pov micol
"Non credo che sia una buona idea" "e perché no?" "ci guarderanno male per tutta la giornata" "che palle" "non fare rumore maggie" "ma dove sono?" "forse non sono in casa?" guardo Amanda confusa.
"Andiamo a controllare?" "io non entrerei" "perché?" "c'è una camicia sul pavimento" cerca di avvertirci ma io alzo gli occhi al cielo e la ignoro.
Andrew è solo disordinato.
Apro la porta e mi pento di non aver ascoltato sua sorella, è sdraiato sul letto e affianco a lui intravedo una chioma di capelli scuri ma non riesco a capire bene chi sia.
"Oddio" chiudo la porta di scatto "che ti dicevo, conosco mio fratello" "emh, forse è meglio che io vada" sento un rumore e mi volto.
Andrew in boxer che si sta stropicciando gli occhi ci guarda confuso.
"Drew?" si volta ma chiude la porta e io non riesco a vedere la ragazza.
"Che cazzo?" Amanda sposta sul fratello e io lo guardo e gli faccio cenno verso il suo addome quando ricambia il mio sguardo.
Lui alza le spalle e fa per prendere sua sorella ma lei ha già aperto la porta.
Sono curiosa e entro anch'io nonostante forse non avrei dovuto farlo.
La ragazza è di spalle e si volta solo quando sente il rumore della porta che si apre.
È in biancheria intima e ci guarda tranquilla mentre io sono sconvolta.
È bellissima e il suo viso è familiare mi ricorda qualcuno ma sinceramente non saprei dire chi.
Amanda fa cadere il telefono dalle mani e spalanca la bocca poi urla.
Si butta fra le braccia della ragazza e lei sorride, poi si stacca dall'abbraccio e quando Amanda si mette affianco a lei noto la somiglianza.
"Ehi, emh tu sei Micol non è così?" le sorrido, se Amanda la abbraccia un motivo c'è o no? "si, piacere tu sei?" "pf, mio fratello è un ingrato sono Astrid piacere" deglutisco e strabuzzo gli occhi "fratello?" Andrew entra in camera "cazzo Astrid non urlare" "fanculo drew no hai raccontato a lei di me?" "è perché dovrei averlo fatto?" mi volto verso Andrew che però è girato di schiena "ma quello è nuovo?" "cosa?" "il tatuaggio" annuisce e si siede sul letto di Daniel.
"qualcuno mi spiega?" maggie entra dentro la stanza e quando vede astrid corre da lei.
Non capisco più niente.
"Ciao Mag sto bene ma se continui così le mie costole faranno la fine di quelle di drew" lei si stacca e quando maggie si calma torna a guardare me.
"Devi essere confusa, mi dispiace se mio fratello è un coglione ma non ama parlare di me e fidati non so bene perché" "hai detto fratello,io pensavo fossero solo loro due" "no, sono la maggiore diciamo che emh posso raccontare quella parte la sa?" guarda suo fratello, cavolo fa strano chiamarlo così "non sa niente di niente e preferirei che non lo sapesse" "quando la smetterai di fare il misterioso?" "fottiti" "comunque, sono dovuta stare via per un pó diciamo e non è un periodo della nostra vita di cui io amo parlare sappi solo che ora sto bene, mi sento bene e che avevo un bisogno estremo di vedere i miei fratelli e vedere che cazzo combina questo coglione" "siete uguali" la fisso "dovrebbe essere un complimento?" "si emh, certo" Drew ghigna e io lo guardo "perché non me ne hai parlato?" lui sospira, si accende una sigaretta e poi mi guarda "non amo parlarne" maggie e Amanda si alzano "vi aspettiamo a casa di vostra madre " noi annuiamo "non voglio essere invadente e se non volete rispondere alle mie domande mi sta bene ma posso farvele?" "certo, ma credo di essere l'unica che risponderà" "perché non sapevo nulla di te?" "Andrew è riservato e non ama parlare di queste cose, Amanda non voleva parlarne perché credeva che se lo avrebbe fatto mi avrebbe mancato di rispetto, ma non è così" mi volto verso Andrew e lo vedo che fissa la sigaretta senza alzare lo sguardo, vorrei sapere a cosa sta pensando.
" drew" "mh" "puoi rispondere a una mia unica domanda?" "dipende" "da cosa" "se ne ho voglia" annuisco "c'era lei nei sogni? è collegato agli attacchi di panico e al resto?" deglugisce "io-" si passa una mano fra i capelli e mi guarda "sono solo ricordi e non c'è solo lei" "chi c'è" "tutti" "anche io?" scuote la testa "ci sono tutte le persone che vorrei dimenticare o che non vorrei stessero in mezzo a quella merda, non fai parte delle persone da dimenticare fai parte delle persone che voglio far restare" "hai ancora attacchi di panico e incubi? sono passati anni drew" lui chiude gli occhi "stai zitta perfavore" annuisce e si volta verso di me "d'accordo, tu ora puoi darmi tutte le domande che vuoi a una condizione" "quale?" "ho bisogno che mi fai leggere i tuoi libri preferiti" "come sai che leggo?" indica Andrew e io sorrido "puoi venire da me ogni volta che vorrai leggere" lei mi sorride.
"nemmeno vostra madre parla molto di te" "oh fidati non hai idea di quanto sua madre parli di lei, ti ricordi casa nostra? è tempestata di sue foto" "eri tu la ragazza nelle foto? anche quelle in camera tua?" lui scuote la testa "no, non è lei" "oh" "hai già fatto colazione?" annuisco e andrew spegne la sigaretta "peggio per te, mia madre è di ottimo umore per ragioni ovvie , ha preparato un pranzo ti costringerà a farti mangiare tutto" io sorrido "c'è il passato di verdure?" "cristo, ancora non so come fai a mangiare quella merda" "va in cucina e torna subito dopo, mi lancia una busta surgelata " al volo" ovviamente non lo prendo e cade sul pavimento.
Sbuffa "cristo mic" lo raccoglie e me lo passa, astrid nel frattempo si alza e guarda nell'armadio di Daniel, noto solo adesso che anche lei ha alcuni tatuaggi.
"posso vederli?" "ha la fissa per i tatuaggi ma ha paura di farseli" mi percula andrew e lei sorride "certo" si siede difianco a me.
"credo questo sia il mio preferito" "e perché?" "è un disegno di Andrew, me lo ricordo" lei mi guarda "ti ha fatto vedere i suoi disegni?" "veramente no, quando li hai visti?" "mai?" "non sai mentire" alza gli occhi al cielo e si infila una maglia.
È uno dei suoi disegni che preferisco, forse perché li fa sempre tutti in bianco e nero ma questo è l'unico colorato.
"È un pappagallo?" è piccolo e ha le ali aperte come se stesse spiccando il volo.
Sotto alle ali una piccola 's' stilizzata.
È la stessa che andrew ha sul petto difianco al cuore.
Affianco a quella lettera ha disegnato la rosa, il tatuaggio di drew che più preferisco.
" La s, l'avete tatuata tu Daniel e drew, maggie e am hanno una collanina con quella lettera, cosa significa?" "è l'iniziale di una persona speciale" lei sospira appena vede Andrew che si agita.
"Allora che ne dici di prestarmi qualcosa? non posso andare a casa di mia madre vestita con una tuta di Daniel" "riesci a prestare qualcosa?avete la stessa taglia credo" io sorrido "ma certo,passiamo da mia zia ma non so se troverai qualcosa che ti può piacere" "oh andiamo guardati si capisce da lontano che hai un bello stile" arrossisco.
Si mette la tuta e appena finisce di vestirsi mi prende a braccetto, poi si volta indietro verso il fratello.
"Allora drew? ti vuoi dare una mossa?" lui sbuffa "dobbiamo proprio andare?" lei diventa seria di colpo "Drew so che è brutto da dire ma sono tornata anche per questo non solo perché mi mancavate, se la mamma mi vede magari smette e poi forse voi potreste smettere di discutere" "sai che non è possibile" "ci ho provato" lei alza le spalle "ma potresti provare a perdonarla, è solo una ricaduta" "ce le ha sempre le ricadute la verità è che non ha mai smesso, e sono stufo di pagare con il mio stipendio la sua merda" lei sospira "mi dispiace non esserci stata" "non è stata colpa tua e comunque lei ha ricominciato per puro egoismo non per altro" "che intendi" "che cazzo Astrid, tua madre lo fa perché Amanda ora è in un'altra famiglia e lei è gelosa di loro perché sono riusciti a renderla parte della famiglia, senza casini e problemi, è invidiosa perché lei non è stata in grado di farlo" lei sta in silenzio "Astrid ora sei tornata e sai cosa significa? che lei avrà occhi solo per voi e smetterà" si avvicina a lei e lei appoggia le sue mani intorno al viso, lui si cerca di spostare ma lei lo tiene fermo.
"Mettiti in testa che non è colpa tua e dovresti ricominciare a chiamarla mamma, perché è anche la tua" lui si toglie.
"Andiamo?" lei torna a sorridere, ho notato che a differenza di drew lo fa spesso.
Torna a prendermi a braccetto e mi porta in auto dove si mette dietro con me.
"E comunque voi due assieme non mi piacete per niente" sua sorella le fa la linguaccia e lui alza gli occhi al cielo.
"ma quanti anni hai? cinque o venti?" la guardo sorpresa "non dimostri vent'anni" "ne ho diciannove andrew alza sempre l'età" "non illuderti tra poco diventerai ventenne" poi alza il volume della radio al massimo e fa partire una delle sue canzoni.
Astrid abbassa e si sporge fra i sedili avanti "ascolti ancora questa roba?" "questa roba è musica a differenza della tua" "come fai a definire questa musica? rimane solo rumore su rumore la mia no" "no la tua non può definirsi musica" "che musica ascolti?" lei alza le spalle "in realtà un pó di tutto, è che andrew ce l'ha con me perché lo svegliavo con le canzoni di Taylor swift" sorrido.
"Non riesco a immaginarmelo" "non farlo" Astrid sorride "quando arriviamo da mia madre ti faccio vedere una cosa" "non conosci ancora Micol, è la persona più curiosa della terra" "più di me?" "più di te" "mi piaci"
Andrew parcheggia difronte a casa mia e io scendo "wow, che bella casa" "grazie, in realtà è di mia zia sono di new York ma non amo quella città" apro la porta e vengo subito invasa dalle urla di mia zia.
"Micol c'è tua madre" "vieni ti presento mia madre e mia zia" prendo Astrid per mano e la porto in sala, Andrew ci segue.
"Tesoro ciao, come stai? passavo di qua e sono venuta a vedere come stavi" "sto bene mamma, sto andando a pranzo dalla madre di drew" "oh salutala certo, ciao andrew" lei lo saluta mentre lui fa un cenno della testa.
Astrid gli schiaffeggia il braccio "non fare il maleducato" io rido "mamma lei è Astrid è la sorella di Andrew e Amanda" si presentano e salutano dopodiché c'è ne andiamo al piano di sopra, in camera mia.
"È più grande dell'appartamento di andrew" lui si appoggia alla finestra.
"posso?" indica la libreria e io annuisco
"I miei preferiti sono sul comodino, mi piace rileggerli continuamente" lei sorride "anche a me piace molto farlo" "qualè il tuo preferito?" "in assoluto cime tempestose in generale ho sempre amato i romanzi rosa ma quel libro l'ho amato " "se vuoi te ne posso prestare qualcuno ne ho davvero tanti anzi penso che magari un giorno potremmo vederci e leggere insieme" "sarebbe fantastico" "che ne dite di prepararvi? non sono particolarmente ansioso di andare a pranzo da tua madre non fraintendetemi" "tranquillo fratellino non ci metto molto" io apro l'armadio e mostro a Astrid i capi, la lascio a guardare e esaminare i miei vestiti uno a uno per almeno venti minuti.
"Non diceva che non ci Avrebbe messo molto?" sussurro "non conosci mia sorella, ci metterà come minimo una vita intera" sorrido, in realtà amo che le persone si dedichino alla loro passione, la sua è decisamente la moda.
Prende un vestito aderente con fantasia scozzese con le bretelle sottili e sotto ci mette una maglia a maniche lunghe nera.
Sinceramente non so dove abbia preso quel vestito, credo che sia di maggie ma tanto lei non si fa problemi a prestare le sue cose.
Infila gli anfibi e si sistema i capelli con le mani per poi girarsi verso di noi.
"possiamo andare?" "solo quando tu ti sarai sistemato quella faccia" lui sbuffa e io mi alzo "ma tu mi spieghi cosa cavolo fai? solo la settimana scorsa ti ho medicato il braccio e la faccia era intatta" lui alza le spalle " che ne pensi di muovere il tuo bel sedere e andarcene?" lei sbuffa "non sarà colpa mia se agli altri parenti verrà un infarto vedendoti" "che cazzo intendi con altri parenti Astrid" "intendo I nonni, gli zii, i cugini " "cristo ma chi gli ha invitati? ieri sera mi avevi promesso fosse qualcosa di intimo" "lo è" "no invece, sono riuscito a evitare natale e ora mi tocca questo?" "non fare il coglione dai" "cazzo ti odio" "come se ti credessimo" "Mi stai dicendo che ci saranno tutti i vostri parenti?" "non tutti, solo da parte di mia madre"
"sta minimizzando la cosa ma mia madre ha 3 sorelle che hanno scopato come pazzi creando figli a palate, quindi sarà un fottuto disastro" "cristo drew io non vengo" "resto qua con te" "non ci siamo, voi due venite, anzi meglio se ci sbrighiamo Amanda maggie e Daniel saranno sommersi da parenti" "Daniel?" "è là da stamattina noi non avevamo voglia di alzarci" sospiro e guardo Andrew "non ti devi preoccupare ci siamo io e Andrew" "oh si invece dovresti farlo siamo nella merda" "smettila non è vero" Andrew sbuffa mentre io lo guardo in ansia, il solo pensiero di incontrare la sua famiglia mi fa davvero preoccupare, anche se sono felice di conoscere una parte della sua vita questo mi rende ansiosa perché so che lui odia queste cose e so che probabilmente io sarò in imbarazzo.
"Non preoccuparti se ci stufiamo invento una scusa e scappiamo in camera mia" annuisco e scendo le scale per andare a casa loro.
*
Una volta arrivati scendiamo dall'auto e entriamo in casa.
Andrew si avvicina al mio orecchio "stai vicino a me " annuisco e entriamo.
"Amore mio ciao" andrew prende la mia giacca e la appende per poi guardarsi intorno, gli faccio cenno di abbassarsi verso di me.
"stai calmo ci sono io, potremmo anche divertirci" "e in che modo?" "non lo so, in qualche modo" lo seguo in sala.
Si guarda intorno, lo vedo ansioso, lo so che non ama vedere i suoi parenti e questo mi fa strano ma ci deve essere un motivo e uno dei tanti probabilmente è che è introverso e non ama stare con persone che non vede quasi mai.
"Andrew, come cresci in fretta" lui si volta e guarda la donna difronte a lui.
Non gli sorride, ma non sarebbe per niente da lui farlo.
"Che hai fatto qua?" "mi è caduto un vaso" "oh come potrei mai crederti?" sospira "zia, lei è Micol" "piacere" "molto piacere" lui mi fa cenno di andare al tavolo e prende da bere per due poi si avvicina agli altri e prende posto a tavola affianco a loro.
"Hai già cominciato a bere?" "come la sopporto una giornata intera così?" "preparati stasera si va a cena fuori" "non posso venire" "sappiamo entrambi che non hai impegni" che cazzo" beve un sorso.
"Fatemi le presentazioni ufficiali non conosco i nomi" Amanda indica la donna seduta a capotavola "la vedi lei? è la sorella maggiore di mia madre, chiamala solo Alison" "ha un bel nome"andrew interrompe la presentazione di am per continuarlo lui "l'uomo difianco è suo marito, hanno due figli di più o meno sette e cinque anni, un maschio e una femmina, probabilmente non scopano dopo l'ultimo figlio" maggie ghigna "la cosa si fa più divertente" "I loro figli sono quelli che stanno smontando il divano" "sono così dolci" Andrew alza gli occhi al cielo.
"Quella che gli continua a dire di smetterla è la sorella di mezzo, è divorziata e si è risposata, ora aspetta un'altro figlio da mark è l'uomo difianco a lei" "si è sposata giovane" annuisce e si sistema I capelli "I bambini che parlano con mia madre sono i suoi figli, hanno qualche anno in più dei figli di Alison" li fissa un attimo poi si volta "l'altra sorella è quella che sta parlando al telefono, è poco più grande di mia madre e sul marito è quello affianco a mia nonna, che conosci già" annuisco.
Iniziamo a mangiare poco dopo e forse è solo lì che mi rendo conto in che casino sono finita.
"Andrew come stai? ho saputo che Amanda è in una famiglia" lui fissa la donna "io sto bene" "sei finito in una famiglia? sono contenta" "no" "oh, in casa famiglia?" "ho un appartamento per conto mio con daniel" si ammutolisce e guarda il suo piatto, senza in realtà mangiare niente.
"Ho saputo che sei ancora in squadra" "non era una festa per il ritorno di Astrid?" lo guardo mentre evita gli sguardi dei suoi parenti "Astrid l'abbiamo vista a natale a differenza tua che non ti sei presentato" "dovevo lavorare"
"a natale?" sbuffa "Astrid passami il vino" lei glielo passa e lui se lo versa come se avesse l'età giusta per bere davanti a tutti.
Mi è sempre piaciuto il fatto che lui se ne fregasse del pensiero degli altri, forse perché sotto quel punto di vista vorrei saperlo fare anche io ma non è così.
Continuano a parlare fra di loro e per fortuna devono aver capito che andrew non è dell'umore giusto per le loro domande.
Sono tutti felici e parlano tranquillamente ma gli unici che non si sono ancora rivolti la parola sono andrew e sua madre, si evitano.
"Credo di stare per esplodere" sorrido a maggie che cerca di alleviare la tensione fra i due "lo credo anche io, ho mangiato troppo" "pausa sigaretta?" Andrew alza un sopracciglio verso maggie e annuisce.
"Cazzo si mi unisco" gli adulti ci fissano mentre usciamo fuori in terrazza, in realtà sono uscita solo perché avevo bisogno d'aria, credo un pó tutti quanti.
Andrew si siede e accende la sigaretta, Astrid si avvicina a lui e gliela sfila dalle dita, fa per spegnerla ma lui se la riprende.
"Non iniziare Astrid" "pensavo avessi smesso con questa merda" "è solo una canna e comunque non me la sto fumando da solo ho solo bisogno di rilassarmi, quei bambini mi stanno facendo venire mal di testa" lei sbuffa "seriamente ti fumi una canna con tua madre di là?" lui alza le spalle "la dovrei invitare?" nessuno ride è chiaro che sta ironizzando per non scoppiare.
"Cazzo ok, una canna e basta, promesso?" "promesso" lei la prende e fa un tiro per poi tossire.
Lui ghigna " da quand'è che non fumi una canna?" "dall'unica volta che me l'hai fatta provare" la passa a Daniel e così via.
Amanda non la fuma e me la passa a me, non ho nemmeno il tempo di passarla a qualcun'altro che andrew me la sfila dalle mani.
"Nessuna canna per te, l'ultimo tiro sta a me l'ho fatta io" "che stronzata" risponde Daniel lui alza le spalle e quando la finisce la spegne.
Entriamo in casa e ci sediamo a tavola, probabilmente sono tutti troppo occupati a parlare fra di loro per rendersi conto dell'odore di erba.
"Allora che cosa farete dopo il liceo? sapete già che college frequentare?" io annuisco "ho sempre voluto fare medicina" "è impegnativo come indirizzo sicura di riuscire?"andrew guarda male sua zia e poi risponde per me "se vuole fare una cosa la fa, non ha bisogno delle tue opinioni ed è abbastanza intelligente da fare qualsiasi cosa lei voglia" "oh certo Andrew, non lo metto in dubbio, e tu cosa vorresti fare?" lui alza lo sguardo "non credo di andare al college" "cosa stai dicendo?" "che non potrei nemmeno prendere in considerazione l'idea di andarci" "e perché no?" lui ghigna, non credo che sia proprio felice di dire questo ma con aria rassegnata e menefreghista risponde "Astrid va già al college e ha una borsa di studio, Amanda andrà al college ma non avrà la borsa di studio, pagherò le sue rate e io ho sempre saputo che infondo non ci sarei mai andato non ho nemmeno un piano su dove andare" Amanda si schiarisce la voce "veramente, emh la famiglia affidataria pensa di pagarmi il college, non c'è bisogno che lo faccia tu" lui incrocia le braccia e aggrotta le sopracciglia "stai scherzando?" lei scuote la testa "no drew, me ne hanno parlato hanno detto che hanno soldi a sufficienza per pagare le rate sia mie che di loro figlia e che sapendo la nostra situazione non c'era bisogno di fare pagare te" si appoggia con le braccia al tavolo "beh in ogni caso non ci andrei comunque" "e perché no?" "fanculo non ho possibilità, ho la media bassa in tutte le materie e probabilmente perderò l'anno non so nemmeno se andare al college sia nei miei piani" nessuno parla per un pó poi sua madre si schiarisce la voce "almeno due figli su tre andranno al college non una completa delusione" io la guardo e sono davvero turbata per le sue parole.
Come può pensare una cosa del genere di suo figlio? Lui ride, ma non è una risata di quelle spontanee no.
si alza e non risponde a sua madre, non capisco se lo fa perché non vuole dare spettacolo o perché secondo lui non ne vale la pena.
senza salutare nessuno se ne va e entra in camera sua, mi alzo da tavola anche io.
"Scusate devo andare" Astrid mi prende per il polso "non ti consiglio di andare, sarà incazzato" "forse, ma conosco abbastanza andrew da sapere che ha solo bisogno di qualcuno" "no, ha bisogno di spazio" "so che non ci conosciamo da nemmeno qualche ora ma dammi fiducia" lei sospira e infine annuisce.
Busso alla sua porta "fanculo" busso un'altra volta e lui non risponde più.
Entro comunque, ha una sigaretta fra le labbra.
"Drew" non risponde come ogni volta "posso sedermi?" non ottenendo risposta lo faccio comunque.
"Lasciando stare le parole di tua madre, puoi recuperare e avere una bella media in poco tempo, sei intelligente " mi alzo "sto per fare una cosa, tu non arrabbiarti ok?" "dipende da che cosa" mi avvicino a lui e mi inginocchio, allungo un braccio sotto al letto e afferro la scatola.
Incrocio le gambe e la apro "Posso dirti un segreto?" "sentiamo" "il tatuaggio di Astrid è molto bello, era uno dei miei disegni preferiti ma poi ho visto questo e probabilmente ho cambiato idea" prendo il disegno e lo volto verso di lui.
"Mh non è un granché" "oh non per fare l'egocentrica ma sono venuta proprio bene" "ah si? io direi che sei più bella dal vivo che nel disegno" sorrido "mi vuoi fare arrossire?" "quello riesco a farlo anche senza dire niente" "dimostralo" si sporge verso di me e mi bacia il collo, poi sale fino alle mie labbra.
"visto? sei arrossita anche solo quando ho poggiato le labbra sul tuo collo" "non puoi fare così, è troppo facile" alza le spalle "non avevi detto in che modo" si sdraia e spegne la sigaretta ormai consumata.
Mi sdraio anche io "non penso che tua madre abbia ragione, se tu vuoi andare al college fallo, sei intelligente e riusciresti a recuperare tutto o almeno la maggior parte delle materie e comunque non sei una delusione" sospira "non mi interessa se mi chiama così, non andrei al college comunque nemmeno se recuperassi i voti" "perché no?" "perché sono nella merda Micol e non si può andare al college nella mia situazione " "che situazione?" "non posso parlartene" si volta verso di me "se andrò mai al college vuol dire che avrò sistemato tutta la merda che mi circonda ed è anche troppa" lo vedo che è tornato pieno di pensieri quindi cambio argomento.
"Posso vedere il nuovo tatuaggio? " lui annuisce e si sfila la maglietta, non nego che non ho guardato solo il tatuaggio.
Lo tocco e lo vedo rabbrividire "hai le mani fredde" "scusa" lo guardo per un pó "perché hai fatto uno scorpione?" "non mi piace spiegare il significato dei miei tatuaggi" annuisco anche se avrei voluto saperlo.
"Quindi, se avessi la possibilità di andare al college in quale andresti?" sospira "non amo fare piani ma direi meccanica, i motori mi sono sempre piaciuti" "e che mi dici dei tuoi disegni" alza le spalle "era solo un modo per estraniarmi dal mondo quando ne avevo bisogno" "sono molto belli drew" lui alza le spalle "sono solo scarabocchi non sono bravo quanto dici" io sbuffo "la modestia e l'insicurezza non ti si addicono" "tutti sono insicuri anche quando non lo danno a vedere" "su cosa saresti insicuro?" "non te lo dirò " "se ti dico le mie tu mi dirai le tue?" annuisce "odio la mia timidezza certe volte, se ti dicessi tutte le mie insicurezze starei qua fino a stasera" lui sospira e io appoggio la testa sul suo stomaco.
"L'essere timida è una parte di te, può non piacerti però devi accettarti per come sei perché se tu cambiassi non ti sentiresti mai bene con te stessa e sarà lì quando non potrai tornare indietro che rimpiangerai la tua timidezza" "non è solo quello" "ho tutto il tempo del mondo per te ragazzina" "mi sento spesso a disagio, mia madre mi ha sempre messa a confronto con le altre ragazze continuava a dire che erano meglio di me in qualsiasi aspetto, non voglio mettere mia madre in cattiva luce è un aspetto di lei che non mi è mai piaciuto, fa crescere le insicurezze altrui, o almeno con me c'è sempre riuscita e probabilmente la maggior parte di esse sono dovute a lei e alla sua mania di perfezione" "non ci so fare con le parole, ma so quanto tu possa sentirti insicura probabilmente molte ragazze lo sono e non solo loro, tutti in questa fottutissima terra lo siamo, ma le paranoie sono la riflessione della merda che abbiamo in testa che ci hanno propinato i nostri genitori, tu sei piena di insicurezze perché tua madre non ha saputo vedere quanto tu in realtà sia bella "
" dai la colpa dei tuoi casini ai tuoi? " " sono finito nei casini per conto mio perché sono una testa di cazzo ma sicuramente le persone presenti nella mia vita in quel periodo non hanno aiutato " sospira "la realtà Micol è che nessuno è mai riuscito a capirci e non ci hanno mai provato per questo siamo così, quando ti senti insicura incazzati con chi ti ha fatto credere di essere imperfetta perché cazzo non lo sei e fanculo loro non hanno nessun diritto di pensarlo dovrebbero solo farsi i cazzi loro" "tu mi hai capita sono io che non lho ancora fatto con te" "io posso sapere cosa stai provando ma non posso capirti, perché capirti vorrebbe dire aver passato quello che stai passando tu e io non l'ho fatto, non ho sofferto per mia madre che mi faceva crescere insicurezze non sono timido e non lo sarò mai" "tu parli tanto di capire le persone ma come puoi sapere cosa voglia dire se nessuno ha mai capito te?" "non lo so infatti ci provo e basta" lo guardo mentre fissa il soffitto.
"E sentiamo quali sono le tue insicurezze Andrew Jones?" "te le dirò un giorno" "avevi promesso" "non ho specificato quando l'avrei fatto Micol"
Sono sorpresa del fatto che non mi abbia spostato mentre mi appoggiavo a lui.
Restiamo in quella posizione per un tempo indeterminato, la verità è che sto bene così, anche se lui non risponde alle mie domande, sdraiata con la testa sul suo addome a parlare di niente.
Perché è così con lui, parliamo di niente perché non abbiamo bisogno di dire nulla, o forse ne abbiamo un bisogno tremendo ma sappiamo che questo non è il momento giusto.
È ci aspettiamo, attendiamo giorno per giorno che l'altro sia pronto a parlare a essere compreso e a essere sostenuto.
È una cosa sottovalutata ma so che nel suo caso non ama parlare di sé stesso e che odia le troppe attenzioni, forse per questo con wlui riesce a parlare, di tutto e di niente.
"Ce ne andiamo da questo posto di merda?" "e dove vorresti andare?" "devo fare una cosa vieni con me?" alzo le spalle perché non saprei proprio cos'altro fare.
Si alza e scavalca la finestra "cosa fai?" "scavalco una finestra non è ovvio?" "e perché lo fai?" "perché sono troppo orgoglioso e non voglio dare loro la soddisfazione di vedere che me ne sto andando un'altra volta" "perciò scavalchi una finestra?" "esatto" "tu sei pazzo" "l'ho fatto milioni di volte" me li tolgo e li tengo in mano mentre lui cammina con estrema facilità su un cornicione che ha tutta l'aria di star cadendo a pezzi.
Si attacca a una ringhiera e mi porge la mano.
"Ci sei?" "per quale ragione l'ho fatto" borbotto disperata con l'assoluta certezza che probabilmente da un momento all'altro io cadrò e che quel cornicione pericolante sarà la causa della mia morte.
Nessun suicidio, perché andiamo chi si butterebbe da un palazzo con andrew Jones davanti? non io.
Il mio è solo un atto sconsiderato dettato da l'euforia del momento, perché ripensandoci io potevo uscire dalla porta senza alcun problema.
"È colpa tua mi induci a fare queste cose spericolate" "non sono stato io a dirti di salire su un cornicione, potevi uscire dalla porta" ghigna e io lo guardo preoccupata.
"Non guardare giù" "se mi dici di non farlo io lo faccio" "allora fallo" " cavolo non mi aiuti" lui sbuffa e poi si allunga "cristo ragazzina di questo passo rimarrai lì per tutta la vita" "non riesco a andare avanti" "pensa alla ruota panoramica, ti ho fatta cadere?" scuoto la testa.
"devi solo avvicinarti lentamente e poi ti prendo io" annuisco e cammino verso di lui.
"Non chiudere gli occhi" "se li apro guardo giù" "guarda me" mi allunga la mano e io la afferro.
Mi prende in braccio e mi appoggia sull'asfalto.
Riapro gli occhi e tiro un sospiro di sollievo quando sento che i miei piedi toccano una superficie stabile.
"Non lo farò mai più" "non ti ho mai chiesto di farlo, vuoi continuare o rimani qua?" "devo scavalcare altre finestre?" "forse quelle no" alzo le spalle perché infondo cosa ci può essere di peggiore? scendiamo da una scaletta e ci ritroviamo nel parcheggio del palazzo.
" Tutto questo per finire qua? " " no sto solo cercando di andare via" "e come pensi di fare" "la vedi quell'auto rossa?" annuisco "è la macchina di mio zio, come minimo costa più di tutto questo palazzo" "quindi cosa vorresti fare?" "la voglio guidare" "hai le chiavi e il permesso?" "no, ma non mi servono" apre lo sportello con una lima.
Taglia dei fili e li unisce per poi sentire il rumore dell'auto.
"Allora vieni con me o resti qua?" "cosa devi fare? stai rubando l'auto a tuo zio?" "la sto prendendo in prestito" "no, tu la stai rubando" alza gli occhi al cielo "come vuoi tu ragazzina, che vuoi fare non ho tutto il giorno" lo guardo confusa perché cavolo sta rubando un'auto.
Cosa dovrei fare? sono sicura che non sia così incosciente da non riportarla indietro e comunque suo zio ha lasciato la macchina in questo quartiere qualcuno l'avrebbe fatto e forse è meglio che sia stato drew.
Sospiro e alla fine salgo, e probabilmente me ne sto già pentendo appena l'ho fatto.
"Ragazzina, sappi che appena vuoi andartene devi dirmelo e io ti riporto a casa ma a una condizione" "dove stiamo andando? che condizione ?" "non devi assolutamente fare domande, chiaro?" "chiarissimo" mi allaccio la cintura, devo ammettere che questa situazione mi mette ansia .
"posso fare l'ultima domanda?" annuisce "mi riporti indietro anche quando siamo là?" "si, non voglio portarti là,ma sono in ritardo e ho un assoluto bisogno di andarci se non voglio esplodere e non riesco a arrivare in orario se ti riporto a casa" "ok" si passa una mano fra i capelli è nervoso e non capisco per quale motivo.
"Drew?" "mh, dovevo immaginare che non sarebbe stata l'ultima" "perché quella macchina ci segue?" "sei proprio sicura ci stia seguendo?" annuisco agitata "è da metà strada che non cambia direzione" "merda" "che succede?" "vuoi che ti porto a casa?" "no" non vogliono che vedano dove sia casa mia.
"D'accordo facciamo come se nulla fosse, devi stare tranquilla ok? fidati di me" annuisco anche se non lo sono per niente.
Si accende una sigaretta, guardo fuori dal finestrino e riconosco la strada, la condizione era di non fare domande e questo è quello che farò anche se ne ho un estremo bisogno.
Appena arriviamo lo seguo nel lungo corridoio fino all'ascensore, entriamo e lui sospira.
" Ho un dejavu, pensi di voler cambiare il ricordo in qualcosa di più piacevole? " lui non mi risponde continua a tenere gli occhi chiusi e la testa rivolta verso il basso ripetendo formule matematiche.
"D'accordo lo farò io" mi avvicino a lui prendo la testa fra le mie mani, lui non apre gli occhi resta fermo e io prendo coraggio e unisco le mie labbra alle sue.
Solo qualche istante dopo il suono dell'ascensore ci fa staccare.
"perfavore fallo più spesso" sembrava come una supplica da parte sua e mi fa strano perché non è da lui, gli sorrido.
"Resta qua, se ti va prendi qualcosa alle macchinette non dovrei metterci molto" annuisco e lo guardo entrare in quella stanza, tutte le mie certezze sul fatto che lui non ha insicurezze sono sparite mentre lui entrava in quella stanza.
Non capisco perché sia venuto qua, odia farlo e non parlerebbe mai con qualcuno dei suoi problemi, quindi perché è qua? ci rifletto anche quando bevo della cioccolata calda mentre lo aspetto ma ancora non trovo una risposta.
Esce un'ora più tardi con una donna con una divisa e un uomo più basso di lui.
Poco dopo mi rendo conto che sono poliziotti, dietro di loro una donna con uno chinion e una cartellina in mano esce dallo studio.
Lo guardo confusa ma lui cambia strada e si appoggia al muro mentre quella donna lo perquisisce e lui si dimena.
"Andrew" urlo ma lui mi ignora, mi avvicino ma l'uomo mi spinge indietro, andrew si toglie dalla presa della donna e tira un pugno all'uomo "Andrew guardami" lo fa, io gli sorrido mentre lui si avvicina a me "appena esco da questo palazzo chiama Daniel e digli di chiamare la centrale" io lo guardo preoccupata ma alla fine annuisco.
Lui corruccia lo sguardo mentre quello che suppongo sia unagente di polizia lo porta via.
La donna lì segue e poi di volta verso di me "stai tranquilla si risolverà tutto" "che sta succedendo?" "Il processo è anticipato per ovvi motivi" "quali motivi, quale processo, dove lo state portando?" "scusa devo andare" mi lascia lì in mezzo al corridoio con la certezza che probabilmente andrew non mi ha raccontato troppe cose ma che comunque rimarrò accanto a lui.
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nel modo in cui brillano le stelle
ChickLitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...