Capitolo 23

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Infilo a cazzo le cose nella valigia, oggi si torna a casa, non mi sono dimenticato della chiamata e sono consapevole del fatto che succederà peggio dell'altra volta.
Vorrei parlarne con qualcuno ma non ho voglia di mettere tutti in pericolo quando centro solo io.
Mia sorella e gli altri hanno subito chiesto a cosa era dovuto l'attacco di panico ma io non ho risposto, so che si sono accorti che qualcosa non va ma non voglio parlargliene.
Fisso i vestiti che non ho piegato dentro la valigia, sono tutti sparsi e molto probabilmente mia madre mi ucciderà appena vedrà la valigia, alzo le spalle e mi giro verso mag che con tutta la roba che ha comprato qua non riesce a chiudere la valigia, si siede sopra e cerca di chiuderla si alza incazzata e delle urla di frustrazione escono dalla sua bocca.
Sia io che la ragazzina la guardiamo come per dirle che glielo avevamo detto, alza gli occhi al cielo, la sposto per poi sedermi sulla valigia e chiudere la zip facilmente.
"Ti odio" raggiungo Liam e am fuori dalla porta
"mi mancherà Miami"
"mi mancherà non studiare"
"non lo facevi nemmeno prima Drew"
"colpevole" sbuffano per poi andare davanti al portone dell'Hotel dove un autobus ci aspetta. Mettiamo a posto le valigie e saliamo questa volta mi siedo vicino a Liam per vedere la partita dal suo telefono, mia sorella si sposta verso Mag e la ragazzina, l'autobus parte e noi aspettiamo di arrivare a Los Angeles.

Dopo un tempo che a me è sembrato infinito scendiamo dallautobus, prendo la valigia e saluto tutti per poi fare cenno a mia sorella di andare, entriamo nella mia macchina e mettiamo le valigie dietro.
Alzo lo stereo che è collegato a Spotify e faccio partire la mia playlist per poi cominciare a cantare con mia sorella, siamo davvero stonati.
Ride e tira giù il finestrino, le si scompigliano i capelli e cerca ripetutamente di metterli a posto ma senza risultato.
Scendiamo dalla macchina e prendiamo le valigie per poi salire le scale e aprire la porta di casa, all'inizio non ci facciamo caso ma è tutto in disordine, ci sono dei piatti rotti a terra e il divano è tutto disfatto "am, torna in auto e vai a casa di Liam resta lí e non tornare fino a quando non ti chiamo"
"ma-"
"vai" annuisce e corre via, deglutisco e con calma mi avvicino alla stanza di mia madre, apro la porta controllando che ingiro non ci sia nessuno, la casa è vuota, di mia madre non c'è traccia la chiamo al cellulare e dopo 3 squilli mi risponde.
"mamma?"
"drew? sei già tornato?"
"mamma dove sei?"
"a lavoro sto arrivando a casa"
"non farlo, ti ricordi ancora dov'è casa di Liam?"
"si ma perché?"
"bene, vai a casa sua e non uscire fino a quando non ti chiamo am è già lì fai come ti dico"
"Andrew che succede"
"niente fai come tu dico" metto giù e chiamo subito Liam
"Liam"
"Andrew cosa succede"
"non ne sono sicuro, ho bisogno che tieni mia madre e mia sorella per un pó, sarebbe meglio anche Mag e Micol,ma so che non hai tutto questo spazio se disturbano le porto da qualche altra parte"
"non è un problema stai tranquillo, Mag e Micol sono già qua le ho chiamate per tranquillizzare tua sorella"
"non farle uscire e non perderle di vista, se i tuoi fanno domande inventati qualcosa"
"i miei sono via per una settimana e mia sorella è con loro, Drew che succede? tu dove sei?"
"non preoccuparti sto bene, l'unica cosa che ti chiedo è se puoi tenere d'occhio loro, per andare a scuola mandale ma non perderle di vista"
"ci penso io, non fare cazzate drew se hai bisogno chiamami"
"si tranquillo liam"
"di nulla" metto giù so che è stato lui, è una specie di avvertimento, so che devo stare attento ma di me in questo momento mi frega meno che niente.
Chiudo gli occhi, mi alzo prendo il telefono e le chiavi della macchina, so ancora dove abita se lo affronto questa questione finisce prima che peggiori ancora.

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