26. Bianco

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Jooheon's pov

Sospirai stanco e mi accasciai contro la parete del corridoio dell'albergo, guardando il mio orologio da polso e rilasciando un mugolio soddisfatto nel vedere l'orario: le ventidue e sei, il mio turno era finito ben sei minuti prima, e riuscivo a sentire il loro peso sul mio corpo come non mai.

Mi asciugai la fronte con un braccio e gonfiai le guance per buttare fuori altra aria, prima di sobbalzare sul posto ed imprecare al cielo quando Soohyo spuntò di fianco a me, con un grosso sorriso ed almeno il triplo della mia energia.

Ridacchiai quando esplose in una grassa risata – causata probabilmente dalla mia drammatica reazione – che continuai ad osservare per qualche secondo con un sorriso sincero dipinto sulle labbra, perché vederla ridere mi piaceva particolarmente.

“A cosa stavi pensando?” domandò quando smise di ridere, con un tono fin troppo mellifluo vista l'innocenza dell'atto di pochi secondi prima, oppure ero semplicemente fin troppo andato anche per rendermi conto dell'origine di una domanda.

“A quanto sia soddisfacente finire il turno, a quanto io sia stanco, a quante volte io me la sia presa nel culo oggi e a quanto io abbia un fottuto bisogno di distendermi e risvegliarmi tra giorni per ricaricare tutte le mie energie” parlai velocemente e conclusi con un sorriso che mostrava i denti, appositamente ironico, esatta rappresentazione del mio esaurimento nervoso di quel momento.

“Oh” rispose solamente, soffiando una risatina, prima di fare un altro passo verso di me “Cos'è successo?”

“Il solito...” sbuffai, andandole incontro di rimando, per poggiare le mani sulla sua vita e la fronte sulla sua spalla, beandomi del suo profumo che emanavano i vestiti “Tu hai finito?”

Mugolò in assenso e poggiò una mano tra i miei capelli, massaggiando la cute in maniera tanto piacevole da farmi piagnucolare un sommesso “continua” che la fece ridacchiare un'altra volta.

“Sei tanto stanco?” disse quasi in un sussurro, ed io annuii, continuando a strusciarmi contro il suo collo, pensando che in quella posizione la mia stanchezza sembrava svanire.

“Da morire...” mormorai poi, stringendomi a lei con più forza, e da quella prospettiva non potei di certo vedere il perverso ghigno che si formò sulle sue labbra – ormai non più tinte di rosso come suo solito, perché a fine giornata tendeva a lasciare che il rossetto andasse via senza premurarsi di sistemarlo –, perché mi ingannò con un dolce mugolio ed un'altra carezza.

“Sai come potresti rilassarti?” oh, avrei riconosciuto quel tono di voce tra mille, in grado anche in quel momento di farmi provare brividi lungo la colonna vertebrale, però ero stanco per davvero.

“Amore...” ridacchiai, mordicchiandomi il labbro inferiore “E' quella stanchezza che può passare solo con una dormita, scusami-”

“Se tu non fossi uno schifoso pervertito, Jooheon-” scandì chiaramente il mio nome, ed io mi immaginai che il mio rifiuto l'avesse infastidita, se solo nell'incontrare il suo sguardo non avessi scorto l'ombra di un sorriso “non avresti pensato immediatamente ad una scopata”

“Non era questo che intendevi?” inclinai la testa di lato, confuso.

“No, certo che no!” aggrottò le sopracciglia e poggiò entrambe le mani sulle mie spalle “Sei troppo stanco... si vede” i suoi denti catturarono il suo labbro inferiore ed i suoi occhi puntarono la mia fronte, prima che con un dito mi spostasse un ciuffetto scivolatomi su di essa “Voglio farti riposare per davvero” sorrise dolcemente, prima di guardarmi negli occhi e far scivolare una mano sulla mia, per incrociare le nostre dita ed incitarmi a seguirla, ed io non potei negare che nel profondo del mio cuore ci rimasi quasi male, e rimasi con la speranza che mi stesse solamente ingannando e che infondo fosse stato quello il suo pensiero sin dall'inizio, almeno finché non chiuse la porta della nostra camera alle nostre spalle, e lasciò un innocente bacio a stampo sulle mie labbra, che tentai inutilmente di intensificare.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora