Capitolo 33

52 4 1
                                    

Mi alzo da quel letto e busso alla porta di mia sorella, si apre mostrando lei in pigiama, mi sorride.
"Tranquilla adesso me ne vado devo chiedere a Mag una cosa" annuisce e mi fa entrare in quella camera lilla e nera piena di foto, mi volto verso Mag che stava parlando con lei, distolgo lo sguardo e lo rivolgo a Mag.
"Mi presti una sigaretta?le ho finite" sorride e indica lo zainetto nero che le ho regalato, lo apro e prendo una sigaretta, noto una bottiglia di vodka "avete intenzione di ubriacarvi?"
"ma che ti viene in mente" tiro fuori la bottiglia
"questa" mag sbuffa
"almeno fatelo per bene" dico rimettendola dentro e prendendo una sigaretta
"ciao" esco dalla camera e vado in terrazza, accendo la sigaretta e aspiro, chiamo Liam.
"Ti stavo per chiamare, c'è una festa stasera a casa di uno, ci andiamo?"
"si, ho bisogno di distrarmi"
"ti vengo a prendere tra venti minuti" metto giù e vado in camera, prendo una camicia nera e dei jeans chiari strappati, infilo le Nike e scompiglio i capelli con del gel, metto un pó di profumo, prendo il telefono e lo metto in tasca.
Apro la porta di camera e vado in salone, mia madre mi guarda "non è meglio se stai a casa non mi sembra che tu sia in forma"
"no, sto bene" sbuffa
"dove vai? "
"a una festa"
"resta a casa Andrew"
"ciao " non capisco perché dobbiamo continuare con questa finta, sappiamo entrambi che non le interessa.
Esco e entro in macchina di Liam che mi fissa sorridente
"questa sera devi divertirti" annuisco e aspetto che parcheggi pochi isolati più in là, scendiamo e  mi dirigo all'entrata.
Questa casa è enorme, è pieno di persone ubriache che ballano, vado in cucina e prendo una bottiglia di quello che credo sia rum,bevo e vado in sala.
Inizio a ballare con una ragazza, mi si struscia addosso, la faccio girare e la bacio, mi immagino le sue labbra, i suoi occhi nei miei, mi stacco, prendo un sorso lungo dalla bottiglia e me la bacio ancora facendo scorrere le mie mani sulle sue cosce.
Lei sorride e mi fa segno di salire, bevo cercando di dimenticarmi di lei , apre una stanza e mi accompagna al letto, mi bacia ancora e incomincia a slacciare la camicia, mi fermo, mi sto immaginando le sue labbra sulle mie invece di quella ragazza che mi sta baciando, mi stacco e esco dalla stanza con quella bottiglia in mano, prendo un'altro sorso e esco da quella casa, a piedi mi dirigo verso la mia, chiamo Micol al telefono.

"Micol, sei ubriaca?"
"no non abbiamo bevuto"
"dove sei?"
"a casa tua, stai bene?"
"Micol"
"Andrew"
"aspetta"
"perché mi stai chiamando alle tre del mattino?"

Metto giù e entro dentro casa, prendo un'altro sorso, apro la porta e forse faccio troppo rumore, entro in camera di mia sorella senza nemmeno bussare, le trovo a parlare in reggiseno, non voglio sapere cosa ci fanno ma mi piace la vista delle tette della ragazzina, ghigno come un coglione.
"Sono venuto a rubarvela" prendo Micol per mano e la accompagno in camera mia
"cosa fai?"
"hai deciso?"
"ti ho già detto Come la penso, tu hai solo paura non mi importa dei casini" ghigno ancora
"sei ubriaco?"
"no" mi avvicino e la bacio, la bacio perché è da tutto il giorno che penso a lei e che penso alle sue labbra sulle mie, sorride e ricambia il bacio, trasportati dal momento finiamo sul letto con io che sono sopra di lei che la bacio.
"Le tue tette sono bellissime" sbuffa
"anche i tuoi occhi " continuo,mi piego sopra di lei e continuo a baciarla, mi mette le mani nei capelli e me li scompiglia, mi fermo e mi sdraio sul letto con la testa sulla sua pancia e gli occhi che fissano le sue tette.
" Mi fermo ora per non fare più casini di quanti ne sto già facendo "
" a me piacciono i tuoi casini"con sguardo assorto metto una mano su una delle tette coperte dal reggiseno, lei me la toglie e me la poggia sul letto. "Non è giusto "
sospiro.
"Quanto hai bevuto?" chiudo gli occhi sulla sua pancia
"la tua pancia fa rumore" mi guarda "si direi che hai bevuto" si alza e io faccio una faccia arrabbiata ma che probabilmente sarà tutto tranne che quello.
Si alza e con il suo bel culo va verso il bagno, apre la porta e accende quella che credo sia la doccia, mi alzo in fretta, convinto di fare la doccia con lei, mi prende la mano e mi butta dentro alla vasca, sbuffo.
"Stronza" lei sorride, e lo farei anche io quando ricordo che è senza maglia,ma tutte le intenzioni si trasformano in un ghigno.
Lei prende quello che penso sia shampoo e me lo mette in testa, per poi iniziare a toccare i miei capelli, chiudo gli occhi, è rilassante.
Prende il rubinetto della doccia e inizia a sciacquarmi nonostante io abbia ancora i vestiti addosso, subito un'ondata di acqua gelida mi fa aprire gli occhi.
"Stai ferma" scatto in piedi e vado a sbattere contro il muro
"porca puttana" urlo
"stai zitto Andrew svegli tutti" tocco le costole
"fatto male?" annuisco, mi prende per le braccia e mi appoggia al cesso, incomincia a slacciare la camicia e a la toglie, deglutisce e mi tocca le costole, gemo dal dolore.
"Scusa" esce dal bagno e va verso camera mia per poi rientrare con una maglia nera dei pink floyd e dei pantaloni della tuta, la fisso e cerco di alzarmi andando verso l'armadio e prendendo le mutande, lei arrossisce "se vuoi tornare di là vai" biascico. "Sembri un bambino" ride la guardo male, mi passa I vestiti e esce chiudendo la porta.
Tolgo i vestiti bagnati e li lascio sul pavimento infilando quelli asciutti, mi passo una mano sui capelli fradici, esco dal bagno e trovo Micol sul letto che mi aspetta, è ancora in reggiseno.

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora