Capitolo 69

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Crescendo si capiscono tante cose delle persone che ti stanno accanto e più il tempo passa più ci si rende conto che le persone vicino a te sono sempre meno, col passare degli anni capisci quali siano le persone che contano davvero, mi alzo da quel divano spegnendo la televisione, non sono il tipo che si veste elegante ma è il giorno prima della vigilia e ho un lavoro da fare, la mia faccia piena di lividi non aiuta all'immagine ma devo sembrare uno di quei ragazzi ricchi ma senza dare nell'occhio, devo osservare quell'uomo per poter ricordarmi la password della cassaforte e dell'allarme, mando un messaggio a Daniel quando sono fuori di casa, mi risponde poco dopo dicendomi che deve passare a prendere una persona e che era pronto, salgo in moto e sfreccio fra le strade di Los Angeles fino a quando non vedo una villa piena di persone, parcheggio la moto e mi sbottono i primi bottoni della camicia.
White mi ha messo in qualche modo in quella lista così come Daniel e lo aspetto lì davanti.
Scende dall'auto e poco dopo guardo la ragazza scendere dall'auto, quasi non mi strozzo quando riconosco il caschetto nero, indossa un tubino dello stesso colore dei suoi capelli, deglutisco e la guardo mentre sculetta verso di me, guardo Daniel come se avesse due teste "che ci fa lei qua?"
"è una festa di beneficenza una delle solite per cui i miei genitori mi hanno costretta a venire qua, piuttosto voi due qua che fate qui?" "lavoro" lei aggrotta le sopracciglia "non ho ancora capito quale sia il vostro lavoro" "con questo vestito dovrò cavare gli occhi a tutti i maschi in questa villa" sorride mentre la prendo per la vita "stai benissimo vestita così" "non sei niente male nemmeno tu" entriamo dentro quella villa insieme e con gli sguardi dei genitori di Micol ci dirigiamo verso il tavolo dei drink, prendo lo champagne e mi guardo attorno.
L'uomo sta parlando con una coppia e se fossi da solo salterei subito al punto ma non lo sono, e sopprattutto non devo dare nell'occhio, in questa villa la sicurezza è da tutte le parti e se faccio scattare un allarme non ci mettono niente a prendermi, sarei nella merda.
Mi volto verso Micol "mi concede questo ballo?" devo stare calmo e non fare nulla di impulsivo.
Le sue piccole mani toccano il mio petto e le sue labbra si piegano verso l'alto lasciando spazio a uno di quei sorrisi bellissimi.
Balliamo in mezzo a tutte quelle persone ma la verità è che è come se in mezzo a quella sala affollata ci fossimo solo noi due "non credevo ti piacesse ballare" le sue mani prima sul mio petto ora sono incrociate dietro il mio collo, data la sua scarsa altezza il suo volto è verso l'alto mentre cerca di guardarmi negli occhi.
"Infatti odio ballare" "e perché lo fai con me?" alzo le spalle "siamo tornati alla fase non rispondo alle domande?" ghigno mentre lei alza gli occhi al cielo e continua a ballare con me come se in queste settimane io e lei non avessimo litigato e come se lei non avesse pianto per me come se io ora non stessi cercando di farmi perdonare.
" I tuoi ci fissano" "credo che fissano la tua faccia" "appena finiamo il ballo si avvicinano scommettiamo? "  "e cosa c'è di male? " "non so che cazzo dire e poi tuo padre non sarà felice di vedere sua figlia ballare con uno come me" "ti hanno già incontrato e gli sei piaciuto " la sua espressione si fa più seria " hai visto la loro espressione ora? è chiaro che sanno qualcosa " "e anche se fosse? non sono affari loro" "sei sua figlia e io sono lo stronzo che l'ha trattata male "  il suo sguardo passa ai suoi genitori che parlano con alcuni imprenditori "io-" mi guarda con quegli  occhi azzurri chiari per poi ammutolirsi,mi suona il telefono e lei continua a tenere le braccia attorno al mio collo "Daniel?" "abbiamo un problema" "che cazzo succede" "al piano di sopra è pieno di videocamere e ci sono dei Bodyguard ci hanno dato le informazioni sbagliate" "facciamo come se niente fosse" "credo che sia una trappola andiamocene e prendi via Micol ho il presentimento che stia per succedere qualcosa di grosso" "cazzo esci e sali in macchina se ci sono problemi chiamami" riattacco e mi volto verso di lei "  devo sparire da qua il prima possibile"il suo sguardo diventa confuso "perché che succede?" "non ho tempo per spiegartelo vieni con me" "I miei genitori" "fidati i tuoi ora sono gli unici che non vorresti vedere" "no aspetta-" "vieni?" "no io non posso andarmene senza di loro" "Micol ti fidi di me?" "si ma-" non fa in tempo a finire la frase perché uno sparo squarcia il silenzio, Micol urla e si nasconde dietro di me spaventata "cazzo, vieni con me" apro la porta dello stanzino e la chiudo, non ho armi, le ho lasciate nell'auto di Daniel e probabilmente lui se n'è andato, respiro piano e faccio segno a Micol di fare silenzio ma lei ora è nel panico più totale, piange e trema, mi volto verso di lei e la abbraccio "stai calma e non fare rumore ok?" le sussurro lei annuisce "I miei sono là" "ci penso io tu devi restare qua dentro nascosta capito?" continua a annuire e io gli dó la mia giacca "se entra qualcuno urla e fai di tutto ma non farti toccare da loro, capito?" "loro chi Andrew?" esco dalla stanza e mi nascondo dietro alla cucina, riconosco la voce di quel pezzo di merda, cerco di salire le scale senza fare rumore, mi guardo intorno ma è tutto vuoto.
Tutte le persone che c'erano prima sono sparite, gli unici rimasti siamo io i Bodyguard che girano intorno alla villa, mic i suoi genitori e quel pezzo di merda che ancora una volta rovina tutti i miei piani.
Prendo di spalle il primo Bodyguard che vedo e gli rubo la pistola mentre lui cade a terra svenuto a causa del colpo sulla nuca.
Attraverso il corridoio con calma mentre cerco i suoi genitori, sento dei rumori nel bagno, apro piano la porta e entro dentro, qualcuno mi prende da dietro ma subito si rende conto di qualcosa e mi lascia andare, noto che è il padre di Micol e sua madre accanto che piange, sono sconvolti "venite con me" "come facciamo a sapere che non sei con loro?" "si fida di sua figlia?" lui annuisce "lei si fida di me quindi fatelo anche voi e seguitemi oppure potete restare qua in questo bagno fino a quando non vi trovano puntandovi una pistola, a voi la decisione" mi seguono e entro dentro quello che è l'ufficio dell'uomo "che facciamo qua?" "stia zitto" chiudo la porta "mettete i cellulari in silenzioso" "perché?" "se vi arrivano notifiche capiscono che c'è qualcuno in casa" loro annuiscono e fanno come dico, mi siedo alla scrivania "hai una forcina?" "cosa?" "una forcina mi serve" lei annuisce e me la passa, apro il cassetto che era chiuso a chiave e prendo i  documenti che mi servivano per poi accendere il computer, chiamo Daniel che è già arrivato negli uffici di white "ti ho mandato il link del computer cerca di prendere tutte le informazioni e fallo velocemente qua è un casino" "ci provo tu non fare avvicinare nessuno all'ufficio" riattacca e mi volto verso la fessura della porta, fuori da essa è pieno di uomini "cazzo" i genitori di Daniel mi guardano mentre mentre cerco un modo per non farci scoprire "il condotto dell'aria" deglutisco perché mi rendo conto che è stretto e che la mia claustrofobia è messa a dura prova e che probabilmente avrò un attacco di panico, ma è l'unico modo, piuttosto che andare in riformatorio. Entro in quell condotto "ok ascoltatemi bene, ora entrate dentro a questo condotto, andate sempre dritti per poi girare a destra, se fate un minimo rumore capiranno dove siamo quindi non fate un cazzo, è chiaro? se non vi seguo andate avanti senza di me, dopo aver girato a destra aprite il condotto e entrate nello stanzino, richiudetelo e state là con Micol, se la situazione si fa grave ve ne andate e mi lasciate qua, tutto chiaro? " "perché non vieni con noi?" "ci provo ma non assicuro niente, voi fate come vi ho detto" annuiscono e entriamo dentro.
La sento l'ansia entrare a far parte di me, le sento le pareti che si restringono e il mio respiro farsi sempre più affannato, continuo a andare avanti mentre deglutisco cercando di ricordare quella volta che sono rimasto chiuso in ascensore con Micol, continuo a ripetermi nella mia testa di pensare a qualcosa di positivo e che non sono dentro un condotto dell'aria minuscolo, continuo a rimanere concentrato sul fatto che non posso tornare indietro ma che posso solo andare avanti fino a quando non vedo le grate e le apro di colpo, esco da quellinferno e l'aria nei miei polmoni inizia a mancare sempre più fino a quando il mio respiro si fa irregolare, sento la voce di Micol ovattata mentre mi prende la faccia fra le mani riesco solo a vedere la sua faccia ma non sento la sua voce, li leggo il labiale mentre cerca di tranquillizzarmi, chiudo gli occhi e cerco di calmarmi con scarsi risultati, le sue mani in contatto con la mia faccia mi fanno tornare con lo sguardo su di lei "dobbiamo farlo uscire da qua" con fatica metto le mie mani sulle sue spalle facendo pressione e squotendo la testa "parlagli di qualcos'altro Micol" lei torna con lo sguardo su di me  "mi sei mancato, cavolo tantissimo quei giorni hanno fatto schifo senza la tua presenza e non sopportavo di non vederti" deglitisce "non funziona mamma" lei mi guarda negli occhi "sono uscita con Rick perché credevo di dimenticarmi di te ma non esci dalla mia testa, lho baciato ma ho pensato solo a quanto avrei voluto che quelle labbra fossero le tue e a quanto fossi stato stupido a andartene" appoggio la testa contro la parete, inizia a contare e a dire di seguire il conto, lo faccio e con fatica riesco a calmarmi.
Appoggio la testa contro la sua spalla e chiudo gli occhi "tutto bene?" annuisco "se baci ancora quel coglione non si trova più una faccia e delle palle" sussurro mentre lei ride "si stai meglio" sono tutto sudato e sono stanco ma appena mi riprendo del tutto mi alzo in piedi, prendo la pistola che era finita accanto alla mia mano "ho la moto quindi non posso portare voi due, dovrete seguirmi in macchina" "siamo venuti con l'autista" alzo gli occhi al cielo "elencarmi i posti più vicini a qua che siano in città" "Andrew non lo so" sbuffo "la casa più vicina è quella di Liam" guardo Micol "non andrò a casa sua, col cazzo" "non eravate amici?" "non ora mamma" "mentre voi ragionate abbiamo più probabilità di essere scoperti e nel frattempo andrew ha dei documenti non suoi fra le mani e fra l'altro io e tuo padre ora dobbiamo concludere un accordo " "ti ho salvato il culo e lo sto continuando a fare e l'unica cosa a cui pensi è al contratto? " "non c'è l'hanno con noi giusto? noi andiamo a contrattare" mi volto verso Micol "non state dicendo sul serio " "cazzo dietro quella porta c'è un pezzo di merda fate un passo falso e siete nella merda" "noi andiamo, non ti preoccupare piccola ti chiamiamo appena questa storia finisce, portala via da qua" sbuffo rendendomi conto di non poter fare altro, gli uffici di white sono a troppi isolati e non posso permettermi di far entrare persone che non lavorano lì in quel palazzo "fanculo seguimi senza far rumore " apro la porta piano per poi passare dietro al muro cercando di non farmi vedere, Micol fa cadere qualcosa provocando così rumore, le guardie si voltano vedendoci, puntano le pistole contro di noi "cazzo, stai giù" prendo Micol per mano e corro con lei verso la moto, sale e si aggrappa a me mentre parto io più veloce che posso. 

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