Hyungwon's pov
“Niente niente, Rin? Sei sicura?” chiesi sconvolto alla mia amica, che rifiutò per ben tre volte un bicchiere di vino bianco che aprii con l'esatto intento di bere insieme a lei “Pensaci bene, bambola, è un'offerta imperdibile” schioccai la lingua sul palato ed alzai un sopracciglio con fare provocante “Ho pagato questo gioiellino quasi duecentomila won, è un peccato non berlo insieme a me”
“Devo passare per oggi, veramente” ridacchiò, muovendo la mano per risultare più convincente “Ti prometto che quando starò meglio lo berremo insieme”
“Finirà” tuonai con le sopracciglia aggrottate ed il volto serio “E quando finirà non te ne ricomprerò un altro, perché mi ricorderò del giorno in cui hai rifiutato di bere con la tua persona preferita al mondo”
“Vorrà dire che per farmi comprare ne comprerò uno io, ancora più costoso, e ce lo divideremo ad insaputa di tutti” mi schiacciò un occhio e si lasciò scivolare leggermente sulla sedia, mentre il mio sguardo attento e scrutatore continuò a rimanere fisso su di lei, titubante.
“Almeno una sigaretta la accetti?” inarcai un sopracciglio, e lei scosse la testa, quasi a disagio, sistemandosi una mano sulla pancia. Avrei voluto davvero farmi gli affari miei, non insistere, lasciarla in pace, perché magari aveva semplicemente voglia di depurarsi dai vizi mondani, però non me la raccontava giusta, ed io avevo bisogno di scoprire che cosa si celasse sotto il suo sguardo stanco e la sua improvvisa negazione a ciò che prima avrebbe accettato al volo “Ririnie, che succede?”
“Smettetela di chiedermelo” borbottò, sforzando una risatina dopo, con ancora quella mano sulla pancia che proprio non riuscivo a smettere di guardare “Niente, tesoro, non ho niente, non ti preoccupare”
“E' solo strano...” mormorai, e non capii la sua risposta perché la mia mente prese a vagare nei meandri più oscuri, mentre riflettevo sul fatto che in quei giorni avesse mangiato davvero tante focaccine al rosmarino, il che era alquanto insolito, perché solitamente quando cucinava diceva sempre di essere sazia solamente dagli odori e dai vari assaggi che andava facendo.
Non avrei voluto pensare a quell'ipotesi, davvero, ma c'erano fin troppe cose che combaciavano per lasciare il mio cervello puro ed intatto, per permettermi di non riflettere su nulla di ambiguo.
“In futuro mi offrirai anche questa?” chiesi per metterla alla prova, facendola ridacchiare complice.
“Le più pregiate” ammiccò, ed io ridacchiai sotto i baffi, scuotendo la testa divertito.
Presi l'accendino tra le mani, ci giocai, mi misi la sigaretta tra le labbra e feci partire la fiamma, avvicinandola alla punta della cartina ma sfiorandola solamente, perché l'istante dopo deglutii e la tolsi dalle labbra, sistemandola nel loro apposito cartoncino, sotto il suo sguardo dubbioso.
“Che c'è?” alzò entrambe le sopracciglia ed io mi leccai le labbra nervosamente, premendo la sigaretta insieme alle altre.
“Non mi va senza di te” mentii, chiudendo il pacchetto con dentro l'accendino “Non è la stessa cosa”
*
“E' incinta” dissi con sicurezza, sotto lo sguardo sconvolto del mio amico, mentre gli giravo intorno nervosamente “E' incinta, non c'è altra soluzione!”
“Ma che cazzo dici?” chiese l'arancione sinceramente, con le labbra piegate in una smorfia per niente convinta e le braccia incrociate al petto.
“Fai due più due, Minhyuk!” esclamai, puntandogli un dito contro “Non beve, non fuma, mangia più del normale, ha sbalzi d'umore!”
“Li ha anche Jungkook, Hyungwon, e non penso che anche lui stia per partorire” continuò, schioccando la lingua sul palato con fare saccente, che ignorai per continuare a portare in alto la mia teoria.
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...