Capitolo 77

35 3 0
                                    

Come si aggiusta qualcosa di rotto? con la colla? con lo scotch? ma se la colla fosse finita e lo scotch non bastasse per tenere uniti i pezzi? come si fa?
In molti dicono che per aggiustare una cosa bisogna solo stare attenti a non romperla ancora.
Ma dicono tutte queste cose senza mai essere stati rotti, senza mai aver bisogno di essere aggiustati, senza mai avere un briciolo di speranza che galleggia nei pezzi di loro  che sono andati in frantumi.
Pensano tutti di sapere aggiustare qualcosa, ma nessuno si è mai domandato come sarebbe aggiustare qualcuno.
Pensano sia facile? ti logora dentro, sapere che stai facendo di tutto per aiutarlo ma non ci stai riuscendo. Sapere che quella persona sta male e tu non sei in grado di aiutarla, non sai cosa fare per lui o lei.
Ma ci sono volte in cui è tutto troppo rotto e frantumato per poterlo aggiustare, ci sono volte in cui il danno è irrimediabile e si rinuncia a aggiustarlo.
Si lascia da parte o si butta lasciandolo così in pezzi senza avere via di scampo.
Mia madre mi ha sempre ripetuto che è facile, che non devi piangermi addosso perché io sono quello che deve portare avanti la famiglia, o quello che ogni persona comune dopo che rimane solo il figlio e non una figura paterna in casa definiscono 'l'uomo di casa'.
Mia madre mi ha sempre definito così, mi ha fatto capire che solamente lei e am avevano il diritto di soffrire piangere e stare male perché io dovevo essere forte e consolarle, darle una spalla su cui piangere.
Probabilmente è così che ogni figlio fa quando rimane l'unico essere maschile in casa.
Probabilmente non è solo mia madre a pensarla in questo modo.
E molto probabilmente l'unica ragione per cui io sono diventato uno stronzo chiuso in sé stesso è proprio per questo.
Il fatto è che mia madre è un'egoista e pensa che solo lei abbia il diritto di piangere e di stare male.
A volte penso che dai miei fottuti genitori io ho preso solo i loro lati negativi.
Sono la stronzaggine di quel bastardo e sono più egoista di mia madre sarebbe una lunga lista di difetti che ho ereditato.
Così con il tempo ho continuato a consumarmi nelle parole di mia madre, fino a quando di me e della mia infanzia felice non è rimasto nulla.
A dire il vero non si è consumato troppo per la mia infanzia felice, non c'era nemmeno un briciolo di cose felici là in mezzo a quel mucchio di pezzi che nessuno ha pensato di raccogliere e aggiustare per paura di tagliarsi e farsi male.
E ci ho rinunciato,ho smesso di sperare che qualcuno li raccogliesse.
Sono restato là davanti a loro e ho continuato a fissarli per anni, i pezzi di me.
Più passa il tempo più rimango indifferente al fatto che siano lì.
Come se me ne fregassi e gli ignorassi.
Molti pensano che potevo raccoglierli da solo e che non avevo bisogno di nessuno, infondo sono stato via un anno e ho avuto il tempo necessario per farlo.
Ma era proprio là dentro che avevo solo voglia di mollare e lasciarmi andare.
Di non continuare e di frantumare ancora di più quei maledetti pezzi di me.
Quindi fanculo a mia madre, fanculo a quel bastardo e fanculo a me che mi sono lasciato convincere di non avere bisogno di nessuno.
Mia madre mi avrebbe dovuto aiutare più di tutti,non è questo che fanno le madri con i figli? li sostengono? cazzo lei ha fatto tutto il contrario.
Continuo a tirare pugni a quel sacco da boxe e non riesco a calmarmi.
Sono le tre  del pomeriggio e io sono qua da ore, mi sono svegliato in un bagno di sudore dopo essere tornato da casa di Mag e non riuscivo a calmarmi.
La scelta era andare a bere qualcosa fino a ubriacarmi o andare in palestra.
Ho scelto di andare in palestra, ma ho dimenticato le fasce per la troppa fretta.
Il risultato è che mi sto sfasciando le mani e che nonostante questo sto continuando.
Il mio telefono continua a suonare e non mi rendo nemmeno conto quando qualcuno entra in palestra.
Mi fermo e mi giro, sbuffo quando vedo Daniel e con lui le ragazze.
"La privacy è andata a puttane" "metti una maglia c'è ne andiamo" sussurra mia sorella "no, voi ve ne andate io resto" mi volto un'altra volta verso il sacco continuando a colpirlo.
"Si risolve qualcosa colpendo un sacco da boxe?" "non sono cazzi tuoi am" "sei mio fratello si che lo sono" "perché l'avete portata qua?" "credi che tirando pugni tutto sparisca?"
"ho bisogno di sfogarmi e calmarmi e se tu continui a stare qua non succede quindi o stai zitta come gli altri o ti levi dal cazzo"
Sbuffa "se siete fortunati in quell'ufficio trovate qualcosa da bere" "oh wow sono davvero contenta" "io ti rompo i coglioni quando ti sfoghi am? vengo a bussare e a dirti cosa fare?" "no" "bene allora lasciami in pace" si avvicina a maggie e va a parlare con lei e Micol che nel frattempo si guardava intorno curiosa.
"TI stai sfasciando le mani, ti ho portato le fasce" non gli rispondo e continuo a sfogarmi su quel sacco ma lui mi ferma, mi prende e mi fa sedere sulla sedia là vicino.
"Hai fatto controllare a qualcuno il livido?" guardo la ragazzina che si avvicina piano a me, aggrotto le sopracciglia e faccio per alzarmi ma Daniel mi fa sedere un'altra volta e continua a fasciarmi "so farlo da solo cazzo" lui sbuffa e mi lascia continuare ma Micol non è soddisfatta e preme la sua mano sul mio addome "cazzo" tolgo la sua mano da lì e mi alzo in piedi.
Daniel sbuffa "sai farlo da solo? ora devi ricominciare" "ti fa male?"continua lei ignorando Daniel "secondo te?" la guardo male, sospira e prende le fasce per poi provare a metterle "che avete tutti? non sono un coglione so cavarmela da solo potete levarvi dal cazzo" si siede difianco a me "noi vogliamo solo evitare che tu continui a farti male" "nessuno ve lo ha chiesto" "puoi lasciarci da soli?" lei annuisce e  rimaniamo solo io e lui.
"Vieni qua solo quando stai di merda, che ti succede?" "niente" finisco di mettere le fasce e lo guardo negli occhi "ho solo bisogno di non pensare" "e ci stai riuscendo?" "no, è tardi tornatene a casa" sbuffa "non me ne vado e poi ho bisogno anche io di non pensare" "come ti pare" "potresti andare al campo da basket e invece sei qua" "la smetti?" "ehi ragazzi volete una coca?" strilla maggie mentre si siede difianco a noi.
"birra?" "l'unica cosa che abbiamo trovato è questa coca che sembra scaduta, accetti?" annuisco e bevo quella coca.
In realtà odio le bevande gassate come la coca cola, ma ho sete e non c'è altro da bere quindi mi accontento, faccio una smorfia "cazzo che schifo" la passo a maggie che però non sembra convinta dopo la mia espressione "che ne dite se mangiamo da Carlos? ho fame" concordano tutti per poi voltarsi verso di me "vieni?" mi chiede maggie, sbuffo "mi offri una sigaretta?" "io non fumo" "cazzata" "le sigarette le prendo da te" risponde alzando le spalle "te ne do una io muovi il culo e vestiti" annuisco e vado in spogliatoio facendo una doccia veloce e vestendomi subito dopo.
Non avrei voluto andarmene dalla palestra, avrei voluto restare e sfogarmi fino a quando non mi sarei calmato, ma so benissimo che Amanda non se ne sarebbe andata via lasciandomi là.
                                  *
Mi appoggio alla moto, me ne sono fregato della strada ghiacciata e ho accelerato.
Mi accendo la sigaretta che mi ha dato Daniel e lui affianco a me aspetta che io gli accenda la sua.
"vi muovete? si muore di freddo" esclama mia sorella infreddolita.
Il mio sguardo passa alla ragazzina avvolta in una giacca nera più grande di lei,sbuffo rendendomi conto che hanno freddo "andate dentro e prendete un tavolo, finiamo la sigaretta e entriamo" "possiamo mangiare?" chiede maggie io e Daniel annuiamo e loro entrano.
Stiamo in silenzio per un pó , forse perché nessuno ha voglia di parlare "credo di dover stare da mia madre per un pó" lui annuisce e io faccio un tiro dalla sigaretta "Credimi preferisco mille volte dormire sotto un ponte ma quel bastardo ha fottuto I soldi e am e mia madre da sole in casa non si sentono al sicuro" sbuffo il fumo mentre lui annuisce "hanno solo me" "che mi dici del fatto che probabilmente tornerai a avere incubi?" "non se ne sono mai andati" rispondo io
"lo so, ma quella casa è piena di ricordi e tu non riesci a stare là dentro più di due minuti senza sentirti male"
"cercherò di starci il meno possibile, tanto so che non vedi l'ora di avere casa libera" "la casa libera non serve a un cazzo se dentro non c'è tua sorella" "che schifo" ride e spegne la sigaretta mentre io faccio l'ultimo tiro "non c'è problema per me nel stare a casa da solo drew, ma sai anche tu che non vuoi stare là, Amanda lo sa quanto te" "lo so, ma mia sorella rimarrebbe in casa e mia madre dopo che lo vede dà sempre di matto, lasciandola da sola farei una cazzata " annuisce "fai come vuoi ma fatti sentire" "tra poco si torna a scuola ci vediamo" rispondo alzando le spalle e spegnendo la sigaretta.
"Quanto ci mettete per una sigaretta?" "non rompere i coglioni Mag" lei mi fa la linguaccia e mi fa spazio nella panca.
Mi siedo difianco a lei e mi passa la birra che ha ordinato per me "che altro avete preso?" "il solito" annuisco e prendo un sorso di birra mentre aspetto che arrivi il cibo.
Quando finalmente arriva a maggie gli si illumina lo sguardo e comincia a mangiare.
"cazzo maggie ti sei presa il mio panino" guardo disgustato i cetriolini "basta che li togli" "rimane il sapore di merda" sbuffa "dallo a Daniel" alza le spalle mentre io lo passo a lui.
Non ho mai avuto pretese sul cibo, ho sempre mangiato di tutto, ma ho sempre odiato i cetriolini e non sopporto che mettano quella roba nei panini.
Sorseggio la birra, non mi importa del panino perché infondo non avevo nemmeno fame.
"che facciamo a capodanno?"
"ci ubriachiamo" rispondiamo ovvi io e Mag.
Micol sbuffa "non potete sempre ubriacarvi" "è là fine dell'anno e va festeggiato un anno di merda con classe, ubriacarsi è una tradizione" "ubriacarsi è la specialità di drew" sorride maggie "capodanno è una merda ma è una scusa per bere quindi non posso rifiutare" rispondo "dove volete andare?" "mia zia non è a casa e grace mamma e papà sono a new York, passano capodanno con amici di famiglia, so che mi pentirò di averlo detto ma potemmo fare qualcosa a casa mia" "se vuoi la casa distrutta è un ottimo modo" sospira "ci ho provato" maggie sbuffa e poco dopo si alza di scatto urlando "che mi dici della tua casa in montagna?" "stai scherzando? I miei mi mettono in punizione a vita se scoprono che ci faccio una festa" "hai detto che non ci va nessuno e in ogni caso non di sono accorti della barca perché dovrebbero con la casa in montagna?" alla ragazzina spunta un sorriso sulle labbra "d'accordo, ma pensate voi a invitare la gente" annuiscono tutti quanti felici per aver trovato una scusa per bere.
Ma io rimango fermo e guardo quel sorriso spontaneo che ha sulle labbra.
                                  *
Si è alzata ed è andata in bagno, con la scusa di andare  a fumare mi alzo e la seguo .
Mi appoggio al muro e incrocio le braccia mentre la osservo mettersi quella schifezza sulle labbra.
"Non c'è bisogno che ti metti quella roba, le tue labbra le vedo benissimo anche senza" sobbalza e si volta verso di me "chi ti dice che io voglio fartele vedere?" "intuito " "beh hai un pessimo intuito" sorrido e appoggio le mie mani ai lati dei suoi fianchi intrappolandola fra me e il lavandino.
Mi avvicino al suo viso con un ghigno sulle labbra "Non è furbo da parte tua" "fare cosa?" sussurra "metterti quella roba sulle labbra" "e perché no?" "perché mi fa venire ancora più voglia di baciarti e perché quando lo farò sarà sparito" mi fissa le labbra come ipnotizzata "io non credo"
"ah si? mettimi alla prova" non risponde e io colgo l'occasione e la bacio, mette le mani fra i miei capelli e io sulle sue coscie sollevandola e facendola sedere sul lavandino.
La mia lingua tocca la sua e il suo sapore invade la mia bocca.
Le mie mani sono sulla sua vita e mentre lei continua a tirarmi i capelli io continuo a baciarla fino a quando non sentiamo qualcuno scaricare lo sciacquone.
Non faccio in tempo a metterla giù che una signora sui quaranta esce dal bagno.
La ragazzina diventa rossa in viso e si tira giù la gonna di jeans che le fascia il sedere.
La signora continua a fissarci "quanto ci mette a lavarsi le mani?" lei spalanca gli occhi e corre via imbarazzata e indignata.
"sei tu quello nel bagno delle donne dovresti tornare indietro e chiederle scusa" "col cazzo" le afferro il viso e continuo a baciarla.
Il suo profumo inconfondibile mi inebria le narici e come se fossi ipnotizzato incomincio a morderle il collo.
Sospira e quando mi rendo conto che cazzo sto facendo mi stacco, ma è tardi perché il suo collo è di una tonalità di rosso scuro.
Tolgo le mani dalle sue cosce e mi appoggio al muro "scusa" "per cosa?" "non guardarti allo specchio" lei la prende come una battuta e si volta  quando lo fa si tocca il collo.
" Pensavo di dovermi preoccupare ma siamo pari" la guardo confusa e lei cita le mie parole "non guardarti allo specchio" lo faccio e quando vedo la chiazza rossa che sta già diventando viola mi volto "cazzo" lei mi guarda preoccupata e io sbuffo per poi chiudere a chiave il bagno e sedermi sul pavimento mentre mi accendo una sigaretta.
"Sei arrabbiato?" "no, ti ho fatto la stessa cosa" alzo le spalle ma in realtà il fatto che mi abbia fatto un succhiotto e anche evidente mi destabilizza.
"Pensavo c'è l'avessi con me per il bacio" aggrotto le sopracciglia e mi volto verso di lei "non potrei mai incazzarmi con te perché mi hai baciato" lei mi sorride mentre sbuffo il fumo.
"dovresti puliti la faccia" "è meglio di no, non si sa mai che io abbia una improvvisa voglia di baciarti ti si toglierebbe un'altra volta il rossetto" "non ci siamo baciati abbastanza oggi?" "abbastanza è inutile quando si tratta di baciarti" lei mi guarda come ipotizzata e sta in silenzio per un pó fino a quando io non lo interrompo
q " quella gonna ti sta da dio" mi alzo e faccio un tiro dalla sigaretta "toglimi questa roba dalla faccia" lei ride e si avvicina a me "non andrà mai via" "non è divertente" "sei tu che mi hai baciata" "sei tu che ti sei messa quella roba perché volevi essere baciata" un sorrisetto furbo compare sulle sue labbra mentre con una salvietta che ha tirato fuori dalla borsa mi pulisce.
Faccio una smorfia e poco dopo finalmente finisce.
"Ho qualcosa fuori posto?" la squadro  e mi soffermo forse troppo sulla scollatura, mi schiarisco la voce 
"è meglio che copri il collo se non vuoi che qualcuno ti chieda da dove esce quel succhiotto" "con cosa lo copro? è enorme" sorrido "quella merda che vi mettete in faccia?" "il correttore?" "non ho un correttore qua" sembra sul punto di piangere e così sbuffo e gli passo la mia giacca di pelle.
"Sempre meglio di niente" "se ho la tua giacca si chiedono perché l'ho io" alzo le spalle "preferisci che si chiedano perché hai la mia giacca o perché hai un succhiotto sul collo?" sbuffa forse per i miei modi e apre la porta per poi uscire da quel bagno con me.
So benissimo che uscire dal bagno assieme è da stupidi se non vuoi essere scoperto, ma la porta d'uscita e il bagno sono nella stessa direzione e non mi sono fatto problemi per questo.
Avrei dovuto farmeli sul fatto che avendo dato la giacca a Micol ora ero io quello che verrà sottoposto a mille domande o al fatto che i miei capelli sono più incasinati del solito.
"Ma quanti ci hai messo? che ti sei fumato tutto il pacchetto?" "ho dovuto rispondere al telefono" maggie mi guarda e scoppia a ridere "mentre rispondevi al telefono sei stato morso da Edward Cullen?" alzo il medio verso maggie e ritorno a bere la mia birra e mentre parliamo fra di noi di argomenti stupidi e non pensiamo ai problemi mi volto verso di lei che scherza con maggie e deglutisco quando mi rendo conto che pochi minuti fa avevo le mani sulla sua vita e le labbra sulle sue.
Sto facendo un gran casino e no, non ho ancora capito se questo sia un bene o un male. 

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora