Capitolo 78

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È ormai sera quando torno a casa di mia madre, non la definisco casa mia da secoli o forse non lo è mai stata.
Se sono qua è solo per am perché fosse stato per me ora io sarei in qualche locale a bere qualcosa di forte per scordarmi tutti i problemi almeno per una sera.
"Hai bisogno di una mano?" alzo un sopracciglio in direzione di am "perché dovrei aver bisogno?" domando mentre prendo il borsone in spalla avvicinandomi al portone.
"Perché non c'è una parte di te che non abbia un livido" sbuffo per l'ennesima volta "sali in casa" annuisce e sale le scale prima di me.
Apre il portone e probabilmente se non ci fosse stata mia sorella mia madre sarebbe svenuta.
Non so per quale ragione in particolare ma la sua espressione sorpresa mi fa capire che non si aspettava di vedermi, per lo più con un borsone in mano.
"Andrew,caro come stai?" la guardo confuso e deglutisco mentre mi guardo intorno "normale, tu?" questa situazione mi fa strano soprattutto perché ci siamo visti poco tempo fa.
"Oh, direi che si può intuire" "già" "allora posso entrare?" "oh ma che domande certo accomodati" sorride, ma so che quel suo sorriso non è vero.
"Ho già preparato la cena per me e Amanda, non sapevo venissi non ho fatto nulla per te" "non è un problema, non ho fame" "in frigo c'è il cinese di ieri sera,se vuoi te lo scaldo" sospiro arreso "no, non mi va il cinese tranquilla" vanno a sedersi a tavola e io in questa casa mi sento un estraneo, mi schiarisco la voce mentre loro cominciano a mangiare "posso fare una doccia?" "certo, ma non finire l'acqua calda" sbuffo perché io la doccia l'ho sempre fatta fredda.
Alzo gli occhi al cielo e entro nella mia vecchia stanza.
È in ordine, e lo odio da morire perché so che prima era un casino e che quindi sicuramente mia madre ha curiosato fra le mie cose.
Sbuffo e appoggio il borsone sul pavimento.
Entro dentro quel piccolo bagno e accendo la doccia spogliandomi poco dopo.
L'idea di essere tornato qua mi ha fatto venire il voltastomaco, entro sotto il getto freddo della doccia e provo a rilassarmi e a calmarmi.
Odio l'acqua fredda, preferisco mille volte farmi una rilassante doccia calda, ma sono stato abituato a mia madre che continuava a dire che dovevo uscire presto perché poi doveva andare am sotto la doccia e lei odia l'acqua fredda.
Come se io invece la amassi.
In ogni caso ho capito che in quella casa una doccia rilassante me la sarei scordato e mi sono quindi abituato all'acqua gelida, è diventata quasi un'abitudine.
Sono in questa casa da nemmeno venti minuti e già voglio scappare.
Andarmene al campo qua sotto e fare due tiri al canestro cercando di distrarmi.
Io odio mangiare il cinese e non uso mai l'acqua calda eppure per mia madre cose come queste che so essere cazzate non se le ricorda.
Si ricorda i cibi che am odia come le arachidi e si ricorda il suo piatto preferito, ogni piccola cosa di am se la ricorda, ma di me sembra ricordarsi solo quando ha bisogno di piangere.
E cazzo posso sembrare un ragazzino geloso della sorella ma non è così, ci sono abituato a tutto questo e non sono geloso perché sono felice che in tutta questa merda amanda non ci abbia rimesso.
Mi vesto con ancora i capelli bagnati e accendo una sigaretta sedendomi sul letto.
"Ehi" fisso quel messaggio che mi è appena arrivato, è la ragazzina.
rispondo con un "ehi" e continuo a aspirare il fumo da quella sigaretta "sono passata a casa tua ma Daniel ha detto che non sarai lì per un pó"
"perché mi cercavi?" "non lo so" mi risponde e la immagino che arrossisce mentre mi risponde.
"Mh, no non sono in casa ma più tardi magari passo a trovarti" "davvero?" "lo saprai solo vivendo, tieni la finestra aperta per sicurezza" mi risponde poco dopo "lo farò, a più tardi, forse :)" visualizzo e esco dalla chat per poi tornare a fumare.
"Non mi piace che fumi in casa" "sto finendo" "dovresti smettere" annuisco solo perché non ho voglia di iniziare un'altra discussione sullo stesso identico argomento.
"Di là c'è il cinese te l'ho scaldato, io e tua sorella guardiamo un film" "ti avevo detto di non farlo" "devi mangiare qualcosa" "cazzo mamma pure i vicini sanno che odio il cinese" "dovevi avvertire, cucinavo anche per te" "non ero sicuro di venire" "oh, ok" mi sorride e si siede sul mio letto, mi alzo e vado verso la finestra.
"Come stai?" "perché continui a chiederlo?" "perché voglio la verità" "ti ho già risposto" sbuffa "non fare come se ti importasse, lo sappiamo che non è così" mi volto e la guardo negli occhi lucidi, alzo gli occhi al cielo e aspiro il fumo "perché dici così? sei mio figlio io -" "smettila mamma" scuote la testa mentre prende fra le mani il pacchetto di sigarette e se lo rigira "ci siamo allontanati io e te ma rimani mio figlio, io ti voglio bene Andrew" "non ti sei mai chiesta il perché?" "molte volte in verità" lo apre e guarda le tre sigarette rimaste nella confezione
"sai andrew non sei facile da gestire e io sono piena di problemi -"
"ti stai davvero giustificando?"
"no, voglio solo dire che se fossi stato più semplice come Amanda e Samantha ora noi magari non saremmo in questa situazione e ammettilo che i tuoi casini non aiutano" la guardo, mi sono fermato a quando ha pronunciato il suo nome.
"fanculo" "non parlarmi così" "ti sto parlando con tutto il rispetto che meriti" lei si alza in piedi e si avvicina alla finestra, spezza le sigarette con le dita "ti ho detto tante volte di non fumare eppure lo fai, sei un disastro andrew" guardo le sigarette ormai bagnate e rotte dalla pioggia che ha cominciato a schiantarsi sul suolo.
"Cazzo mamma, non sei contenta del fottuto disastro che hai creato? che succede non sei contenta che gli assomiglio?" le urlo contro e esco di casa di corsa nonostante io sia in maniche corte e nonostante mia sorella mi rincorra per le scale, mi fermo e mi volto verso di lei " non me ne vado, hai bisogno di me ti giuro che ci ho provato a avere una conversazione ma cazzo non ci riesco, ho solo bisogno di non pensare per qualche ora ma torno, lo prometto non ti lascio sola" lei mi sorride e sale le scale mentre io salgo in moto, e me ne frego del fatto che piove.
                                *
"Ehi" mi guarda mentre entro dalla finestra, la saluto con un cenno della testa "dormivi?" "no" annuisco e mi appoggio alla finestra.
"Perché prima mi hai cercato?" "te l'ho detto" sbuffo  "non hai freddo? " annuisco "si, ma non fa niente" "che hai?" scuoto la testa e non le rispondo"che facevi?" "pensavo" "a cosa?" "la mia famiglia torna a new York e non ha nemmeno pensato di invitarmi con loro, non che io voglia andarci, preferisco stare qua ma sono la mia famiglia e avrei apprezzato che almeno mi chiedessero di andare " sospiro "ti senti sola?" "no, ho tante persone che mi circondano, mia zia e voi non mi sento sola ma" si blocca e sbuffa "ma i tuoi genitori non sono presenti per te" continuo la frase per lei e annuisce "abbiamo già fatto questo discorso lo so" "non vuol dire che non puoi sfogarti" alzo le spalle "cazzo ho bisogno di fumare" "la finestra è aperta non farti sentire da mia zia" sbuffo "non ho sigarette" "le hai finite?" "no" mi passo una mano fra i capelli come se il mio problema più grave ora fossero le sigarette.
"Tra poco si torna a scuola" sorride "non me lo ricordare" "hai una partita, no?" "si" "sei in ansia?" "no, siamo una bella squadra" "dimentichi che c'è anche liam?" "non ho nulla contro  liam" "ha tradito tua sorella" "lo so, e fidati avrei voluto dargli un pugno ma am ha detto di lasciare stare, se lei l'ha superata per me è ok e anche se sono incazzato con Liam non lo do a vedere non perdo una partita solo perché è un coglione" annuisce
" am ha detto che sei tornato a casa" sbuffo "am dovrebbe tenere la bocca chiusa" "è felice perché tu sei tornato" annuisco "vorresti andare?" "dove?" "a capodanno con i tuoi" "no, odio il ricordo di new York e se ci andassi il ricordo farebbe ancora più schifo" annuisco e lei mi sorride "preferisco passare capodanno con voi" sospiro "devo andare" "resta" "ho promesso a Amanda che sarei restato là" "non sembri contento" "non lo sono infatti" "vengo con te" "cosa?" "resto con te a dormire" la guardo e un accenno di sorriso imbarazzato appare sulle sue labbra "se vuoi" "se resti da me non dormo" "perché?" "perché passerei ogni minuto a baciarti" "allora resto"

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