Capitolo 99

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Capitolo 99.
"Fa male" sbuffo il fumo "lo so" "e perché non smetti se lo sai?" "perché forse è proprio per il fatto che fa male che ho iniziato" "non ho mai capito perché tu continui a prendertela con te stesso" "che intendi" "le tue mani, l'alcool il fumo insomma tutto quello" "è meglio fare male a me che agli altri, o forse il mio è solo un modo per stare calmo" "non funzionano le camomile con te?" ghigno.
"Non so se lo sai ma non sono un tipo che si calma molto facilmente" "sul serio, hai mai provato a bere una tisana?" "maggie ha provato a propinarmele la sera ma fanno davvero schifo" "non è affatto vero, sono buonissime" "come ti pare" spengo la sigaretta.
"Entriamo?" "aspetto Daniel e ti raggiungo.
Lei annuisce e entra.
Una ragazza si avvicina a me e mi guarda preoccupata.
" Ehi emh, credo tu debba andare a vedere che sta succedendo dentro" aggrotto le sopracciglia "perché che sta succedendo?" "non lo so ci sono foto, e gira voce che sei tu" lei mi guarda e io corro dentro.
Mi guardo intorno.
Le foto sono appese ovunque.
"Porca puttana" prendo una foto a caso.
"Andate a fanculo non avete niente da fare?" mi guardo intorno e mi avvicino alla ragazza di ieri.
Ghigno.
"Sai, sei poco furba" lei mi guarda "pubblicare quelle foto è stata una stronzata" apro il suo armadietto e mi rigiro fra le mani quella macchinetta fotografica.
"Complimenti, molto bella tuo padre deve averla pagata molto" la accendo e guardo le foto.
"Avresti talento se non fosse che lo sfrutti per queste cose" "io-" "non iniziare a giustificarti, non sono un coglione questa roba costa troppi soldi per romperla, cancellerò solo le foto" le elimino.
Mi volto e guardo il corridoio.
"La tua vita dev'essere proprio noiosa se non fai altro che fotografare gli altri." strappo la foto stampata davanti a lei e ne butto altre.
Ma non ha importanza perché ormai le hanno viste tutti.
Sbuffo, sono nella merda se queste foto escono da qua.
Prendo Micol per il polso.
" A quanto pare sei fotogenica ragazzina " lei ride.
" Sul serio credevo ti arrabbiassi per quelle foto" "lo sono, ma non ho voglia di rovinarmi la giornata" lei annuisce.
"Non prendertela ok? sono solo foto tra qualche giorno si scorderanno" "forse questo a new York, qua si tratta di me e hanno una fissa particolare" "che dici?" "non lo so quelle foto sono uscite per colpa mia, non sono stato riservato e ti ho baciata in un luogo pieno di gente" "non importa andrew davvero" "importa perché se le foto escono tu fai parte di un casino enorme" "e allora facciamo in modo che non escano" "come?" "mettiamo a tacere le voci, se vedono quello che vogliono vedere la smettono no?" "i tuoi piani fanno schifo" "lo so, ho lezione ci vediamo dopo?" annuisco e entro in palestra.
Non ho problemi se mi bacia in pubblico, spero solo non esca da questa scuola.
"Jones ho tolto le foto, muovi il culo e preparati ti devi allenare per la partita" annuisco e entro in spogliatoio.
Mi guardo intorno.
"Non baciate nessuno da così tanto tempo che cercate di consolarvi con queste foto?" le prendo e le butto nel cestino.
Mi vesto velocemente perché non ho voglia di sentire loro parlare di noi due come se ne avessero il diritto.
Come se ci conoscessero.
Prendo il pallone e cominciò a palleggiare.
Il coach mi si avvicina.
" Quella ragazza ti distrae? perché abbiamo bisogno di vincere quella partita andrew e non voglio distrazioni" "non le deve interessare, lei è solo il mio coach non ha il diritto di dirmi chi posso e chi non posso baciare" "assolutamente, ho chiesto solo se -" "non le deve interessare nemmeno questo coach ma in ogni caso non è una distrazione, probabilmente verrà alla partita non faccia scenate perché sa bene che non perderemo quella partita" lui sbuffa.
"La tua presunzione e il tuo menefreghismo mi fanno esplodere la testa" sorrido "se tutto va come deve andare l'anno prossimo non mi vedrà più" "magari, è riuscita a metterti la testa a posto?" "no, ma ho intenzione di andarmene da sto posto di merda" faccio un canestro.
"giri di campo" sbuffo.
                                     *
Esco dallo spogliatoio e alzo il cappuccio della felpa.
Entro dentro l'aula di matematica e guardo maggie avvicinarsi a me.
Lei mi sorride e so bene che tirerà fuori l'argomento.
"Allora ti porti Micol nella casetta e - no ok nella mia testa la frase suonava meglio" ghigno "apparte tutto, seriamente le tue intenzioni?" "non ho intenzioni Mag, sto facendo tutto d'istinto e non so se è un bene" "hai paura che finisca in mezzo ai casini?" annuisco.
"Abbiamo sempre detto di vivere la vita no? se stai attento lei ne resta fuori ma non allontanarla solo perché hai paura" sospiro "lo so maggie, non voglio farlo è solo che non mi perdonerei mai di rovinare anche lei" "tu non hai rovinato nessuno, e da quel che so hai già fatto questo discorso con Micol" "questa cosa che voi due siete migliori amiche finirà a mio svantaggio" "si probabilmente" sorride.
"Devi solo pensare alle cose positive, stai attento e non succede un cazzo di niente" annuisco e la guardo.
"Pensi di raccontarle tutto?" "non credo di essere pronto, vorrei davvero ma non ci riesco ed è più forte di me" "non credo che lei ti metterà pressioni su questo" "no, ha detto che mi aspetta ma io non so se riuscirò mai a farlo" "quando ti senti a tuo agio con una persona le racconterai tutto quando te la sentirai" "se ne andrà maggie" "no, non lo farà" "e tu cosa ne sai? mi manderà a fanculo" "non è quel genere di persona, magari si spaventerà ma non andrà via" "non lo so" "togliti le paranoie, non pensare a niente e so già che dal momento in quella casetta non riesci a smettere di confrontare te e Micol con tua madre e i suoi uomini, ma non sei loro e lei non è tua madre non andrà a puttane niente perché voi ci riuscirete" "non so farlo , non so affezionarmi e non so mantenere la calma e se lei iniziasse a provare qualcosa per me?" "se così fosse non credo ci sia nessun problema" "si invece io non so cosa cazzo sia l'amore e ho sempre odiato l'idea di amare qualcuno -" "hai sempre solo visto un tipo di amore ed era malato, non può definirsi amore drew se lei si innamorerà di te non devi preoccuparti perché il suo non è un amore malato" annuisco.
"So che non puoi capirlo ora ma prima o poi lo capirai, elimina le tue paranoie dalla testa quando sei con lei" sospiro.
"Non so se capirò" "la verità è che hai una paura fottuta drew" "no, non ho paura sono solo certo che andrà tutto a puttane" lei alza gli occhi al cielo e ascolta la lezione.
"Se fai casini, io starò con te sempre, anche se sei dalla parte del torto ma andrew non fare cazzate solo perché hai paura di non essere all'altezza" "non ho paura" "quando riuscirai a ammettere che è così nevicherà a Los Angeles" sbuffo.
Probabilmente dovrei ascoltare la lezione anche io,ma non riesco a smettere di pensare a quanto io possa farle male e a quanto la rovinerei
                                        *
È passato un giorno ma ancora quella paranoia non se n'è andata.
Metto la fascia intorno al mio braccio e entro in campo.
La sento l'adrenalina e la voglia di vincere.
Mi guardo intorno, Daniel mi guarda dalle tribune e mia sorella che mi saluta seduta difianco a maggie che si guarda intorno mentre beve un frullato con la mia maglia e Micol con il mio cappello.
Sospiro e comincio a giocare con gli altri.
Prendo la palla e la passo a un mio compagno di squadra, nonostante la sua scarsa velocità riesce a passarla e io mi metto dietro di lui.
La prendo e palleggio.
Un'avversario mi placca e io cerco di distrarlo ma lui non lo fa.
Faccio una finta e mi sposto correndo verso il canestro.
Lo centro e mi giro verso gli spalti.
Lei mi guarda e mi sorride, vuole davvero farlo  e io la lascerò fare solo perché infondo lo voglio anche io nonostante tutti i casini che ci sono.
Giochiamo per altro tempo fino alla pausa.
La squadra entra in spogliatoio e io ghigno.
Faccio segno a Micol  di alzarsi e  seguirmi, viene dietro il muro, con me .
La prendo per la vita.
"Puzzi" "È questo che si dice a chi ti dedica i canestri?" "mh io dico solo la verità" "andrà a tuo svantaggio questo" "ma davvero?" "si, non ti conviene" "beh, d'accordo se tu mi fai un'altro canestro magari passo sopra al fatto che puzzi" "questo si chiama ricattare, ti ho insegnato bene" ride "ho bisogno di un incentivo per fare canestro" "ti basta questo?" mi da un bacio a stampo  e io faccio una smorfia.
La stringo a me mentre lei appoggia le mani sul mio petto.
"mh, non mi accontento facilmente" "non importa, dovrai farlo" mi fa la linguaccia e mi spinge in campo.
Bevo l'acqua e ritorno in campo quando ricominciamo a giocare.
Prendo la palla e corro verso la metà campo, la passo al più vicino quando capiscono che vogliono placcarmi.
La palla la prendono loro, cerco di rubargli la palla ma lui la lancia e fa canerlstro.
Alzo la canottiera e mi asciugo il sudore.
Riprendiamo la palla e torno a correre, mi giro verso liam che ha la palla e gli faccio segno di passarmela anche se sono libero.
Lui mi ignora e io sbuffo.
Corro dietro di lui "palla" lui mi ignora e l'avversario prende la palla.
"fanculo Liam" Torno verso l'avversario e blocco la palla quando prova a fare canestro.
Corro verso il loro campo e lancio.
Canerstro.
Fanculo Liam.
"La prossima volta passa testa di cazzo" gli do una spallata e lui mi guarda male.
Il coach mi guarda "Jones" alzo le mani in segno di resa e torno a guardare il campo.
Gli ultimi minuti di partita proviamo a fare Canerstro, ma liam è un coglione e non passa la palla.
Di conseguenza non facciamo più canestro.
"Porca puttana" mi avvicino a Liam.
"O esci da questa squadra o impari a giocare ci hai fatto mancare due possibili canestri" "perché non esci tu?" "perché a differenza tua la passo la palla cristo siamo una squadra" mi spinge "io non esco" "e allora impara a giocare coglione" "sei tu un coglione andrew" "non mi interessa cosa pensi di me, se vuoi restare in questa squadra impara a passare la palla e gioca decentemente altrimenti quella è la Porta" il coach si avvicina.
"Stai calmo" "un cazzo,questo non passa la palla" "abbiamo vinto" "non me ne frega un cazzo, questo non è fare squadra" lui continua a spingermi.
"Tieni le mani a posto liam" "altrimenti?" alza un sopracciglio, io ghigno.
Lui mi spinge ancora.
Non sono noto per uno che sa mantenere la calma.
E non lo sarò mai.
Probabilmente la mia irascibilità no mi porterà da nessuna parte.
Ma non sopporto le persone che si credono superiori e che sinceramente non riconosco più liam.
Odio chi mi provoca e poi si incazza se riceve un pugno, la prossima volta potrebbe starsene al suo posto e non rompere il cazzo.
Tutto questo deriva dal fatto che ogni volta lui mi provocava e io ci provavo a difendermi ma ero solo un ragazzino e non ci sono mai riuscito.
Questo diceva la mia psicologa, ma non le ho mai creduto molto, infondo ho sempre pensato che parlasse senza sapere la storia.
Come puoi aiutarmi se non ci sei passata anche tu? non puoi.
Forse sono un coglione a pensarla così ma ogni volta che qualcuno cerca di aiutarmi non riesco a smettere di rider gli in faccia a meno ché non ci sia passato e mi auguro di no per me rimane solo uno che da aria alla bocca.
Insomma come puoi dirmi 'tranquillo è tutto passato' quando una cosa così probabilmente non la supererò.
Forse sono melodrammatico, ma ho sempre avuto un debole per queste cose.
O forse sono solo uno stronzo che se la prende con tutti perché non ha il coraggio di affrontare di nuovo l'argomento.
Togliamo il forse.
Gli tiro un pugno e lui indietreggia.
Il coach mi spinge indietro e sto per andarmene ma Liam corre verso di me e mi spinge sul pavimento.
Mi tira un calcio nelle costole e se ne va.
"Porca  troia" mi tocco il punto in cui mi ha tirato il calcio.
"Andrew" probabilmente me la sono cercata ma lui mi aveva rotto il cazzo e io non so stare calmo.
Guardo Micol.
"Sto bene" mi alzo e guardo il coach.
"O impara a giocare o se ne va" annuisce.
"Stai bene?" "ho voglia di picchiarlo" "stai calmo non peggiorare la situazione" "non so stare calmo" lei mi prende il viso fra le mani e mi bacia.
Me ne frego di Liam e del resto, perché cazzo Micol mi sta baciando e io penso solo a questo.
Le metto le mani attorno alla vita e lei sorride sulle mie labbra.
Probabilmente questo piano mi piace più del previsto.
Gli mordo il labbro e continuo a baciarla.
"Per quanto questa divisa ti stia bene, tu puzzi" appoggio la fronte contro alla sua.
"Ho bisogno di una doccia" "decisamente" ride e io mi volto entrando in spogliatoio.
Non mi pento di averlo fatto, ma l'ansia che le possa succedere qualcosa c'è e io non riesco a togliermi dalla testa questo pensiero.

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