Capitolo 41

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Sono davanti gli armadietti da oltre venti minuti solamente perché mia sorella e maggie sono in bagno e non ho capito per quale strana ragione io le devo aspettare qua fuori.
Mi volto verso il corridoio cercando di trovare qualche cosa per passarmi il tempo ma i miei pensieri passano a altro non appena vedo la ragazzina in corridoio con un coglione davanti a lei e non sembra che a lei tutto questo piaccia, mi avvicino e spingo quel tipo via da lei che appena mi vede mi guarda sorpresa.
"Levati da lei coglione"
"ma chi ti credi di essere"
"quello che ti spacca la faccia se non ti levi da lei entro un secondo" lui non si leva perciò lo prendo per la maglia e lo sbatto contro gli armadietti provocando un tonfo.
La ragazzina si mette dietro di me impaurita e io tiro un pugno a questo coglione per poi continuare,non mi fermo fino a quando non sento lei che urla il mio nome, mi volto e la guardo.
Lui coglie l'occasione per spingermi a terra e mettersi a cavalcioni sopra di me, mi tira alcuni pugni e sento un liquido caldo che sicuramente è sangue. Capovolge la situazione e ora sono io sopra di lui
"Andrew guardami, Andrew" mi volto e i suoi occhi azzurri sono in contatto con i miei.
"fermati" mi volto verso il coglione
"se ti avvicini ancora una volta io giuro che quella faccia di merda che hai non la vedi più" mi alzo e lo spingo per poi andare da lei
"stai bene? ti ha fatto male?"
"no"
"so che sei incazzata con me ma in questo momento ti sto facendo una domanda rispondi sinceramente" lei mi guarda,so che prova disgusto solo a guardarmi
"no sto bene Andrew" sospiro di sollievo nel sapere che non lha toccata perché sono arrivato in tempo.
"Ok, Amanda e maggie sono in bagno vai da loro so che non vuoi stare con me e non vuoi parlarmi perciò" lei Inarca un sopracciglio e mi guarda "riesci a fare lo stronzo anche dopo aver provocato una rissa e dopo che hai la faccia da schifo" sbuffo e mi alzo.
"Se stai bene allora è tutto apposto" "sto bene" apro la porta del bagno anche se è delle ragazze e le guardo mentre sono allo specchio a truccarsi "andate a fanculo ho aspettato venti minuti solo perché voi vi trucchiate" "che cazzo hai fatto?"
"niente, muovete il culo ho lezione" loro sbuffando e escono da quel dannato bagno, ho la maglia sporca di sangue.
"Aspetta vengo con te abbiamo letteratura assieme"
"devo andare a cambiare maglia" annuisce e probabilmente non ha capito perché mi segue fin dentro lo spogliatoio, mi tolgo la maglia e lei mi guarda come se fossi scemo.
"Non guardarmi così io ti ho avvertito" apro l'armadietto dello spogliatoio e cerco una maglia,ne trovo una bianca, la guardo disgustato, non metterò questa maglia, anzi non so nemmeno perché io l'abbia lì, mi volto verso di lei "abbiamo un problema"
"sarebbe?"
"il primo è che la faccia è qua e secondo è che non trovo un maglia" lei mi guarda e all'improvviso mi viene un'idea.
"hai una forcina?" mi fissa
"ti va bene una graffetta che tiene fermi i fogli?" annuisco e la prendo piegandola un pó
"che ci devi fare?"
"adesso vedi" scassino l'armadietto di Daniel perché so che lui ha una maglia nera, appena lo apro ne trovo una, la prendo e me la metto,lei mi guarda
"dimmi che non hai appena rubato una maglia"
"è di Daniel e comunque rilassati" se viene a scoprire ciò che faccio probabilmente sverrebbe.
Sorrido non appena mi continua a seguire, e con quella graffetta in mano scassino anche l'armadietto nel corridoio di maggie dove trovo la mia giacca di pelle.
"Finalmente" la metto e guardo la ragazzina
"ora possiamo andare" entro dentro l'aula di letteratura e la prof ci guarda male per aver fatto ritardo, alzo gli occhi al cielo e mi siedo infondo, dovevo evitare di parlare con Micol perché altrimenti avrei voluto baciarla ma cazzo i miei piani ultimamente non vanno come previsto.
Lei ascolta attentamente la lezione come se un ragazzo di nome Andrew Jones non la stesse fissando da tutta la lezione facendo pensieri che la mentre di quella ragazzina solare e innocente non vorrebbe mai sapere.
"Jones è con noi o è occupato a fare altro?"
"al momento sono occupato a fare altro ma prenda un appuntamento e ne riparliamo" ho sempre preferito fare il coglione e prendere tutto sull'umorismo invece di impegnarmi in qualcosa.
La prof sbuffa e continua a parlare mentre io continuo a guardarla e osservarla come un cazzo di maniaco, si mette i capelli dietro le orecchie e mordicchia quella matita con i suoi denti bianchi perfetti.
I suoi occhi sono fissi sulla lavagna e guarda la prof spiegare quel libro come se fosse la sua priorità di vita, è talmente presa da questa lezione che non si rende conto che la fisso, sbuffo e mi passo una mano sulla faccia.
"Posso andare al bagno?"
"si" mi alzo e apro la porta dell'aula uscendo in corridoio che è completamente vuoto.
Gli studenti sono in classe ora, prendo il pacchetto di sigarette e salgo le scale del tetto mettendo i piedi a penzoloni, mi accendo la sigaretta e aspiro, guardo giù noto i professori che probabilmente hanno le ore libere uscire da scuola e entrare al bar assieme, chiudo gli occhi.
Il modo in cui lei si tocca i capelli mentre è sovrapensiero, il modo in cui lei sorride e trova sempre il lato positivo in tutto anche quando non c'è. Sbuffo, non c'è la posso fare, spengo la sigaretta e scendo le scale entrando in palestra e cambiandomi con la divisa, prendo una palla e comincio a palleggiare per poi fare dei tiri e correre, faccio altri tiri e gioco un pó con la palla fino a quando sento il telefono suonare, sbuffo, so che ho lezione ma me ne fotto, ho bisogno di non pensare per un pó e l'unico modo per cui non farlo è quello di giocare accendo il telefono e guardo il messaggio che mi è appena arrivato dalla ragazzina.
"drew dove sei?ormai la lezione è finita"
"in palestra, non avevo voglia di restare ci vediamo oggi pomeriggio" visualizza e non risponde perciò torno a giocare, pochi giorni fa ho litigato con la ragazzina volontariamente, ci sono varie ragioni per cui ho deciso di farlo e nel momento in cui l'ho fatto mi sembravano ragioni giuste.
Ma a pensarci ora sono stato un coglione, so che lei soffrirà perché è normale e perché se mi conosci sei già circondato da guai, e sono egoista e vorrei proteggerla da tutta questa merda che è la mia vita ma allo stesso tempo non voglio liberarmi di lei, voglio baciarla e voglio vederla arrossire, sono un egoista del cazzo e la voglio per me, lascio la palla in palestra e prendo lo zaino correndo per il corridoio ancora con la divisa, probabilmente adesso sarà a casa,decido di mandarle un messaggio "dove sei? ti devo parlare"
"chi ti dice che voglio farlo?"
"sei troppo curiosa non resisti"
"vieni a casa mia" visualizzo e salgo in moto dirigendomi verso casa sua.

Suono al campanello e lei subito dopo mi apre
"sei da sola?" annuisce
"ok d'accordo non ci metterò tanto ma ho bisogno di dirtelo"
"vieni" mi fa sedere sul divano insieme a lei
"ti ascolto"
"facendo tutto ciò mi sento un coglione, non sono bravo a aprirmi e non sono bravo a esprimere i miei sentimenti perciò ti dico questo a modo mio accontentati" lei annuisce "l'altro giorno ho detto quelle cose per tante ragioni una delle principali era che non voglio che tu soffra e che tu sia circondata dalla merda che è la mia vita, non ti racconterò le altre perché significherebbe  aprirmi completamente con te e significa raccontarti tutto ma non me la sento di farlo, o almeno non ora, posso sembrare uno stronzo e so che ci sei stata male per quello che ho detto ma non ho fatto altro che pensare al fatto che se la finivamo era meglio per te, perché infondo lo sai anche tu, perciò prima ero in palestra e ho pensato alla cazzata che ho fatto, non pretendo che mi perdoni e non pretendo che torniamo ad avere quel qualcosa ma volevo dirtelo" sospiro
"e in questo momento mi sento maggie la logorroica,ho parlato troppo" lei sorride, e non so come interpretare il suo sorriso.
"Sei un coglione che mi ha fatto piangere ma con tutte le buone intenzioni che comunque non sono servite, voglio solo dire che non so cosa siamo ma so che nonostante mi siano piaciuti i baci non me la sento di rifarlo non per adesso ma possiamo provare a andare d'accordo " annuisco e la guardo
" come vuoi avevo solo bisogno di dirtelo" annuisce anche lei
"che facevi?"
"nulla guardavo un film"
"che film?" "le pagine della nostra vita"
"dovevo immaginarlo"
"ehi è un film stupendo"
"mia sorella lo avrà visto trecento volte"
"quindi lo hai visto anche tu?"
"no mi sono addormentato ogni volta" lei sbuffa
"devi rimediare, forza vieni che ti faccio un pó di cultura generale" mi prende per mano e mi fa salire le scale aprendo la porta di camera sua, si sdraia sul letto e accende il televisore attaccato al muro, mi sdraio anche io togliendo le scarpe,lei si mette comoda e fa partire il film.

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora