Capitolo 64

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Pov Micol
Ho pensato spesso a noi due in questi giorni, ho pensato a lui perennemente e non sono riuscita a togliermelo dalla testa, nonostante  mi abbia detto di smettere di pensarlo non lho fatto, non ci sono riuscita.
Sono stata tentata molte volte di scrivergli un messaggio e chiamarlo e sono stata tanto tempo a fissare la scritta 'online' sullo schermo del mio telefono eppure non mi ha scritto, chiamata, non è venuto sotto all'albero, e io come una stupida sono stata a piangere nella mia stanza davanti a quel pupazzo che mi ricordava lui, e anche quando piangevo non potevo non pensare a come si sentisse lui, se anche lui provava il mio dolore nonostante il fatto che non siamo mai stati niente, per lui magari non lo siamo stati ma per me era qualcosa o almeno si stava creando, con il passare delle ore chiusa in quella stanza non ho fatto altro che frenare l'impulso di correre da lui e dirgli che non mi interessa di quello che pensa che io voglio ancora I suoi baci e voglio che lui si arrampichi su quel maledetto albero.
Maggie dice che non devo piangere perché probabilmente sarà solo un periodo e che il mio buon umore non deve andarsene per questo, ho cercato di tirarmi su il morale ma proprio non ce l'ho fatta, pensare che lui non salirà da quella finestra mi fa stringere il cuore e mi fa smettere di sorridere.
Scendo le scale e mi infilo la giacca per poi uscire da questa casa, entro nella pasticceria dove maggie e Amanda mi aspettano, mi sorridono e io mi siedo al loro tavolo "come va?" "tutto bene" "che volevate dirmi?" "stanotte ci sarà una festa e tu devi toglierti dalla testa Andrew quindi tu verrai con noi" "non mi va, magari un'altra volta" "non ti abbiamo detto che potevi scegliere, sei obbligata a venire e visto che in casa tua non hai niente di carino andremo da am che ha un armadio pieno e tantissimi trucchi, ci prepariamo e andiamo a divertirci quindi non obbiettare" sbuffo perché non ho proprio voglia di andarci.
                                 ~
"L'azzurro ti sta bene ma secondo me questo verde ti sta meglio" guardo Amanda che ha in mano troppi vestiti per i miei gusti, me ne ha fatti provare almeno una trentina "andiamo sul semplice, mettiti questo nero e questi tacchi" "il nero era per te" "allora metti questo bianco e tu questo qua blu" "e tu questo nero" le fisso mentre parlano fra di loro fregandosene del mio parere, mi lancia una giacca di pelle che mi fa ricordare lui e quasi non vado a sbattere contro la scrivania quando mi rendo conto che di là c'è camera sua "emh, vado un'attimo in bagno" loro annuiscono e invece di andare in bagno apro quella porta, il suo profumo è in tutta la stanza.
Camera sua è stranamente ordinata probabilmente perché l'ha messa in ordine sua madre, chiudo la porta e mi guardo intorno, sulla scrivania c'è una cartellina nera e forse invado la sua privacy ma non lo verrà mai a scoprire, la prendo in mano mentre mi siedo sul letto, dei fogli spuntano dalla cartellina e ne prendo uno in mano,è un disegno fatto benissimo, sapevo che Andrew disegnava ma non credevo così bene, ne prendo un'altro in mano e continuo a guardarli tutti fino a quando uno in particolare non mi colpisce, lo guardo bene e per poco non mi strozzo con la saliva quando noto che è un mio ritratto, è disegnato nei minimi particolari ed è un pó stropicciato all'angolo, i miei occhi si fanno lucidi quando mi rendo conto che ha disegnato me, chiudo la cartellina e la rimetto al suo posto cercando di riprendermi, mi guardo attorno e apro il suo armadio, ho visto davvero poco di questa camera, ci sono stata poche volte e la maggior parte del tempo ero impegnata a ammirare il proprietario della stanza, e non mi sono mai fermata a guardarla bene.
"Mic, sei qua?" am apre di scatto la porta beccandomi con la faccia immersa in una felpa che ha il suo profumo, sospira e si siede sul letto, così come maggie appena ci trova qua "se Andrew ti vede che guardi fra le sue cose non sarebbe molto felice" "quando mai è felice?" "come darti torto" "ho visto i suoi disegni, è molto bravo" "quali hai visto?" "quelli nella cartellina nera" "sono quelli pensati, i più belli li fa nel quaderno, quelli non pensati" "in che senso?" guardo maggie alzarsi mentre am la guarda "nel senso che Andrew i disegni a cui tiene di più li mete nella cartellina mentre quelli fatti a caso ma che vengono bene nel quaderno sotto al letto" "in realtà non li mette andrew là, fosse per lui sarebbero tutti sparsi da qualche parte" "è bravo perché non li tiene bene?" "ha smesso di dare peso ai suoi disegni anni fa, ma a me piacciono troppo e sarebbero sprecati nel cestino della sua camera perciò li metto nella cartellina tanto non è mai a casa e non li vede" maggie apre il quaderno e si siede affianco a me "come sapete tutte queste cose? a me non racconta niente" "non lo fa perché non tiene a te ma perché è riservato, pensi che questo ce lo abbia detto lui?" "Daniel e lui sembrano molto uniti fra loro parlano" "sono uguali loro due, hanno lo stesso carattere e si conoscono da tutta una vita, non c'è bisogno che parlano perché l'altro capisce, hanno passato molte cose assieme, andrew e lui  non hanno un legame di amicizia è più come un fratello per lui" "ma am è  sua gemella perché non ti parla?" lei fa un sorriso che non sembra molto vero "Drew c'è sempre per me, ma non ama raccontare i fatti suoi non perché non mi vuole bene, non ha mai raccontato nulla a nessuno e se non mi racconta le cose è per proteggermi" "posso fare un'altra domanda? puoi non rispondere" lei annuisce e io la guardo, la mia curiosità mi fa parlare "le poche volte che ho dormito qua drew e vostra madre litigavano sempre, come mai?" "non vanno d'accordo da anni" "perché?" "opinioni diverse?" "Drew è un pó difficile e mia madre è testarda ma non più di drew quindi se litigano è normale" annuisco "andiamo o facciamo tardi alla festa" annuiamo e usciamo di casa per andare a una festa a cui non volevo partecipare ma appena arrivo là e noto andrew in un'angolo a fumare con Daniel mi rendo conto che forse non è stata una cattiva idea , non lo vedo da tempo e a me è sembrato infinito.
"Non sapevo fosse qua scusa"
"ma che dici è meglio, sai che con questo vestito lo farai impazzire? vai a ballare con qualcuno e ti assicuro che i suoi occhi non si scolleranno più da te, ci vediamo bellezza" guardo maggie disorientata mentre mi lascia un bicchiere rosso fra le mani,ne bevo un sorso e strizzo gli occhi quando mi rendo conto che il sapore fa schifo, un ragazzo biondo mi si avvicina e inizia a ballare con me, normalmente non lo farei ma voglio dimenticarmi di drew proprio come lui mi ha detto, il ragazzo mi mette le mani sui fianchi e dopo un pó di tempo che balliamo mi accompagna in cucina "hai sete?" solo adesso mi rendo conto che il bicchiere fra le mie mani è ormai vuoto, annuisco e lui mi sorride passandomi un bicchiere "allora come ti chiami?" "Micol tu?" "Rick" annuisco e bevo il contenuto del mio bicchiere
"ti piace?"  scuoto la testa "non tanto" mi passa il suo bicchiere "prova questo" lo assaggio e nonostante mi bruci la gola mi piace di più dell'altro "questo è più buono" sorride e devo dire che il suo sorriso è davvero molto bello, l'aria di tranquillità intorno a noi due viene spezzata da Daniel che entra in cucina e mi nota,mi saluta urlando per via della musica e mi abbraccia, quando si stacca guarda Rick "ciao Rick non mi sei mancato per niente" "dove hai lasciato il tuo amico stronzo?" "non credo che tu voglia che io lo chiami qua perché se ti vede con Micol la tua faccia sparisce dalla terra, a me piacerebbe molto ma non penso ti convenga" guardo quei due prendersi a parole e non posso fare a meno di notare quanto Daniel sia arrabbiato con lui "comunque ho altro da fare e non ho voglia di vedere la tua faccia, spero che Andrew ti trovi almeno ti fa il culo ci si vede pezzo di merda, mic se hai bisogno chiama e non stare con lui non è come sembra" annuisco nonostante non capisca perché non dovrei stare con lui, è dolce e a differenza di drew è un bravo ragazzo, mi piace stare con lui quindi non mi importa delle parole di Daniel e continuo a parlare con lui "come conosci quello stronzo di Daniel?" "è mio amico, lo conosco grazie a drew, tu?" "vecchia storia non sono io che te la devo raccontare, piuttosto chiedi ai tuoi amici" prendo un'altro bicchiere e forse dovrei smettere perché non reggo bene l'alcool ma mi ricordo che so badare bene a me stessa e che se per una sera bevo un pó non succede niente "vieni con me? vado a fumare andiamo fuori" "oh no grazie, sto qua a ballare magari ci vediamo dopo" "dai vieni con me si sta meglio fuori" insiste, e vorrei ripetere che non mi va ma sono troppo timida e quindi esco, lui si siede sulle scale e io accanto a lui "finisco questa e torniamo dentro ok?" annuisco "da quanto fumi?" "un pó" annuisco e non so cosa dire quindi mi alzo in piedi "fuori fa un pó freddo torno dentro" lui annuisce e io entro dentro,salgo le scale e cerco il bagno ma non lo trovo così apro una porta a caso ma due ragazzi mi urlano di chiudere "scusate" rispondo dispiaciuta e imbarazzata in mezzo a tutto questo casino trovo il bagno infondo al corridoio ma solo ora noto la fila, sbuffo e mi appoggio al muro per aspettare.
Un profumo familiare mi invade le narici e lo potrei riconoscere ovunque, Andrew è due persone più avanti di me, lo guardo perché forse sono brilla ma lui diventa sempre più bello ogni volta che lo vedo, ha una ragazza affianco a lui che le sta appiccicata, lui se la scrolla di dosso contrariato e lei gira i tacchi poco dopo, la guardo male e non è una cosa che faccio ma non ho resistito, non mi piace che lui sia con altre.
Mette il tabacco su una cosa che credo sia un cartina e la lecca, si gira forse perché si sente osservato e mi guarda mentre si gira la sigaretta fra le dita, la sua faccia sembra stupita ma mi rendo conto che è impossibile dato che a andrew niente stupisce, arrossisco quando guarda il vestito, la porta del bagno si apre e non resisto così supero la fila e corro dentro, non lho mai fatto se non con drew al cinema, e non lho fatto perché me lo ha insegnato lui ma perché non sopportavo più i suoi occhi su di me, appena finisco di sistemarmi il lucidalabbra esco ma mi rendo conto che appoggiato al muro c'è solo drew in tutta la sua bellezza, indossa la sua camicia nera sbottonata facendo intravedere gli addominali e dei jeans strappati "ti ho insegnato bene" "cosa?" mi maledico quando mi rendo conto che gli ho parlato, mi ero ripromessa di non farlo più "ho detto che ti ho insegnato bene, hai superato la fila" "mi scappava e comunque non è una cosa di cui andare fieri" alza le spalle mentre fa un tiro dalla sigaretta "stammi lontano" cammino verso le scale dandogli le spalle ma prima che scenda la sua presa sul mio polso mi fa tornare indietro, il suo viso fra il mio collo e le sue mani sul mio bacino, sono di spalle e non può vedere quanto io sia arrostita, si avvicina al mio orecchio "questo vestito ti sta da dio" sussurra, sorriderei se non fosse che sono ancora arrabbiata con lui, ma non sono abituata ai suoi complimenti così mi mostro indifferente nonostante io dentro stia impazzendo "e mi piace quando arrossisci quindi non nasconderti" sospiro cercando di mantenere il controllo, mi stacco e scendo velocemente le scale cercando le mie amiche, ma sono entrambe ubriache e si stanno divertendo, non voglio rovinargli la serata così esco intenzionata a andare a piedi ma poco dopo trovo Rick sul marciapiede e lui mi sorride "vai già via?" annuisco
"a piedi? è sera" "casa mia è vicina non ci vuole molto" "ti accompagno io, ho la macchina" "non è necessario tranquillo" "insisto, non mi perdonerei mai di lasciare una ragazza da sola di notte" sospiro ma alla fine cedo salendo nella sua auto, gli lascio il mio indirizzo e lungo tutto il tragitto in macchina l'unica cosa che facciamo è stare in silenzio e guardare fuori, non c'è la solita radio con musica rock orribile in sottofondo e non avrei mai pensato di dire che un pó quella sua musica orrenda mi manca, parcheggia davanti casa mia e mi sorride, questo ragazzo è davvero molto allegro e fa strano forse perché drew non sorride mai "allora ci vediamo?" io annuisco e lui continua a sorridere "che ne dici se mi dai il tuo numero? ci teniamo in contatto" "emh, si d'accordo" scrivo il mio numero sopra un foglietto per poi salutarlo con la mano e uscire dalla macchina,lui resta sul vialetto fino a quando non mi vede entrare in casa e forse è una cosa tenera ma l'unica cosa a cui io riesco a pensare è che drew l'unica cosa che faceva era andarsene e tornare alle tre.
Perché tutto si riduce a lui? perché ogni mio pensiero finisce sempre su drew? salgo le scale di casa per poi togliermi le scarpe e lanciarmi sul letto, mando un messaggio a maggie e am infilando il pigiama subito dopo.
Non sono mai stata una a cui piacevano le feste, a dire il vero non sono mai stata a tante feste, mi stucco e mi stendo sul letto accendendo il televisore mettendo un canale a caso, fisso assorta lo schermo fino a quando la vibrazione del mio telefono non mi distrae, lo accendo e un guardo il messaggio di un numero sconosciuto "ei bellissima sono Rick Il ragazzo che ti ha accompagnato a casa" guardo quel messaggio e sorrido perché quel ragazzo è davvero molto dolce rispondo "ehi Rick ciao" andiamo avanti a scriverci per quasi tutta la notte raccontandoci ogni cosa, ogni volta che mi arriva un suo messaggio mi viene da sorridere ma non è quella felicità che provo quando vedo andrew,ancora una volta i miei pensieri sono rivolti a lui, scuoto la testa continuando a scrivere con Rick.
                                  *
Manca molto poco a natale e dato che né io né mia zia abbiamo addobbato la casa, abbiamo deciso io e mia mamma di andare oggi,abbiamo guardato in giro ma non c'è niente di bello nei negozi "che ne dici se andiamo ai mercatini si trovano tante cose belle là" "nel Southside?" annuisce "Drew dice che due ragazze non dovrebbero andarci da sole" "allora chiama Andrew" "non è così semplice" "Andrew vive qua da sempre e sa tutto di questo posto ma noi stiamo andando solo a comprare addobbi natalizi non c'è niente di male" io annuisco ma ho sempre quel timore perché solo con andrew mi sento sicura.
Appena arriviamo mia mamma si guarda intorno e nonostante il quartiere in cui siamo finite ci sono davvero degli addobbi bellissimi, ci avviciniamo a una bancarella e prendiamo in mano un festone rosso, mia mamma sorride e prende un mano un sacco di cose per poi pagarle, andiamo verso una stradina stretta e non c'è molta gente
" è meglio se andiamo in posti
affollati" "non preoccuparti" una voce ci interrompe "voi due datemi i vostri portafogli" un tizio ci punta il coltellino contro, una lacrima mi bagna la guancia e il più in fretta possibile premo il numero d'emergenza di drew, gli diciamo che non li abbiamo e lui fa una risata amara, mia mamma lo guarda e gli urla contro che se non va via chiama la polizia, lui continua a ridere "credi davvero che la polizia passi da qua? una macchina della polizia in questo quartiere la bruciano" le parole di drew mi vengono in mente 'se vieni in questo quartiere non vestirti così' sospiro perché so che ha capito che noi due veniamo dal Northside e che quindi I soldi li abbiamo, prendo il portafoglio in mano ma prima che io possa farlo una voce familiare urla "Connor,cazzo fai?" "delle puttanelle del Northside non mi danno il portafoglio" " di a white che ciò pensato io vai via" lui corre via e una domanda mi sorge spontanea, chi è white? lui ci guarda con sopracciglia aggrottate "che cazzo ci fate qua da sole" non rispondo così lo fa mia mamma " volevamo gli addobbi natalizi ma nei negozi non c'era niente di bello quindi abbiamo pensato di venire a vedere le bancarelle" drew alza gli occhi al cielo "vendono addobbi del cazzo qua, se ne volete di belli dovete andare dietro casa mia" mia mamma sorride "vabene, è stato un piacere Andrew ora puoi andare " " se possibile dietro casa mia è peggio che qua, vi porto io non voglio persone traumatizzate sulla coscienza" lo guardo e solo adesso vedo la sua faccia stanca, e i capelli scompigliati, forse lo abbiamo svegliato, non pronuncio una parola mi limito solo a guardarlo perché dopo ieri sera non ho il coraggio di parlare, mia madre annuisce alla sua affermazione "potremmo prenderli anche per casa tua magari ti aiutiamo a fare l'albero" "no grazie" "lo hai già fatto?" domanda mia madre "no" "allora possiamo prendere le palline natalizie e i fest-" "non c'è bisogno" si ferma a salutare qualcuno per strada "come sta Charlotte?" non volevo pronunciare una parola ma sono troppo curiosa "sta bene" risponde e si sente dalla voce che non vorrebbe parlare, si ferma davanti a una bancarella e si appoggia al muro "andate a cercare i vostri addobbi" si accende una sigaretta e ci guarda mentre cerchiamo le palline, diamo le palline alla signora davanti a noi che le mette in una busta e ci dice quanto dobbiamo pagare "non è troppo per le palline?" "siete del Northside avete soldi da spendere" mia mamma si arrabbia e inizia a discutere con la signora, andrew si avvicina tranquillamente e prende le palline per poi tirare fuori i soldi e darglieli alla signora "non cagare il cazzo con delle palline di merda" "andrew cosa dici?" "prenditi i soldi e smettila di alzare il prezzo" "se lo possono permettere, che c'è sei del Northside ora?" "no ma se ti dico che a loro due non devi alzare il prezzo tu lo fai, agli altri alzalo quanto vuoi" "sam amava questa bancarella,veniva sempre qua quindi lo faccio per lei e perché ti devo un favore" "non parlare di lei" "come ti pare stronzo" mi prende per il polso e mi trascina via, mia madre ci segue "abbiamo preso tutto possiamo andare" "se state ingiro fra venti minuti vi beccate una pallottola, questo quartiere è una merda ora dobbiamo andare a casa di mia madre" "non c'è bisogno drew davvero non preoccuparti" lo dico perché so che non ha piacere a entrare in quella casa, lui sbuffa e spegne la sigaretta "state affianco a me e non muovetevi" noi due annuiamo e quando arriviamo davanti al palazzo saliamo "attente ai vetri rotti" "che schifo" mi giro verso mia madre "vivi qua?" "cazzo non c'è di che ti sto solo evitando una pallottola" mia madre si guarda attorno schifata, arrivati davanti alla porta lui sospira e entra in casa "sedetevi là" io annuisco e faccio come dice, va in camera di am e poco dopo si sente un urlo, mia madre mi guarda stranita, io sorrido perché probabilmente am non vedeva drew da un pó "cazzo mi sei mancato, che ci fai qua? stai bene? sei ubriaco?" "no cazzo" vengono in sala e am corre verso di me abbracciandomi "perché voi due siete assieme?" Andrew sbuffa "la mamma" "torna fra poco" "cazzo" "penserà che vieni a natale, oh signora è un piacere rivederla come sta?" "tutto bene, passavamo per gli addobbi" "che ore sono?" "luna del pomeriggio, le ho fatte salire qua apposta" "si emh, vuole qualcosa da bere o mangiare?" "sono a posto così grazie" riderei per la scarsa capacità di drew nell'accogliere le persone ma non lo faccio, sono occupata a vederlo mente si accende un'altra sigaretta, le sue nocche distrutte attirano la mia attenzione, un rumore acuto fa sobbalzare me e mia madre "tranquille è solo uno sparo" io e mia madre la guardiamo stupite "non dovete avere paura c'è andrew" "la cosa non mi rassicura" io mi  tranquillizzo a quelle parole "mamma tranquilla, Andrew non farà niente per farci sparare" lei annuisce "fatemi vedere i vostri addobbi" io guardo il loro albero "il tuo è molto bello" lei sorride "grazie" Andrew sbadiglia e si siede sulla sedia stanco "Drew camera tua è ancora di là, se hai sonno vai" scuote la testa "non ho sonno" "non sembra" "guarda gli addobbi am" lei annuisce e guarda i nostri addobbi "questi sono bellissimi" "sono d'accordo ma mi piacciono di  più le palline" "Andrew, I soldi?" "mh?" "hai pagato le nostre palline ti ridò i soldi" "tienili tu" si passa una mano fra i capelli e sospira, ha bisogno di quei soldi e io no, gli appoggio I soldi sul tavolo "ragazzina metti i soldi in tasca" "no, prendili" li prende e si mette davanti a me "questi sono tuoi non ho bisogno di carità" apre la mia mano e li mette sopra, annuisco "qua dentro non c'è il riscaldamento? sto morendo di freddo" Andrew alza gli occhi al cielo, prende la sua giacca di pelle e la passa a mia madre "se non ti fossi vestita con una gonna e una camicia a dicembre magari non sentiresti freddo" "qua a Los Angeles non dovrebbe fare freddo e poi tu hai un pantalone della tuta e una canotta" "mi avete chiamato mentre Connor vi puntava un coltellino che dovevo fare scegliere accuratamente come vestirmi? perché se lo avrei fatto i vostri portafogli non li vedete piu" mia madre sbuffa e Amanda si siede affianco a me "noi dovremmo fare discorsi da donna vai in camera tua almeno chiudi gli occhi che sembra tu stia dormendo in piedi, appena è ora di andare ti chiamiamo" lui sbuffa
"I discorsi da donna non li puoi rimandare?" "no e non provare a chiamare Liam" "non lo sento da quella sera non lo chiamo" lei lo guarda "dovresti chiamarlo" "non lo farò" "se avete bisogno urlate" apre la porta di camera sue e si chiude dentro, guardo am "non avevo discorsi da donna da fare ma volevo che dormisse un pó" io annuisco perché in effetti sembrava che non dormisse bene da un pó di tempo
"am, sono a casa" urla sua madre appena entra, ci guarda interrogativa ma poi ci sorride "ciao mamma Micol è passata a trovarmi perché era andata a comprare gli addobbi e lei è sua mamma" "oh, salve" "piacere" "emh, vado a mettermi qualcosa di più decente aspettate" va in camera sua e io mi volto verso loro due
"non dite che Andrew è qua, se lo deve scoprire sarà perché lo vedrà con i suoi occhi" io e mia mamma annuiamo e quando poco dopo lei torna noi facciamo finta di niente "vi posso offrire qualcosa?" guarda meglio mia madre "quella non è la giacca di drew?" "era in camera sua, e lei aveva freddo quindi gli ho dato quella" lei annuisce per poi passarci un bicchiere di the, parliamo per un pó fino a quando sentiamo un cellulare squillare "ma porca puttana" la madre di am e drew si volta verso di lei "c'è andrew" si alza "ma che dici no" lei la guarda stranita per poi tornare a parlare con noi, pochi minuti dopo dei passi rimbomba o per l'appartamento e sua madre si alza in piedi "no cazzo dovevo venire stasera ora non posso" si ferma quando nota sua madre in salone, mette giù la chiamata e la guarda "cazzo" borbotta "oh santo cielo drew" lei gli corre in contro e lo abbrsccia, lui rimane  immobile e non ricambia, non è uno che ama gli abbracci ma credo che sua madre aveva bisogno di farlo, la sposta e viene verso mia madre "mi serve la giacca" "te ne vai? non sei venuto per restare?" "non sarei nemmeno venuto se fosse stato per me" "è natale Andrew" "non cominciare con questa storia" "almeno resta a cena, mi mancano le cene assieme" "ah quindi ti manca parlare di scuola?" "come va?" Andrew fa una risata amara "wow ti sei superata sono passati due minuti e non lo avevi ancora chiesto" "sono tua madre è normale che io voglia saperlo" "andiamo vi accompagno a casa" "Andrew, resta a cena" "non posso devo accompagnarle a casa, ciao" Amanda di avvicina a lui e lo abbraccia, lei gli sussurra qualcosa e lui sospira "se non siamo di disturbo noi restiamo a cena" risponde mia mamma "ma certo" am continua a sussurrare a drew e lui sbuffa "restiamo ma dopo cena ce ne andiamo" Amanda salta dalla gioia e sua madre sorride, corre in cucina e inizia a preparare qualcosa, io guardo andrew che non sembra tranquillo, si guarda attorno e si accende una sigaretta "hai dormito? " scuote la testa "no" "puoi tornare in camera se vuoi" "non dormirei comunque" "tutto bene? " lui sospira e annuisce, non credo che dica la verità ma me lo tengo per me "Andrew fai sentire a loro agio gli ospiti mostrargli la casa" lui guarda un punto fisso "e non fumare in casa" aspira il fumo  e ci fa cenno di seguirlo nonostante io conosca la casa, ci porta in corridoio e apre camera di am "questa è camera di am" mia madre entra e si guarda intorno "chi è la ragazza nelle foto?" Drew non risponde "non ne ho idea, questo è il bagno e questa camera di mia madre" poi si volta e apre camera sua "questa è la mia, fine" torna in sala per poi aprire la finestra e continuare a fumare "non ti fa bene fumare" "glielo dico anche io ma non mi ascolta" lui alza gli occhi al cielo
"i tuoi polmoni ne risentiranno"
"è inutile che ci provi, non smetterà di fumare" am si siede affianco a noi
"ci provo da sempre ma drew ha la testa dura" "parliamo di qualcosa che non sono io grazie" lo guardo, non gli è mai piaciuto avere l'attenzione su di sé, vorrei dirgli che le mie attenzioni sono sempre su di lui e che non faccio altro che pensarlo "è pronto" ci sediamo a tavola mentre andrew fissa la sedia dove mia madre si è seduta, la guarda bene per poi sospirare e sedersi "buon appetito" "ho fatto il tuo piatto preferito" Andrew guarda sua madre e forse ci prova a sorridere ma finisce per fare una smorfia, lo guardo perplesso, il suo pasto preferito non era hamburger e patatine? "mamma era il piatto preferito di Sam, quello di drew è hamburger e patatine" risponde am,guardo Andrew stringere i pugni e non capisco perché "oh, hai ragione" a tavola cala il silenzio e l'unico suono che si sente è il rumore della forchetta "molto buona signora Jones" lei sorride, Amanda lo guarda ma lui fissa il piatto senza nemmeno alzare lo sguardo, vorrei tanto sapere cosa gli passa per la testa e vorrei che lui mi permettesse di entrare nel suo cuore ma mi ricordo che abbiamo litigato e che devi smetterla "la tua moto è qua" "lo so" il loro scambio di parole dura poco e forse è perché andrew non ha voglia di parlare o perché non ha niente da dirgli "come va la scuola" lui non risponde così am sorride "molto bene, ho preso un ottimo voto in scienze" risponde alla domanda nonostante non era diretta a lei "sono molto contenta" "e tu Micol?" "amo andare a scuola e vado abbastanza bene" "hai già idee per il College?" "ha solo sedici anni mamma" "medicina" Andrew risponde per me, forse perché mi ha vista in imbarazzo "vuole studiare medicina" "non me lo hai mai detto" "non lo sapeva nessuno" le mie guance si tingono di rosso e per la prima volta Andrew alza lo sguardo da quel piatto ancora pieno, mi guarda dritto negli occhi "lo sapeva solo drew ed è solo un idea" "non vorresti andare nell'azienda di famiglia" io scuoto la testa "no mamma, non ha mai fatto per me e poi io amo la scienza e ho fatto pratica in medicina" "ah si e con chi" "con drew" lui torna a guardarmi senza staccare gli occhi dai miei e tutto quel contatto visivo non mi mette a disagio ma mi fa sentire al sicuro come se io e lui fossimo da soli in questa stanza e vorremmo entrambi fosse così perché nessuno dei due ama stare al centro dell'attenzione e perché anche se io e lui siamo un enorme casino insieme e non facciamo altro che litigare siamo sempre noi due e io con lui sto bene, am si schiarisce la voce e i suoi bellissimi occhi tornano a guardare il piatto "si è fatto tardi e io devo andare, vi accompagno a casa" "posso pensarci io, se devi andare vai" risponde sua madre, lui aggrotta le sopracciglia "accompagni anche me? devo andare da Liam" lui annuisce "la accompagno io" "non eri in ritardo" "no in perfetto orario" "quindi ci vieni a natale?" "sai già la risposta" "alla vigilia?" "ciao mà" esce dalla porta e am gli dà un bacio sulla guancia mentre io e mia madre la salutiamo gentilmente ringraziandola per la cena.
Saliamo in macchina e io finisco davanti affianco a lui, da di tutto per non guardarmi ma alla fine il suo sguardo finisce sulla mia gamba nuda per colpa del mio vestitino colorato, deglutisce e parte tenendo gli occhi fissi sulla strada, premo il pulsante per accendere la radio ma appena lo faccio il rumore di una canzone rock invade l'auto, abbasso il volume per poi cambiare "questa musica fa schifo" risponde am riferendosi alla musica di drew "e le tue canzoni d'amore dovrebbero essere definite musica?" "esattamente" "allora nessuno dovrebbe ascoltare la musica" "le canzoni che ascolti tu fanno solo rumore" "le tue fanno addormentare" "sempre meglio dei timpani rotti per colpa di quelle canzoni" alza gli occhi al cielo ma non controbatte, gli squilla il telefono "è Daniel" esclamo "cazzo" risponde poco dopo e non sento quello che dice Daniel "sto accompagnando mia sorella e mic con sua madre a casa sarò là fra un pó digli di cambiare l'ora dell'incontro" c'è un po di silenzio ma viene spezzato poco dopo "non me ne frega un cazzo è la seconda volta che faccio un ritardo non la millesima digli di non rompere" sbuffa e gira a sinistra "ci vediamo fra mezz'ora sono là" mette giù la chiamata e infila il telefono in tasca "che voleva Daniel?" "niente, sapere quando tornavo" non credo molto alle sue parole ma faccio finta di nulla e mi slaccio la cintura appena sono davanti casa, io e mia madre salutiamo lui e am e io vorrei restare in quella macchina da sola con lui mentre cantiamo canzoni a squarcia gola e guidiamo senza una meta, ma non lo faccio non entro in quella macchina ma in casa mia, mentre lui è in quell'auto e se ne va un'altra volta via da me.

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora