Capitolo 70

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pov Micol

Siamo sdraiati sul mio letto da mezz'ora,indosso ancora quel vestito nero, ho la testa sul suo petto che si alza e si abbassa ritmicamente, la sua camicia è sbottonata e lascia intravedere gli addominali e i tatuaggi che tanto mi piacciono.
Sono scioccata da quello che ho visto, doveva essere una cena di beneficenza e non ho ancora capito cosa sia successo ma so che Andrew era lì con me e che anche se avrei dovuto avere paura dopo lo shock iniziale mi sono calmata perché so che fin quando c'è lui io sono al sicuro.
Mi accarezza i capelli mentre io mi volto verso di lui, il suo sguardo si posa su di me, gli sorrido perché nonostante tutte le lacrime che ho versato per lui sono felice che lui sia qua "mi spieghi quello che è successo" "forse un giorno" "perché non ora?" "perché devi continuare a rimanere dell'idea che il mondo è un posto bellissimo" "e non è così?" "no" appoggio di nuovo la testa su suo petto "e se io volessi saperlo?" "andrai a chiedere ai tuoi, non sarò io quello che ti rovinerà l'idea che hai"
"già, I miei" è rimasto a casa mia per consolarmi, sono certa che ha qualcosa da fare di più importante ma non lho pregato di restare, lo ha voluto lui, si è sdraiato sul mio letto e io mi sono avvicinata, non mi ha sussurrato parole dolci e non mi ha rassicurata dicendo che andrà tutto bene, niente di tutto ciò, si è semplicemente sbottonato la camicia e mi ha  accarezzato i capelli, Rick sarebbe stato con me tutta la notte a dirmi parole come 'tranquilla non è successo niente' 'vedrai che i tuoi tornano presto' 'chiudi gli occhi e riposati' o cose del genere, ma la verità è che se lui fosse stato al posto di drew a quella festa non mi sarei sentita al sicuro ed è brutto da dire ma quelle parole per me non avrebbero significato niente, perché so che non è così, che non va tutto bene e che i miei non tornano presto.
Non mi ricordo chi lo ha detto, ma il silenzio vale più di ogni parola ed è così, Andrew non ha parlato perché capisce quanto io sia in ansia per i miei e confusa per tutta questa storia e perché sa che delle parole confortanti non me ne faccio nulla, non le avrebbe detto nemmeno se avrei voluto sentirmele dire perché lui non è il tipo.
E non avrei mai pensato fino a un anno fa che sarei stata di questo pensiero, a new York ero completamente diversa, con un ragazzo bellissimo e delle amiche che credevo fossero persone stupende, solo dopo il trasferimento mi sono resa conto di quanto tutto fosse finto.
Ad ogni modo un anno fa non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi fra le braccia di un ragazzo pieno di tatuaggi.
E forse questo ragazzo pieno di problemi è stato il caso più bello della mia vita.
In questo istante non mi importa del fatto che i miei sono a contrattare con quel tizio o del fatto che Andrew abbia rubato dei documenti non suoi e non mi spiego ancora il perché, mi importa solo di essere fra le braccia di drew.
Tutto è sparito, l'ansia, la preoccupazione e la paura.
Ogni cosa è sparita appena mi sono messa fra le sue braccia e lo so che mi ha trattato male ma non riesco a smettere di pensare a lui e alle sue labbra.
Lui sospira per poi mettersi a sedere sul letto, mi alzo e mi siedo affianco a lui "ti va di fare un giro?" mi volto verso di lui e annuisco, si allaccia la camicia e si alza "dove andiamo?" gli chiedo quando scende le scale
"non bisogna sempre avere una meta" "in moto?" scuote la testa "andiamo in metro" "in metro?" "si, non ti va?" "no, andiamo" metto le scarpe e prendo la sua giacca che mi sta enorme.
Ha il suo profumo e nelle tasche ha il solito accendino, cammino accanto a lui e per la gente dev'essere divertente vederci insieme, lui è altissimo e io arrivo a mala pena alla sua spalla, sorrido perché nonostante la serata strana e folle sono contenta che lui sia con me.
Che lui sia insieme a me con il suo solito sguardo corrucciato e la sua solita aria di uno che sta per combinare qualche guaio.
Ho pensato questo di lui appena l'ho visto in quel bagno, l'ho osservato stranita e poi mi sono resa conto di quanto fosse maledettamente bello e affascinante, ha iniziato a fumare non facendo caso a me e quando poi ho sentito la sua voce ero scioccata e imbarazzata per avergli rivolto la parola.
Ricorderò quel giorno per tutta la vita perché è stato il momento in cui tutto è cambiato, in cui sono andato incontro a quella ragazza dai capelli colorati e lei mi ha accompagnato alla mensa facendomi incontrare quei due ragazzi che ora sono importanti per me, così come am e Daniel.
Salgo sulla metro e mi siedo affianco a lui, si guarda intorno e fissa le persone, per poi voltarsi verso di me, mi guarda in un modo che non capisco, sorrido e appoggio la mia testa sulla sua spalla e guardo l'uomo difronte a me, mentre mangia un pacchetto di patatine, sembra un uomo d'affari e non mi è chiaro perché uno come lui sia su una metro, indossa abiti eleganti e sta scrivendo al computer, credo qualcosa che centri con il suo lavoro.
Accanto a lui una ragazza dai capelli rossi si trucca e si sistema il vestito, credo che stia andando a una festa liceale.
Ho sempre immaginato le persone e la loro storia, mi è sempre piaciuto farlo e immaginare cose che non sono reali.
Può essere strano ma è divertente.
Chiudo gli occhi sulla sua spalla e mi rilasso cercando di non pensare a tutto quello che è successo stasera.
"Sveglia, scendiamo qua" apro gli occhi e guardo drew che mi fa segno di alzarmi, scendiamo dalla metro e camminiamo, non so nemmeno dove siamo scesi "dove siamo?" "un pó più in là di casa tua" annuisco, prende l'accendino nella tasca della giacca che indosso e si accende una sigaretta mentre camminiamo su un marciapiede.
"Entriamo qua, queste caramelle le adoro" lui mi guarda come se fossi pazza per poi alzare gli occhi al cielo e entrare dentro il negozio.
"Quelle caramelle perfavore" sorrido al cassiere e lui annuisce mettendole nel sacchetto e dandomelo, apro il portafoglio ma andrew paga per me "la vuoi smettere?" "no, andiamo? " mi prende per mano e ci sediamo su una panchina poco più avanti.
"Quando ero a new York le mangiavo sempre" la arrotolo intorno al dito e la mangio "che fai?" "devi arrotolarla intorno al dito altrimenti non è buona" "non la arrotoleró attorno al dito" alzo le spalle mentre la mangio, si avvicina a me e addentra la mia caramella "ehi questa è la mia" alza le spalle e mentre mastica la caramella gli si forma una fossetta "sa di fragola" "è alla fragola" ne prende un'altro pezzo "che ore sono?"
"le undici emmezzo" "cavolo devo sbrigarmi" "perché?" "ogni volta a mezzanotte apriamo i regali" "non si fa a natale?" "tecnicamente a mezzanotte è natale" alza le spalle e cammina affianco a me per tornare alla metro.
                                 *
"Quest'anno è strano" "che cosa" "il natale" "perché?" "perché mamma e papà non sono con noi e grace e io abbiamo litigato, insomma è strano" "I tuoi ci sono" indica la macchina  sorrido perché ci speravo " che è successo con grace" "non te lo dirò" "come vuoi" mi piace questa parte di lui, il fatto che non insiste se una persona non vuole raccontarglielo e si fa i fatti suoi ma che comunque riesce a far capire all'altra persona che se ha bisogno c'è.
"Buon natale drew" mi alzo in punta di piedi e gli dó un bacio sulla guancia "buon natale ragazzina"
Sorrido mentre apro la porta e vado in salone dove la mia famiglia mi aspettava per aprire i regali.
Amerò sempre il natale, perché infondo la bambina curiosa non se ne andrà mai.

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