori dalla cucina, andando alla ricerca di Ririn, così da farglieli vedere al più presto possibile, ma invece che con lei, mi interfacciai con il suo scorbutico marito.“Kook, dov'è la tua dolce- no, quella non esiste” mi corressi, sorridendo con innocenza, divertita dallo sguardo torvo ed annoiato che mi stava dedicando “La tua metà?”
“Non lo so” cercò di sorpassarmi, ma io mi parai di nuovo davanti a lui, sistemandomi il grembiule in maniera più ordinata, fallendo nella mia iniziale impresa di non ridere, nel sentirlo sbuffare.
“Vuoi venire a vedere i miei cup-cakes?” tentai, in assenza di Ririn, perché fondamentalmente era il suo giudizio quello che mi interessava: lui di cucina non ne capiva nulla, ma in quel momento morivo dalla voglia di venir lodata.
“No” rispose solamente, ed io sospirai affranta, accigliandomi in maniera piuttosto scenica ed evidente.
“Per favore!” continuai ad insistere, ed un grugnito raschiò la sua gola “Se vuoi te ne faccio assaggiare uno, però non devi dirlo-”
“Ma non ne voglio...” mi interruppe, facendo una smorfia con le labbra che fece intravedere una delle sue fossette “Fammi vedere questi cup-cakes, avanti” si rassegnò poi, ed io schioccai fieramente la lingua sul palato, tentando di stringere una mano intorno al suo braccio -elegantemente fasciato da una giacca color ocra-, almeno prima che si spostasse dal mio tocco come scottato.
Il mio passo era nettamente più svelto, infatti più volte dovetti fermarmi, girandomi verso di lui con fare annoiato, che sembrava quasi strisciare tra i corridoi dell'Hotel, con le mani mollemente infilate dentro le tasche e la sua solita espressione apatica.
“Dove andate?” una voce a noi fin troppo conoscente giunse alle nostre spalle, ed entrambi ci girammo: fu quasi tenero il modo in cui il suo sguardo sembrò prendere colore, alla vista di Ririn, che quel giorno aveva un'incantevole camicetta bianca, infilata in una gonna del medesimo colore della giacca di suo marito.
Il mio sorriso si espanse talmente tanto da raggiungere quasi l'attaccatura delle orecchie.
“Chef! Ho preparato i cup-cakes!” socchiusi gli occhi e drizzai la schiena, aspettando i suoi complimenti che non tardarono ad arrivare “Devi vedere quanto sono belli, ho messo la glassa verde sopra, visto che quella blu- ma mi stai ascoltando?” mi accigliai alla fine della frase, perché da quando la mano di Jungkook si poggiò alla base della sua schiena, e le sue labbra le sfiorarono una guancia sotto il mio sguardo attento, l'attenzione della ragazza vacillò “Se la smetteste di scoparvi con gli occhi, magari, e dico magari, potrei parlarvi del mio lavoro!” alzai un sopracciglio, fingendomi irritata, nonostante trovassi fin troppo appetitose quelle situazioni di tensione sessuale che spesso si creavano tra di loro, ma in quel momento avevo bisogno che l'attenzione di Ririn fosse totalmente focalizzata su di me.
“Sì! Hai detto di aver messo la glassa verde” ridacchiò lei, incrociando le braccia al petto.
“Ma non hai capito il motivo per cui l'ho fatto” puntualizzai, spostandomi indietro i capelli con un fluido gesto della mano e prendendo a camminare nella direzione opposta.
“Non lo hai detto!” sgranò gli occhi ed aggrotto le sopracciglia, facendomi ridacchiare sotto i baffi.
“Questo non è rilevante. Andiamo? Kook, vieni anche tu?” chiesi al ragazzo, girandomi di nuovo verso di loro, ma fu rapido a schioccarle un rumoroso bacio ed allontanarsi da lì, facendomi scuotere la testa sconsolata “Spero che quando scopa non sia così apatico, veramente, te lo auguro con tutto il cuore!” alzai le mani e ripresi a camminare, ghignando nel sentire la sua risata alle spalle.

STAI LEGGENDO
𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...