Capitolo 53

53 5 3
                                    


pov Micol

Infilo il mio abito nero insieme a quei tacchi che a me sembrano chilometrici.
Onestamente non credo di saperci camminare, scendo lentamente le scale cercando di non cadere giù, mentre mio padre e mia madre aspettano me e grace per andare a questa noiosa cena di lavoro, non ho ancora capito perché noi due dobbiamo venire ma sono abituata a tutto questo, salendo in macchina l'autista fa partire l'auto verso l'ennesimo ristorante lussuoso.
È passata una settimana dalla sera in spiaggia con drew, siamo rimasti amici credo, non ci siamo visti molto in verità, solo a scuola, ho provato a parlargli quando sul suo volto ho notato l'occhio nero e sembrava parecchio arrabbiato, ma non mi ha parlato ed è andato via senza rivolgermi parola, quando è successo sono corsa da maggie, non si era mai comportato in quel modo ma probabilmente non era giornata, maggie ha detto di lasciarlo stare e che gli sarebbe passato ma non avendolo più visto non so se stia meglio, è stato molto schivo e spero che non sia per quello che è successo.
Entro dentro questo ristorante e mi siedo al tavolo insieme a quelli che credo siano clienti di papà e mamma, parlano di affari e sinceramente non ci capisco molto, mia sorella mi fissa e mima con le labbra "scappiamo?" annuisco "noi andiamo unattimo in bagno, torniamo subito" ci alziamo e andiamo nel bagno, mi volto verso grace "che facciamo da qua?"
"chiamo i ragazzi magari riescono a venire a prenderci" annuisce e non so se mi risponderà mai ma chiamo Andrew, aspetto per un pó ma squilla a vuoto quindi metto giù e chiamo Daniel "si?" "ei Daniel, stiamo facendo una fuga dal ristorante ti andrebbe di fare l'autista della fuga?" "che ristorante?" "the wilms" "arrivo" mette giù e mi volto verso grace
"arriva Daniel" sorride "è carino" "ti piace Daniel?" "ho solo detto che è carino non che mi piace" "però sei arrossita" alza il medio e io in modo teatrale mi asciugo una finta lacrima, un messaggio ci distrae dal fare le cretine "sono qua fuori" visualizzo e mi appoggio al lavandino uscendo dalla finestra, così come grace dopo di me, saliamo nell'auto di Daniel che ride non appena ci vede "che avete combinato" "parti" "cena noiosa" ride e ci contagia "Andrew? non mi ha risposto al telefono" "è meglio se non lo chiami, non è periodo" "che ha?" "tranquilla sta bene" "siete riusciti a prendere l'appartamento?" "diciamo" "che vuol dire diciamo?" "vuol dire diciamo" sbuffo e penso al perché Andrew non mi risponda al telefono, spero non sia arrabbiato con me o che mi stia evitando perché non lo sopporterei.
"Dove vi porto?" "casa" annuisce e fa come dico, lo salutiamo scendendo dall'auto e entriamo in casa mandando un messaggio alla mamma, mi sdraio sul divano e guardo un film con grace che però poco dopo si addormenta.

pov andrew

Mi sdraio sul divano di questo appartamento che abbiamo preso io e Daniel, stiamo cercando di sistemarla ma per ora abbiamo solo la play il tv e qualche schifezza da mangiare, nella nostra camera c'è troppo casino per essere una camera ma ci accontentiamo, sulla mia parte di muro c'è un sacco da boxe rosso e un canestro e alcune cazzate mentre nella parte di Daniel ci sono vari poster su qualche band e modelle in costume da bagno, l'armadio è pieno di vestiti e i due letti neri sono sfatti, bevo la birra per poi prendere le chiavi della moto e chiamare quel coglione di Liam "Daniel non mi risponde, si può sapere che cazzo di fine ha fatto?" "non ne ho idea adrew" "fantastico" "magari sua madre aveva bisogno" "digli di non venire
all'incontro e che ci penso io" "Andrew non fare cazzate direi che ne hai fatte troppe per questa settimana" "si ciao" sbuffo, e salgo in moto.
Questa settimana è stata una merda, il fatto che non l'ho sentita non c'entra niente, siamo vicino a natale e lei lo amava, tutto quello che comprendeva le feste lo amava, dopo quello che è successo il natale ha smesso di piacermi, senza la sua allegria in casa e senza la mia camera piena di luci natalizie per colpa sua niente mi ha portato a amare il natale, ogni volta che chiudo gli occhi mi viene in mente lei che addobba la casa o che canta canzoni natalizie con quei pigiami ridicoli ma che a lei stavano bene, non riesco a dormire bene e non ho mai odiato di più questo periodo dell'anno da quando lei non c'è, percui cercando di non pensare a questo mi ammazzo di incontri di boxe ma nemmeno loro riescono a farmi smettere di pensarci, vorrei solo che fosse qua, affianco a me a fumare la nostra solita sigaretta in balcone e a parlare di cazzate la notte, mi manca.
Parcheggio davanti alla palestra, dovrei smettere di usare la moto con la neve, non ho le gomme adatte, sbuffo e entro, mi cambio e salgo sul ring, non ho pensato a lei, non ci ho pensato nemmeno quando mi ha fermato a scuola cercando di capire cosa ho o quando mi ha chiamato, non voglio dover pensare anche a lei, perché sarebbe un inferno, lei che ora deve andare avanti senza di me mentre io mi autodistruggo per cazzate come le feste di natale e i ricordi, schivo un colpo e ne ricevo un'altro, disorientato gli faccio uno sgambetto e gli tiro vari calci nelle costole, si alza ma è comunque più debole che all'inizio, mi dà un cazzotto, gli tiro una testata, si appoggia alle corde e non combatte più, scendo dal ring quando l'arbitro fischia per poi infilare una felpa e dei jeans larghi strappati, salgo in moto verso il nostro appartamento che è nello stesso quartiere di merda di prima, parcheggio e salgo le scale, Daniel è in casa ma dorme perché ormai è tardi, mi sdraio sul letto e noto una chiamata da parte di mia madre, è troppo tardi per richiamarla perciò non lo faccio, chiudo gli occhi e provo a dormire senza pensare a lei.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Il telefono che suona mi sveglia, Daniel è in cucina che prepara qualcosa che ha l'odore di bruciato "non mandare a fuoco casa" borbotto prima di rispondere al telefono senza nemmeno guardare "pronto" "Andrew Jones, è questa l'ora di rispondere ti ho chiamato dieci volte ieri sera" "mi sono addormentato, non c'è bisogno che ti incazzi" "volevo dirti che quando ci saranno le vacanze dovrai venire a casa, è pieno di parenti e lo festeggiamo qua" "non vengo mamma, passatelo voi, ci sentiamo" mi alzo e cambio la felpa mettendone una grigia, alzo il cappuccio e guardo Daniel "non lo mangio qualunque cosa sia" "come sei gentile" "muovi il culo e accompagnami a scuola" "da quando ti interessa" "da mai" prende le chiavi della macchina e mi fa salire andando verso scuola "ieri ho fatto il tuo incontro, spero per te che white non lo scopra" "grazie drew, non c'è lho fatta a venire" "non preoccuparti, si può sapere dove cazzo eri" "Micol e grace avevano bisogno e non sono riuscito a venire in tempo" annuisco e scendo dall'auto, accendo una sigaretta e con me anche Daniel "due settimane e ci sono le vacanze natalizie, che pensi di fare" "niente" "io lo passo a casa, mia mamma e mio fratello impazziscono per il natale" annuisco mentre aspiro la sigaretta "salutami quel nano non lo vedo da una vita" sorride e annuisce, spengo la sigaretta non appena la campanella suona "dovresti sistemarti quella faccia" guardo male Daniel e entro in classe sedendomi in ultima fila guardando Daniel affianco a me.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Fumo una sigaretta mentre aspetto che l'ora di pranzo arrivi, un'altra chiamata di mia madre illumina il mio telefono, sbuffo e rispondo "amore, so che non ti fa piacere venire a natale ma ogni tanto potresti venire a farci visita" "mamma, non ti basta passare il natale con Amanda? non costringermi" "non voglio costringerti ma non ti vedo da tanto e am ha detto che in questa settimana ti ha visto massimo una volta a scuola" "non c'è bisogno che ti preoccupi, passa un buon natale con Amanda e tutti" metto giù e butto la sigaretta ormai finita, scendo le scale entrando in mensa, prendo la pasta al formaggio e mi siedo al tavolo dove c'è solo Mag "ei drew" la saluto con un cenno della testa mentre mangio "hai sentito tuo padre?" "mi ha chiamata dicendo che voleva passare le feste assieme a me" "e tu che hai detto" "che non voglio e che le passo con la mamma e voi"
"a proposito, non credo di esserci ma sicuramente ci saranno tutti gli altri" "avevamo deciso che il natale si passava in famiglia e la vigilia assieme" "e sarà così solo che io non ci sarò" "perché? che hai di meglio da fare" "tante cose Mag" "fammi un esempio" la guardo male mentre continuo a mangiare "se non vuoi festeggiare il natale puoi dirmelo" "spiegami cosa c'è da festeggiare, illuminami, dopo quest'anno del cazzo io cosa ho da festeggiare? potete andarvi a far fottere con le vostre teorie che a natale si è tutti più buoni e felici perché no cazzo non è così, per quale ragione devo festeggiare un anno con parenti mai visti se non una volta all'anno che continuano a ripetere che gli dispiace tanto e poi che cosa? ridere e scherzare passando sopra al fatto che è passato un'altro anno senza di lei? ma vaffanculo il natale i parenti e queste feste del cazzo" ho alzato troppo la voce probabilmente, perché mezza mensa si è girata mi alzo e butto il piatto nel cestino mentre esco.
Proprio non capisco come mia madre e Amanda facciano a festeggiare, che cosa trovano di positivo in tutto questo, io non trovo nemmeno uno spiraglio di luce, trovo solo la voglia di mandare tutto a puttane, l'unico pensiero fisso che ho è lei, cerco di mandarla via dalla mente,di non pensare ai suoi occhi blu uguali ai miei e di non pensare al fatto che ormai un'altro anno passa e lei è sempre più lontana da me, la sua voce inizio a dimenticarla e anche il suo profumo ed è una cosa che odio perché io di lei voglio ricordarmi tutto, il suo sorriso, il suo arricciare il naso ogni volta che qualcosa le dava fastidio o ogni volta che rideva, non voglio dimenticare niente di lei, ma più tempo passa più ho paura che succeda, ho paura che l'unico ricordo di lei siano gli incubi o quella notte e non voglio pensarci.
Senza rendermene conto sono sulla moto parcheggiato davanti casa di Mag,apro la porta con le sue chiavi e entro sapendo che in casa non c'è nessuno, prendo l'erba e la metto in tasca mentre risalgo in moto verso casa di mia madre.
Entro e corro spedito nella sua camera, non la apro da anni ormai, chiudo la porta a chiave e rollo la canna, mi guardo attorno e troppi ricordi mi vengono in mente, accendo e me la fumo, il suo letto è fatto e tutto è in ordine, niente è fuori posto, pensandoci non sarebbe da lei, non era una persona ordinata, mi rilasso con questa canna sperando di togliermi dalla testa questi pensieri, bussano alla porta perché so perfettamente che è mia madre, mi ha sentito entrare "smettila, lasciami qua da solo in pace cazzo" urlo perché non ne posso più, mi metto le mani fra i capelli con ancora la canna fra le mani, sono fatto ma non mi fa smettere di pensare a lei, spengo la canna e so di essere patetico ma non smetto di credere che un giorno lei possa tornare e dirmi che quest'anno è solo frutto di uno dei miei incubi di quando ero piccolo e che ho fatto solo un brutto sogno che posso smetterla di urlare e che lei è affianco a me, ma non è ancora successo, lei non mi ha ancora svegliato da questo lungo incubo che è la mia vita, magari è un coma e magari non riesco a svegliarmi ma se è così voglio farlo subito, voglio che qualcuno mi schiaffeggi o qualsiasi cosa uno faccia per far svegliare i pazienti dal coma solamente per rivederla, e non farò il protagonista dei film che dice che gli basta anche solo un ultima volta per vederla perché non è così, non mi basterà mai, la vorrò per sempre.
Sento delle voci che però poi si tramutano in urla
"lasciatemi in pace porca puttana" non riesco a andare avanti, non riesco a capire come la mia vita possa essere diventata così, una merda, lo era anche prima ma era una merda migliore perché almeno c'era lei con il suo sorriso "Andrew apri" "non rompere il cazzo, vattene" "perfavore apri questa porta" "si può chiedere pace in questa merda di casa" mi stringo i capelli fra le dita e cerco di pensare a qualsiasi cosa positiva, ma non ne trovo una, niente di tutto ciò è positivo, la mia vita è un cumulo di macerie e nessuna di esse è positiva "vattene cazzo" "apri questa porta Andrew" una voce più tranquilla mi sta parlando, ma me ne fotto "no, andatevene" mi alzo e apro l'armadio prendendo una sua maglia, voglio sentire il suo odore, la annuso e chiudo gli occhi "la butto giù se non la apri" "mi vuoi lasciare in pace" sento un rumore dall'altra parte ma non apro gli occhi e continuo a annusare la sua maglia "drew" stavolta la guardo, Mag davanti a me con uno sguardo dispiaciuto "non mi guardare così, non dovevi entrare" mi rimetto le mani fra i capelli mentre respiro piano "drew non fare così" "cazzo se ti dico di non entrare c'è un motivo, esiste una cosa chiamata privacy" scuote la testa e io faccio di tutto per non guardarla "puoi uscire?" annuisce "sono qua fuori ok? se hai bisogno chiamami" non le rispondo e mentre lei esce penso che lho trattata di merda e che non voglio farla stare male ma che ora ho bisogno di non pensare, odio tutto questo, come lei odiava l'ordine questa merda non la rappresenta, disfo il letto perché è così che lei lo teneva, mi ci siedo sopra ma non cambia un cazzo, lei non torna, prendo le sigarette nonostante oggi io abbia fumato davvero troppo, né accendo una fregandomene e cazzo solo ora noto le nostre foto sulla parete, sono come un coltello in pieno petto che continua a penetrare facendomi male, è passato del tempo ma non accetterò mai che Lei non sia qua con me ora.

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora