Kihyun's pov
Quanto mi era mancata quella noiosa normalità, talmente tanto che, quando mi resi conto di ciò che avevo sottovalutato fino a quel momento, me ne sentii quasi in colpa.
Infondo amavo stazionare nel giardino dell'hotel, con le gambe incrociate ed un libro in mezzo ad esse, in una vana attesa che passasse qualcuno di lì per tenermi compagnia: non che avessi problemi di quel tipo, io amavo stare in compagnia di me stesso, e quella era una delle qualità che più apprezzavo di me, però stavo iniziando ad apprezzare al contempo la compagnia degli altri, ogni volta un po' di più, ma scoprii che fare lunghe conversazioni, alle volte, non mi dispiaceva affatto.
“Non con te” borbottai con un sorriso sghembo sulle labbra, dando voce ai miei pensieri, quando una figura dai pantaloni a zampa neri ed i capelli rossi si parò davanti a me, con uno dei suoi soliti sorrisi molesti che non preannunciavano niente di buono.
“Non con me,” si accovacciò davanti a me, senza smettere un attimo di sorridere “cosa?”
“Niente, stavo pensando” borbottai, girando il viso di lato per sfuggire dal suo sguardo fastidiosamente attento “Soohyo, spostati, sei troppo vicina”
“A cosa stavi pensando?” si lasciò cadere sull'erba senza un minimo di grazia, facendomi ridacchiare.
“Mi sembra di avere a che fare con una ragazzina...” sbuffai, poggiando entrambe le mani sull'erba sotto di me, e mi raddrizzai comodamente.
“Invece ho miliardi di anni in più di te – se di anni si può parlare – pensa un po'!” esclamò, guardandosi intorno, finendo poi con gli occhi sul mio libro.
“Hai bisogno di qualcosa?” inarcai un sopracciglio, e nonostante il mio istinto mi suggerisse “Roald Dahl” la informai sull'autore del libro, dato che continuava a guardarlo, ridacchiando quando le vidi inarcare un sopracciglio “Oh, non dirmi che non lo conosci” ironizzai, e lei si accigliò.
“Non te lo avevo chiesto per questo motivo” sbuffò, ed io trattenni l'ennesimo risolino, prima di paralizzarmi alle parole che pronunciò dopo “Sei tu il mio scrittore preferito...” sorrise di lato ed assottigliò gli occhi, mentre il mio cuore si arrestò totalmente.
“Tu li hai...” deglutii rumorosamente, in preda al panico “letti?”
“No” rise, e non capii se mi venne voglia di sospirare di sollievo o lanciarla il più lontano possibile da lì “Sei comunque il mio scrittore preferito, perché non leggo, ma credo nelle tue capacità. Sarà interessante, ciò che scrivi”
“Sarà il tuo primo libro, allora” mi leccai nervosamente le labbra: alla fine quel passo dovevo pur farlo una volta o l'altra, no? “Però ad una condizione, Soohyo:” abbassai la voce ed avvicinai il viso al suo, guardandomi intorno per fare in modo che nessuno potesse sentirmi “devi promettermi che non me ne parlerai finché non sarò io a chiedertelo, okay? Fino a quel momento faremo finta che io non te lo abbia mai dato, quindi niente occhiatine, frecciatine, commenti strani, chiaro?”
“Non tenterò di capirti, perché ci ho rinunciato dopo due giorni” fece spallucce, prima di sorridere sinceramente e porgermi una mano, su cui un anello con un teschio decisamente di cattivo gusto spiccava alla perfezione “Andata. Tu sarai il mio primo scrittore ed io la tua prima lettrice, mi sembra un buon compromesso”
Annuii titubante, il mio cuore non riusciva a smettere di pulsare nel petto. Mi dissi, in modo quasi innocente, che non avendo termine di paragoni, il mio libro le sarebbe piaciuto di sicuro, eppure, questo, un tempo, lo avevo promesso anche ai miei fratelli.

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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...