Capitolo 39

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Con la testa appoggiata sul tavolo della mensa e con gli occhi chiusi cercando di recuperare un pó di sonno aspetto i miei amici che poco dopo entrano in mensa.
"Sta dormendo?"
"mi rifiuto di svegliarlo,ci tengo alla mia vita" non sto dormendo ma sono in uno stato di dormiveglia.
"Fatelo fare a Micol secondo me non la uccide"
"e perché io? no"
"muoviti" lei sbuffa e si avvicina a me "andrew, sveglia" apro un occhio ma dopo poco lo richiudo tornando a riposare.
"Vabbe vorrà dire che mangerò un hamburger senza cetriolini tutta sola" mi alzo di scatto
"quello è mio" lei sorride e me lo va a prendere
"visto? non l'ha uccisa" dopo pochissimo torna con quel hamburger in mano, sorride e io completamente preso da quello che ho davanti non ascolto la conversazione.
"Capito Andrew?"
"eh?"
"hai sentito quello che stavamo dicendo?"
"no"
"vabbe continua a mangiare"
"Daniel viene da noi tanto quella casa è come se fosse anche sua, il coglione è andato via quindi se vuoi tornare puoi farlo solo non credo che tu preferisca casa nostra a casa di maggie" lei alza gli occhi al cielo.
"In effetti casa sua è stupenda però si torno" annuisco.
"Da quanto mi ricordo casa tua ha solo tre camere mi fai dormire sul pavimento?"
"esiste quello scomodo divano letto in camera mia"
"quante hai portato lì"
"non scopo a casa mia" dico alzando le spalle. Amanda mi  guarda disgustata
"sto mangiando"

È pomeriggio tardi e io sono ancora a scuola per gli allenamenti.
Ormai fuori è buio, il coach non ha voglia di farci riposare un attimo e io in questo momento sono distrutto.

Sono distrutto per tante cose e questa parola può assumere così tanti significati.
Io sono distrutto da ormai tanti anni, la mia anima o quello che ne rimane si è sgretolata quella  notte di anni fa.

Le ragazze sono volute rimanere a guardare gli allenamenti e si sono sedute sugli spalti.
Il coach fischia finalmente e annuncia la pausa di cinque minuti, mi sdraio per terra tutto sudato e la mia canotta si alza.
Chiudo gli occhi e respiro velocemente, ho il fiatone per aver corso troppo.
Daniel in piedi mi fissa e mi passa la borraccia mi siedo e inizio a bere, le ragazze scendono dagli spalti e si avvicinano.
"Stai bene?" annuisco
"non hai mai fatto così, vuoi andare a casa?"
"no, sto bene sono solo stanco" annuiscono e mi guardano.
"Hai corso troppo stanotte" Micol e Amanda mi guardano con una faccia interrogativa, guardo male Mag.
"Non riuscivo a dormire quindi sono andato a correre" invento alzo le spalle e mi bevo un'altro pó d'acqua.
Il coach non se ne rende conto ma se continuerà a stremarci così prima di ogni partita finiremo per svenire due attimi prima che inizi, sospiro e stanco mi guardo intorno.
"Stiamo ricominciando vi conviene spostarvi" le ragazze tornano sugli spalti e io mi volto verso Liam e Daniel.
"Cazzo mi sta risalendo il pranzo" loro ridono e io mi alzo cominciando a palleggiare.

Entro nello spogliatoio e mi tolgo la canotta da basket, posso sembrare esagerato ma per quanto io sia abituato a tutto questo sforzo fisico sono la stanchezza in persona in questo momento.
Sarà ora di cena e le ragazze ci aspettano fuori dallo spogliatoio.
Entro nelle docce e accendo il getto di acqua ghiacciata,mi lavo e appena finisco esco con un asciugamano attorno alla vita.
Vado verso il borsone incominciando a vestirmi, mentre lo faccio ascolto i discorsi dei miei compagni di squadra.
"Avete visto le ragazze sugli spalti?"
"si quasi quasi farei un pensiero su quella nuova"
"scusa ma me la faccio io è una bomba"
"scusa un cazzo tieniti il pene nei tuoi pantaloni di merda  se ti sento ancora nominare il suo nome ti stacco le palle e te le faccio ingoiare, stessa cosa vale per te non parlate di Micol o fate una brutta fine" per quanto questa sia una squadra certi di loro non li sopporto.
Realmente non abbiamo nessun rapporto se non quando siamo in campo sono solo dei coglioni per quanto mi riguarda e io se non per le partite non mi curo di sapere niente di loro.
Sono viziati, ragazzini di quartiere che contano tutti sui soldi dei loro genitori.
Pensano di sapere come funziona il mondo ma la realtà è che non sanno un cazzo.

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