37. Addio

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Hyungwon's pov

La cenere della sigaretta scivolò via dalla fine di essa ancor prima che potessi picchiettarla per lasciare che cadesse, quando poggiai il filtro alle labbra ed aspirai il fumo, finendo chissà dove a causa di un soffio di vento, e solo allora decisi di poggiare il braccio sulla sontuosa ringhiera e farne cadere un altro po', stregato dal flusso grigiastro che si allontanò da me sempre di più.

Era da un po' di giorni che mi sentivo esattamente così: instabile, forse, e nonostante ammetterlo non mi piacesse affatto, ne conoscevo perfettamente il motivo.

“Oggi sono passati cinque anni...” borbottai, girandomi verso Jungkook e Minhyuk, comodamente seduti su due sedie, in silenzio come me, a godersi il fresco pomeridiano.

“Da cosa?” il secondo naturalmente non aveva idea di cosa stessi parlando, mentre Jungkook, che comprese immediatamente, si limitò a lanciarmi uno sguardo d'intesa tra il triste ed il comprensione, che apprezzai più di qualsiasi altra parola.

“Da quando è morta la persona di cui ero innamorato” dissi con tono piatto, leccandomi le labbra e riportando la sigaretta alle labbra, ormai quasi finita, tenendo il fumo in bocca qualche secondo prima di lasciarlo volare via un'altra volta “Cinque anni... è tanto, in questi giorni mi sembrano passati a mala pena mesi...”

Non avevo il vizio del fumo, immaginai che questo dipendesse dalla mia vecchia natura, che mi salvava da questo genere di cose, rendendomi comunque un peccatore per eccellenza, strettamente legato ai beni e ai piaceri materiali, ma senza rimanerne legato.

“Ci pensi ancora... spesso?” sembrava non sapere cosa rispondermi, probabilmente trovando – proprio come Jungkook – riduttivo mormorare un “mi dispiace” o “condoglianze” che di sicuro non mi avrebbe tirato su il morale.

“Ci penso ogni giorno” strinsi le labbra tra loro ed alzai gli occhi verso il cielo, grigio e nuvoloso, rilasciando poi una risatina bassa, amara, rivolta a qualcuno che sperai la sentisse in quell'esatto istante “Ma i giorni vicini al suo anniversario mi fanno ancora più male. Sono così mortale...” sorrisi, spostandomi i capelli dalla fronte, tentando probabilmente in modo fallimentare di sdrammatizzare quel mio senso di incompletezza che probabilmente non si sarebbe mai colmato, ma con il quale, infondo, ero abituato a convivere.

“Com'è morta, Won?” era strano per Jungkook dare soprannomi, così come era strano che ancora dopo tutti quegli anni non lo sapesse, il che mi fece riflettere ancora di più su quanto io ancora tentassi di proteggerla, parlandone il meno possibile e fingendo alle volte che neppure fosse esistita, per il puro quanto insensato intento di tenerla gelosamente legata a me e solo a me.

“E' stata investita” mi schiarii la voce, tentando di tenerla il più ferma possibile “E' stata investita sotto i miei occhi, ed io dopo averla salvata la prima volta non ho potuto fare niente, se non chiedermi perché Lei si fosse vendicata sul corpo di un'innocente che neppure sapeva della mia esistenza e non sul mio...” faceva male riparlarne, mi faceva sentire debole e vulnerabile, ed in quel momento mi resi conto del fatto che parlarne con loro fosse un grande passo avanti per dimostrare il fatto che, forse, potessi di tanto in tanto aprirmi con qualcuno che non fosse Ririn. Solo Ririn.

Lei...” ridacchiò Minhyuk, capendo naturalmente a chi mi stessi riferendo con quel tono tanto sprezzante “Ve ne ha fatte di tutti i colori... invece a me non ha mai fatto nulla, chissà perché. Credo che non le piacessi”

“A te invece piaceva Lei?” feci cadere la sigaretta giù dal cornicione e mi sfregai le dita tra loro, conscio del fatto che da quel momento avrebbero puzzato di tabacco come quelle di un vecchio fumatore.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora