Capitolo 98

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cap 98
Non mi sono mai vergognato dei miei pensieri.
Dopo averle fatto provare quelle sensazioni, quando avevo la faccia fra le sue gambe mi ha fatto aumentare il desiderio.
Non sono mai stato una persona che si accontenta spesso, ma cazzo lei non mi   basterà mai.
Tuttavia nonostante io la desideri so di dovermi dare una calmata sopprattutto perché lei non è pronta e io non la voglio forzare, non lo farei mai.
Salgo sull'albero e apro la finestra mentre la guardo seduto alla scrivania.
"Primo giorno da diciassettenne, come si sente?" "direi che per adesso non è cambiato nulla" "nulla? ne è sicura?" "mh, ripensandoci forse-" la blocco e la bacio.
Lei sorride sulle mia labbra e ricambia il bacio.
Si stacca "no, non riuscirai a distrarmi" "l'ho già fatto" lei sospira e io mi siedo sul suo letto.
"Ci riesco sempre" "non che sia positivo" la guardo "non so se tutto questo lo sia" "lo è, lo vedi il sorriso che ho ora? grazie tante è merito tuo" "mi dovrei emozionare?" "non sarebbe da te" "può darsi, ma non è da me nemmeno fare questo" "questo cosa?" mi sporgo verso di lei e la faccio sdraiare con me.
"questo" lei sorride.
"Probabilmente non è da te, ma mi piace quindi continua pure" ghigno.
"Pensi di voler continuare?" "a fare cosa?" "a studiare" "si a differenza tua io i compiti li faccio" "che brava studentessa" ride quando capisce che la prendo per il culo.
"Devi proprio andare via?" "si, ma ci vediamo domani a scuola" "non credo-" "non dire quella cosa" "che cosa" "a scuola bisogna studiare non baciarsi" "è vero" "è percaso una delle regole? le conosco a memoria non me la ricordo" "chissà perché le conosci" "perché sono un bravo ragazzo che non vuole rovinarsi la reputazione e rispetta tutte le regole" "oh, non sia mai che ti vedano con una come me" "quante volte sei stata dal preside?" "non credo di poterle contare sulle dita delle mani" "prova coi piedi" scoppia a ridere mettendo fine a questo discorso insensato e stupido.
Ma mi piace questa cosa, non abbiamo bisogno di normalità, siamo solo noi in camera sua che passiamo il tempo a raccontarci stronzate.
Forse sono io che inizio e lei che mi da corda, ma questo non importa.
Il fatto è che ci va bene così.
Le bacio le labbra e scendo dalla finestra.
Non me ne volevo andare, avrei voluto rimanere lì ma non potevo saltare un'altra sera senza andare a controllare mia madre.
Non ne posso più della situazione ma non posso evitarla e posso solo sperare che finisca il prima possibile.
Rimanere a casa di Micol mi faceva stare meglio, mi faceva ricordare di avere diciassette anni.
Uscito da quella finestra l'unica cosa che avevo era la voglia di tornare indietro e le spalle appesantite per le troppe responsabilità.

"Drew, sto bene sul serio dovresti smettere di venire qua" alzo gli occhi al cielo e fisso la sigaretta fra le mie dita cercando di evitare il suo sguardo.
Non ho voglia di farlo, di guardare in faccia quella persona che avrebbe dovuto aiutarmi nella vita ma che l'unica cosa che ha saputo fare è voltarmi le spalle e filarsela.
Ho spesso giustificato mia madre e forse lo sto continuando a fare, ma non posso dire di odiarla, ha passato delle cose orribili che nessuna donna dovrebbe passare.
Non voglio fare lo stronzo, ho sempre creduto che le donne non centravano niente.
Siamo noi uomini il problema, non lo sono tutti una limitata percentuale sa tenersi il cazzo nei pantaloni.
Gli uomini sono dei vigliacchi, prima fanno i gradassi se la prendono con le donne perché li fanno sentire più grandi e più potenti.
Poi se ne lavano le mani se vengono scoperti, ed è lì che la donna dimostra di avere più coglioni di tutta la generazione maschile.
Quando gli uomini vengono denunciati se ne escono con  la tipica frase 'lei s'è la è cercata' questo dimostra la mia teoria che certi uomini hanno i coglioni solo per bellezza.
Comunque mia madre non poteva sapere che tipo di uomo fosse mio padre, non poteva immaginarselo.
Non poteva nemmeno minimamente pensare che l'uomo di cui si era fottutamente innamorata era un bastardo che le avrebbe rovinato la vita.
Lha distrutta e probabilmente se quello non fosse successo ora io sarei una persona normale, mia madre avrebbe ancora il suo lavoro e io andrei al college senza problemi.
Vivrei senza traumi e avrei ancora lei.
Ma non è andata così, mio padre era un bastardo e mia madre era troppo innamorata per rendersene conto.
Dopo di lui c'è stato Michael e se possibile è stato ancora peggio.
Ha completato l'opera di mio padre.
Mandando tutto completamente a puttane.
Lha continuata a rovinare fino a quando non è rimasto più niente di lei e nemmeno di me.
E lo odio, perché forse noi la possibilità di essere felici potevamo ancora averla.
Ma mia madre si è innamorata ancora, sempre dell'uomo sbagliato.
E non ho mai capito se la sua fosse un ossessione, innamorarsi dell'uomo sbagliato intendo.
Non gli ho mai realmente dato la colpa di tutta questa merda, ce l'ho avuta per un periodo con lei perché ammetto che il pensiero che fosse stata lei a rovinarmi la vita mi ha sfiorato la mente, ma mi è passato.
E ho capito che mia madre l'unica colpa che ha è di non essere riuscita a capire che poteva farcela senza un uomo.
E probabilmente la cosa non le è ancora entrata in testa.
Ma io ne ho già abbastanza di lei che si scopa uomini per cercare quello giusto.
E ne ho abbastanza di lei che mi ripete che è solo innamorata.
Che non è niente.
Ma non è vero che è così, il suo niente mi ha portato a questo.
Probabilmente un'altra colpa di mia madre è che non è riuscita a insegnarmi cosa cazzo sia l'amore.
Per me è un enorme incognita a cui non voglio rispondere.
Gli uomini di mia madre mi hanno fatto capire quanto faccia schifo quel sentimento e mi sono ripromesso di non volerlo provare perché io non voglio diventare come loro.
Come quei bastardi che si definiscono uomini.
Non lo sono.
Non lo è mio padre.
Non lo è Michael.
E ho odiato loro e mia madre per non avermi dato la possibilità di capirlo da solo.
Per avermi messo in testa che non ne sono all'altezza.
Per avermi rovinato la vita.
Per non avermi realmente amato.
Non lo hanno mai fatto, come loro non si sono mai amati.
Da piccolo lo credevo.
Pensavo che prima che io nascessi i miei si amassero, magari era vero.
Ma non posso saperlo perché non ero lì e avrei voluto non essere nel dopo il loro amore.
Se vogliamo definirlo tale.
A me fa solo schifo pensarlo,credere che davvero una cosa del genere sia accaduta.
La verità è che è stata rovinata dagli uomini della sua vita.
Forse mi ha sempre respinto perché sono troppo simile a loro, perché tutti gli uomini l'hanno sempre ferita.
Ma io sono suo figlio e la realtà è che è stata lei a rovinare me, non il contrario.
Mi sono sempre chiesto del perché se non desideri un figlio lo fai.
Sarebbe meglio non metterlo al mondo.
"Sono qua solo perché nessuno ha voglia di venire a trovarti" "quindi ti faccio pena? andrew ti ricordo che sono tua madre-" "e io ti ricordo che non sei mai stata un grado di farla" mi alzo e spengo la sigaretta.
Probabilmente sono uno stronzo, ma nonostante io non riesca a non giustificare mia madre provo rabbia nei suoi confronti per non avermi aiutato, per aver fatto finta di niente.
Per avermi lasciato lì inerme.
Per avermi guardato negli occhi e avermi voltato  le spalle l'attimo dopo quando con gli occhi la supplicavo di fare qualcosa.
"Andrew non hai il diritto di fare così con me, sto solo attraversando una fase" " la tua non è una fase non dirmi stronzate" "io non sono una Drogata! non ho mai voluto esserlo e ho fatto di tutto per essere una buona madre" "cristo tu non ci hai mai provato" le rispondo in modo apatico anche se vorrei davvero urlarle contro e dirle quanto lei abbia fatto schifo come madre.
Esco da lì e mi passo una mano fra i capelli.
Riesce sempre a rovinarmi le giornate e non lo sopporto.
Salgo in moto lasciandomi alle spalle quel palazzo di merda.
Entro dentro la palestra e sbuffo perché non ho voglia di fare nessun incontro stasera.
Prendo le fasce e salgo sul ring.
Vorrei riuscire a smettere ma la verità è che se mi pagano per sfogare la mia rabbia può andarmi bene.
L'avversario è più grosso di me e probabilmente ha molta più esperienza, si capisce da come si muove.
Forse vuole che io mi stanchi ma sono troppo impulsivo per stare a pensarci e faccio la prima mossa.
Ma lui ha la tecnica e mi sbatte sul tappeto provocandomi un dolore alla schiena.
Mi alzo comunque e continuo a provocare il minimo dolore, ma lui non si scompone e mi sbatte al tappeto.
Ancora.
Continuamo così per troppo tempo e i colpi alla schiena e in faccia sono troppi.
Mi sdraio e non mi rialzo.
Lui si avvicina a me e mi tende la mano.
Faccio una smorfia e mi alzo.
"Tutto bene?" annuisco e scendo dal ring.
Lo lascio vincere,  non lo avrei battuto comunque.
Non mi sono arreso sono solo realista e lui era uno che aveva tecnica e muscoli e continuare a combattere sarebbe stato ancora peggio.
Scendo e mi tolgo il sangue che esce dal labbro.
È stato inutile venire qua, non ho i soldi non mi sono sfogato e ho ricevuto solo pugni.
Sono solo più distrutto e incazzato di prima e odio il fatto che white mi abbia programmato un incontro con uno così.
Mi cambio e controllo la mia faccia.
Sospiro e tocco il sopracciglio spaccato.
Il labbro mi fa leggermente male ma non è nulla che non si possa sopportare.

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