Capitolo 66

33 3 0
                                    

"Questa casa è un casino, svegliati Andrew" apro gli occhi infastidito dalla voce squillante di Mag "perché cazzo Daniel ti ha dato le chiavi" "devi raccontarmi che è successo ieri sera" "ho sonno" "anche io avevo sonno quando mi sei venuto a svegliare" "fanculo" "cazzo parla" "perché non chiedi a lei?" "è più divertente romperti i coglioni"
Mi siedo sul letto "che ore sono?" "le dieci" sbuffo e mi accendo una sigaretta mentre lei continua a fissarmi "non è successo un cazzo, dice che per farmi perdonare devo meritarlo" "cazzo quella ragazza la adoro" "scommetto che l'idea era tua" alza le spalle "si può darsi" "stronza" "mi fai fare un tiro" "col cazzo" "mia madre vuole che io compri gli addobbi per natale ci vieni con me?" "chiedi a Liam o a mia sorella" sbuffa "ho chiesto a te" "oggi pomeriggio devo studiare" scoppia a ridere "tu che studi? ma fammi il piacere" "stronza fa parte del discorso con Micol, ci andiamo domani vabene?" lei annuisce e io spengo la sigaretta "hai ancora quelle luci di natale fighissime?" aggrotto le sopracciglia  "che cazzo ne so io parlane con am" infilo I pantaloni della tuta e entro in cucina mentre lei mi segue "ho intenzione di prendere le vostre lucine sono più belle delle mie" "come ti pare" "posso staccare dall'albero?" alzo le spalle con fare indifferente "non è il mio albero stacca quel che vuoi" "am non si arrabbia vero?" "probabilmente lo farà" "è il periodo in cui è incazzata col mondo" "ti sei svegliata con la voglia di fare cento domande al minuto?" annuisce "Mag vai a casa di am prendi quelle cazzo di lucine e appendile dove ti pare non frega niente a nessuno del natale in casa mia da anni" "a am piace il natale" "è l'unica che ancora ama le feste" sbuffa "adesso vado a trovarla ieri non sembrava troppo felice, ci vediamo domani?" annuisco "che aveva?" "non lo so credo che abbia litigato con tua madre" "dovrei andare là?" "sarebbe carino anche perché credo che la causa della discussione sia tu" "dopo chiamami e dimmi che cosa ti ha detto" "ok" apre la porta e corre giù per le scale mentre io prendo una maglia nera e la giacca di pelle, prendo le chiavi e salgo uin moto verso casa di Micol.
                                 *
Davanti casa sua suono il citofono e sua zia mi apre salutandomi "Micol è di sopra vai pure" salgo le scale e apro la sua porta senza bussare, mi siedo sul letto perché non la vedo in camera e mentre la aspetto guardo il telefono.
Sento che canticchia qualche parola di una canzone che non conosco mentre si avvicina a camera sua, entra e si mette una mano sul petto appena mi nota, chiude gli occhi e prende dei lunghi respiri "dio Andrew mi hai fatto prendere un colpo" rido e la guardo "sei in anticipo" "no, sono in perfetto orario" "emh, ok credevo arrivassi tardi, allora iniziamo?" io annuisco, prende una sedia e la mette affianco alla sua mentre mi indica di sedermi "prendi il libro, ti va se iniziamo da matematica?" la guardo "non ho nessun libro" "e con cosa pensi di studiare?" "con il tuo?" "perché non lo hai preso?" "non lho nemmeno comprato" "ma tu hai uno zaino?" alzo le spalle "non lo uso mai" sospira "vabene usiamo il mio libro, vuoi fare questa?" "una più difficile?" "questa lo è" "come ti pare" risolvo l'espressione poco dopo mentre lei continua a picchiettare la matita sulla testa cercando di capire qualcosa "martellandoti la testa con una matita non risolverai l'espressione" si volta e mi guarda "hai già finito?" annuisco "basta ricordare i passaggi" lei mi guarda perplessa mentre cerco di spiegarle l'espressione "cambiamo materia? matematica è impossibile da capire" "scegli la tua materia preferita" "ma a te non piace" alzo le spalle "qualè la tua materia preferita?" "letteratura" "c'era da aspettarselo" "in che senso" "camera tua è piena di libri" "e sentiamo la tua?" "indovina" "ginnastica?" scuoto la testa in segno di negazione "francese" "je déteste le français" "tu parles français?" "no cazzo so dire solo quello" ride "che si fa in letteratura?" "leggi questo libro e dici che ne pensi, in teoria dovresti saperlo lo facciamo sempre in classe" "non ascolto mai" "fisica" "cosa?" "la tua materia preferita è fisica" "ci hai preso " " fa una smorfia "come fa a piacerti fisica " alzo le spalle "leggi il libro" "non si può cercare il riassunto in internet? facciamo prima" alza gli occhi al cielo "che gusto c'è nel cercare i riassunti su internet" "che gusto c'è nel leggere la merda che ti danno a scuola?" sbuffa infastidita
"è risaputo che I libri della scuola sono pessimi" "e tu come lo sai? non ne hai mai letto uno" "in effetti" accendo una sigaretta mentre apro il libro iniziando a leggere, sento il suo sguardo addosso, continuo a leggere fino al capitolo 2, la guardo "come previsto questo libro è una stronzata" "perché mai?" "siamo al primo capitolo ed è già una palla, leggiamo qualcosa di più bello che un libro della scuola" "per esempio?" "il tuo preferito" "ma è un romanzo" "anche questo prevedibile" si alza e lo prende in mano per poi darmelo, fisso quel libro come ipnotizzato, lo prendo in mano sfioro la copertina con il pollice "tutto ok?" non rispondo e glielo passo "è il tuo libro preferito" lei annuisce sorridente" sospiro e spengo la sigaretta "dai finiamo I compiti e andiamo a fare un giro" lei sorride e così passiamo una mezz'ora su quella scrivania a cercare di farle capire matematica,non credo di essere riuscito a farlo ma almeno ci ho provato.
Appena finiamo ci alziamo e saliamo sulla mia moto, abbiamo deciso di andare in pasticceria per fare merenda, quando arriviamo lei scende dalla moto e mentre si incammina verso l'entrata non posso fare a meno di guardare lei con quella salopette che indossava l'altra volta, e cazzo le sta talmente bene che mi viene voglia di baciarla e farla mia, scuoto la testa appena si volta e mi fa cenno di entrare "che cosa prendi?" "non lo so qua è tutto così buono" si guarda intorno con la sua solita allegria e spensieratezza e mentre sceglie la brioche da prendere con la cioccolata calda non posso fare a meno di pensare che io e lei siamo opposti, lei è sempre felice e allegra mentre io sono sempre incazzato con il mondo, una cosa però abbiamo in comune, tutti e due non ci facciamo vedere per come stiamo, lei si nasconde dietro i sorrisi e finge di stare bene come me.
Ci sediamo al tavolo mentre aspettiamo le ordinazioni che arrivano subito dopo "amo questo periodo dell'anno" la guardo mentre sorseggia la cioccolata calda  " è tutto così natalizio e le persone sono tutte gentili, tranne te, sei escluso " sorride
" guarda guarda la ragazzina ha imparato a usare il sarcasmo"
"quello che usa il sarcasmo sei tu io ho detto la verità" ghigno "ah si?" annuisce "mi ferisci se pensi questo di me" " fidati io penso tante cose di te" arrossisce dopo che si rende conto del doppio senso che c'è nella frase scoppio a ridere "ma davvero? e quali sarebbero" "io non intend-" si ferma appena si rende conto che la prendevo per il culo "sei proprio un idiota Andrew" "ti piace?"gli chiedo mentre assaggia quella brioche, annuisce mentre ha ancora la bocca piena " quando vivevo a new York c'era una pasticceria difianco casa e ci passavo il pomeriggio a studiare e mangiare dolcetti, erano così buoni" dice con aria sognante "ti manca?" "cosa?" "new York, ti manca?" "no, mi piace questo posto ho degli amici e la scuola è bella là era tutto diverso" annuisco mentre finisco di mangiare e guardo lei che non è nemmeno a metà.
Non riesco a non ridere quando si sporca e cerca di pulirsi "è dall'altra parte non lì" lei mi guarda confusa, prendo il tovagliolo in mano mentre le tolgo il cioccolato dal labbro.
Il suo telefono vibra e interrompe questo momento, risponde al telefono e dopo poco mette giù "devo tornare a casa, i mei sono tornati e vogliono cenare insieme scusa" annuisco e mi alzo, lascio il conto sul tavolo e usciamo dalla pasticceria, accendo la moto solo quando sento le sue braccia circondarmi il bacino, parto e aumento di velocità solo per sentire come lei si stringe sempre di più a me, come se si fidasse e come se con me non avesse paura, questa cosa mi fa sentire in un modo strano e non so come descrivere il modo in cui mi fa sentire.
Rallento appena siamo davanti casa sua e la faccio scendere dalla moto "mi sono divertita" "ti sei divertita studiando?" "è bello e poi abbiamo studiato insieme" sorride "il tuo concetto di divertimento è molto diverso dal mio" "può darsi" "domani hai da fare?" "emh sono libera di sera" "ti passo a prendere alle nove" "perché?" "sorpresa" entra in casa e chiude la porta alle sue spalle, questa normalità senza baci o altro mi fa strano, salgo in moto e guido verso casa di mia madre e mia sorella, non ho sentito maggie credo che sia rimasta là per stare con am perciò non mi ha chiamato, parcheggio e salgo le scale cercando di non pestare le siringhe, busso perché non ho le chiavi, mi apre mia madre mi guarda sorpresa "non sono qua per te" entro senza salutarla e forse sono stato uno stronzo, busso alla porta di am, non risponde "am aprirmi" la porta si apre di scatto, Amanda si butta fra le mie braccia e io le accarezzo i capelli e lei singhiozza sulla mia spalla, chiudo la porta e mi siedo sul suo letto mentre lei si rifugia fra le mie braccia.
Cerco di farla calmare e poco dopo quando il suo respiro si regola la guardo negli occhi "che succede am" sospira "è che io, Liam è sempre impegnato e la mamma a lavorare e io" "Amanda ora calmati e dimmi che cazzo succede" "è che questa casa è così vuota senza di te e mi sento sola, la mamma è sempre impegnata a fare qualcosa e non mi ascolta, ieri gli ho urlato contro e mi sento in colpa per quello che è successo, non ho mai litigato con lei e non mi piace farlo" "stai piangendo per questo?" lei annuisce "calmati è normale litigare" "lo so ma io non l'ho mai fatto e mi sento in colpa" "se ti senti in colpa vai a parlare con lei" annuisce e mi abbraccia "io vado, tu risolvi questa cosa" mi saluta e esce.
Me ne vado via da questa casa perché non mi sento di appartenere a tutto questo, piena di ricordi di merda, esco praticamente correndo da quel  palazzo, salgo in moto e vado verso casa, mi accendo una sigaretta e  mi guardo la partita di basket.

nel modo in cui brillano le stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora