Mi siedo, cercando di non dare troppa importanza alle fiamme scoppiettanti del camino che riempiono la stanza di una luce calda e inquietante. Non voglio sentire il silenzio che mi circonda, ma è impossibile non notarlo. Poi, come se fosse uscito da un film drammatico, Voldemort interrompe quel momento di tranquillità.
"Conosci Gellert Grindelwald?" La domanda mi arriva secca, tagliente come una lama. L'ultimo nome che mi aspettavo di sentire, ma è la prima domanda che mi fa? Quasi mi viene da ridere.
"Mai sentito", rispondo con il tono più disinteressato che posso. Guardo l'oscurità oltre di lui, sperando che non mi guardi troppo. Ma, ovviamente, non è così.
"Sicura?" La sua espressione si trasforma in una specie di smorfia di dubbi, come se vedesse attraverso di me.
"Si...insomma, non conosco nessuno che si chiami Gallet", ribadisco, cercando di sembrare incredibilmente convincente. Ma se avessi voluto davvero evitare questa conversazione, avrei dovuto studiare meglio la faccia di Grindelwald prima.
"Invece che mi dici di qualcuno che si chiama Grindelwald?" Mi incalza.
"Si, conosco qualcuno", rispondo con tono di chi vuole porre fine alla discussione, ma lui non ha intenzione di farlo.
"Come ad esempio?" Mi chiede, con il suo tono da interrogatorio da manuale.
"Non sono affari tuoi!" rispondo, ormai visibilmente agitata, sperando che faccia finta di arrendersi.
"Sicura? Io penso proprio di sì. La famiglia Grindelwald ha qualcosa che mi appartiene", dice lui con aria di chi ha appena trovato la sua risposta finale.
"Ti assicuro che non ha proprio niente che possa appartenerti!" Rispondo, cercando di sembrare più sicura di quanto mi senta. Non posso permettergli di scoprire nulla di vero.
"Come puoi esserne sicura?" Mi chiede, e io lo sento come un monito, come se avesse appena scoperto il mio più grande segreto. Ma non posso fargli sapere nulla. Non ora. Non mai.
Ora che mi trovo costretta a rifugiarmi nel mio angolo, mi limito a incrociare le braccia, cercando di rimanere il più impassibile possibile. Ma non posso mentire a lui per molto. Già so che Voldemort, o chiunque si chiami davvero, può leggere nella mia mente. E se c'è una cosa che odio è essere presa in giro da un tipo che sa più di quanto mi piaccia.
"Lo sapevo già questo, Audrey", mi dice tranquillamente. Ma che si crede, di avere il potere di leggere tutti i miei pensieri?
"Non puoi leggermi la mente quanto ti pare!" rispondo, con rabbia, sperando che si stufi e mi lasci almeno un po' di pace.
"Si che posso. Si è fatto tardi. Vai a dormire", ordina, con quel tono che non lascia spazio a repliche. Cosa ha in mente, ora?
"E di preciso, dove?" chiedo, guardandolo con un misto di incredulità e sfida. Non è che mi può mandare a letto come se fossi una bambina.
"Non c'è un letto proprio dietro di noi?" chiede, con un tono di sarcasmo che proprio non mi va giù. Mi alzo in fretta e mi metto vicino al letto, evitando ogni contatto con lui. Quasi mi viene da ridere. Non sono mica sua serva.
Mi cambio velocemente, dicendo a me stessa che se non posso dormire fuori, almeno cercherò di fare in modo che mi lasci stare. "Vestis", sussurro, mentre un incantesimo mi trasforma in un abbigliamento più comodo, una camicia da notte verde petrolio con le maniche lunghe. Così almeno sarò a posto. Almeno credo.
Mi infilo sotto le coperte, ma non sono davvero tranquilla. Non mentre lui è lì, a pochi passi da me. "Quello è il mio lato", si lamenta, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mi sposta, spingendomi senza alcuna gentilezza, costringendomi a spostarmi dall'altro lato.
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L'erede di Merlino
FanfictionAudrey Wilson è la nipote del grande mago Merlino. Cadrà nella trappola di Tom Riddle. La sua impulsivtà la metterà nei guai e il giovane Riddle ne approfitterà. Tuttavia Audrey lascerà un'eredità più grande e pericolosa di quanto lei o Lord Voldemo...