Jungkook's pov
Ormai quell'angusto luogo sembrava la nostra seconda residenza, ed io lo odiavo ogni giorno di più.
Più passava il tempo, più speravo che quel giorno fosse l'ultimo, grazie ad un avviso dei dottori, che ci informavano del fatto che Raekyung stesse bene, che potesse ritornare a casa, che fosse tutto finito.Proprio in quel momento, io e Ririn – con le dita delle mani intrecciate in maniera tanto stretta da far male – stavamo aspettando che finisse quella che i medici chiamarono “consulenza” per darci delle informazioni riguardo nostro figlio, che in quel momento stava dormendo nella sua stanza.
Accarezzavo il dorso liscio della sua mano con il pollice, mentre guardavo insistentemente le lancette del mio orologio.
“Perché stanno perdendo tutto questo tempo...” borbottai, convinto di averlo solamente pensato, mentre con un piede scandivo nervosamente i secondi.
“Amore, la chiamano consulenza per un motivo” mi rispose Ririn, ridacchiando dolcemente “E' una situazione grave, devono dare i loro pareri”
“Non pensavo di averlo detto ad alta voce...” mi schiarii la gola con un colpetto di tosse e portai la sua mano davanti e mie labbra, sulla quale le poggiai distrattamente “Cosa pensi che diranno?” diedi di nuovo voce ai miei pensieri, quella volta consapevolmente, perché infondo sapevo bene di essere come un libro aperto ai suoi occhi, perciò, almeno, in quel modo avremmo avuto modo di impiegare il nostro tempo confrontandoci.
Lei scosse la testa lentamente e la inclinò indietro, guardando il soffitto e stringendo la mia mano con più forza.
“Non ho un buon presentimento, Kook” alzò malinconicamente un angolo della bocca e mi lanciò una rapida occhiata “Sarà colpa del fatto che da quando è qui non ci hanno dato una buona notizia, ma io ho paura che sia così anche questa volta...”Annuii con il labbro inferiore stretto tra i denti, che poi liberai solo per baciarle le nocchie e poggiare la guancia contro di esse, constatando che infondo il suo pensiero fosse esattamente uguale al mio: se avessero visto dei miglioramenti ce ne avrebbero sicuramente già parlato.
Non capii quanto tempo fosse passato, quando una dottoressa camminò a passo svelto verso di noi, facendo tintinnare i corti tacchi delle sue scarpe contro il pavimento perfettamente lucidato. Quella volta ci alzammo ancor prima che dicesse il nostro cognome: ormai conoscevamo a memoria le dinamiche di quelle situazioni, eppure quella volta mi focalizzai particolarmente sullo sguardo serio della donna davanti a noi, che non si sbilanciò neppure con un mezzo sorriso di circostanza, ed in quel momento forse ne avrei avuto bisogno.
E come ogni volta entrammo in una stanza, come ogni volta la mia mano sembrò fondersi a quella di Ririn, e come ogni volta la dottoressa prese posto dietro la scrivania. Diversamente dalle altre volte, però, ci avvicinò dei fogli, che strisciarono fastidiosamente sulla superficie ruvida della scrivania.
“In seguito all'incidente-” iniziai a leggere ciò che c'era scritto “vostro figlio ha subito una paralisi parziale degli arti inferiori” spiegò, ma io ero già giunto alla fine del foglio “Non ci girerò intorno, signori Jeon. Vostro figlio ormai è fuori pericolo, ma potrebbe perdere l'uso delle gambe”
Paraplegia. Fu questo che lessi alla fine del foglio, in contemporanea alla sua frase.
Ormai avevamo ricevuto talmente tante notizie da perderne il conto, infatti, fu quasi spaventoso il modo in cui nessuno dei due ebbe alcuna reazione. L'unica differenza, fu che la mano di Ririn sembrò perdere i sensi, lasciando la presa ferrea che aveva sulla mia, costringendomi a girarmi di scatto verso di lei, che invece guardava la donna davanti con una cupa serietà.
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanficSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...