Grazie.

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« Ma cosa vuol dire che sei in punizione? »
« Eh, ieri sono tornata a casa insieme ad un ragazzo e mio padre mi ha vista dalla finestra, quindi mio fratello non ha più il consenso di portarmi con lui e io sono in punizione per due settimane. »
« come due settimane? Noi avevamo le prove per il saggio di danza.. »
« mi lascerà andare sicuramente a danza tranquilla, solo che mi accompagna la mamma! »
« Oddio ma hai 17 anni quando ti lasciano respirare un po'? »

Eh già, sospirai appena restando seduta al mio banco accanto a Sonia, era l'ultima ora e la professoressa di Italiano era assente, il mio sguardo cadde il compito di George Floyd che avevamo fatto il giorno prima e al 9,7 che avevo preso nel compito, tornai a guardare Sonia sentendola parlare nel momento in cui gli altri facendo le loro cose.

« Allora chi è questo misterioso ragazzo? »
« Non ne ho idea, si chiama Ciro.. a quella festa c'erano dei gran fighi anche il fratello di Kimberly, Edoardo.. non scherza ma questo Ciro è.. wow! »
« ma l'hai cercato sui social? »
« non l'ho trovato.. »
« impossibile, com'è il cognome di Kim? »
« Conte.. »
Entrambe ci guardammo e fu proprio lei a prendere il mio cellulare tra le mani e a cercare su Instagram "Edoardo Conte", riuscì subito a trovarlo e aveva il profilo libero quindi dovevamo soltanto cercare nei suoi follow.. in realtà era inutile anche cercare perché la maggior parte delle foto che postava Edoardo erano col ricciolino.. erano migliori amici e si chiamava Ciro Ricci.
Lo sguardo di Sonia cambiò e poi tolse subito l'instagram.

« Hey ma che fai..? »
« Coraline non è il caso è poi non sono così tanto belli dai, non pensarci.. »
« Ma che dic.. »

Venni interrotta dal supplente di Italiano che entrava con più o meno 20 minuti di ritardo e finimmo per fare l'ultima ora.
La verità era che Sonia era diventata strana da quando aveva visto quel ragazzo, e soprattutto non voleva più parlarne, mi aveva detto che erano sciocchezze e che non dovevo applicarmi su queste cose e che dovevo pensare allo studio.
Molto strano perché Sonia era la prima a fare più stronzate di me.
« Allora? Che facciamo stasera studiamo insieme? »
« In realtà devo studiare da sola, te l'ho detto.. punizione.. »
«Vabbene okay, allora ci vediamo a danza, prigioniera.. »
Sorrisi annuendo guardandola andare via cercando con lo sguardo mia madre che.. non c'era.

« Possibile che rimane sempre a piedi signorina? »
Girai subito la testa sentendo quella voce famigliare, e si, in realtà era la voce che mi aveva fatto prendere l'ergastolo a casa.
Jeans scuri, t-shirt nera giacca dello stesso colore di pelle e zaino verde militare in spalla.
« Hey.. che ci fai qui? »
« Sono scostumato ma.. frequento ogni tanto anch'io la scuola! »
« Ma davvero? Qui..? »
« Si, sono al quarto e ultimo anno.. »
« Ultimo? »
« Si, non mi piace studiare.. »
« E come ci sei arrivato al quarto? »
« Lunga storia.. ti accompagno io magari mangiamo qualcosa insieme? »

In realtà non doveva andare così, io dovevo tornare a casa e dovevo studiare.
Ma ero salita sul suo motorino ed ero andata con lui al Mc, eravamo a Fuorigrotta seduti avanti alle panchine dello stadio del Napoli.
« Hai intenzione di lasciarla? Intendo l'anno prossimo saresti diplomato.. »
« Eh lo so, ma devo lavorare.. »
« Che lavoro fai? »
Lo guardai mordere il suo McBacon e girai lo sguardo allo stadio mormorando subito dopo.
« Meccanico, lavoro nell'officina con mio padre e mio fratello maggiore. »
Lo guardai annuendo appena e feci la stessa cosa al mio panino sentendo il mio cellulare vibrare che afferrai spegnendo e tornai a guardarlo.
« invece? Tu che lavoro fai per avere quella bella casa? »
« In realtà io studio.. mia madre e' Avvocato e il mio papà è primario del Policlinico.. »
« Wow, sei un chiattillo allora.. »
« Per favore.. »
« Sto scherzando hey hey.. »
Lo guardai ridere e sorrisi appena portando la cannuccia alle labbra guardandolo sorridere e fare la stessa cosa.

In realtà passammo mezza giornata insieme, erano passate così velocemente le ore che avevo anche dimenticato la danza, cazzo, i miei genitori, ecco perché quando gli dissi della cosa mi accompagnò subito a casa ma stavolta al lato di dietro così che nessuno potesse vederci.
« Ciro.. grazie, davvero.. »
« E di che.. »
Gli sorrisi subito guardandolo e mi allungai lasciandogli un bacio sulla guancia prima di entrare dal retro e chiudere la porta alle spalle, tosi subito lo zaino e la giacca e urlai:
« Mammaaa »
Troppo tardi, un cinque di mio padre era diritto sulla mia guancia destra.. deglutì appena sentendo il bruciore e gli occhi pizzicare ma non piansi, non lo facevo mai ogni volta che succedeva.. da quando eravamo qui a Napoli i miei genitori erano diventati più freddi e si, ne avevo prese già abbastanza di sberle.

« dove sei stata? »
« da Sonia.. a studiare.. »
« Tu eri in punizione.. »
« Lo so ma non riuscivo a capire matematica »
« e sei un ingrata, ti pago la scuola per farti studiare non per farti fare i compiti dagli altri. »
Annuì subito restando in silenzio e afferrai le scarpe e lo zaino dal pavimento salendo le scalinate per andare in camera mia.
Avrei sicuramente saltato danza per questo afferrai il cellulare mandando un messaggio a Sonia "Ci vediamo a scuola" chiusi gli occhi quando la mia schiena cadde sul materasso e cercai di alleviare quel maledetto bruciore alla guancia strofinando appena la mano su.

Forse era semplicemente colpa mia, facevo ogni cosa che loro mi dicevano di non fare. E forse me le meritavo tutte.

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