Yoongi's pov
Quello era uno dei miei passatempi preferiti da ormai due anni, ma infondo, tutto ciò che facevo insieme a Ririn, era nella lista di cose che amavo fare.
Ririn creava degli incantevoli profumi, che – proprio come lei – avevano sempre delle fragranze floreali.
Lo faceva da sempre – mi raccontò – ed il fatto che adesso condividesse quel suo piccolo spazio di vita – che solitamente dedicava solamente a se stessa, per rilassarsi e fuggire dalla vita quotidiana – con me, mi rese fiero oltre ogni orizzonte.
Mi insegnò cosa fare e come farlo, passai intere giornate a guardarla, in silenzio, mentre con il labbro inferiore incastrato tra i denti ed un'espressione di pura concentrazione, creava quegli incantevoli aromi.
Mi spiegò tutto, dalle note dei profumi ai modi in cui poterle mischiare per rendere una fragranza gradevole, ed adesso, potevamo permetterci addirittura di lavorare insieme, ma su due profumi differenti.
La volta prima – ormai, quasi un mese fa – avevo scelto di utilizzare dei fiori di lavanda, e li avevo già schiacciati e fatti riposare all'interno del loro contenitore, insieme a dell'olio di jojoba, aggiungendo con il passare delle settimane altri fiori appena colti, in modo da rendere il profumo più intenso.
Lei, d'altra parte, utilizzò del lime e dei fiori di jasmine, che personalmente trovavo particolarmente affini alla sua personalità.
“L'olio essenziale di rosa, l'ho trovato l'altro ieri in erboristeria” le spiegai, mentre con un cucchiaino facevo gocciolare la giusta dose – ormai imparata a memoria – all'interno della scura boccetta in cui avrei ottenuto il composto finale.
“Fammi sentire” Ririn si avvicinò rapidamente a me e socchiuse gli occhi, lasciando che avvicinassi la boccetta aperta alle sue narici, e ne inspirò il profumo, mugolando alla fine, con soddisfazione, “Mi piace” disse poi, ed io sorrisi a labbra strette, forse fin troppo fiero di quella sua affermazione tanto semplice quanto, per me, significativa.
“E' per te...” borbottai infatti, dopo, tentando di camuffare il rossore del mio viso spostando i capelli davanti ad esso, e rivolgendo di nuovo lo sguardo alla bottiglietta che avevo poggiato sul tavolo.
“Cosa? E' per me?” le sue labbra si schiusero leggermente, formando una piccola “o” particolarmente tenera, che vidi solamente con la coda dell'occhio, e che fece allargare il mio sorriso.
Avevo imparato – più o meno – cosa significasse stare al mondo, come interagire con qualcuno che fosse Soohyo, Jooheon, Minhyuk o Ririn stessa; avevo imparato tante cose, e questo era tutto merito suo, ma non avevo ancora imparato come dimostrare i miei sentimenti, senza che questi risultassero un fastidioso – per me – mix di vergogna, imbarazzo, e rossore alle gote, ma su questo dovevo ancora lavorarci su, specialmente, se i sentimenti in considerazione da dimostrare, riguardavano la persona al mio fianco, che in quel momento – come in tanti altri – stava ridacchiando al mio fianco, intenerita dalle mie imbarazzanti reazioni.
“E' per te, sì, è tanto strano?” tentai di non rendere troppo evidente il broncio che aleggiava sulle mie labbra, mentre con un contagocce iniziavo a mettere l'alcol nella boccetta.
“No, no, solo... Non me lo aspettavo” continuò a sorridere, gongolando, con le mani giunte dietro la schiena ed il viso soddisfatto “E perché?”
“Perchè...” perché quando ne ho sentito la fragranza mi sei venuta in mente tu, perché spesso ti associo ai fiori che raccolgo, perché te lo meriti, per ringraziarti, per fare qualcosa per te “Oh, ma che domanda è, Rin! Mi andava!” risposi invece, squallidamente, senza voltarmi verso di lei, sentendo le orecchie rischiare di andare a fuoco nel ricordare le frasi che mi vennero in mente come risposta. Fanculo a me e alla mia timidezza.
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𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanficSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...