Se non fosse per il fatto che non sono solo con lui in questa stanza probabilmente gli avrei tirato un pugno.
"Andrew, sei cresciuto" inarco un sopracciglio"l'ultima volta che ci siamo visti avevo undici anni" rispondo "oh beh si hai ragione" guardo la direttrice e quando capisco il suo sguardo rischio seriamente di vomitare "no, non hai capito un cazzo" "è la legge Andrew, sei un minore e lui è l'unico disposto a occuparsi di te" "occuparsi di me? non lo ha mai fatto non ho bisogno di lui preferisco stare qua dentro" "non puoi restare" gli lancio le chiavi "fatti sistemare le frecce" esco dall'ufficio e prendo il mio zaino per poi uscire e accendere una sigaretta.
Non voglio andare da lui, non lo vedo da anni e per me è uno sconosciuto.
"dovresti smettere I tuoi polmoni ne risentiranno"
Salgo in auto "perché sei qua?" "la risposta è ovvia" "no invece, l'ultima volta che ti ho visto è stato sei anni fa" sospira "mi dispiace" "come no" "Casa mia è a pochi isolati dalla tua scuola" "in sei anni sei sempre stato vicino e non ti sei mai fatto vivo" non mi risponde.
Aspiro il fumo della sigaretta "perché sei passato a prendere me e non Amanda?" "Amanda è in una villa e l'ho cercata ma non voleva venire" "come se io lo volessi " "tu sei in casa famiglia e non accettavo un no come risposta" scrollo la cenere sul tappetino e ghigno per la sua faccia.
"D'accordo siamo arrivati" "la mia moto?" "oh è in garage, vieni ti faccio vedere la casa" sto per entrare dentro ma lui mi blocca "potresti spegnere la sigaretta? in casa non si fuma" sbuffo ma faccio come dice.
Una donna dai lunghi capelli neri sulla quarantina mi sorride.
"Andrew vero? sono Desirée piacere" la osservo e sbuffo.
"dove mi metto?" "al piano di sopra c'è la camera degli ospiti ti accompagno" "la trovo da solo" prendo lo zaino e salgo le scale.
Apro una stanza ma a giudicare dal suo aspetto non è la mia.
Una bambina con dei capelli neri mi guarda "vuoi giocare con me?" aggrotto le sopracciglia "peggio delle sorelle in shinning" chiudo la porta e mi guardo intorno trovando una stanza vuota.
Mi siedo sul letto e chiudo la porta accendendomi un'altra sigaretta.
Bussano alla porta e senza nemmeno che io acconsenti si apre.
"vieni di sotto? vorrei farti conoscere delle persone" mi guarda e indugia sulla sigaretta fra le mie dita.
So che è casa sua e che dovrei essere educato e rispettare le sue regole ma odio tutta questa sua vita perfetta e in questo momento vorrei essere da tutt'altra parte.
Probabilmente il mio fumare in casa e non rispettare le sue regole è un modo per provocarlo e rovinargli questa sua vita perfetta.
Continuo a aspirare il fumo mentre scendo le scale e fisso la donna seduta sul divano con in braccio una bambina.
Resto in piedi a fissarli "lei è mia moglie e lei mia figlia" spengo la sigaretta in una pianta.
"sembra uscita da shinning" "come?" "cazzo dovevo immaginare che non hai mai visto quel film" fisso la donna e ghigno "così hai una famiglia migliore adesso, perché mi vuoi incastrare qua in mezzo?" "avevi bisogno di me" "no, ti sbagli non ho bisogno di te" fisso la bambina e non posso non pensare al fatto che lei ha avuto tutto quello che avrei desiderato io, gliene farei una colpa se non fosse per il fatto che come minimo ha cinque anni.
"Hai fame? la cena è pronta" guardo quella donna che mi sorride gentilmente.
Mia sorella ora mi starebbe guardando malissimo per come mi sto comportando.
La bambina si alza incollandosi alla mia gamba e guardandomi dal basso.
"come ti chiami" ha uno sguardo incuriosito "perché non mi dici prima il tuo?" non mi sono mai piaciuti i bambini.
"Ellie" mi sorride mostrando i suoi denti da latte.
"ho fame" sussurra "tu hai fame?" urla guardandomi.
Mi prende per mano non ascoltando la mia risposta e mi porta in cucina dove sua madre la guarda preoccupata "oh scusa, non voglio che ti dia fastidio mi dispiace" guardo male la donna "eleonor smettila di dare fastidio" "Eleanor?" "ellie perché tu mi stai simpatico" ride e scende dalle braccia di sua madre sedendosi a tavola poco dopo.
Mi siedo anche io restando in silenzio per minuti interi e alzandomi inventando una scusa.
Mi siedo sul letto e mi guardo intorno,questa camera fa schifo, è priva di personalità e non c'è niente che possa dire sia appartenuta a me.
Fa schifo e voglio che rimanga priva di personalità perché non ho intenzione di restare qua, odio questo posto.
Mi sdraio sul letto chiudendo gli occhi e passandomi una mano fra i capelli.
Apro la porta di quel bagno e mi spoglio entrando in doccia.
Vorrei rilassarmi ma non riesco a farlo, in questi giorni il mio cervello non ha smesso un attimo di formulare pensieri.
Uscendo dalla doccia mi avvolgo l'asciugamano intorno alla vita.
Non faccio in tempo a uscire che il mio telefono suona.
Rispondo a mia madre sbuffando "Andrew, quando passi per i soldi?" alzo gli occhi al cielo "dammi un'ora" "vabene a dopo" pazzesco come mia madre si interessi a me.
"Fanculo" esco dal bagno e mi vesto velocemente.
Scendo le scale di corsa e sto per uscire ma la sua voce mi blocca.
"dove vai?" "oh, dopo anni ti importa?" "Andrew non fare così" ghigno "lo sto già facendo" entro in garage a e lo apro salendo subito dopo in moto verso casa di mia madre.
Arrivo minuti dopo per via della velocità con cui ho guidato e me ne frego se le avevo detto tra un'ora.
Non la saluto, non la guardo negli occhi le do solamente la busta in mano e ritorno sulla mia moto.
*
Suono al campanello di maggie e poco dopo sua madre mi apre sorridente.
La saluto e entro in salone dove maggie e Daniel sono seduti sul divano a guardare American horror story.
"Ehi drew" li saluto con un cenno della testa e mi siedo difianco a loro
"ti abbiamo chiamato ma non hai risposto" "sono stato occupato a non vomitare nella villa di cristopher "
" che cazzo -" "a quanto pare dopo anni si è ricordato di noi" maggie mi guarda ma io alzo le spalle "non mi importa di lui da secoli,sto bene" annuisce e mi accendo una sigaretta, l'ennesima.
"andiamo di sopra?" intuisco che ci voglia parlare di qualcosa così la seguiamo al piano di sopra in camera sua.
"Vi ricordate emily?" annuisco "mi ha chiesto di uscire" "e perché non stai saltando per la stanza come tuo solito?" "perché è carina ma non so se vogliamo le stesse cose" "che cosa vuole lei?" "qualcosa di serio, e si lei mi piace ma non sono sicura di essere pronta a qualcosa di serio, comprenderebbe parlarne con mia madre e presentargliela non so se sono pronta e non so se sono sicura di volermi dare un'etichetta " "se tu non ti senti pronta non devi fare nulla e se lei vuole qualcosa di serio con te probabilmente ti aspetterà" "non ho chiesto nulla a lei" "parlale e chiedile se per lei è serio o no e se lei risponde si tu le spiegherai che non ti senti pronta" "la fai facile" "non è difficile maggie, non devi essere costretta a portare avanti una relazione seria on tutto quello che comporta se non sei pronta" annuisce e si butta sul letto con fare drammatico.
"E se nemmeno lei vuole qualcosa di serio dite che dovrei uscirci comunque?" "devi fare quel cazzo che ti pare maggie, se vuoi uscirci escici se non vuoi allora non farlo" Daniel ride mentre lei si mette un cuscino in faccia.
"sai Mag potresti partecipare a uno di quei reality con ragazzine in crisi ormonale" "ehi, io non sono in crisi ormonale drew diglielo anche tu" "sicuramente vinceresti il premio per la miglior interpretazione di personaggio drammatico" lei ci alza il medio mentre io ghigno.
Torno a casa di cristopher dopo due ore passate a scherzare con maggie e Daniel.
Dormono tutti per via dell'ora e entro in camera.
Rimango con i pantaloni della tuta e mi sdraio sul letto cercando di chiudere occhio.
La porta si apre mostrando uno spiraglio di luce, alzo lo sguardo in direzione della porta e guardo la bambina che mi fissa.
"Non riesco a dormire" la guardo confuso "vai a dormire con tua madre e tuo padre" rispondo, ma lei scuote la testa "non si svegliano" sbuffo e mi alzo.
"Cosa vuoi da me?" "ho paura" "di che hai paura?" "del buio" non ci posso credere mi sono ridotto a parlare
con una bambina di cinque anni alle tre del mattino.
" Il buio è insignificante " la guardo negli occhi "lo vedi? ora siamo completamente al buio ma se spingo quel pulsante è tornata la luce, non serve averne paura" "ma poi faccio i brutti sogni" sospiro e entro in camera sua con lei che mi segue.
"cazzo" una bambola sul letto con gli occhi spalancati "e poi ti chiedi perché non riesci a dormire?" lei ride mentre mi segue per tutta la casa fino a fermarsi nella camera dove dovrei dormire.
Sale sul letto e mi sorride mentre appoggia la testa sul cuscino.
Questa bambina si prende troppe libertà ma infondo è casa sua.
Mi guardo intorno e noto una Playstation in un angolo.
la accendo e fisso la bambina, forse è troppo piccola per giocarci.
"Vuoi?" "non so farlo" si siede comunque difianco a me e mi guarda mentre la uso.
Dopo qualche minuto sento la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla.
Dorme serena, sbuffo e la faccio sdraiare sul mio letto mentre continuo a giocare alla play.
Probabilmente dovrei dormire anche io, forse dovrei rilassarmi, ma non sono in grado di farlo e sono più che sicuro del fatto che nonostante io provi a dormire tranquillamente non riuscirei minimamente a rilassarmi.
Me ne fotto e continuo a giocare alla play nonostante questo sia un gioco di merda e nonostante io abbia sonno.
Quando sono le sette mi alzo e scendo le scale fino a arrivare in cucina.
Tutta questo mi sembra strano.
"Ehi" fisso la donna che sta preparando la colazione.
"Ho sentito dei rumori in camera tua questa notte, non hai dormito?" la fisso serio "no" "oh, mi spiace" non ci conosciamo e le dispiace? ma per favore.
"Hai fame sto preparando la colazione" "no" "oh, ok hai visto eleonor?" "sta dormendo" "non è in camera sua" "è nella mia" "oh dimmi che non è stata colpa sua se non hai dormito" "no, si è addormentata" annuisce "scusa ancora " sbuffo, non ne posso più delle sue scuse.
Salgo le scale e ritorno in camera, mi vesto con una maglia nera dei metallica, dei jeans neri e la giacca di pelle.
"Dove vai?" mi volto guardando la bambina appena sveglia "a scuola" "è presto" alzo gli occhi al cielo "torna a dormire" scendo ancora le scale e ignoro Christopher che mi fissa.
"Dove stai andando?" "tu e tua figlia siete uguali, dovresti andarne fiero" esco dalla porta e salgo in moto.
Suono a maggie e le faccio segno di salire, lei urla e sale dopo di me.
Entriamo a scuola in ritardo per maggie che continuava a voler fare altri giri.
Entriamo in palestra dove il prof di ginnastica ci guarda male.
Inventiamo una scusa e nonostante io sia in jeans continuamo a fare palestra per un'altra ora.
"Odio palestra" alzo gli occhi al cielo "sigaretta?" "sono troppo stanca per farla" "non la fai mai" ride e annuisce.
Rollo la cartina e quando finisco di farla la accendo e faccio un tiro passandola poi a maggie.
"Allora casa di cristopher?" "è più ricco di white, ha una moglie e una figlia di cinque anni, questo significa che un'anno dopo essersi scordato di noi ha fatto una figlia con un'altra" "la bambina non c'entra nulla drew" "lo so, non è male ma odio quella casa e quella famiglia perfetta, è passata qualche ora e già mi viene voglia di spaccare tutta quella villa" alza gli occhi al cielo "vieni da me" scuoto la testa "voglio tornare a casa mia" annuisce "ma stasera ho voglia di divertirmi" "festa?" annuisco e spengo la sigaretta "hai voglia di fare lezione?" sbuffa "ho matematica adesso" "filosofia" "filosofia è bella"sbuffo" andiamo via? " lei scuote energicamente la testa, così tanto che credo le si stacchi" no, tu hai troppe materie sotto, ti devo aiutare a recuperare tutto o perderai l'anno "
" non dobbiamo fare festa? " ride
" stasera facciamo festa ma ora tu studi filosofia " sospiro e entro in aula.
Mi siedo in ultima fila e aspetto che cominci lezione ma la ragazzina entra in classe e si siede difianco a me.
Alzo gli occhi al cielo, tra tutti posti che ci sono si siede affianco a me.
Ascolto per pochi minuti quelle cazzate "che ti prende?" guardo la ragazzina "niente" "Andrew, mi ignori e sei sempre sovrapensiero, siamo usciti per una settimana tutti e tu non c'eri mai, mi vuoi dire che cosa succede?" sbuffo "non mi prende niente, ma ho da fare, non gira tutto attorno a te ragazzina" lei mi guarda "non sto dicendo questo voglio solo sapere come stai, non ci parliamo da tanto" "sto da dio" mi appoggio alla sedia.
"così ti sei fidanzata?" "cosa stai facendo?" "non parliamo da tanto no? sto rimediando " "non stiamo insieme" "lui ti piace?" annuisce "è carino" "carino è un modo per non dire che ti fa cagare" "non è assolutamente vero, lui mi piace" annuisco "lui non mi piace" "a te non piace nessuno" "è un coglione" "non lo conosci" "lo conosco fin troppo bene" "come lo conosci?" sospiro "lo hai baciato a capodanno?" aggrotto le sopracciglia "sei arrabbiato con me per questo non mi parli?" ghigno "non farlo Andrew, non fare quel tuo sorrisetto che fai con tutti" inarco un sopracciglio "sono contento per te Micol, scusami se non ho portato i cioccolatini con il fiocco per farvi i miei complimenti rimedierò" alza gli occhi al cielo "la smetti?" mi passo una mano fra i capelli e chiedo alla prof di uscire.
Salgo in terrazza e mi accendo una sigaretta e alzo gli occhi al cielo quando sento i suoi passi.
"Non volevo che la nostra amicizia si rovinasse" "non siamo mai stati amici ragazzina" "e allora cosa eravamo?" "perché bisogna sempre dare un etichetta a tutto? che cazzo se ne frega di cosa eravamo chiediti cosa volevi che fossimo" faccio un tiro dalla sigaretta "non potevamo essere qualcosa se nessuno di noi due sa cosa fossimo " "sei troppo concentrata a dare un titolo a tutto perché non avere la certezza di quello che hai davanti ti manda in tilt, la verità è che se tu e io non abbiamo un titolo è perché con me hai saputo lasciarti andare" faccio un tiro dalla sigaretta e mi siedo sul cornicione e la guardo.
"Non ti capisco, non ti ho mai capito" "capire una persona che non ha niente da far capire è impossibile" aggrotta le sopracciglia "io e te avevamo qualcosa, non so cosa e si mi manda in tilt non saperlo ma quel qualcosa che io e te avevamo non voglio perderlo" "quel qualcosa comprendeva baciarci e ora tu stai con Rick, dobbiamo allontanarci proprio per questo" mi guarda confusa non capendo "non c'è niente di complicato da capire " "ma a me piaceva parlare con te, mi capivi e oltre al resto io voglio continuare ad avere quel rapporto, senza i baci" sospiro e scendo dal cornicione.
Sta piangendo, un'altra volta per colpa mia " mi fai stare bene come nessun'altro ha fatto, non mi interessa dei pianti e delle litigate possiamo davvero rimanere amici o mantenere un rapporto civile senza invece continuare a ignorarci perché è l'ignorarci che mi fa stare male"
Le prendo il viso fra le mani asciugandole le lacrime "ragazzina, non ho mai detto che quando avrai bisogno tu non possa venire da me" "ma io non voglio venire da te solo quando ho bisogno" sospiro, si avvicina e me e appoggia le sue mani sul mio viso.
La sposto e spengo la sigaretta "non puoi pretendere tutto Micol, sono sempre io lo stronzo che hai conosciuto in quel bagno, non aspettarti altro da me perché rimarrò sempre questo" "non è assolutamente vero, non sei solo quello andrew sei molto di più" scuoto la testa "ti sei creata troppe aspettative su di me e hai riposto la tua fiducia in tutto questo, ma hai sbagliato non sono quello che vuoi tu, il patto lo hai creato perché io diventassi una persona migliore ma non lo sono è solo un'immagine che ti eri creata, sono tutto il contrario di quello che vuoi che sia, sono lo stesso ragazzo che provoca risse, che si ubriaca alle feste e che si scopa le ragazze dimenticandosi di loro il giorno dopo e voglio continuare a mantenere la mia libertà" scuote la testa "forse sei anche quello andrew, ma sei lo stesso ragazzo che mi ha ospitato in casa sua quando stavo male e che mi ha consolato" "consolato? ho fatto quello che chiunque altro avrebbe fatto, ti ho sbattuto in faccia la realtà ragazzina, cazzo si sono uno stronzo ma non ti avrei mai lasciata da sola in quel quartiere quindi ti ho fatto restare in casa mia, ti ho fatto dormire e ti ho detto come stanno le cose, ma non ti ho consolata ho fatto quello che chiunque avrebbe fatto se ti avesse trovato così " lei mi guarda con ancora le lacrime agli occhi.
"Sono un pezzo di merda ragazzina e odio dare un nome a quello che avevamo e a quello che stiamo avendo perché penso che non ce ne sia bisogno , non siamo amici perché non mi piace essere scontato ma siamo qualcosa" si asciuga le lacrime "ho perso l'ora di filosofia per colpa tua" alza gli occhi al cielo "non ti sei persa nulla solo un mucchio di stronzate"
Guarda il mio telefono che si illumina mostrando una chiamata di Christopher.
"ora me lo dici che ti prende?" sospiro "niente " "sai che non è così" sbuffo "non mi va di parlarne" annuisce "tu?" alza le spalle e sospira "tutto?" annuisco "sto bene con Rick, mi sento compresa" "ma?" "ma non so se mi ascolta veramente" "cosa te lo fa pensare?" "ieri ero a casa di tua sorella con maggie e parlando è venuto fuori l'argomento, mi hanno fatto notare che infondo non mi ascolta veramente ma che parla sempre di sé, non mi fraintendere non dico che non mi piaccia perché voglio conoscerlo " "ma vorresti avere anche altri argomenti" annuisce "una cosa come stiamo facendo ora io e te, mi ascolti quando ho bisogno ma anche quando non ne ho, mentre con lui è sempre solo parlare superficialmente di qualsiasi cosa" si passa una mano fra i capelli "ad'esempio, l'altro giorno prima della tua partita ho discusso con la mamma e quando ho cercato di parlarne con Rick lui ha finito col dirmi 'risolverete tutto' non mi ha nemmeno chiesto la ragione della nostra discussione" "egocentrico del cazzo" ride " non pensare che le tue emozioni vadano moderate solo perché lui è troppo egocentrico per parlarne" sospira e penso che stia davvero cercando di capire quello che le hi detto.
"Dici di non saper aiutare gli altri ma non è così" sospiro "andiamo a pranzo?" cerca di sviare l'argomento e io annuisco anche se il cibo della mensa fa schifo e anche se in realtà non ho fame.
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nel modo in cui brillano le stelle
ChickLitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...