3th person's pov
La vigilia di Natale era un evento sacrosanto, per quella banda di scellerati, nonostante nessuno di loro avesse un particolare legame con la religione, e con il profondo significato imposto da essa.
Un giorno in cui l'amore e la pace regnano sovrano, illuminano le menti, rendendo tutti più buoni. Un giorno in cui rendere gloria, un giorno di preghiera, di ringraziamento, una festa sacra da onorare, ma il modo in cui loro la onoravano era ciò che di più blasfemo e pagano si potesse immaginare nella storia del Natale, dal famoso trentatreesimo anno del mondo, in poi, o forse erano semplicemente loro ad avere un potere – a proposito – per rendere tutto ciò che adottavano una sorta di bordello sotto copertura.La prassi era sempre la stessa: una cena degna di un esercito di guerrieri affamati, quasi unicamente preparata da Ririn, con il prezioso aiuto di un marito che non faceva altro se non importunarla e farla dubitare della sua sanità mentale, mentre, con un sorriso da pubblicità e dei guanti dalla fantasia natalizia nelle mani, sfornava chili e chili di polpettoni, patate, verdure, bambini e porca troia. Il passo dopo era la parte più bella, nonché il momento preferito dai più piccoli – e da Jimin – ovvero quello dello spacchettamento dei regali. Infatti, tutti – o quasi – si impegnavano per comprare valanghe di regali – e per valanghe, intendevo valanghe per davvero – per accontentare i gusti di tutti. I più fortunati erano le coppie, che facevano regali insieme, perché dalla parte dei padroni di casa, l'unica mente pensante era Ririn, perché al suo cinico marito fregava meno di zero trovare la stronzata adatta ad ognuno di loro, oltre i suoi bambini e sua moglie stessa; gli altri due, perché invece fondevano le loro menti, perché singolarmente avrebbero potuto passare ore intere a riflettere sui regali più adatti, ma il massimo che sarebbero stati in grado di concepire, sarebbero state delle caffettiere dal manico in lana di roccia per non bruciarsi le dita.
“Chi ti manca, Doyoungie?” chiese dolcemente Changkyun – che sembrava avere un debole per la sua piccola testa castana fintamente innocente, sotto lo sguardo contrariato di Jimin – l'incaricato ufficialmente «Babbo Natale della serata» dai due padroni di casa.
“Mi manca soltanto Jungkook, l'ho tenuto per ultimo apposta” sorrise allegramente, facendo incuriosire tutti loro, e facendo innalzare varie teorie, alcune più volgari di altre: infatti ci fu chi propose pacchi di preservativi – già, però, purtroppo, regalati da Kihyun, e anche qui Jimin fu molto contrariato, perché sperava in qualche altro stronzetto per casa – chi lubrificanti, chi confezioni di acqua santa, insomma, le teorie furono le più svariate, ma nessuno azzeccò, perché il piccolo Doyoung, si avvicinò al padrone di casa con una scatolina perfettamente incartata.
“L'hai incartata tu?” gli chiese infatti come prima cosa, e l'altro annuì fieramente, con un lieve sorriso sulle labbra e le mani dietro la schiena, in trepidante attesa che l'altro lo aprisse “Cazzo, hai un futuro! Mi sembra quasi peccato aprirlo!”
“Oh, avanti, Jungkook, ti impaccherò una scatola vuota, ora apri!” esclamò giustamente impaziente, e tutti quanti si radunarono intorno a loro, con il fiato sul collo, mentre il moro si accingeva ad aprire quella confezione regalo con una delicatezza quasi surreale per le sue manacce pesanti.
Si accigliò nel vedere quella che parve una scatola di un gioiello, ed alzò lo sguardo, divertito, su quello del suo migliore amico, “Che cos'è?”
“Lo scopriresti, se lo aprissi” rispose nervosamente l'altro, e finalmente venne ascoltato, rivelando dentro quella adorabile – e palesemente costosa – scatolina, un anello a fascia, semplice e stranamente raffinato per uno come lui, seguito da uno spazio vuoto, in cui avrebbe dovuto trovarsi l'altro anello, ma per questo schiarì subito le idee, in imbarazzo, dato che colui che ricevette il regalo non parlò “L'altro... l'altro ce l'ho io” mormorò, con le gote lievemente arrossate, estraendo una collana dal maglione, che rivelò l'altro anello, identico, che utilizzò però come ciondolo “qui”
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...