Il sasso forse un pó troppo grande colpisce la sua finestra causando più rumore del dovuto, c'è la luce accesa quindi è ancora sveglia.
Sbuffo perché non apre la finestra, decido di arrampicarmi sull'albero, apro la finestra e entro in camera, ma nonostante la luce accesa lei non c'è.
Mi giro ma un telecomando mi arriva in faccia, apro gli occhi e guardo la ragazza davanti a me.
"Che cazzo fai?" lei mi guarda impaurita
"fai un'altro passo e chiamo la polizia" la guardo meglio e può sembrare strano ma ci assomiglia parecchio a Micol "aspetta unattimo" continuo a fissarla.
"Micol" urla lei "arrivo" risponde, e poco dopo la ragazzina corre in camera.
"Santo cielo grace cosa hai fatto" prende la mia faccia fra le mani e mi guarda "chi è questo" "Andrew, questo è Andrew mi spieghi perché gli hai tirato un telecomando " "perché è salito dalla finestra? credevo fosse un ladro" mi trattengo dal scoppiare a ridere per l'ironia della frase.
"E tu ai ladri lanci i telecomandi in faccia? bel metodo di difesa" continuo a guardare male la ragazza che ho appena scoperto chiamarsi grace.
"Grace è mia sorella" guardo la ragazzina "che cazzo, tu eri figlia unica " guardo meglio grace "esistono cose chiamate incomprensioni di famiglia, e poi io e te all'inizio ci odiavamo perché dovevo parlarti di lei? " sorride "vorrà dire che sarai il primo a conoscerla" "sono di new York, ho continuato a studiare lì ma mi mancava troppo mia sorella quindi sono venuta qua e ho intenzione di restare" la guardo male, non lo faccio apposta mi viene naturale farlo.
Non la conosco e non mi fido di lei, ha il viso pieno di lentiggini e ha gli occhi verdi a differenza di Micol che li ha azzurri, i capelli lunghi e castani sono legati da una coda alta, indossa dei tacchi e un vestito nero.
"Non abbiamo la stessa madre " mi siedo sul letto e le fisso, Daniel impazzirà appena la conoscerà, è esattamente il suo tipo o almeno esteticamente. "Parlami di te" sorride lei "non ti racconterà niente " esclama Micol " gli faccio l'occhiolino "è muto? " "no, ma non ama parlare con gente che non conosce " "ok, allora conosciamoci, mi chiamo grace, ho diciassette anni, vivo nella stanza affianco a questa, amo la moda e questa città, per adesso sembra bella" mi volto verso la ragazzina.
Lei mi sorride facendomi capire che non c'è bisogno che io dica tanto, sospiro "domani pensavo di farvela conoscere e di portarla a fare un giro per Los Angeles" la guardo, probabilmente agli altri andrà bene, annuisco "va bene, tu parli troppo comunque" "e tu troppo poco" "io parlo ma non con gente che non conosco" prendo il tabacco e lo metto nella cartina.
"Lo lasci fumare qua?" "è un caso perso, è inutile che gli dici che non si può lo farà comunque" "mi fai fare un tiro?" "da quando fumi?"
"non fumo spesso, ogni tanto" nego con la testa "non ti darò una sigaretta" "perché no?" "perché le sigarette non le condivido con ragazze innocenti" sbuffa e nel frattempo lecco la cartina mentre fisso Micol che con disapprovazione apre la finestra.
"Torni a casa?" "mi vuoi mandare via?" "no, per sapere" "tra poco vado" annuisce "stavamo per iniziare un film vuoi vederlo, quando devi andare vai" annuisco e guardo la ragazzina "se è lo stesso film che mi hai fatto vedere al cinema me ne vado" faccio un tiro dalla sigaretta.
"Andrew spegni la sigaretta sento la puzza fino a qua" sorrido quando la zia di Micol apre la porta.
"C'è la finestra aperta" "spegni" "vuoi fare un tiro?" "mi chiedo ancora perché ti lascio entrare in casa" "perché mi adori" faccio un tiro dalla sigaretta "non è tardi? è meglio che vai a casa" cerco un posacenere nella camera "mic dove cazzo hai messo il posacenere? " "non ho un posacenere" "lo ha comprato Mag per quando veniamo qua" "ah, può darsi che lha messo nel cassetto" apro il cassetto e prendo il posacenere, spengo la sigaretta.
"Ho fatto il mio dovere io adesso vado , notte ragazze" mi saluta con un cenno della mano "vado al bagno torno tra poco" Micol annuisce.
"Devo andare ragazzina" "notte" scendo le scale e salgo in moto, non ho voglia di andare a casa così parcheggio davanti a Carlos, è pieno di gente, mi siedo al bancone e ordino una birra, la bevo, una ragazza bionda si siede difianco a me.
"Ciao" la guardo "ciao" "che fai non mi offri da bere?" "ci provi con me solo per farti offrire da bere?" "è così ovvio? "annuisco.
" Carlos, due bicchieri di vodka" lei sorride e mi parla di lei,cosa che sinceramente a me non importa, annuisco con finto fare interessato mentre mi scolo il mio bicchiere di vodka.
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nel modo in cui brillano le stelle
ChickLitCi si sofferma sempre a pensare al futuro, al domani e a cosa accadrà. A pensare a quando e a come conosceremo l'anima gemella. Cosa sarà di noi fra anni, mesi, giorni. Ci soffermiamo talmente tanto su tutto questo che non pensiamo al momento che...