Capitolo 57

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Pov micol

È stata una di quelle feste a cui non vorresti mai andare, l'unica cosa che ho fatto per tutta la sera è stata vedere Andrew, per tutto il tempo, può sembrare strano e forse lo è ma non la smettevo di pensare che lui ubriaco e fatto allo stesso tempo continuava a stare con quella ragazza.
Scendiamo tutti da questa barca che dopo un'ora siamo riusciti a pulire tutta, uno più rincoglionito dell'altro camminiamo verso casa.
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Andrew, è diventato un pensiero fisso da ormai mesi, I suoi rari sorrisi ma che quando li fa illumina le giornate, i suoi occhi spenti e pieni di parole che non ha mai detto, quegli occhi così belli ma anche così indecifrabili, pieni di sentimenti e rabbia, odio, ma odio per cosa? Andrew è una persona complicata e non lo conosco abbastanza per dire che lo capisco, che capisco perché lui sia così stronzo o perché nei suoi occhi nasconda tanto odio e rabbia, non lo capisco ma forse nessuno lo fa.
Da quando lo conosco non c'è stata una volta che lui sia stato tranquillo, nemmeno da fatto lo era.
Mi manda in crisi non sapere niente, non sapere come aiutarlo o come fargli tornare quel sorriso che ho visto una sola volta, ma non quel sorriso di circostanza che fa ogni volta quello falso, intendo quel sorriso che gli arriva anche agli occhi, quello che glieli illumina per un istante.
Sono sempre stata una ragazza fortunata a cui non è mai mancato niente, ho una bellissima famiglia, sono ricca e se non fosse che io ho deciso di andare alla scuola pubblica i miei mi avrebbero mandato a quella privata, ho avuto ogni cosa, amore, ricchezza, felicità ogni cosa e vedere Andrew mi ha fatto capire tante cose, abita in un palazzo che cade quasi a pezzi, il quartiere è pieno di siringhe e spacciatori e la gente vive per strada, generalmente non lo direi ma è una vera merda non so come lui faccia.
Mi manca lui che la notte viene sotto alla mia finestra e mi manca lui che entra in camera mia senza preavviso, che mi bacia e che mi sorride, mi manca lui.
Mi mancano le sue labbra contro le mie.
Scendo le scale e prendo la bici cercando di andare a casa sua e di Daniel, è ormai tardi e in questo quartiere si vede di tutto, gente ubriaca, o peggio gente con siringhe nel braccio, vado il più veloce possibile e mi fermo davanti a quel palazzo grigio e pieno di scritte fatte con le bombolette, salgo le scale di corsa lasciando la bici di sotto, busso alla porta e difianco a me un barbone mi sorride, busso ancora alla porta spaventata, mi apre ed è a petto nudo solo in boxer, arrossisco e lui mi spinge dentro casa sua "che cazzo ragazzina" "che c'è" "stai bene? sei da sola?" "si sto bene e si sono da sola sono venuta in bici" "porca puttana se vieni un'altra volta in questo quartiere da sola mi incazzo" "stai tranquillo non è successo niente" "lo dici tu questo, non devi mai venire qua da sola, se vuoi vedermi mi chiami e vengo ma tu qua non ci tornare più" annuisco "dove cazzo hai messo la bici?" "di sotto" "l'hai nascosta?" "no" "cazzo a quest'ora te l'hanno già fottuta"si infila dei pantaloni, scende di corsa le scale e si guarda intorno, torna su e mi guarda "come dicevo non la ritrovi più" sentiamo bussare alla porta e quando apre il barbone di prima chiede da mangiare e da bere "vaffanculo Raphael" lo guardo mentre gli chiude la porta in faccia "che ci fai qua?" "nulla ero venuta a trovarti" "sono le tre" "non riuscivo a dormire" "hai una vicina di casa e si chiama maggie, potevi andare da lei invece che venire dall'altra parte della città" "calmati" "non mi calmo non so se hai capito che in questo quartiere succede di tutto non saresti dovuta venire da sola" sbuffo ma annuisco, sapevo che si sarebbe arrabbiato "ti ho disturbato?" scuote la testa in segno di negazione "a che ora devi tornare?" "emh, non lo sa nessuno che sono uscita" "ti porto a casa io" "non voglio disturbare" "non lo fai" mi siedo timidamente su quel divano sfasciato e mi sembra strano ma mi sembra di vedere un sorrisino spuntare sulle sue labbra, ma dura talmente poco che mi sembra di essermi sbagliata.
"Sono qua per una ragione" "quale?" "mi mancavi" lui aggrotta le sopracciglia e io amo quando lo fa, quel ragazzo che aggrotta le sopracciglia sta rubando il mio cuore "non stavi con quel coglione" mi porta un bicchiere d'acqua e io gli sorrido "non ci stavo assieme lo ho incontrato a quella festa e non si scollava più" "ti comportarvi come se di lui ti interessasse e sicuramente ti interessa più lui che io" "perché dici questo?" "ci sono solo due opzioni o tu hai le tue cose e ti sei incazzata con me o tu hai una ragione per essere incazzata con me" "direi la seconda" "e quale sarebbe la ragione" "il fatto che non capisci" "e se io capisco senza farlo vedere?" cosa intende con questo? il mio cuore accelera e sembra quasi che mi esca dal petto.
"non capisci che a me quello che avevamo io e te a me piaceva e piaceva anche a te ma non vuoi affezionarti alle persone e quindi mi hai respinto, perché io so che non ero l'unica a volere qualcosa di più ma so anche che tu non sei pronto a qualcosa di più e lo capisco quindi ho una proposta" inarca un sopracciglio scuro "sentiamo" "Io e te torniamo come prima, niente di più non andiamo oltre al bacio" sbuffa e si appoggia alla parete scrostata "ragazzina mi dispiace ma non hai capito niente" fa un sorriso ma non è uno dei suoi belli sorrisi è uno di quelli che non gli illuminano gli occhi "io e te ci baciavamo e non avevamo altro ma le cose sono cambiate e tu vuoi troppo da me e io non sono disposto a darti quello che cerchi ma non perché ho paura, io non ho paura ma voglio vivermi la vita con mille ragazze non con una sola, rimaniamo amici lo dico per il tuo bene" accende una sigaretta che dopo avere aspirato il fumo tiene fra le sue dita affusolate "e comunque cazzo, le palle non le devi tirare fuori con me tirale fuori con il mondo di merda che c'è fuori da questa porta" "questo lato di me lo tiri fuori solo tu, con te sono timida come sempre ma sono anche incavolata e in sedici anni di vita questo lato di me non lo conoscevo, lo hai tirato fuori tu" "questo ti piace?" "si perché saprò sempre che sei tu che hai scoperto una parte di me che senza di te non esisterebbe" mi guarda serio e continua a fumare quella sigaretta che man mano si consuma sempre più "credo che non sia una cosa bella, ho tirato fuori un lato negativo non positivo" "avere le palle è positivo" "non per te cazzo, tu sei Micol, gentile con tutti sempre premurosa e sorridente, sei innocente e non avevi bisogno che io tirassi fuori un lato di te che non ti appartiene, non sei tu è una conseguenza dello stare vicino a me, e questa conseguenza è una merda" "non sono innocente e a me questo lato mi piace" "non sei tu, ti rovineró sempre di più e del tuo carattere solare e altruista non ne rimarrà nemmeno una briciola perciò devi allontanarti da me perché non voglio che questo succeda" spegne la sigaretta e guarda l'orario "abbiamo un problema" "quale" "non ho la moto e Daniel è via con la mia macchina perciò ora devi farti a piedi con me tutta la strada stammi vicino e non staccarti mai da me è chiaro?" annuisco e non posso negare di essere spaventata "cazzo ti giuro che se vieni un'altra volta in questo quartiere da sola mi incazzo" prende un coltellino e lo infila in tasca per poi mettere una maglia e passarmi la sua felpa.
Mi prende per mano e mi fa scendere le scale con lui, manda a quel paese il barbone di prima "ok ragazzina ora stai zitta e non parlerai con nessuno che non sia io ok?" "ok" apre il portone cigolamte e esce da questo palazzo con me, mi tira su il cappuccio, mi guardo intorno e non vedo altro che bambini per strada che avranno come minimo dieci anni, sono pieni di lividi e tutti hanno un'arma, mi chiedo se anche Andrew da piccolo era così e mi chiedo che fine abbiano fatto i genitori di questi bambini, oltre a loro ci sono anche barboni per strada, una bimba con dei lunghi capelli biondi si attacca alla gamba di drew, lui le sorride e la bimba fa lo stesso lasciando intravedere i dentini da latte, è più piccola di quanto mi aspettassi avrà come minimo sei anni, la prende in braccio "hey char che ci fai qua, ti ho detto tante volte che non devi venire da sola chiamami" non riesco a fare altro che non pensare a lui e al modo in cui la tratta e a come la guarda, come un fratello maggiore, non ho mai visto Andrew con una bambina in braccio ma è una visione che rimarrà per sempre nella mia testa "mamma non c'è e a me non piace stare sola" Andrew sospira "vabene, vieni con noi" lei sorride, gli dà un bacino sulla guancia e più camminiamo più mi sembra non finire più il lungo marciapiede pieno di ragazzini in giro "cazzo stai attento justin" "scusa drew, coprifuoco se non mi muovo white mi taglia in due ci vediamo" sono sorpresa, conosce la maggior parte di questi bambini e quella che tiene in braccio ormai si è addormentata sulla sua spalla, mi chiedo cosa ci facesse una bimba di sei anni da sola in questo quartiere, perché lei a quella età sa girarci e io a sedici anni non sapevo nemmeno che questo quartiere era così? ci fermiamo davanti a una scuola, o almeno lo era prima che la chiudessero, è molto vecchia e piena di scritte, entra e faccio così anch'io perché mi tiene per mano "perché siamo in una scuola" "se non fosse per il fatto che l'hanno chiusa non sarei mai venuto nel northside a studiare e non ti avrei mai conosciuta" cammina velocemente e intorno a noi noto molte persone affianco agli armadietti che dormono "è una struttura dichiarata pericolosa" "e per quale ragione siamo qua dentro" "devo prendere delle cose ti avrei lasciata fuori ma non è sicuro quindi ti porto dentro e non posso fare questa cosa dopo" annuisco e guardandomi intorno noto Daniel appoggiato agli armadietti e non capisco perché lui sia qua, Andrew di avvicina e lo saluta, lo sguardo di Daniel passa a me e io lo saluto "che cazzo ci fa qua?" "contrattempo, era venuta a casa nostra in bici ma lha lasciata fuori e l'hanno fottuta io non ho la moto e tu eri là quindi ho dovuto portarla con me" annuisce e ride quando vede la bimba "cia char" "non ti sente dorme, questa è la chiave del mio armadietto la password la sai, non scassinare niente perché qua lo notano, ci vediamo più tardi, se vengo in ritardo coprirmi il culo ma non iniziare da solo, il borsone è quello nero" annuisce e ci saluta,mi avvicina a lui e sotto la sua spalla mi intima di iniziare a correre, non ho il tempo di capire il perché che una macchina della polizia ci insegue, andrew corre veloce e quando vede che sono troppo lenta mi prende un braccio e mi fa nascondere dietro un cassonetto
" ragazzina non  ti muovere di un millimetro" "non lo farò" "torno subito non muoverti" annuisco ma non mi vede perché la polizia si avvicina e lui continua a correre con quella bambina in braccio, non capisco perché la polizia lo segua e dopo poco tempo sparisce dietro l'angolo, mi ha messo ansia solo a vedere che la polizia lo seguiva, guardo le mie mani e noto che mi ha lasciato il coltellino, ho le ginocchia sbucciate e quando mi guardo intorno noto che ormai le persone sono andate via all'improvviso, forse perché la polizia ha iniziato la ronda, ma perché inseguire Andrew? che ha fatto? non ho il tempo di rispondere perché qualcuno scende dal muro e si mette affianco a me, apro il coltellino ma mi fermo quando vedo che un Andrew tutto sudato mi dice di muovermi, che cavolo faceva sopra il tetto, la bambina è ancora con lui "tutto bene?" annuisco "non volevo lasciarti sola ma non avevo altre scelte gli sorrido  " non preoccuparti " " in questo momento devi correre" si guarda attorno "non posso accompagnarti a casa subito nel confine fra il mio e il tuo quartiere è pieno di polizia, ci faranno dei controlli e io non sono pulito mentre tu non sai la strada quindi ora aspettiamo che arrivi mattina hai il cellulare?" "si" lo prende e scrive qualcosa per poi ridarmelo  "cosa facciamo nel frattempo?" "accompagnamo char a casa e poi ti porto in un posto" annuisco, e camminiamo lentamente in un vicolo buio, non posso negare di avere paura "devi rilassarti, sei con me" "non mi piace questo posto" sospira "non vorrei dire ma sei venuta tu" "lo so" "ti porto in un posto tra poco ti piacerà" annuisco e mi prende per mano "se hai ancora paura chiudi gli occhi" "non sono abituata a questo, a gente per strada, siringhe e bambine di sei anni da sole senza genitori affianco a loro, sono abituata a tornare a casa dai miei con il cibo già pronto e sono abituata a girare per strada senza aver paura, senza persone con le siringhe nel braccio, i bambini sono sempre a giocare al parco con i genitori è tutto al suo posto niente è così non mi sarei mai immaginata tutto questo " sospira
" non devi pensarci, sei abituata a altro e devi restare abituata a questo, dopo sta sera non venire più qua, è un posto di merda ed è meglio che tu stia nel Northside " annuisco consapevole che ha ragione, si ferma davanti a un palazzo enorme e pieno di finestre, non capisco cosa sia fino a quando non noto la scritta orfanatrofio, mi incupisco e capisco solo ora perché lei fosse da sola, una signora sui cinquant'anni ci apre e sorride a andrew "ciao drew, la metti tu a letto?" annuisce e insieme a lui salgo le scale fino a quando apre una porta e entra come se nulla fosse, si siede sul letto e la appoggia per poi coprirla "notte" "notte drew" un sorriso illumina la faccia della bimba "domani mi passi a trovare?" "domani vai a casa piccola peste" gli dà un bacio sulla guancia e chiude la porta scendendo le scale subito dopo, la  donna sorride a andrew "domani la porto via, per stanotte è meglio che stia qua, se dà fastidio mi chiami" si salutano e usciamo da lì e lui  si volta verso di me "pronta?" annuisco e guardo quello che fa lui, si arrampica sul bidone e si aggrappa al muro per poi allungarmi la mano aiutandomi a salire, salta il muretto "buttati ti prendo io" "no" "fidati di me" "mi fido ma non mi butto" "ok allora resterai tutta la sera là" sbuffo "vieni" annuisco "non farmi cadere" "promesso" mi butto e lui mi prende al volo, le sue mani sui miei fianchi e il mio viso difianco al suo, mi mette giù e mi prende per mano camminando verso il buio "io ho paura" "non devi averne non quando sei con me" sorrido e quando guardo quello che ho davanti mi stupisco, è un lunaparck veramente stupendo, mi volto verso drew "è chiuso" "sei mai stata in un lunaparck senza luci e tutto spento?" "no" "c'è una prima volta per tutto" "ma è chiuso" "è molto più bello di quando è aperto" apre il calcello con il lucchetto rotto e entra "che giostra vuoi fare per prima?" "quella" "bisogna arrampicarsi per arrivare lassù" lui mi guarda "io lo faccio tu?" lo guardo impaurita ma il fatto che lui sia con me mi rassicura "vabene" "andiamo" "aspetta questa cosa è illegale?" "tecnicamente, ma non ci sono le telecamere attive e nessuno ti può vedere" "non voglio fare niente di illegale" "come vuoi, ma stando qua lo stai già facendo" lo guardo sorpresa "violazione di proprietà privata" "cavolo" "puoi restare lì a cagarti sotto pensando di aver infranto la legge o puoi infrangerla un pó di più, e sarebbe anche un pó divertente" "non sono sicura di volerlo fare" "io non ti costringo, ma se non vuoi fare niente di illegale dovresti uscire da qua dentro e ti perderesti tutta questa meraviglia" sorrido, e per una volta nella mia vita cerco di lasciarmi andare, di lasciar perdere la voce nella mia testa che mi dice di non farlo perché è illegale e di divertirmi per una volta nella mia vita "rilassati ragazzina non ti farei mai fare qualcosa se so che arriverà la polizia o che ti metterebbe nei guai, questo posto è chiuso da anni, le telecamere sono fuori uso da tempo e la polizia non ci passa mai" sospiro, che c'è di male a entrare in un lunaparck abbandonato? apparte il fatto che  la maggior parte dei film horror iniziano così? Andrew alza gli occhi al cielo "non siamo in un film horror" "come si fa a sapere" sbuffa, si avvicina e mi da un pizzicotto sul braccio "ehi" "visto lo hai sentito, è realtà, che vuoi fare muovere il tuo splendido culo o restare qua sotto la ruota panoramica?" sospiro ma decido di salire con lui "perché hanno chiuso" "è morto un bambino" "cosa?" "sto scherzando calmati" scoppia a ridere e lo farei anche io se non fosse che ho paura "non era a norma e hanno dovuto chiudere" "in che senso" "nel senso che venivano qua a spacciare e c'erano troppi bambini, la polizia ha trovato la droga e hanno fatto chiudere" "e ora non spacciano più?" "no, adesso questo posto è stato dimenticato dalla polizia e le persone vengono ancora qua a spacciare" lo guardo e dopo avermi fatto salire mi rendo conto che non ho nemmeno fatto caso al fatto di starmi arrampicando su una ruota panoramica ero troppo impegnata a ascoltare drew, mi siedo e lui insieme a me, guardiamo la città dall'alto ed è tutto così bello "è stupendo" annuisce "la bambina di prima perché era ingiro da sola?" "mi stava cercando" "chi è?" "una bimba con i genitori tossici, gira la sera nello stesso quartiere perché sa che sono lì e quando mi trova facciamo un giro fino a arrivare all'orfanatrofio o a casa mia" lo guardo e non posso fare a meno di pensare che sia una persona stupenda "guardata dall'altro sembra tutto così bello" "e quando scendi non lo è?" "per me si, ma ho sempre visto il mondo da una sola prospettiva ed era la mia, stasera ho visto il mondo da un'altra prospettiva e non mi è piaciuto, mi sono resa conto che in questi anni di vita ho guardato solo quello che mi circondava e non il resto, come se non mi importasse, avevo una benda sugli occhi e ero convinta che tutto fosse perfetto senza pensare che non esistevo solo io e che non tutti abitano dove sto io, che non tutti hanno una famiglia che li aspetta e che non tutti sono fortunati, ho sempre visto questo quartiere in modo superficiale, la prima volta che ho dormito da te ho pensato che era un palazzo messo male e che non volevo dormire là poi ho visto le persone dentro casa tua e mi si è riscaldato il cuore, ho sempre pensato che il Southside fosse un quartiere come un'altro e invece mi sbagliavo, mi sbagliavo su troppe cose"
"è normale sbagliarsi, quando ho visto che eri ricca ho pensato solo che fossi come tutti gli altri ricchi degli stronzi viziati che pensano solo ai soldi, ti ho giudicata male" "no invece, non lo hai fatto, prima di conoscerti ero così, pensavo solo a me e alla mia famiglia, e rimarrò sempre una ragazzina viziata" scuote la testa "non lo sei, solo perché hai visto la gente in questo quartiere non devi dire di essere viziata hai un cuore grande e solo perché a differenza di altri sei stata fortunata non vuol dire che tu sia viziata" appoggio la testa sulla sua spalla "se guardi in alto vedi le stelle" "sono molto belle" "brillano molto" annuisce, mi sono sempre piaciute le stelle, le ho sempre guardate con qualcuno, con persone che ritengo importanti, e lui per me lo è, è importante nonostante tutto, ho sempre sperato che per lui io sia lo stesso "mi piace stare qua" "pensa che non volevi salire" "se penso che poi devo scendere non mi piace molto l'idea" "l'idea è che tu scenda o che tu resti qua per tutta la tua vita" "potrei anche pensarci sai? è bello stare qua, ci resterei per una vita intera" "a fare cosa" "guardare le stelle" ho le mani sul suo petto e non potrei desiderare altro se non stare qua con lui per sempre, nella nostra piccola bolla che non è perfetta ma che è bellissima.

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora