Incubo

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Accontentarsi di chiunque pur di non restare soli, se dovessi spiegare l'infelicita a parole lo farei cosi. La gente si accontenta delle superficie! Di quei segni convenzionati che possono scambiarsi senza pericolo. Del assaggio, e resta assetata per tutta la vita.

Mi chiamo Ciro, ed oggi è un giorno particolare.
Penso continuamente che l'emozioni sono tutto ciò che abbiamo, senza di essi saremmo dei comuni vegetali, simili a dei robot.
Ma penso anche che siamo in pochi a conoscere la profondità della nostra anima. Ad oggi vivo un vuoto, una sofferenza, dove da essa non scappo, ma me la vivo.
Perdere in amore e' inaccettabile, perdere qualcuno e' insostenibile, eppure si sopravvive.
Mio nonno diceva: non esistono forme ne metodi, solo amandoci noi impariamo ad amare. Ecco, lei e' Coraline, la mia più causa di sofferenza, il mio più grande amore. E oggi se stiamo qui, e' perché c'è un motivo!

- Tu come al solito ti sei fatto aspettare.. -
Sussurrò la sua voce mentre se ne stava seduta su una panchina, la panchina che spesso ci sedevamo per riposarci dalla corsa serale nostra.
- C'è pensat buon? - gli chiesi guardando il prato.
- Si.. tu? - non mi degnò di uno sguardo.
- E mo? - chiesi.
- E mo che cosa? - mi rivolse lo sguardo
- E mo che è finita tutt cos che facciamo? - chiesi
- Andiamo avanti, o almeno ci proviamo.. insieme siamo cresciuti, abbiamo vissuto cose che ci lèggeranno per sempre. Abbiamo capito cos'è l'amore.. però mo non siamo più gli stessi! -
- Nun m cunusc chiu? - Neanche riuscì a guardarla.
- Non lo so, è una cosa strana.. sei la persona che conosco meglio di tutti però certe volte mi sembri un estraneo.. - ascoltai la sua voce spezzata.
- A verità è ca se cunsumat tutt cos e nun ce ne sim manc accort. -  sussurrai fermandola
- Ma come si fa a tenere un fuoco acceso in mezzo al mare? - mi chiese
- La rivuoi? -
Mi chiese mostrandomi l'anello del fidanzamento e la fede oro che portava all'anulare.
Deglutì appena sospirando poggiando la mano sulla sua e mormorai a bassa voce.
- è tua.. -  portai di nuovo le mani nelle tasche della mia giacca di jeans.
- Ancora mi ricordo quando me l'hai dato.. -
- Nun t piacev.. -
- È vero però non l'ho mai tolto.. -
Sorrisi appena sentendola sorridere.
- Ogni regalo, ogni canzone.. pure ogni angolo e chesta città m parl e nuij. -  sussurrai a voce bassa.
- Ma noi non ci perderemo! -  mi rispose
- Ci credi veramente? - chiesi
- Non ci perderemo comunque.. si, l'amore può finire ma comunque noi diventiamo ricordo. Un ricordo che non può cancellarsi.. - mi sussurrò.
- Fors tutt addivent chiu bell quand addivintam ricord.. -
Deglutì guardando i prato mentre la sua mano toccare la mia nuca, sospiro appena quando la sua fronte tocco' la mia tempia per qualche istante. - Grazie per quello che sei stato - mi disse all'orecchio prima di alzarsi e andare via.
- Cora.. -
La senti fermarsi.
- Prenditi cura della tua anima e non smettere di donare amore. -

Apri subito gli occhi alzandomi dal busto sentendo caldo e poggiai subito le mani sugli occhi capendo che era soltanto un sogno, o un grandissimo incubo, non so quanto sia durato so soltanto che non mi piace affatto.
Era passato una settimana dal nostro matrimonio e le cose andavano così bene tra me e Coraline, eravamo nella nostra nuova casa, una vera e propria famiglia, la mia famiglia che avevo messo su piano piano , con tutto l'amore possibile, ma la paura di perdere tutto ciò era così immensa, era un chiodo fisso nella mia testa.

« Oh amore.. tutt'okay..è solo un incubo.. »
Chiusi subito gli occhi sentendo la sua voce e poggiai la mano sulla sua, non che sul mio petto.
Girai il viso a lei guardandola per qualche istante e morsi il labbro inferiore annuendo cercando di regolare il mio respiro.
E quando ci riuscì portai la testa sulla testiera del letto girando lo sguardo al cellulare, erano le 6:20 del mattino, passai le mani nei capelli spostandoli dagli occhi e poi girai il viso a lei.
« Stai bene..? »
La guardai annuendo subito e strinsi la sua mano ancora poggiata sul mio petto.
« Cosa hai sognato? -
« Niente di che.. »
Sussurrai a bassa voce rispondendo alla sua domanda, lei annuì capendo che non volevo parlarne e poggiai la testa sul cuscino dopo di lei.

Allungai la mano attorno al suo corpo e poggiai le dita sulla sua piccola pancia evidente appena che accarezzai cercando di dormire almeno altre due orette visto che mi toccava andare a casa dì mio padre famiglia visto che voleva parlarmi e che adesso che fosse tornato voleva sapere ogni cosa riguardo il "lavoro".

Non eravamo riusciti neanche a fare il viaggio di nozze, il ginecologo aveva sconsigliato di prendere l'aereo in quei mesi perché Cora tre giorni dopo il matrimonio aveva avuto perdite di sangue, non che ne capissi molto ma doveva stare a risposo e per questo avevo portato Chiara con noi nella nostra casa.
La cosa più stupida era che lei si sentiva in colpa perché non potevamo partire e gli avevo detto che dopo la nascita del piccolo sicuramente saremmo andati ovunque.
Odiavo non poter essere d'aiuto spesso, ma cercavo di fare del mio meglio, anche con la costante paura, quella piccola paura che ero bravo a nascondere, che poi tango piccola non era, perché lei era l'unica a decifrare quella paura.

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