Hoseok's pov
“Comunque penso che tu sia bellissima” dissi alla piccola Nineul, seduta di lato sulle mie gambe, che gongolò soddisfatta, e che ridacchiò a causa del solletico quando mi passai uno dei suoi capelli tra due dita.
“Mi ha aiutata la mamma” disse poi, sorridendomi e muovendo la sua testa “Perché io da sola non ce l'avevo fatta”
Annuii compiaciuto, lasciando che continuasse a parlare, e fulminai Jimin che in quel momento finì per caso nella nostra stessa stanza, e che ci guardò con un'espressione indecifrabile, quasi fosse geloso del fatto che la bambina non gli fosse corsa incontro come al solito, come se la colpa non fosse sua.
Nineul mi aveva raccontato tutto, dalla cotta per Jimin al litigio con lui e Jungkook, ed io in risposta le baciai la testa e le dissi che fosse normalissimo, confessandole poi della cotta che a otto anni mi presi per la mia insegnante di violino, che ai tempi ne aveva ben ventisei.
Ed in quel momento in mia nipote rividi proprio me, la stessa delusione di quando glielo confessai e lei rispose esplodendo in una grassa risata e scombinandomi i capelli, che il giorno dopo mi tagliai da solo, facendo imbestialire i miei genitori.
“Immagino” ridacchiò Kihyun “Però il caschetto ti sta bene”
“Mh” annuì lei, facendo dondolare i piedi e sorridendo con fierezza “Però la prossima volta li vorrei un po' più corti”
“Io ho fatto la tua stessa cosa...” mormorò lui, facendomi inarcare un sopracciglio divertito, perché sapevo benissimo di che cosa stesse parlando “Però io ho cambiato colore di capelli”
“Potrei farlo anch'io...” disse la più piccola, pensierosa “Che ne pensate del biondo?”
“Stai bene così, Nineul” la voce di Jimin uscì quasi debole dall'altro lato della stanza, e per quanto triste potesse sembrare quella situazione, io la trovavo semplicemente esilarante.
Sembravano una coppia in procinto di mettere fine al loro matrimonio, con quelle espressioni turbate e le voci sottili, eppure non riuscivo a smettere di pensare che si trattasse semplicemente della cotta di una bambina. Capivo però d'altra parte Jimin, perché ciò che lo metteva più in difficoltà e lo faceva sentire perennemente in colpa, non era semplicemente una bambina ma la bambina.
“Oppure il colore di Changkyun” continuò lei, senza degnarlo neppure di uno sguardo, e non capii se fece il nome di suo fratello di proposito, ma mi fece ridacchiare.
“Rossa, Nineul?” chiese mio fratello, continuando a sghignazzare “Dici sul serio?”
“Sì! Secondo voi alla mamma piacerebbe?” chiese allegra, avvolgendo poi un braccio intorno al mio collo, per premere poi la guancia contro la mia.
Alla mamma. In quei giorni la parola “mamma” era quella che usciva più spesso dalla sua bocca, probabilmente perché si ricordò di avere una vera e propria amica in lei, e poi per l'astio che provava nei confronti di suo padre, che sembrava ricordare ad ogni frase di più della precedente.
“Secondo me non piacerebbe a papà...” la fece riflettere infatti Kihyun, in modo abbastanza inopportuno da farla accigliare vistosamente, sotto il nostro sguardo sconvolto.
“Non mi interessa” sputò solamente, prima di scendere dalle gambe di Hoseok e lanciare una rapida occhiata al biondo, taciturno e probabilmente turbato da tutta quella situazione che sembrava andare totalmente a suo sfavore “Ora vado, perché l'aria si è fatta pesante” tentò di rimanere seria, ma nel vedere la mia risatina, ghignò anche lei, senza farsi vedere dal ragazzo dietro di lei, però, che rimase fermo alla sua gelida frecciatina “Zio” disse poi, e sia io che Kihyun ci girammo immediatamente “Kihyun” specificò poi, sorridendo “Questa sera vieni a cena da noi?”
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...