Fisso il soffitto mentre l'ago viene a contatto con la mia pelle.
Ho deciso di farlo in un punto doloroso perché è quello che ho provato e questo tatuaggio deve rappresentarlo.
Daniel lo guarda mentre io faccio una smorfia.
"Che cazzo ti passa per la testa?" "perché?" "disegnare uno scorpione nell'interno costole? te sei fuori di testa cazzo" ride "perché cazzo ti fai uno scorpione?" non gli rispondo e impreco mentre Daniel alza gli occhi al cielo continuando a ripetere quanto io sia stupido .
Anche lui ha dei tatuaggi, solo non capisce perché abbia voluto farlo in un punto doloroso.
In realtà metà dei miei tatuaggi non li ha mai compresi davvero qualcuno.
Forse pensano siano solo scarabocchi fatti sulla pelle, per me no, rappresentano altro.
Non ho mai voluto raccontare il significato di un mio tatuaggio a nessuno, credo siano cose private o forse sono io troppo riservato per raccontare tutto questo.
*
Mi siedo sul letto e mi accendo una sigaretta.
"dovresti smetterla di litigarci" "ti prego non iniziare anche tu" "no Andrew non puoi fare così ogni volta, ti sto solo dicendo che così stai rovinando il rapporto" "quale rapporto? con lei non ho nessun rapporto e dovresti stare dalla mia parte cazzo" "non sto dalla parte di nessuno, è mia madre" "e io sono tuo fratello ma a quanto pare a te di questo non importa" "non dire così" "sai bene tutto quello che sta succedendo e invece di stare qua con me tu te ne vai" "e mi biasimi? non voglio restare qua per tutta la mia vita circondata da violenza e dalle urla di mio fratello perché ha ricevuto un'altro pugno" mi guarda con gli occhi lucidi "alla minima occasione te ne andresti anche tu" "si ma non lascerei mai Amanda qua" "non vi sto lasciando andrew, voglio un futuro e una vita lontana da qua questo non vuol dire che non includa voi" "fanculo, non riuscirò mai a andarmene via" si mette difronte a me e cerca di disinfettare il taglio sullo zigomo.
Sobbalzo e faccio per spostarmi ma lei mi tiene fermo.
"Dico che dovresti smettere di litigarci perché ti voglio bene, sai che ogni volta che litighi con lei poi ti succede questo" "è mia madre e non mi difende" "ha paura Andrew" "e chi non ne ha? mi sembra che sono sempre io quello che si prende gli schiaffi al posto vostro e non ho mai detto di non avere paura" "Andrew" "no, non ti sto rinfacciando niente, lo farei altre milioni di volte ma non ce la faccio più" lei mi abbraccia e forse spera che io pianga che io mi sfoghi e invece non lo faccio.
Resto fermo immobile fra le sue braccia, vorrei urlare al mondo che non ne posso più, ma non lo faccio.
La sento singhiozzare su di me, circondo la sua vita con le braccia e lascio che appoggi la sua testa sul mio petto.
Le accarezzo i capelli mori e lunghi cercando di calmarla.
Quando sento la porta cigolare mi volto e guardo Amanda entrare e unirsi a lei.
Piange anche lei mentre io cerco di consolare senza un minimo risultato.
Vorrei mandare a fanculo tutto, scappare da questa merda di casa.
Ho sempre odiato scappare, la realtà è che ho sempre sognato di prendere a botte quello stronzo.
"TI voglio bene drew".
"Drew" lei, le sue lacrime mi abbraccia.
"Drew" dov'è finita? perché non è più qua?
"Drew" è tutto nero, è lei che mi chiama?
"Andrew" mi sveglio di soprassalto e guardo maggie difronte a me.
Si butta fra le mie braccia e cerca di calmare i miei respiri.
Era solo un sogno, cazzo.
Lei non mi abbracciava davvero.
Era un sogno che sembrava troppo reale.
"dov'è?" mi guardo intorno ma vedo solamente le facce preouccupate di Daniel e maggie.
"dov'è? maggie lei dov'è?"scuote la testa e mi guarda con gli occhi lucidi.
"Era un sogno drew, un sogno"maggie comincia a piangere e io calmo i miei respiri.
"Andrew non c'è" cazzo.
Mi alzo e entro in bagno, non mi importa delle voci che mi chiamano la mia mente ora è impressa in quel sogno.
Chiudo gli occhi e appoggio le mani al lavandino, non è possibile.
So bene che era un ricordo, il problema era che quell'incubo avrei preferito che continuasse pur di ricordare la sua voce e il suo viso.
Vorrei solo dormire per sempre per poterla continuare a vedere.
Avrei preferito che nessuno mi svegliasse da quell'incubo perché anche se lo era almeno per quei piccoli momenti avrei potuto ricordarmi di lei.
Prendo in mano oggetti a caso e li lancio contro al muro provocando un rumore di vetri rotti.
Le mie urla rimbombano in questo bagno.
Mi calmo solo mezz'ora dopo mentre mi siedo sul pavimento con la testa fra le mani cercando di ritornare lucido .
Non mi riesce affatto, non sono calmo.
"oddio" riconosco la voce di Amanda, cosa fa qua?
"dovremmo entrare" "stai ferma esce lui quando se la sente" sbuffo quando sento anche la voce di Micol.
Non esco, non voglio vedere le loro facce piene di compassione.
Le sento le loro voci e non ne posso già più.
Cazzo perché non possono solamente lasciarmj in pace?
Quando le voci smettono di parlare esco dal bagno.
Speravo che se ne fossero andati tutti ma sono solo rimasti seduti a tavola in silenzio.
Sospiro e entro in camera cercando qualcosa per vestirmi.
Sto per infilarmi la maglia quando entrano tutti in camera, li guardo confuso e irritato perché ora non posso avere la mia privacy?
"Che cazzo fai ?" guardo mia sorella "esco" finisco di vestirmi e li supero cercando le chiavi.
Sto per uscire ma vengo bloccato per il braccio da micol.
"Drew" mi volto verso di lei e aggrotto le sopracciglia "resta qua e parliamo, non perforza di quello che è successo ma non andartene, non risolvi niente facendo così" "cosa dovrei risolvere? non c'è niente da poter risolvere in questa merda" mi stacco dalla sua presa ma lei continua a afferrarmi e non ha la minima intenzione di volermi lasciare.
"TI prego, resta qua andrew" la guardo "hai perso le speranze ragazzina?" "no, ti chiamo Andrew perché hai un bellissimo nome non perché ho perso le speranze" "pessimo tentativo di rimorchio, ti dovrei insegnare qualcosa di meglio" "allora resta qua e insegnamelo" mi volto e esco di casa scendendo le scale.
"Andrew" sospiro e mi volto ancora verso di lei "mi porti in moto?" mi sorride, non so perché ma in quel sorriso ho visto qualcosa di convincente, annuisco e la faccio salire.
Lei si aggrappa a me per tutto il viaggio in moto, non abbiamo una meta scendiamo solo quando siamo davanti a un parco abbandonato davanti la mia vecchia scuola.
"Qua è inquietante" "è la mia vecchia scuola" lei arrossisce "scusa non mi ricordavo ne avessimo parlato" "quando ti ho portata al luna park siamo passati per di qua" lei ride.
Non ho voglia di parlare con nessuno ma è come se lei mi tirasse fuori le parole senza volerlo.
"qualè la storia di questo posto? perché è abbandonato?"
" l'hanno chiusa perché era a rischio di crollo ma i ragazzi continuano a entrare dentro nonostante sia considerata inagibile" "perché?" "perché quando vivi in questo quartiere non hai niente da perdere e finire in certi giri è inevitabile, questo è il ritrovo" "tu eri là dentro, me lo ricordo" non le rispondo.
"Quindi perché ora siamo qua?" "non ci deve essere sempre un motivo per fare qualcosa" mi sdraio sull'erba e accendo una sigaretta.
Si sdraia accanto a me e mi guarda come se volesse dirmi qualcosa, ma non lo fa, non mi chiede niente.
Sospiro e guardo le stelle.
"Eravamo solo preoccupati andrew" mi passo una mano fra i capelli e non le rispondo, non so se volesse davvero una risposta ma in ogni caso non l'avrebbe ottenuta.
"Potresti anche parlare" merda lo sapevo.
Continuo a ignorarla perché la verità è che ora sto solamente cercando di evitare di dimenticare quellincubo.
Ne faccio spesso, e ho sempre odiato sognarla in quel modo ma questa volta è stato diverso.
Era uno dei tanti ricordi della mia infanzia, non mi interessa se lei stesse piangendo o se io avevo un occhio nero.
In quel ricordo lei mi stava abbracciando e io non mi ricordo più com'era quando lo faceva.
Non mi ricordo più il suo profumo, non ricordo troppe cose di lei e questo mi fa incazzare perché è come se con il tempo io la stessi dimenticando,e io non voglio farlo.
Non ricordo il suono della sua voce o della sua risata, anche se lo faceva poco negli ultimi tempi lei rideva troppo poco.
Sbuffa, si solleva su un braccio e mi fissa, volto lo sguardo verso i suoi occhi.
"perciò hai intenzione di stare zitto?"
È irritata, non credevo di riuscire a farlo.
"Non sopporto quando non mi rispondi, cosa ti ci vuole a formulare una parola? mi sta bene anche un insulto almeno avresti parlato-" Sbuffo e mi metto a sedere, la prendo per la vita e la bacio.
Cerca di staccarsi per parlare ma l'avvicino ancora di più per la vita.
Sorride sulle mie labbra e ricambia il bacio.
Ci stacchiamo poco dopo e io torno a sdraiarmi mentre lei appoggia la testa sul mio petto guardandomi dal basso.
"Mi hai baciata solo per farmi stare zitta vero?" mi metto a sedere e lei si sposta tornando a guardarmi male.
"Fai troppe domande" "siamo tornati all'inizio?" "siamo sempre rimasti all'inizio" faccio un tiro dalla sigaretta e mi guardo Intorno.
"Pensi di continuare così per altro tempo?" annuisco e lei sospira.
"perciò se ti dico che ho incontrato tua madre e che mi ha invitata a cena dopodomani tu stai in silenzio?" mi volto verso di lei "è uno scherzo?" "no, prima ascoltami, sappi che non ho ancora accettato e che non saremmo solo noi" "merda non hai capito, non ci andrà nessuno a cena da mia madre" aggrotta le sopracciglia per la mia reazione "perché non dovrei andare? è la madre della mia migliore amica, mi ha solo invitata a cena non capisco perché non dovrei accettare" "fanculo fai come ti pare ma io non ci vengo" mi alzo.
"Andrew siediti e fai la persona matura" la guardo inarcando un sopracciglio.
"Non hai ancora capito perché mi ha invitato vero? " "perché sei suo figlio" una risata amara esce dalla mia bocca mentre lei mi guarda confusa.
Sospiro "vai a quella cena ma non sperare che io sia lì" "per quale ragione reagisci così? è solo una cena con tua madre e i tuoi amici" alzo le spalle "fanculo mia madre e fanculo le sue cene del cazzo" "Andrew" "cosa Micol? ora mi rimproveri perché ho mandato a fanculo mia madre e le sue cene? lo farei altre mille volte" "non puoi parlare così di tua madre" "tu non puoi dirmi cosa fare perché non sai un cazzo di me" Lei alza infila le mani nelle tasche della sua giacca e guarda il prato sotto i suoi piedi.
"Sai drew non hai bisogno di essere arrabbiato anche con me, lo sei già con il mondo e questo basta se non vuoi venire alla cena non farlo, non capisco le tue ragioni e sarò qua a ascoltarti se vorrai dirmele ma sappi che le tue ragioni non mi impediranno di andare a quella cena"
sospiro e vedendo che non le rispondo mi abbraccia, come se a me servisse una manifestazione d'affetto in quel momento.
Sospiro e mi stacco da quell'abbraccio "non so cosa ti faccia pensare che io c'è l'abbia con il mondo" "tutto e devo ancora capire molte cose di te, me lo stai impedendo e non lo so il perché, me lo avevano detto che eri un tipo riservato ma non gli ho mai dato ascolto ho sempre pensato che prima o poi ti saresti aperto e ora mi sto chiedendo perché io lo pensassi" "hai smesso di pensarlo? non lo sai? perdere la speranza è da sfigati" "devo capire anche questo"
" smettila di cercare di capire tutto, non ricordi? nessuno può capire qualcuno che non vuole essere capito" lei sbuffa perché probabilmente anche questo le sta mandando in tilt il cervello, ma mi sta bene così.
Voglio che lei mi ricordi comunque vadano le cose come quello che le ha mandato in tilt il cervello perché almeno mi ricorderebbe per qualcosa di più interessante di altre stronzate romantiche che si leggono nei suoi libri.
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nel modo in cui brillano le stelle
Chick-LitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...