"Perciò, Daniel dov'era?" "ci siamo divisi, ogni volta che c'è la polizia ci dividiamo" "e quindi immagino che l'altra parte dei soldi li hai tu"
"no, non eravamo solo noi due, erano troppi soldi da portare via in due quindi abbiamo assunto altre persone che dovevano aiutarci" "e spiegatemi che cazzo è successo dopo"
"la banchiera ha premuto il tasto di emergenza e la polizia è arrivata, gli altri sono saliti in auto e non ci hanno aspettato, sono scappati con la metà dei soldi, io e Daniel ci siamo separati e poi il resto lo sa" "metterò degli uomini a indagare su questa faccenda appena ne saprò di più vi informerò, nel frattempo tu cerca di non morire e tu cerca di non fargli fare cazzate" ci alziamo in piedi e usciamo dall'ufficio.
La vibrazione del mio telefono mi fa fermare davanti all'auto e quando mi rendo conto che mia madre mi sta chiamando alzo gli occhi al cielo, Daniel mi guarda e salgo in macchina subito dopo rispondendo a quella telefonata svogliatamente "pronto?" "Andrew, Ciao" " che c'è?" "ti ho chiamato per sentirti e per dirti che mi ha chiamato la tua psicologa" porca puttana, ho saltato tutti gli incontri in questi mesi ma ho continuato a dire a mia madre che continuavo a andarci
" e che cosa voleva?" "Andrew da quanto tempo è che non vai a una seduta?" "direi dalla settimana scorsa? non abbiamo organizzato la prossima" "non mi piace che continui a mentirmi" "perché dovrei mentire?" "perché so benissimo che non vai alle sedute da mesi e sinceramente non capisco perché" "se lo sapevi potevi dirlo subito, non ci vado perché sto bene e non ho mai voluto andare a quella merda" "si invece, se ti dico che hai bisogno di una psicologa ne hai bisogno, sono tua madre so di quello che hai bisogno" "ah ma davvero? e per quale cazzo di ragione io avrei bisogno di andare da una psicologa?" "perché non stai bene, ti ho già programmato una seduta per domani" "e ti aspetti che io ci vada?" "se non ci vai sappi che sarò molto delusa, lo faccio per il tuo bene ne hai bisogno" scendiamo dalla macchina e Daniel suona al campanello di Micol
"che cazzate, per il mio bene? io starei bene se tu non mi rompessi i coglioni con questa storia" "Andrew, sono tua madre modera il linguaggio" Micol ci apre e sorride a Daniel e quando mi vede che urlo al telefono torna seria ma ci fa entrare "se ti piace l'idea che andrò a quella fottuta seduta pensarlo nella tua testa ma non vuol dire che ciò corrisponda alla realtà" "per quale motivo ti comporti così? hai troppa rabbia per questo hai bisogno di una psicologa" "se ti piace così tanto perché non ci vai tu?" "perché io non ne ho bisogno" "nemmeno io quindi tieni i tuoi soldi in tasca e smettila di spenderli per cose inutili, ci sentiamo" metto giù prima che lei possa dirmi qualcosa "ciao" mi siedo sul divano insieme agli altri e guardo mia sorella "quando la smetterai di litigarci?" non rispondo e guardo Micol, è seduta su una poltrona, è vestita con una salopette e una maglia verde e cazzo vorrei sfilargli quella salopette di dosso "mia madre prima mi ha chiamato e mi ha detto che devo tornare a casa, molto probabilmente mi becco una di quelle sgridate che rimangono nella storia" "vuoi che vengo a dormire da te così non ti rasa nella notte?" "dici che tua madre ti lascia venire? insomma ha appena litigato con Andrew" "lo fa sempre" alza le spalle come se non avesse importanza e so che questo atteggiamento lo usa perché dice che mi devo comportare meglio e che cosa significa comportarsi meglio, andare da una psicologa senza che io ne abbia bisogno? mi sembra un enorme cazzata e non ho intenzione di andarci.
"Cazzo am smettila ti prego" "sappiamo entrambi che ha ragione, vai là così la smettete di litigare"
" ti prego non iniziare" "invece si perché devi smetterla di fare di testa tua" "mi sono rotto i coglioni, dovete capire che non potete comandarmi a bacchetta come vi pare e piace, sto bene e non ho bisogno di nessuno quindi di a tua madre di smetterla di rompere i coglioni e tu prendi spunto" accendo una sigaretta e nonostante mic mi guardi male me ne frego "Andrew ne hai bisogno" "no invece quindi smettila, l'unica cosa di cui ho bisogno è che voi due la smettiate di rompere" sbuffa e non mi interessa se ci è rimasta male io non andrò da quella psicologa del cazzo.
"Drew, ascoltala secondo te perché lo dice perché sa cosa passi e vuole che tu ti senta meglio" "Liam non ti ci mettere anche tu" "cazzo drew, Daniel e maggie sono stati da una psicologa e guardali sono ancora vivi non è che se ci vai muori" " volete capire che non ci vuole andare? non si può costringere una persona a andarci se lui si sente bene smettetela di ossessionarlo con tutto ciò porca puttana" guardo Daniel e credo sia l'unico che mi capisca in questo momento "l'unica cosa che ho fatto da una psicologa è scopare durante le sue sedute e ci andavo solo per quello quindi smettiamo di dire che si sentirà meglio dopo perché non è così, Andrew dice di stare bene e anche se dice un mucchio di stronzate
preferirei che tutti la smettessimo con questa storia e che lo lasciamo in pace perché nessuno qua in mezzo sa cos'è il meglio per lui nemmeno sua madre e perché è abbastanza grande per decidere da solo quindi basta cazzo" maggie annuisce e mia sorella si alza "cazzo complimenti discorso dell'anno peccato che continuo a pensarla così" "ma vaffanculo" mi alzo e esco dalla porta, prendo l'auto di maggie e salgo sopra cercando di stare calmo,mic apre lo sportello e mi stupisco di vederla là "torna dentro" scuote la testa "non ne ho voglia, là dentro c'è troppa negatività" "stando vicino a me sei circondata da negatività" "non sei negativo sei solo arrabbiato perché nessuno ti ha ascoltato" la guardo e quando mi sorride vorrei solo baciarla "che si fa?" "lasci casa tua in mano a loro?" ride" gli ho detto di andare via quando sono le sette perché arriva mia zia" annuisco, guido verso il campetto da basket e non posso evitare di ridere quando lei mi continua a ripetere che mi si toglieranno i punti facendo così scende e solo ora mi rendo conto che sta piovendo, gli passo la mia felpa e la faccio salire dinuovo in auto, mi guarda perplessa " sei mai entrata a scuola di nascosto? " " no perché è chiusa e perché è illegale? " sorrido
" c'è una prima volta per tutto "
parcheggio davanti al cancello della scuola, scendo e apro lo sportello a mic che mi guarda come se stesse andando in guerra "se non vuoi farlo torniamo indietro" sospira e poi scende, gli Alzo il cappuccio e con la solita forcina scassino il cancello.
Entriamo dentro e ci dirigiamo verso il campo la palestra , si siede per terra e io prendo una palla per poi lanciarla verso il canestro, la guardo ed è tutta bagnata " nello spogliatoio ci sono dei miei vestiti asciutti" lei mi segue e apro l'armadietto prendendo dei pantaloni della tuta e un'altra felpa "se vuoi farti una doccia" gli indico le docce "e se entra qualcuno?"
"non verrà nessuno sono tutti a casa" annuisce e io esco dallo spogliatoio.
Cerco di non pensare al fatto che lei ora è nell'altra stanza, nuda e con l'acqua che le scorre sul corpo nudo, mi schiatisco la voce e palleggio la palla mentre aspetto che esca da lì.
"è un pó grande" esce con i capelli bagnati e i miei vestiti che gli stanno il doppio, è bellissima anche così, si siede difianco a me "che cosa mi assicura che non hai sbirciato?" "non te lo assicura nessuno però hai la mia parola di bravo ragazzo" ride "vuoi fare due tiri?" "non sono capace" mi alzo e inizio a palleggiare, lei si alza divertita e mi corre incontro, prende la palla e si mette davanti a me facendo una faccia buffa "metti un piede davanti all'altro e le braccia così"
fa come dico e si da la spinta lanciando, tocca il canestro e dopo poco la palla entra, inizia a saltellare da ogni parte e io rido.
Passiamo come minimo un'ora emezza a palleggiare "che ore sono?" "le sette" "cazzo tra poco passa la guardia, metti le tue cose nel mio armamdietto te le riporto io" lei annuisce e con passo veloce andiamo verso la macchina, saliamo sopra e accendiamo la macchina "ti riporto a casa?" scuote la testa "portami da qualche parte" annuisco e quando parcheggio davanti alla vecchia fabbrica lei mi guarda stranita "non siamo nel Northside" "no ma sei con me" annuisce e mi guarda perplessa "perché siamo davanti a una fabbrica abbandonata?" le prendo il polso e la trascino su per le scale fino a arrivare al tetto, la guardo e la sua faccia sorpresa mi piace troppo, mi volto verso di lei e quando un lampo squarcia il cielo lei salta e si rifugia fra le mie braccia, rido ma lei è davvero spaventata, le prendo il viso fra le mani e la guardo negli occhi "non avere paura, se li guardi sono anche più belli delle stelle" "niente supera le stelle" si avvicina al mio viso, e mentre la guardo negli occhi mi rendo conto che questo siamo io e lei, Micol è un mucchio di stelle che brillano sempre e che rimangono sempre belle in ogni momento mentre io sono il cielo in tempesta, un fottuto casino che trova la pace solo guardando lei.
Mi avvicino e le sfioro le labbra "è un casino" "quante volte ti ho detto che mi piace il casino" sorrido e la bacio perché ne avevo bisogno, la bacio perché quelle labbra sono la mia salvezza e la mia rovina allo stesso tempo, mentre la pioggia scorre sui nostri corpi mi rendo conto che siamo io e lei, solo noi su un tetto di una fabbrica a baciarci, nonostante ci eravamo ripromessi di rimanere amici e nonostante gli avevi detto di andare avanti senza di me, ma infondo io sono così, un casino che ha solo bisogno di essere capito e lei lo fa.
Sento il suo sapore sulle mie labbra e le sue mani nei miei capelli mi mandano fuori di testa.
"Se non ci fermiamo finisco per toglierti i vestiti su questo tetto" mi prende la mano e scendiamo le scale di questa fabbrica, entriamo in macchina e quando sto per accompagnarla a casa sua mi guarda "ci sono i miei a casa" "e quindi?"
"e non ho voglia di vederli" "perché no?" "perché sarà un solita serata e sarà monotona" la guardo "quindi?" ho capito dove vuole arrivare ma voglio che me lo dica lei "quindi tu sei tutto tranne che monotono, posso venire da te?" annuisco, parto con la consapevolezza che dormiremo in un solo letto che non ho mai dormito di mia spontanea volontà con una ragazza, e se l'ho fatto è perché ero ubriaco.
Comincia a ridere e a cantare per la canzone che c'è alla radio e non posso fare a meno di pensare che lei sia diversa da tutte, ma questi lo sapevo dall'inizio, con quella sua gentilezza che usa anche con uno stronzo come me e con quel suo sorriso contagioso che fa ridere anche uno come me, non posso fare a meno di pensare che quella ragazzina dai capelli corti e quel sorriso sulle sue labbra carnose mi stanno cambiando la vita e devo ancora capire se è un bene o un male, ma per ora con la musica a alto volume in un auto che non è nemmeno mia e con lei affianco non voglio pensare a cosa succederà dopo ma voglio solo godermi me e lei a cantare una canzone il ritornello di questa canzone.
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nel modo in cui brillano le stelle
ChickLitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...