Nella vita si hanno poche possibilità, e quando ti ritrovi a dover scegliere, dover scegliere il tuo futuro troppo presto, dover decidere cosa fare della tua vita, ma se non fosse solo la tua vita? se fra le mani avessi la vita di tre persone importanti per te che contano su di te? cosa faresti? e se ti dicessi che è tutto una merda e che non hai la piu pallida idea di che cazzo fare, a tredici anni non si può scegliere o almeno si può fare ma non si può garantire di aver fatto la scelta giusta, bene o male? quale dei due per poter andare avanti senza intoppi? e così io ho scelto, e la scelta che ho fatto è il male, mi pentirei di quella scelta se non fosse per il fatto che ho è giusta, per me è giusta per altri potrebbe sembrare strano ma sono convinto che se avessi scelto il bene ora sarebbe tutto molto peggio di come è ora.
Perciò quando ti trovi davanti due opzioni e sai che solo una di queste è quella giusta come si fa a capire quale scegliere? io non lho capito e mai lo capirò, molte volte ho pensato a tutte le mie scelte, a volte sbagliate ma che dovevo prendere per forza, quindi non dico che ora sono pentito ma dico che prima lo ero, prima di capire che sarebbe stato peggio, nonostante la mia vita va a puttane la mia scelta rimarrà sempre giusta per me, nonostante molti non approvano, e nonostante nessuno apparte chi ci è passato possa comprendere quello che sto facendo.
Davanti a questa banca con poche persone per via dell'ora mi sono ritrovato a chiedermi se questa è la scelta migliore che io possa fare, e quando scendo dall'auto entrando dalla porta principale e alzando il cappuccio capisco, capisco che nella vita le decisioni che prendi possono avere due possibilità, o ti rovinano la vita o sei fortunato e con una botta di culo riesci a scappare senza farti prendere.
Ma io non sono mai stato fortunato e non ho mai avuto botte di culo.
Estraggo la pistola assieme agli altri rapinatori, la punto contro la banchiera che tira fuori i soldi e li infila nel borsone.
E dentro di me prego, prego che non vadi tutto a puttane.
Ma la mia vita non è mai stata una normale e serena vita senza intoppi perciò quando la banchiera preme il pulsante di emergenza capisco di essere fottuto, capisco che da qui a poco arriva la polizia e realizzo troppo tardi quando la polizia è qua davanti e io mi ritrovo a correre con un borsone nero in mano, corro sapendo che quei bastardi hanno i soldi e sono scappati senza aspettarmi in quella fottuta macchina lasciando me a piedi con una fottuta pattuglia della polizia a rincorrermi.
Speravo che andasse tutto bene ma la speranza non ha mai fatto parte di me né io di lei.
Uno sparo squarcia quel silenzio che era invaso solo dal rumore delle sirene e mi colpisce.
vorrei fermarmi per il dolore lancinante che provo ma so che se io mi fermo andrà molto peggio di un proiettile nel fianco.
Fermo un tizio sopra a un auto e lo faccio scendere mentre parto a una velocità troppo elevata persino per me, una fitta al fianco mi fa sbandare ma continuo a accelerare cercando di non farmi prendere.
Una volante della polizia affianca la mia auto e esce un poliziotto dal finestrino sparando un colpo, mi colpisce alla spalla.
Ho sempre odiato usare le armi, ma ho dovuto imparare per difendermi, punto la pistola contro la gomma dell'auto che sbanda rimanendo indietro e lasciando altre auto della polizia dietro di me.
Sto sudando freddo, perché ho due pallottole nel corpo e ho poche possibilità di uscirne senza essere preso.
Cerco il telefono mentre guardo la strada cercando di non mandare ancora di più questa serata a puttane, accendo il telefono e compongo il numero di Daniel "ei, non vorrei mettere ansia ma non sta andando come speravo" "che cazzo, Andrew perché le sirene in sottofondo?"
"altra questione, non ho molto tempo, non è che ti ricordi dov'è l'auto di white?" "non pensarci cazzo, white ti ammazza e probabilmente è troppo lontano da dove sei tu ora"
"ci sentiamo Daniel, non andare in ansia e fumati una canna" metto giù perché ho il telefono quasi scarico e questa sera la fortuna non è dalla mia parte perché la benzina sta per finire e non posso farmi prendere perciò comincio a sparare cercando di uscire da questa cazzo di auto con meno poliziotti possibili che mi inseguono.
Svolto in un vicolo e scendo dalla macchina, sento le auto della polizia fermarsi e i passi dei poliziotti dietro di me, sto perdendo troppo sangue e faccio fatica a correre per via della pallottola nel fianco, mi accascio dietro un cassonetto nascondendomi.
I poliziotti a pochi metri da me continuano a cercarmi e quando sono sicuro che sono andati via mi alzo zoppicando mentre cerco qualche persona per chiedere un cellulare "scusi, può prestarmi il telefono, il mio è scarico e ho bisogno di fare una chiamata" "usi le cabine" "fanculo" entro nella cabina che mi ha indicato quella signora e inserisco i soldi, mi appoggio alla parete e digito il numero di white, mi odierà quando capirà che sono io alle tre passate "pronto" "white" "chi parla"
"sono Andrew, ho la polizia che mi cerca e due pallottole in corpo sono senza macchina e ho bisogno che uno dei suoi fottuti uomini mi passi a prendere, i soldi li ho ma lei mi deve passare a prendere prima che muoia dissanguato in una cazzo di cabina telefonica " " Daniel?" " in questo momento pensi a me che mi dissanguo e che ho I suoi soldi, si muova prima che la polizia mi trovi e riprenda i soldi " " aspetta dove s-" non sento più niente perché cade la linea e prima che richiami mi rendo conto di dover uscire e di dover trovare un'altro modo per trovare white, abita in una villa enorme nel north side, e sarebbe tutto molto facile se non fosse che non riuscirò mai a arrivare là, è dall'altra parte di Los Angeles e non sono in grado di arrivare là senza essere preso, in poche parole sono nella merda.
Esco da questa fottuta cabina e mi nascondo dentro il bagno della metropolitana, il prossimo treno passa fra mezz'ora e io aspetterò qua fino a quando non arriva il prossimo treno.
Premo della carta sul fianco cercando di dar fermare il sangue, e mi ritrovo a urlare in un cesso per il dolore, la pallottola nella spalla fa meno male, non so se per il fatto che sono concentrato sulla seconda o per il fatto che il proiettile è meno in profondità.
E mentre premo sul fianco mi ritrovo a riflettere, Sono dinuovo per l'ennesima volta davanti a due scelte, la prima è quella di restare in questo cesso sporco aspettando il prossimo treno e cercando di non morire dissanguato e camminare verso l'ufficio di white, o la seconda consegnarmi alla polizia che mi manderà in ospedale e poi direttamente in riformatorio peggiorando così la mia condanna.
Peccato che se io mi consegnassi non sarei io, non mi farei mai prendere di proposito, e non ho mai pensato a questa opzione e mai penserò di consegnarmi.
Mi alzo me ne frego se sono tutto sudato e pieno di sangue, fermo una ragazza che mi fissa spaventata "non ti voglio fare niente, voglio solo sapere se sai che ore sono" annuisce "quasi le quattro" annuisco anche io e nel frattempo dei poliziotti compaiono da dietro le colonne "porca puttana" salgo velocemente sul treno e mi abbasso dietro i sedili nonostante il male al fianco e alla spalla, cerco di guardare ma vedo solo i poliziotti entrare nel bagno io mi accascio al sedile mentre una signora mi fissa sconvolta e il treno parte non appena le porte si chiudono mi siedo su un sedile,tiro un sospiro di sollievo, sono stanco e senza forze, in questo momento vorrei solo dormire ma non posso permettermelo.
Quando il treno si ferma scendo e cammino piano verso l'uscita, non c'è nessuno per via dell'ora e nemmeno delle macchine da poter fregare, penso al posto più vicino in cui potrei nascondermi ma non me ne viene in mente nemmeno uno.
Se ora andassi in ospedale chiamerebbero la polizia e vorrei davvero fermarmi e dormire fino a quando non mi troverà qualcuno ma sicuramente chiamerebbe la polizia non è un opzione che voglio valutare, vorrei pensare a qualsiasi posto che non sia l'ufficio di white mi possa aiutare, ma sono senza forze e il dolore al fianco si fa sempre più fitto, sto lasciando tracce del mio sangue ovunque e questo non aiuta a concentrarmi.
I miei professori mi hanno sempre definito un ragazzo intelligente con potenziale ma si sono resi conto che ero una causa persa, quando mia madre andava ai colloqui tutti i professori la tenevano dentro ore per spiegare quanto suo figlio fosse diverso da sua sorella e quanto fosse un ragazzino indisciplinato e maleducato, che non andava bene il comportamento e che avrei potuto fare di più, gli dicevano sempre le stesse cose, e ogni santa volta mia madre usciva incazzata, mia sorella scuoteva la testa e cercava di distrarla dicendo quanto fosse andato bene il suo colloquio, ma ogni volta lei cambiava discorso e urlava, diceva che ero un ingrato e che lei non si meritava tutto quello, così finivo per annuire e tornare a casa stando zitto perché le sue parole le sapevo a memoria e perché se avessi aperto bocca sarei scoppiato, le ripeteva in continuazione dopo una mia cazzata o dopo un mio colloquio, arrivando a casa raccontava tutto a michael che sfogava la sua rabbia tirandomi pugni e calci, finivo sempre per stare zitto e tornare in camera mia dove Sam arrivava con il ghiaccio e una sigaretta in mano, mi chiedeva cosa avevo combinato e si metteva a ridere per ogni cazzata che facevo, la sua risata la amavo era l'unica cosa che amavo in mezzo a tutta quella merda.
Mi faceva tornare il sorriso e mi faceva pensare solo a lei e non al fatto che mia madre mi urlava quelle cose che sapevo di meritare o che michael mi menava.
Ero abituato a tutto quello perché era come una fottuta giostra, girava ogni volta, in continuazione senza fermarsi e ripeteva lo stesso giro ogni volta,una fottuta routine a cui io mi ero abituato fin troppo bene.
Mi appoggio al muro e entro nel palazzo, la ragazza della reception mi fissa e quando gli dico che cerco white lei mi risponde che è tardi e che è tornato a casa "voglio la chiave dell'ufficio, devo lasciargli una cosa urgente" "può darla a me e gliela darò domani mattina" "devo lasciarla nell'ufficio quindi mi dia la chiave" "non posso dargliela" "dammi quella cazzo di chiave" "mi spiace non sono autorizzata" sbuffo e salgo le scale appoggiato al corrimano mentre quella ragazza urla cose come il fatto che io non possa salire senza un appuntamento, alzo il medio e mi fermo davanti alla porta del suo ufficio, prendo la pistola sparo alla serratura entrando, l'ufficio è vuoto, chiudo la porta e appoggio la borsa alla scrivania.
Mi appoggio al muro e premo sulla ferita, ma ormai troppo stanco chiudo gli occhi, qua non mi cercherà nessuno, white è un pezzo grosso e la polizia non ha il coraggio di scontrarsi con uno come lui.
Continuo a premere sulla ferita prima di addormentarmi in quel ufficio.
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nel modo in cui brillano le stelle
ChickLitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...