Capitolo 84

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È passata un'altra settimana, tutto qua è sempre uguale e non cambia mai un cazzo.
È tutto un fottuto loop.
La mattina mi alzo e entro a scuola saltando le lezioni, entro nel furgone dei servizi sociali, torno in casa famiglia, fingo di mangiare e torno in camera.
Mi sono rotto il cazzo di tutto questo.
Entro nell'ufficio della direttrice, non abbiamo più parlato dopo l'altra volta.
"Ho bisogno di un permesso" "non se ne parla" alzo gli occhi al cielo "è importante" "com'era importante l'altra volta?" mi accendo una sigaretta "mi serve questo cazzo di permesso, è una questione familiare" "davvero? non andrai a fare a botte?" "no" lei annuisce "peccato che io non mi fidi" "non me ne frega un cazzo se non si fida, io ho bisogno di un permesso" firma un foglio e me lo da in mano.
"Devi tornare qua a quest'ora" "vedrò cosa posso fare" "la mia moto?" mi lancia le chiavi di un'auto e non ci metto un cazzo a capire che è la sua.
"Non ti vanno le frecce" "sistemale" alzo gli occhi al cielo e salgo in auto.
Minuti dopo mi trovo davanti alla villa.
Suono il campanello e quasi non scoppio a ridere quando mi rendo conto delle mie condizioni.
Mi apre una donna sulla quarantina d'anni con i capelli castani,mi sorride educatamente.
"Posso aiutarti?" aggrotto le sopracciglia e la fisso serio per qualche istante "sto cercando Amanda Jones" inarca un sopracciglio "e cosa vorresti da lei?come la conosci?" sospiro "fino a prova contraria sarei il fratello" lei mi guarda sorpresa per poi sorridere "certo, vi assomigliare proprio, vado a chiamarla tu accomodati" sale le scale con calma.
Mi guardo intorno, questo posto è enorme
"chi sei tu?" guardo la ragazza difronte a me e inarco un sopracciglio, che cazzo vuole questa?
"Andrew"mia sorella strilla il mio nome cosi forte da far sentire il rimbombo in tutto la casa.
Si butta fra le mie braccia come se non mi vedesse da anni.
"Sei venuto a prendermi? " "volevo portarti via ma direi che è molto meglio qua che da tua nonna" lei ride "si, ma mi sei mancato" mi sorride.
"Non sono ancora riuscito a convincere i servizi sociali a portarti a casa" "mi piace qua, non voglio tornare a casa se non ci sei tu" alzo gli occhi al cielo.
"Oh, loro sono ambra e carol" entrambe mi sorridono e mi tendono la mano, le guardo ma le ignoro "emh, vi ho parlato di andrew? non è molto socievole" guardo male mia sorella "fammi vedere questa casa da ricconi" lei ride e mi fa fare un giro fino a quando non torniamo nel salone dove quelle due mi fissano stranite.
Mi suona il telefono e sbuffo quando vedo che è il numero dei servizi sociali.
Lo ignoro e fisso mia sorella che contenta salta da tutte le parti.
"Allora Andrew, che fai qua?" guardo dall'alto in basso quella carol e ghigno.
Mi guarda confusa mentre ho quell'espressione sulla faccia.
"Ha intenzione di tenere mia sorella qua per molto vero?" lei annuisce "gran bel posto, sono qua per vedere se mia sorella fosse capitata un una famiglia decente" "oh capisco" "suo marito?" "è fuori per lavoro" "non parlavo con lei" mi volto verso am che sospira, la guardo e mi fa cenno di smetterla di fare l'idiota.
"Quando torna?" "tra poco perché?" "voglio solo conoscerlo, si dia una calmata non ho ancora ucciso nessuno" la ragazza bionda ride, forse ha capito la mia battuta.
La sua risata viene interrotta dalla madre "hai fame?" scuoto la testa e mentre tutte e tre si siedono io resto in piedi.
Il campanello suona e carol sorride "è arrivato" guardo quella ragazza dai capelli biondi correre verso il padre e abbracciarlo contenta.
Me ne sto fermo in piedi mentre mia sorella lo saluta.
"Oh ciao, tu sei?" lo fisso per un momento che pare un secolo "lui è Andrew mio fratello" lui mi sorride e mi tende la mano proprio come sua moglie e sua figlia.
Guardo quell'uomo e non posso fare a meno di non sorridere in modo nervoso e indifferente.
"qualè il tuo problema? sei troppo stressato dal lavoro e quindi ti incazzi con loro? oppure la tua amante è la tua segretaria che non ti ha fatto un bel pompino?" "Drew" "No am, mi sembra assurdo è che -" "è a posto drew, non fare scenate" aggrotto le sopracciglia mentre continuo a guardarlo "chi mi dice che appena esco-" "Andrew guardati intorno credi che se così fosse ambra l'avrebbe abbracciato?" io la guardo e annuisco.
"Mi dite che succede?" "emh, scusami tanto Lucas ma mio fratello voleva vedere dove stavo ora" gli sorride imbrarazzata mentre io continuo a fissarlo incredulo, quest'uomo non ha nemmeno perso il controllo quando l'ho accusato di tradire la moglie con la sua segretaria.
Forse dovrei scusarmi per essere piombato in casa loro e averlo accusato senza conoscerlo ma le scuse non fanno per me e io non sono mia sorella che si imbarazza per qualsiasi cosa.
guardo il mio telefono che continua a suonare e lo ignoro.
Alzo le spalle e faccio un cenno a am che però alza gli occhi al cielo e mi abbraccia.
"Devi proprio andare?" "direi di si" "resta qua, dormiamo insieme e domani andiamo a scuola assieme" cerco di togliermela di fosso per via del troppo contatto fisico fra noi.
"Non credo si possa fare" "perché no?" "devo tornare amanda" "ci parlo io con la strega" ghigno "resterai qua ancora un pó am, il non vedermi non è nuovo per te" "ci eravamo ravvicinati eri tornato a casa e-" "ero tornato solo perché tutto si sarebbe ripetuto non perché io volessi stare là, non illuderti che io voglia riallacciare i rapporti con tua madre o che tornerò a vivere da voi una volta uscito dalla casa famiglia" mi fissa con gli occhi lucidi "hai una bella vita qua, stai con questa famiglia perfetta in mezzo a uomini che non sono incasinati fino al collo, resta qua amanda" sospira e annuisce mentre io vado all'entrata.
"Allora arrivederci" guardo confuso quella donna.
"Drew, chiamala ogni tanto" annuisco anche se sono consapevole che non lo farò mai di mia spontanea volontà.
Salgo in auto e torno in casa famiglia, parcheggiando l'auto e entro.
Mi accendo una sigaretta mentre rientro nella camera.
"Andrew, nel mio ufficio" sbuffo e la seguo dentro.
"Non crede che passo fin troppo tempo qua dentro?" mi blocco appena vedo un uomo seduto sulla poltrona.
Lo guardo bene e quando lo riconosco quasi non vomito.
"Mi prendete per il culo?"

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