Choonhee's pov
“Non pensavo che questa giornata sarebbe arrivata davvero...” mormorai, quando Jungkook mi porse una tela vuota ed un mucchio di pennelli.
“Se lo avessi saputo prima, lo avremmo fatto prima” chiarì dolcemente il ragazzo, avvicinandomi poi i tubetti di colori ad olio, il cui odore stesso mi fece sorridere con nostalgia.
Ricordavo perfettamente i tempi passati, ricordavo quando da ragazza preferivo nascondermi nella cantina di casa a dipingere, piuttosto che partecipare alle sfarzose feste che si tenevano spesso nelle nostre tante ville. Non avevo mai amato il lusso, sentivo di non farne parte, ed avrei decisamente preferito compiere una vita più rudimentale, e quella fu la scelta che seppur inconsciamente presi negli anni, passando sempre più tempo a dipingere prati e radure, seduta sull'erba con sfarzosi abiti floreali che toglievo ad ogni occasione possibile, sempre con la mia sigaretta tra le labbra della quale ne fumavo a mala pena la metà, perché il resto della cenere si dissolveva per terra, perché la mia totale attenzione era rivolta a ciò che producevano le mie mani, in maniera talmente istintiva da farmi credere che le stesse governando qualcun altro.
Era per questo che mi rivedevo in Jungkook: bella e dannata, mi dicevano questo tutti coloro che incontravo sulla mia strada sui quali non potevo fare affidamento di nulla, perché convinti che fossi legata a chissà quale mondo infernale. Per fortuna i tempi erano cambiati, eppure Jungkook mi ricordava tanto una piccola Chonhee di più di quaranta anni prima, che nella sua vita si innamorò una sola volta ma si innamorò per sempre, ritenendosi fortunata anche quando perse l'amore della sua vita, perché nonostante le venne portato via troppo presto, ciò che le diede negli anni passati insieme bastò per farla sentire completa per il resto dei suoi giorni.
“Hai coperto i quadri...” constatai senza troppa curiosità, conscia del fatto che la propria arte fosse ciò che di più personale potesse esistere, pertanto non volevo realmente entrare nel merito del motivo per cui lo avesse fatto.
“Ritraggo Ririn, spesso” mi spiegò, ed io capii immediatamente, limitandomi a stirare un mezzo sorriso “E' la mia principale musa da quando la conosco...” ammise quasi in imbarazzo.
“Anche a me piaceva dipingere mio marito” e glielo dissi forse per non metterlo a disagio, perché sembrava averlo messo in difficoltà dire quelle parole “E a lui piaceva quando lo facevo, mi diceva che il modo in cui lo guardavo mentre lo dipingevo lo faceva sentire desiderabile...” ridacchiai malinconicamente ma senza alcuna tristezza, bensì con dei vividi ricordi, troppo belli per storpiarli a causa della sua scomparsa “Non ho mai dipinto nessuno oltre lui. Odiavo dipingere le persone”
“Come vi siete conosciuti, Choonhee?” chiese dolcemente, spremendo del verde scuro sulla mia tavolozza, prima di alzare lo sguardo sul mio, che risposi con un ampio sorriso.
“Oh, ci ha provato spudoratamente con me ad una festa” ridacchiai, poggiando le setole nel pennello nel colore, sentendo nel petto la stessa sensazione che sentii l'ultima volta in cui lo feci “Peccato che lui era un cameriere ed io una ricca borghese che non avrebbe dovuto permettergli di fargli avance mentre le riempiva il calice di champagne...” incrociai lo sguardo con il suo, che sembrò imbambolato alle mie parole, e ciò mi fece sorridere sinceramente “un po' troppo cliché?”
“Mi stavo solo immaginando una giovane Choonhee che si innamora di un povero cameriere ad un ballo, e ha un che di fiabesco” sorrise dolcemente, ed io, come ogni volta, puntai lo sguardo sul suo viso giovane e puro, rivedendo in lui i figli che mi vennero strappati dalla semplice crudeltà dell'animo umano “Com'eri vestita?” mi chiese poi, mentre con un pennello dalle setole larghe prese a sporcare la parte bassa della tela con un marrone rossastro, ed io, nel frattempo, con una punta di giallo ed una di bianco creai altri verdi, perché la cosa che più amavo fare era creare i colori da me.
STAI LEGGENDO
𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️
FanfictionSeoul, 1962 {STORIA COMPLETA} "Correva l'anno millenovecentocinquantotto, quando un piccolo gruppo di anime decise di rendere il proprio presente un po' meno incerto, rifugiandosi tra le braccia di coloro che inconsapevolmente crearono un covo per...