Capitolo 48

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Entro dentro questo palazzo e salgo di corsa le scale, ho un appuntamento con white e so perfettamente che odia chi è in ritardo.
Solitamente io me ne frego di tutto ciò ma sto per chiedergli una cosa importante e non posso permettermi cazzate, sopprattutto perché so che genere di persona sia white.
Daniel mi aspetta davanti alla porta, bussiamo e entriamo sedendoci entrambi su quelle sedie.

"A cosa devo questa visita" "avremmo una proposta" "sentiamo" "vorremmo iniziare gli extra, sappiamo perfettamente cosa rischiamo" sospira e i suoi occhi verdi vengono a contatto con i miei e con quelli di Daniel.
Molte persone lo temono, rimane sempre un uomo d'affari molto famoso e chi si mette contro di lui è solo un coglione, non so se la gente lo rispetta o lo teme ma in ogni caso ha sempre un asso nella manica e non sempre è un bene.
Sa come farti fuori senza finire nella merda, io sinceramente non lo temo e non lo rispetto, lo disprezzo ma mi faccio i cazzi miei perché nonostante tutto mi ha dato un lavoro che è una merda ma mi ha fatto portare a casa dei soldi, percui nonostante io provi certe emozioni verso di lui me le tengo per me rimanendo professionale il più possibile.
"Mi sta bene ma daniel deve essere consapevole del significato della parola extra, non ne hai mai fatto uno" "la ascolto" risponde calmo il mio migliore amico.
Mentre io non faccio altro che desiderare di uscire da qua per fumare una sigaretta.

"Inanzi tutto vuol dire che non opererete solo di notte e questo significa avere più possibilità di essere scoperti, significa anche che ogni volta che vi chiamerò al telefono a qualsiasi ora voi dovrete essere pronti, significa fare cose che tu Daniel non hai ancora fatto, e significa come ben sapete aggravare la vostra posizione "
" Daniel non farà niente di quello che lei intende, sappiamo entrambi che lui la situazione scomoda l'ha superata, sono io quello nella merda perciò il lavoro sporco lo darai a me " sospira.
" I compiti ve li dividete come cazzo vj pare " si alza allacciandosi la sua costosa giacca.
"Potete andare, stasera occupatevi del vostro compito vi contatterò io appena sarà necessario fare degli extra, arrivederci" ci alziamo e usciamo dalla stanza.
Mi volto verso Daniel "andiamo da carlo's?" sorride "non vado in quel posto da anni"
"non ci metto piede da troppo tempo"  Annuisco.


Il campanello di quel locale sempre pieno suona, carlos alza lo sguardo e ci nota, fa una faccia sbalordita e poi sorride, ci sediamo al bancone.

"Non credo ai miei occhi" "credici perché siamo proprio qua"
"razza di stronzi non vi fate vivi da anni" "contrattempi" sorride.
"Vediamo se mi ricordo bene, hamburger senza cetriolini e patate con il ketchup, un hamburger classico, anelli di cipolla e patate"
"a quanto pare hai ancora la memoria" scrive le ordinazioni sul foglio e le passa a un ragazzo che credo sia nuovo.
"Ditemi un pó dove avete messo Samantha? nemmeno lei si fa sentire da tanto" mi rabbuio e mi agito sullo sgabello.
Non mi piace parlare di lei.
"Da quanti anni non ci sentiamo?" "forse due o tre"
"logico" "cambiamo argomento?" "certo, che fine avete fatto? vi ho lasciato quando eravate due delinquenti che rubavano nel mio negozio"
"delinquenti lo siamo rimasti forse un pó cresciuti"
"un pó? Andrew tocca la porta" rido "si,lascia perdere l'ammasso di muscoli e altezza affianco a me" "giochi ancora?" annuisco "vi siete sistemati?" "con le ragazze?" annuisce "diciamo che le ragazze non mi mancano, potremmo dire lo stesso di Andrew forse anche più di me, ma ha preso una sbandata per la ragazzina che ha fatto amicizia con maggie" "stai zitto coglione, non ascoltarlo spara cazzate" ci porta gli hamburger e io comincio a mangiare.
"Tu come stai messo?"
"non sono ancora morto perciò direi che me la passo bene" mangio velocemente perché fra qualche ora dobbiamo lavorare
"quindi fatemi il riassunto di questi due anni" "se ci tieni tanto"
"si può ancora fumare qua dentro?" "non si è mai potuto fumare qua" alzo le spalle e mi metto la sigaretta dietro l'orecchio.
"Ero rimasto a quando mi rubavi le birre ma non sapevo fumassi" "veramente fumavo anche due anni fa ma ero bravo a nasconderlo, venivo qua con Amanda e non potevo farle sapere niente" "come sta?" "chiedilo a lei non a me" "lascialo perdere è un pó scazzato per colpa di sua madre" sbuffo.
"Da quel che ricordo venivi qua ogni volta che litigavi con lei, che è successo?" "ah niente, non ha più voglia di tenermi in casa" "birra?" "no, devo guidare dopo" annuisce "credevo che quando saresti cresciuto si sistemasse qualcosa"
"è solo peggiorato tutto" si volta verso Daniel.
"Tu che mi racconti? tuo fratello e tua madre come stanno?" "tutto bene, ma per ora vagabondo di qua e di là con Andrew" "siete sempre stati assieme voi due" "già" guardo l'ora "ci vediamo Carlos,  andiamo Daniel è ora di fare casino" sorride e dopo che paghiamo il conto usciamo dal locale.

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