36. Mela

11 2 3
                                    

Kihyun's pov

Mi sembrava di star vivendo un deja-vu, in quel momento, solo che nel giardino di casa di mio fratello c'era il meno rumoroso dei fratelli Park: Changkyun, che giocava insieme ai bambini, mentre io appuntavo alcune cose sul mio romanzo nel taccuino che Ririn e Jungkook mi regalarono per il compleanno, all'ombra del solito albero.

Eppure la mia attenzione veniva catturata costantemente da Raekyung, mentre a piccoli passetti, con le mani in quelle di Changkyun, cercava di raggiungere piccole mete senza cadere, nonostante trovasse evidentemente difficile farlo.

Ogni volta in cui le sue ginocchia cedevano mi veniva voglia di farli fermare, di dirgli che lo avrei portato sulle spalle anche per il resto dei nostri giorni, ma sapevo che questo non fosse possibile, e che dovessero fare più prove possibili in modo da non rischiare ciò che ipotizzarono i dottori, e Changkyun lo stava facendo in maniera impeccabile, incoraggiandolo ad andare avanti ma prendendo in maniera scherzosa tutte le volte in cui inciampava sui suoi stessi passi, e complimentandosi quando raggiungeva un obbiettivo, senza fargli assolutamente pesare l'ansia che lui stesso provava al pensiero di fallire in quell'impresa.

“Zio!” alzò la voce per farsi sentire da me, sorridendo a trentadue denti quando vide che il mio sguardo era già su di lui “Hai visto? Ho fatto un metro!”

“Sono fiero di te!” esclamai sinceramente, alzando il pollice nella sua direzione, ricevendo lo stesso gesto in risposta, il che lo fece distrarre e cadere per terra in modo piuttosto delicato.

“Hai sbattuto le chiappe” ridacchiò sua sorella, seduta sull'erba proprio come lui in quel momento, che tentò di guardarla male, fallendo però quando esplose in una grassa risata che contagiò anche noi.

“Allora? Come va qui?” chiese Eunwoo, che spuntò di punto in bianco, con le mani sulle ginocchia e la schiena piegata per abbassarsi al livello di Raekyung “Oh, ciao Kihyun! Ci sei anche tu?” domandò retoricamente, ed io non fui mai un amante delle domande retoriche.

“In tutto il mio splendore” ironizzai quindi, indicando il mio corpo con una mano, facendo poi un cenno della testa a Mingyu che arrivò pochi secondi dopo.

“Ti va di fargli vedere cosa hai fatto oggi?” lo invitò Changkyun, porgendogli una mano che prese immediatamente, facendo però fin troppa fatica ad alzarsi, trovandosi costretto ad appendersi al braccio dell'altro con entrambe le mani, che preferì sistemare una mano sulla sua piccola vita, in modo da non rischiare che cadesse un'altra volta, riuscendo così a ritrovare l'equilibrio.

Sorrisi nel vedere le espressioni degli ultimi due arrivati, perché ogni complimento che Raekyung riceveva, sembrava essere un passo avanti verso la meta.

Notai che in quei giorni passati a casa avesse preso un po' di peso, pur essendo fin troppo magro rispetto a prima, ma immaginai che con il tempo sarebbe cambiato anche quello.

Era una giornata davvero pacifica, quella, ed io stesso che prima d'ora non ebbi mai alcun tipo di interesse verso queste ingombranti riunioni, mi resi conto di averne sentito la mancanza solo nel momento in cui riaccadde.

“Vi ho preparato la merenda!” Ririn catturò la mia attenzione, uscendo dalla porta di casa tenendo una torta con entrambe le mani.

“Dov'è papà?” chiese Nineul, andandole incontro.

“Dentro... adesso esce”

“...forse non mangerò quella torta” tossicchiò Changkyun, facendo ridere i ragazzi sotto i baffi “O perlomeno, spero che fosse già in forno quando avete...”

“Lavato i piatti” lo interruppe Ririn, prima di puntare lo sguardo su di me ed inarcare le labbra in un sorriso che aveva del losco, e che per questo motivo mi fece ridacchiare “Ah, Kihyun!” dalla tasca del grembiule uscì una mela che mi lanciò immediatamente, e che presi al volo per un pelo, con gli occhi sgranati ed un risolino divertito sulle labbra “Che presa! Complimenti!”

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora