"Cazzo mic non ne posso più stiamo studiando da due ore" "devi riuscire a metterti in pari e sei molto indietro resteremo qua fino a quando non avrai recuperato tutto" "ne sei sicura?" "si" mi passo una mano sui capelli.
"Facciamo una pausa?" "ne abbiamo già fatte due drew e parlando è come se ne stessimo facendo un'altra" sbuffo e mi sporgo sulla sedia avvicinandomi a lei.
Attorciglio una ciocca dei suoi capelli neri intorno al mio dito.
"Ho il cervello fuso" "non ci credo nemmeno morta il tuo cervello potrebbe reggere altre espressioni" alzo gli occhi al cielo.
"Vabene ma muoviamoci" "d'accordo direi che sei pronto per matematica" la verità è che lo sono sempre stato.
È passata una settimana da quando ho trovato mia madre in astinenza.
Credo sia stata una delle settimane più merdose di sempre.
Non sono usciti su casa e sono rimasto lì dentro fino a quando la situazione non è migliorata, so bene che è ancora in astinenza ma non sopporterei un'altra settimana chiuso la dentro a vederla vomitare e urlare.
Quando sono tornato a casa ho risposto a una telefonata di Micol, una delle centinaia che mi ha fatto in quella settimana in cui mi ripeteva che stavo perdendo tutto il programma.
Ha pensato bene di farmelo recuperare tutto, a quanto pare il fatto di andare al college lha preso sul serio.
Non sa nessuno tranne Daniel che mia madre è messa così, avrei voluto dirlo almeno a maggie ma so che non sarebbe riuscita a resistere e sarebbe venuta a trovarla.
Mia sorella lo sa, ma a quanto pare ha deciso di non aiutarmi e ha continuato la sua vita come se nulla fosse, è andata a scuola,a fare shopping con le amiche e a sbaciucchiare il mio migliore amico.
Non la biasimo, le ho detto io di andarsene.
Astrid ha provato a aiutare, ma appena l'ha vista in quello stato è scoppiata a piangere e io le ho detto che era meglio se andava.
Alla fine è restata in casa mia per una settimana e mi chiamava per sapere come stava ogni giorno.
"Ok matematica ti risulta troppo semplice, una materia in cui vai male?" "probabilmente la peggiore è filosofia" "ma è una materia stupenda" "non direi proprio" lei ignora la mia affermazione e tira fuori il libro.
Lo apre e prima che inizi a spiegare la blocco "sei sicura che dovrei guardare? non è che sul libro c'è scritto il mio nome circondato da cuoricini?" "sei un cretino" "ah tu non rovini i libri hai ragione" accenna un sorriso e comincia a spiegarmi filosofia.
"Mi spieghi che cosa può fregarmene a me?" "non lo so esattamente ma non ti affascina nemmeno un po?" "mi affascinano di più le materie scientifiche, le altre mi fanno addormentare" "come fai a capire le materie scientifiche sono mille volte più difficili" "no ragazzina, non ho mai detto che le materie letterali siano difficili, non lo so semplicemente non mi piacciono e non mi viene voglia di studiarle" "non so davvero come fai a non leggere" "non amo leggere preferisco ascoltare le persone che amano farlo perché probabilmente io scambierei le parole" lei mi guarda.
"vuoi dirmi che fai fatica a leggere?" alzo le spalle come se la cosa non mi importasse "se mi concentro bene riesco ma rimango lì parecchio tempo" lei mi sorride.
"Non fare quella faccia" "non sto facendo nessuna faccia" alzo gli occhi al cielo.
"Non sapevo di questa cosa" alzo le spalle "ora lo sai" quando finalmente comincia a spiegarmi la filosofia la fermo.
"Mi sono dimenticato di darti una cosa" "che cosa?" "è una sorpresa" "di cosa si tratta?" "non te lo dirò non sarebbe una sorpresa" "e perché me la stai facendo?" "tra poco è il tuo compleanno e comunque non è proprio questo il regalo che ti darò ma ho pensato di fartelo in anticipo" "in che senso?" "nel senso che questa è una stronzata e che il regalo vero te lo darò poi al tuo compleanno" lei si morde il labbro.
"Andrew non dovevi" "invece si non ti aspettare chissà che è una cagata" prendo il pacchetto dalla tasca della giacca e lei lo prende al volo quando glielo lancio.
Mi guarda confusa "lo apri o lo tieni in mano tutta la vita?" lei sorride e comincia a scartarlo.
Quasi non urla quando le vede.
"Mi hai regalato davvero le caramelle" un sorriso le spunta sulle labbra, poi si butta fra le mie braccia.
La realtà è che è probabilmente la prima volta che non vorrei staccarmi da un abbraccio.
"Ommioddio, quando le abbiamo mangiate a natale le ho cercate ovunque ma qua non le vendono, dove le hai trovate?" alzo le spalle "non rivelò le mie fonti, non le mangi?" "solo se la arrotoli intorno al dito anche tu" "non lo farò" lei alza le spalle e fa la finta indifferente mentre si arrotola quella roba intorno al dito.
Mi avvicino a lei e prendo un pezzo di caramella "ehi" continua a ridere mentre se la mangia.
"Ok credo che possiamo smettere con lo studio" tiro un sospiro di sollievo e mi accendo una sigaretta.
"Credi di potermi dire dove sei stato questa settimana?" "non credo che tu voglia davvero saperlo" mi guarda "invece si" sospiro e non ho proprio voglia di parlarne con qualcuno "ti dirò dov'ero ma non cosa stavo facendo" "ok" "ero solo da mia madre" "ma tu odi stare lì" faccio un tiro di sigaretta "si ma ci sono cose più importanti che superano l'odio per quella casa" annuisce anche se non lo capisce.
"Cosa pensi di fare per il tuo compleanno?" lei mangia la caramella "non pensavo a niente di speciale, mia madre e mio padre tornano qua per il mio compleanno e vorrebbero portarmi a cena anche se non sono proprio in vena di cenare con loro" "e perché no?" "perché ne faccio diciassette e inizieranno a insistere con la storia del college, vorranno farmi frequentare il loro e farmi entrare nell'azienda di famiglia" "tu devi poter fare quello che vuoi Micol" "lo so, ma probabilmente il mio compleanno verrà rovinato da questa cena" "e allora non andare" "ma loro ci tengono" "non importa, pensa a te è la tua serata fai quello che vuoi fare e scegli il college che vuoi frequentare tu"
Mi sorride.
"Dovrò trovare qualcos'altro da fare allora" annuisco mentre continuo a guardarla mangiare quella caramella.
*
Apro il portone di quella casa e sto per salire le scale quando la voce irritante di cristopher mi blocca.
Non lo vedo da quando ha invitato quelle persone a casa sua e me ne sono andato via senza dare spiegazioni, non che lui le meritasse.
"Sei sparito per una settimana e non hai risposto né alle chiamate né ai messaggi, si può sapere che fine hai fatto?" lo guardo con indifferenza e mi volto salendo le scale.
Entro dentro camera mia e mi sdraio sul letto.
Ho passato troppe ore a studiare e in questo momento vorrei solo dormire, ma so che devo tornare da mia madre tra poco e non ho il tempo di farlo.
Guardo il telefono illuminarsi e guardando il nome ignoro la chiamata.
Questo periodo fa proprio schifo.
Odio tutto questa merda e ho troppi pensieri per la testa, mia madre,l'affitto e i debiti da pagare e come se non bastasse Micol si è messa in testa di voler farmi passare l'anno.
Non mi importa sinceramente, la scuola non mi interessa in questo momento ho cose più importanti a cui pensare.
Forse sono uno stronzo ma non mi interessa di niente, né di mia madre né del fatto che mia sorella sia preoccupata né del college.
Da anni ormai le uniche cose che provo sono l'indifferenza e l'apatia.
Probabilmente non mi ricordo nemmeno com'è essere preoccupati per qualcosa o provare empatia.
Non so nemmeno se quel sentimento io lo abbia mai realmente provato.
Sento un peso difianco a me e mi acciglio.
Apro gli occhi e guardo quella bambina affianco a me che mi guarda.
"Stai bene?" i suoi occhi uguali ai miei mi scrutano dall'alto in basso .
O forse non sono così simili ai miei, hanno solo il colore uguale perché i suoi sono pieni di felicità e di speranza due cose che ho perso da tempo.
Mi sorride e io mi metto a sedere.
" Sto bene" "non si dicono le bugie, poi ti si allunga il naso" aggrotto le sopracciglia "chi ti ha detto questa stronzata?" ora è lei a guardarmi interrogativa " che cos'è una stro-" "non lo dire" "perché no?" "perché non si può" "e perché tu lo dici?" "perché io posso" "e perché io no?" "perché sei piccola" "io non sono piccola" sospiro.
"Come vuoi, ma non dirlo" agita la testa con talmente tanta energia che credo le si stacchi, poi si ferma e mi fissa.
"Vuoi giocare?" "non posso" "perché no?" "perché ho da fare" "che cosa?" "fai troppe domande" "no" "si" "no" "non importa" infilo la giacca e faccio per uscire dalla stanza ma la sua piccola mano mi tocca la gamba.
"Non puoi andartene" "e perché no?" "perché ti tengo fermo qua" mi acciglio quando stringe il mio jeans nel suo piccolo pugno.
Sembra davvero convinta che facendo così io non possa spostarmi.
"Non posso quindi?" continua a scuotere la testa "tu non puoi più muoverti" "per quale ragione?" "perché poi vai via e io non voglio" "e se io non voglio restare qua?" "allora vengo anch'io via" mi sorride convinta.
Non mi piacciono i bambini, sopprattutto quelli che parlano tanto come lei.
Ma capisco la sua voglia di andarsene da questo mortorio non dev'essere divertente starsene qua tutto il giorno da soli.
Sbuffo e penso che per qualche ora posso rimandare l'incontro con mia madre.
"vabene puoi venire con me" lei sorride mostrando i suoi denti da latte e mi segue giù per le scale.
"Non credo che Christopher voglia che tu venga con me" lei alza le spalle "chissene" ghigno, questa bambina ha del potenziale.
Mi porge le braccia e mi fissa dal basso, la guardo confuso mentre lei salta.
"In braccio" alzo gli occhi al cielo ma alla fine lo faccio e lei appoggia le sue mani sulla mia giacca di pelle mentre ride.
"Dove pensi di andare con mia figlia a quest'ora?" lo guardo "A fare un giro questa bambina si annoia a morte qua" lui scuote la testa e si avvicina cercando di prenderla.
"Non andrà da nessuna parte con te" "so badare a una bambina non pensi che abbia bisogno di respirare? stare qua tutto il giorno dev'essere una merda" "modera il linguaggio e perfavore torna dentro è tardi e lei è solo una bambina" alzo gli occhi al cielo "sottovaluti troppo tua figlia Christopher" "Andrew perfavore torna in casa e lascia in pace mia figlia" "cristo santo, non sto facendo nulla non sono idiota non porterei mai una bambina nel mio quartiere" "Andrew ti prego non c'entra niente lei" "credi davvero che io me la possa prendere con una bambina?" lui mi guarda "te la riporto tu intanto prenditi un cazzo di calmante" apro lo sportello dell'auto e allaccio la cintura e ellie che nel frattempo ride.
Mi siedo difianco a lei e faccio partire l'auto verso casa di maggie.
"Dove andiamo?" "da una mia amica" non è molto lontano da casa di Christopher e non vedo maggie da un pó, a dire il vero lho ignorata in questa settimana.
Quando arriviamo suono il campanello e poco dopo lei apre la porta.
"Cazzo sei vivo" poi fissa la bambina che ho in braccio "dimmi che non hai messo al mondo una bambina" "cristo no, è la figlia di cristopher" mi fa entrare in casa.
Se avessi saputo che qua c'è mia sorella me ne sarei restato in auto.
"Oh cristo siete praticamente uguali" maggie ride e io sbuffo.
Ellie mi guarda e poi si volta verso maggie.
"Ciao" maggie sorride e sia avvicina a lei porgendole la mano.
"Ciao, sono maggie e tu?" "puoi chiamarmi ellie" "mi piace, hai fame? ho dei cereali, dei gelati al cioccolato e mashmellow ma altro di commestibile no" la lascio scendere dalle mie braccia ma lei continua a stare difianco a me.
"Non mi piace il gelato al cioccolato" "oddio sei andrew al femminile" " la vuoi smettere?" lei ride "vieni con me? ti faccio vedere cosa c'è da mangiare e tu decidi" lei annuisce e prende la mano di maggie che la porta in cucina.
Mi siedo sul divano e fisso mia sorella che è come incantata da quella bambina.
"È sua figlia?" annuisco.
"Non riesco a spiegarmi come una bambina così bella sia stata creata da lui" alzo le sopracciglia.
"Non sapevo ci fossi non l'avrei portata se lo sapevo" "quella bambina non c'entra nulla con quella storia non mi crea nessun problema se è qua" annuisco.
Guardo ellie che torna dalla cucina con due succhi in mano.
Mi chiedo perché ne ha due ma smetto di pensarci quando si avvicina a mia sorella e gliene porge uno.
"Ha detto che piacciono anche a te" lei le sorride "oh grazie sei molto gentile" un sorrisino le spunta sulle labbra e poi si guarda intorno fino a quando non mi vede.
Si avvicina a me e alza le braccia.
"Ancora?" annuisce e io la faccio sedere sulle gambe mentre beve il suo succo in tranquillità.
"Tu con una bambina sulle gambe? credo sia un evento raro" alzo le spalle "ha detto chissene quando gli ho detto che cristopher non voleva che venisse con me credo abbia del potenziale" maggie ride.
"Penso proprio di sì" mia sorella mi guarda per poi sorridere.
"Ti assomiglia" "perfavore smettetela" "come vuoi" maggie mi passa una birra ma scuoto la testa e lei mi guarda confusa.
"io ho fame" "non hai mangiato?" lei mi guarda "siamo andati via " sbuffo "ok, allora andiamo a mangiare" "dove?" "non lo so" sbuffo "maggie hai qualcosa di decente in casa?" scuote la testa.
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nel modo in cui brillano le stelle
ChickLitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...