39. Per un po'

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Jungkook's pov

“Mi sento osservato...” borbottai divertito, mentre facevo passare la spugna insaponata sui piatti, senza però girare il viso dove sapevo ci fosse Ririn.

“Fai bene” mi rispose lei, facendomi ridacchiare “Hai un bel culo...” constatò poi, ed a quel punto fui costretto a girarmi istintivamente, facendo per chiederle se mi stesse veramente guardando il culo, ma optai per un'altra risposta.

“Anche tu” ammiccai, riprendendo a pulire il bordo di un piatto.

“E' interessante osservarti... scopro sempre cose nuove” continuò, facendomi mordicchiare il labbro come un'adolescente che riceve un complimento dalla propria cotta.

“Tipo?” uscì in un sussurro, tipico di una ragazzina con gli ormoni impazziti, il che mi fece ridere un'altra volta, ma silenziosamente.

“Tipo il fatto che le tue braccia, quando alzi la camicia, mi facciano venire voglia di-” si bloccò, schiarendosi la voce con un finto colpetto di tosse, facendomi ghignare soddisfatto.

“Di?” chiesi naturalmente, ed immaginai che se lo aspettasse, perché la risposta arrivò immediatamente.

“Toccarle” mentì, perché naturalmente se avesse voluto dire questo lo avrebbe già fatto senza alcun problema, ma io stetti al suo gioco, mentre gli angoli delle mie labbra si alzavano lentamente.

“Puoi farlo, se vuoi” sghignazzai, inclinando il viso per guardarla con la coda dell'occhio, sentendo il mio corpo surriscaldarsi nel vederla alzarsi in piedi “Volevi che ti dessi il permesso?” chiesi con fare provocante, quando poggiò le mani sulla mia vita, lasciandomi un rapido bacio sul collo che mi fece immediatamente rabbrividire.

“Stavo aspettando che tu mi dicessi di averne voglia...” ghignò, avvolgendo lentamente le mani intorno al mio busto, mentre io mi imposi di continuare con ciò che stavo facendo senza rinunciare a tutto quanto per unire le mie labbra con le sue.

“Se io dovessi aspettare le tue richieste disperate ogni volta...” lasciai la frase in sospeso, ignorando il fatto che stesse continuando a sfiorare il mio collo con le labbra, facendo surriscaldare quella zona ad ogni lieve tocco.

“Richieste disperate...” ridacchiò sulla mia pelle, ed io inclinai indietro la testa per darle un rapido bacio “Jungkook, amore...” borbottò poi, ed io risposi con un mugolio, aprendo l'acqua per iniziare a sciacquare i piatti “I prossimo giorni dovrò stare via per un po'...”

Mi bloccai immediatamente, inspirando profondamente, non troppo stupito da quella notizia ma altrettanto scosso.

Avevo già capito che stesse progettando qualcosa: la conoscevo fin troppo bene per non sapere che tutto quel tempo che passava in hotel lontana dalle cucine lo passasse in qualche camera vuota, da sola, appuntando qualche strategia per qualche piano del quale mi avrebbe parlato soltanto dopo averne deciso i punti cardine.

“Non mi sembri sorpreso” scherzò, facendomi ridacchiare amaramente, certo non felice del fatto che qualunque fosse il suo piano, l'avrebbe costretta a passare dei giorni lontana da casa e di conseguenza da me.

“Non lo sono” dissi infatti, leccandomi rapidamente le labbra e girando il viso per quanto potessi verso il suo “Dimmi i dettagli”

Mi sciacquai le mani, conscio del fatto che non potevo di certo lasciare che parlasse mentre ero di spalle, girandomi poi verso di lei, ancora poggiato al lavandino e con le sue mani lisce che stringevano la mia pelle da sopra la stoffa della camicia, come se volesse imprimerla nelle sue mani in ogni dettaglio.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora