Jimin's pov
“Rae, tu prendi dei bastoni di legno piuttosto grandi, ma non allontanarti dal giardino e non andare verso il bosco: in caso non dovessi trovarli ritorna qui e troviamo un'altra soluzione. Tu Nineul, vai a casa e cerca delle corde, senza rompere niente o lasciare casino in giro, ché poi papà il culo lo fa a me, okay?” dissi ad entrambi i bambini con la stessa fermezza di un soldato, sorridendo quando annuirono con sicurezza, come se gli avessi appena assegnato la più grande missione della loro vita, mentre io, nel frattempo, mi distesi sull'erba ben curata dell'enorme giardino fuori dalla casa di Ririn e Jungkook, in cui ero solito giocare insieme ai bambini.
Ebbe pertanto inizio così la mia giornata, e potevo confermare che fosse iniziata nel migliore dei modi, ma ormai quasi ogni giorno mi svegliavo con il sorriso ed un'insolita voglia di alzarmi e fare cose, anche se non sapevo bene di che tipo, ma era proprio quello il bello delle mie giornate: il non avere idea di come si sarebbero svolte, se non per la mia routine mattutina, che consisteva nel farmi una lunga doccia calda – con gli ultimi trenta secondi, cronometrati, gelidi, in modo tale da risvegliarmi e tonificarmi – e fare una maschera per il viso, che andavo creando periodicamente con Changyun – per la componente chimica – e con Yoongi, che grazie alle lezioni di Ririn nel campo dei profumi, dava sempre un odore ed una consistenza magnifiche ad ognuna di esse; ed infine mi spalmavo una crema profumata in tutto il corpo, in modo tale da non essere costretto ad utilizzare profumi o cose simili, perché il fatto che li usassero tutti li rendeva, ai miei occhi, meno speciali, e di conseguenza interessanti. Del resto, non avevo idea di cosa sarebbe successo, dopo aver indossato degli abiti accuratamente scelti in quell'istante, in base al mio stato d'animo.
Infatti, quel giorno, ero talmente allegro da aver indossato una giacca interamente coperta di piume, ovviando al suo tetro nero, con sotto una canotta rosa glicine, la cui tonalità – neanche a farlo apposta – si abbinava perfettamente a quella color lime di Changkyun, il che fu un altro motivo per etichettare quella giornata come davvero, davvero bella.
Ma infondo sapevo bene che il motivo principale non fosse né il lato da cui scesi dal letto, né il mio originale outfit, perché quella felicità portava il nome di una persona, e quella era la nostra spumeggiante Ririn, che come promesso, ritornò come prima, forse scheggiata, ma ancora più forte.
Era passato all'incirca un mese dalla serata in cui scoprimmo ciò che le venne fatto, che lasciò senza parole tutti noi. Ririn era riuscita a camuffarlo alla perfezione, oppure, d'altra parte, era stata vittima di un gesto così cattivo da non sfiorare neppure l'anticamera del nostro cervello.
Eravamo in un'epoca in cui l'emancipazione femminile non era ancora vista di buon occhio, infatti qualche volte accadde anche che certi clienti gettassero occhiate quasi disgustate nel vedere il ruolo di rilievo ricoperto da Ririn, o il modo in cui Soohyo gestiva la zona degli ingressi, perché era lei la più informata su certe pratiche o altre cosa da fare delle quali molti non si interessavano, portando spesso gli impiegati ad andare da lei per domandarle cose di cui loro, magari, non erano a conoscenza.
Questo era il nostro modo non solo di lavorare, bensì di vivere, ma purtroppo, spesso, eravamo noi a venir considerati strani, ribelli e disobbedienti, e non il resto delle persone stupide, ignoranti ed ipocrite.
Ma infondo a me del modo in cui girava il mondo all'esterno dell'Hotel e del nostro piccolo spazio vitale, aveva iniziato ad interessare ben poco.
L'importante, in quel momento, era che tutti noi avessimo ascoltato la richiesta di Ririn, non facendola sentire diversa o in qualche modo debole e bisognosa della nostra protezione, nonostante a turno ognuno di noi – pur non avendone effettivamente parlato – buttava spesso un occhio nella sua direzione, e si accertava che fosse tutto okay, per non rischiare.
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...