Capitolo 83

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Il giorno della partita è arrivato.
Non sono in ansia, ma sono stressato e non mi sento abbastanza carico per giocare.
Ho passato tre giorni chiuso dentro quella merda di casa famiglia senza uscire perché ogni volta che ci provavo le porte erano chiuse.
Sono uscito solo per andare a scuola, e io odio non poter essere libero.
White mi sta facendo il culo e se continuo a non andare a lavoro molto probabilmente il mio stipendio me lo sogno.
Mi siedo nelle panchine dello spogliatoio vuoto per via del fatto che è mattina e che qua non entra nessuno a quest'ora.
La sigaretta fra le mie dita si consuma e appena finisce me ne accendo un'altra.
Non sopporto non avere il controllo e tutto questo stare rinchiuso in quel posto mi fa deconcentrare perché non ne posso più cazzo.
Non smetto di pensare ai problemi nemmeno quando faccio un tiro a quel pallone da basket e non è normale perché ogni cazzo di volta che lo tocco riesco solo a pensare alla palla nel canestro.
Invece no, ora la mia testa è piena di pensieri.
Ieri ho richiamato mia madre, mi ha detto che siamo in ritardo per pagare le bollette, i soldi che quel bastardo ha rubato mi servivano per pagare e ora che sono rinchiuso là dentro non posso smettere di pensare a come io posso procurarmi dei soldi.
Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che devo pagare l'affitto di casa con Daniel la situazione si complica.
So bene che se fosse per Daniel pagherebbe lui ma non glielo farei mai fare perché lui ha una famiglia da tenere dietro e non prenderei mai i suoi soldi.
Il fatto che il coach continua a stressarmi con il fatto che ho mancato troppi allenamenti nell'ultimo mese e che non avrei dovuto farlo perché  sono il capitano e che ho delle responsabilità.
Continua a rompermi i coglioni dicendomi che con tutti i casini che ho fatto non posso essere un buon capitano e che al prossimo probabilmente mi butta fuori dalla squadra.
Non lo biasimerei ma mi incazzerei sicuramente perché anche lui sa che hanno bisogno di me.
Spengo la sigaretta e esco dallo spogliatoio.
Nel corridoio della scuola pieno di persone che ti riservano sguardi mi avvicino all'armadietto di Daniel.
"White ti ha dato problemi?" scuote la testa "mi ha fatto fare qualche lavoro e ha continuato a rompere il cazzo per te che non ci sei e per il fatto che stai perdendo tutti gli incontri" "non ha ancora detto nulla su am?" "no, dice che è più difficile del previsto farla uscire" annuisco "non sei ancora riuscito a uscire?" scuoto la testa "la cuoca dice che dovrei supplicarla ma non lo farei nemmeno morto" annuisce "trova un modo drew" "lo sto cercando" sospira e cammina difianco a me per entrare in aula.
"Micol?" "Micol cosa?" "maggie dice che è successo qualcosa a capodanno e che per questo non vi parlate" "maggie dovrebbe farsi i cazzi suoi e comunque non è successo niente, non devo parlargli" "ma se nemmeno giorni prima la limonavi in un bagno" "quando mai ho bisogno di parlare con una ragazza se la limono?" "perché quella ragazza è Micol" alzo gli occhi al cielo "non vuol dire niente e comunque se ti interessa tanto di Micol vai a parlarci tu" ride "è mia amica ma ultimamente non ci sto parlando nemmeno io, quel coglione di Rick e lei si frequentano?" "cosa ne so io?" "so che sai qualcosa" "maggie dice che si frequentano ma in ogni caso sono cazzi suoi io ora ho problemi più gravi" "come ti pare ma non incazzarti quando sarà tardi e lei sarà fidanzata con quel coglione" ci sediamo "è lei che lo ha baciato a capodanno ed è chiaro che ha capito che sono troppo incasinato e poi io non volevo niente da lei non mi importa" "un bacio non vuol dire niente drew" "non se prima vieni a dirmi che bisogna baciare qualcuno a mezzanotte se vuoi faccia parte del tuo nuovo anno" "beh in questo caso-" "in questo caso un cazzo, io e lei non avevamo niente la nostra era attrazione ed è meglio sia finita" "quante volte lo hai detto? non mi ricordo il numero di litigate che avete fatto e tutte le volte tu andavi da lei a chiedere scusa" "questa volta è diverso, prima non c'era nessuno nella sua vita Daniel,ora è arrivato rick e io non cercavo altro perché per lei provavo solo attrazione quindi lasciamo stare questa storia ok?" "ok"  la conversione finisce e io guardo la prof di matematica entrare.
Vrrei solamente uscire perché cazzo non riesco a concentrarmi sulla matematica.
                                  *
Metto la fascia rossa intorno al mio braccio e entro in campo insieme agli altri.
Mi avvicino alle tribune e mi guardo intorno.
Mia sorella è seduta vicino a Daniel e a maggie ma non vedo l'ombra di mia madre e della ragazzina.
Me lo aspettavo da mia madre, non gli è mai importato veniva solo quando vivevo ancora lì e se ne andava all'inizio della partita con qualche scusa.
"Non ce l'ha fatta a venire drew" ghigno "come se m'importasse" entro in campo e quando inizia la partita cerco di non pensare più a niente ma è come se la mia mente non riuscisse a smettere di pensare.
L'arbitro fischia, la squadra comincia a passarsi la palla e quando me la passano a me mi avvicino al canestro ma vengo bloccato da unavversario.
Mi ruba la palla e la passa a un suo compagno che corre verso il canestro, liam lo placca ma con una finta si distraee l'avversario fa canestro.
"Cazzo" Liam mi guarda e mi fa segno di concentrarmi, alzo gli occhi al cielo.
Pensa davvero di avere ragione? cazzo come se fossi l'unico a essere distratto.
Il coach urla mentre io corro, intorno a me non c'è nessuno.
Faccio segno di passarmi la palla ma lui mi ignora e va avanti.
Mi passo una mano fra i capelli e corro in quella direzione rubando la palla al mio compagno.
Il coach mi urla "Che cazzo fai Jones" lo ignoro e lancio centrando il canestro.
Non esulto e mi avvicino a quel coglione "se non te ne fossi reso conto faccio parte della tua squadra e quando ti dico che sono libero non fare il fenomeno e passami quella cazzo di palla" il coach mi chiama e probabilmente sono troppo incazzato per darmi una regolata.
"Che cazzo fai?" "non mi passava la palla e probabilmente l'avrebbero presa loro, ho sbagliato a rubargliela ma almeno ho fatto punto non rompa il cazzo anche lei" "datti una regolata Jones qua siamo una squadra" "beh forse qua nessuno se n'è reso conto parla anche con loro" il coach fa segno alla squadra di avvicinarsi "non so cosa vi prenda ma siete una cazzo di squadra e dovete comportarvi come tale, non dovete fare bella figura davanti a nessuno quindi passate la palla perché altrimenti sembrate solo degli idioti che perderanno una partita perché volevano fare i fenomeni " alzo gli occhi al cielo e mi fermo per asciugare il sudore con la canottiera " possiamo parlare una'ttimo? " mi avvicino e guardo il coach" se hai altri pensieri per la testa e non sei in condizioni di giocare dimmelo adesso e ti metto in panchina" guardo il coach per quelli che sembrano minuti"ho solo bisogno di bere" lui annuisce e mi passa l'acqua, bevo e torno in campo.
La partita ricomincia e continuamo a fare canestro entrambi finendo così il primo tempo in pareggio.
Entro in spogliatoio insieme agli altri e mi siedo.
"Si può sapere che cazzo ti prende? sei il capitano e là non stai facendo altro che casini" alzo lo sguardo su liam e ghigno "te la prendi con me perché siamo pari? là non gioco solo io siamo una squadra e sono il capitano ma non devi attribuire la colpa di un pareggio solo a me" si avvicina "che cazzo hai eh? un doposbronza? di questo passo finirai proprio come lui" mi alzo in piedi e lo prendo per la divisa sbattendolo al muro "Tu devi stare zitto" " lo sai anche tu solo che non lo vuoi ammettere" gli tiro un pugno subito dopo che sento le sue parole, gli altri non cercano nemmeno di separarci mentre ci prendiamo a pugni in uno spogliatoio.
Mi tira un pugno nell'occhio e io reagisco dandogliene uno sullo zigomo che comincia a sanguinare.
"Che cazzo sta succedendo qua" il coach ci separa nonostante io continui a dimenarmi.
Mi spinge e mi urla contro di calmarmi.
"ora voi vi date una calmata, tu vai a sciacquarti quella mano e quando hai finito torni in campo e giochi, e entrambi farete come se nulla di tutto questo sia successo, chiaro?" nessuno dei due risponde e io troppo occupato a guardare male liam  che con il labiale mi fa intendere di essere uguale a lui.
non ascolto il coach e mi stacco dalla presa di un mio compagno andando verso liam e tirando gli un'altro pugno.
Non continuo per via del coach che mi spinge nuovamente via e mi urla di andare di là.
Lui esce e torna in campo con la squadra mentre io resto seduto sulla panca cercando di non correre in campo e tirargli un'altro pugno.
"Andrew?" guardo amanda e alzo gli occhi al cielo.
"Cristo drew" "torna di là " "sciacquati quella mano e torna in campo, Micol è qua" "che cazzo me ne frega?"  non penso alla mano e mi alzo in piedi 
" tu non devi dargli quello che vuole" scuote la testa "sa che sei incazzato e anche in campo cercherà di provocarti tu non guardarlo, fai qualsiasi cosa ma calmati" esco entrando in campo.
Il coach guarda la mia mano ancora sporca di sangue, la pulisco sulla divisa e gli faccio cenno indicando il campo.
Lui annuisce e io entro, dopo qualche passaggio prendo la palla e la passo al giocatore più vicino a me.
Liam ride e io lo ignoro però cazzo vorrei tanto farlo smettere di ridere.
Guardo le tribune e difianco a maggie noto Micol.
Alzo gli occhi al cielo quando mi rendo conto che è con Rick.
Mezz'ora dopo l'ultimo tiro lo facciamo noi finendo in pareggio.
Odio non aver vinto ma il problema non è questo.
Entro per l'ennesima volta in spogliatoio aprendo la doccia.
Mi cambio e esco velocemente da quella palestra e accendendomi  una sigaretta.
Sbuffo quando vedo il furgone dei servizi sociali.
"Drew" mi volto e guardo mia sorella "sei stati bravo ugualmente" alzo gli occhi al cielo "devo tornare a casa, ma ci vediamo domani ok?" annuisco e mi appoggio al muro ignorando il clacson del furgone "non è morto nessuno un traguardo" mi concentro su Rick e la ragazzina che si tengono per mano affianco a maggie.
"Devo andare" spengo la sigaretta.
Maggie mi sorride e Daniel mi fa un cenno della testa e mentre salgo sul furgone ignorando la ragazzina.
                                   *
Rientro in casa famiglia e mi siedo sul letto accendendomi una sigaretta.
Kermit o come cazzo si chiama nel letto di fronte mi fissa, alzo gli occhi al cielo e lo ignoro.
"Che hai fatto all'occhio?" non gli rispondo e continuo a fumare "vai in cucina, tra pochi minuti la direttrice passa a controllare e se ti vede fumare sei nella merda" mi alzo e vado verso la cucina.
Mi siedo a uno dei tavoli della mensa e poco dopo loise mi raggiunge con una tazza in mano.
"Ei ragazzo" "sei sempre qua?" "ci vivo" aggrotto le sopracciglia "beh allora vivi in un posto di merda" "ci vivi anche tu" "sono costretto tu no" alza gli occhi al cielo e si siede.
"Vuoi?" indica la tazza, non le rispondo"tisana alla menta, che hai fatto all'occhio?" alzo le spalle "incomprensioni" aspiro il fumo
Gli indico il telefono "posso?" lei aggrotta le sopracciglia "devo fare una chiamata" "usa il tuo" "è morto" sospira e me lo passa.
Mi alzo e entro in cucina e appoggio il telefono sul tavolo uscendo subito dopo.
Non mi serviva davvero, il mio telefono è carico ma dovevo trovare una scusa per uscire.
Salgo su un'auto poco più avanti e la faccio partire unendo i fili.
Parcheggio e scendo di fretta davanti la palestra.
Non mi cambio nemmeno, mi tolgo la maglia e salgo sul ring, ho bisogno di quel cazzo di stipendio.
Non ho nemmeno le fasce ma me ne frego e inizio l'incontro.
Non me ne frega un cazzo se facendo così ho messo nei casini altre persone, io penso solo a me e loro dovrebbero pensarci prima di darmi fiducia.
Non mi sento in colpa, ho bisogno di soldi e me ne frego del resto.
Tiro un calcio nelle costole all'avversario e anche se indebolito lui me ne dà uno sulla mandibola.
Cammino all'indietro stordito e mi aggrappo a lui dandogli delle ginocchiate nello stomaco.
Si libera e fa lo stesso con me, cerco di spostarmi ma mi tiene fermo continuando a tirarmi ginocchiate.
Perdo il primo round e questo mi fa incazzare perché se anche vincessi lo stipendio sarebbe più basso.
Finiamo l'incontro tardi, l'ultimo round l'ho vinto io e nonostante questo non posso tornare in casa famiglia.
Se voglio pagare l'affitto a mia madre devo fare un'altro incontro senza perderlo.
Rimango sul ring e aspetto l'altro avversario.
Sono pieno di lividi e stanco per via dell'ora.
Quando finalmente l'incontro comincia l'avversario  comincia.
Mi tira un cazzotto mentre io lo lascio fare in modo che si stanchi.
Continua a tirarli per altri minuti fino a quando mi guarda perplesso cercando di capire perché non mi difendo.
Ghigno e lo faccio cadere mettendomi sopra di lui e tirando gli un paio di pugni.
Non si rialza in tempo e così vinco.
Non passiamo al secondo round perché si ritira.
Mi passo l'avanbraccio sulla fronte per asciugare il sudore e scendo dal ring.
"Sei riuscito a venire" "i miei soldi?" "li avrai domani, non pensavo venissi non li ho portati" annuisco "vieni nel mio ufficio nel pomeriggio" annuisco "proverò a esserci" "se vuoi i tuoi soldi devi esserci" alzo gli occhi al cielo cercando di non spaccare la faccia a white e entro dentro lo spogliatoio facendo una doccia veloce e vestendomi subito dopo.
Salgo in auto e torno in casa famiglia.
So bene che la direttrice sarà stata avvisata e che probabilmente è stata louise.
Entro dalla cucina e ignoro louise che mi guarda con le sopracciglia aggrottate.
"La direttrice ti aspetta nel suo ufficio" "quella donna non dorme mai?" sbuffa "sono le sei del mattino dove sei stato?" non le rispondo e salgo le scale dirigendomi verso il suo ufficio.
Non busso e entro, quando mi vede quasi non urla.
"cazzo si dia una calmata se non vuole svegliare tutti" "santo cielo la tua faccia" alzo gli occhi al cielo "che voleva dirmi?" "che volevo dirti? come se tu non lo sapessi" strilla e poi continua il suo discorso "mi hai rubato l'auto e per questo potrei denunciarti, te ne sei uscito un'altra volta da qua senza il consenso e torni pieno di lividi, ecco cosa volevo dirti" alzo le spalle " la sua auto è intera senza graffi, le metto a posto i fili ma per il resto non ha niente di rotto, dovrebbe mettere a posto le frecce non funzionano" "cosa stai dicendo?" "che non le funzionano le quattro frecce" lecco la cartina che avevo fra le dita "posso andare? credo che ci siamo detti tutto" "no, mi stai creando fin troppi problemi" "questo non sarebbe successo se mi avrebbe permesso di uscire" "preferisci andare in riformatorio andrew? perché mi basta una telefonata e tu sei dentro" "se lei fa anche solo una chiamata -" "smetti di fare casini Andrew" fanculo, è un'altra persona che mi dice quello che deve fare e questo lo odio.
Non aspetto nemmeno che finisca il discorso e esco da quell'ufficio.
Mi tolgo la maglia e mi sdraio sul letto mentre aspiro il fumo, finisco sempre qua infondo, è inutile che io continuo a stare nel letto tanto non chiuderò occhio. 

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