Si preoccupa per me.

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Non è l'amore a far paura, bensì il senso di vertigine che avvertiamo quando decidiamo ci farci prendere. Roland Barthes configura l'innamoramento come un demone che possiede l'anima degli amanti.
Temi che l'amore diventi come febbre, temi il momento in cui pregherai quella persona di trattarti come meriti, perché il cuore di chi ama e soggetto a ferite facili.
Temi le vertigini perché con lui ti senti al settimo cielo, ma le nuvole non sono uno spazio sicuro dove appoggiarti, e ad un momento all'altro potresti precipitare.
Temi di dover fare i conti con te stessa e perdere, perché quando eri sola niente abusava della tua mente.. e poi ti trovavi a dover condividere i tuoi difetti con lui.
Temi la violenza con cui il tuo cuore si spezzerà, il rumore che farà, e i temporali a cui darà inizio.
E hai paura dell'amore perché è un grandissimo elogio alla follia, e quel coraggio smezzato che non ti basta mai, e che di punto in bianco devi raddoppiare.
Temi l'amore perché il tuo passato complica ogni cosa, mentre il futuro generale angoscia.
Non sai chi sarai una volta che amerai tanto da dimenticare che in fin dei conti nella tua mente, sei eternamente sua, ed infinitamente sola.

« Amore dai, sei pronta?? Facciamo tardi.. »

Lasciai per un istante i miei pensieri e tornai a chiudere là zip dei miei tacchi neri che avevo appena indossato, mi tirai su dal letto dove ero seduta per indossare le scarpe e mi avvicinai allo specchio guardandomi appena.
Sbuffai pensando che non andasse bene visto che già mi ero cambiata due volte e poggiai le mani sul mio vestito rosso a bratelline, semplice, arrivava un po' più su delle ginocchia.
Lasciai un trucco leggero e i capelli sciolti sulle spalle.
Sospirai appena annuendo come per dire "okay", ci aspettava una cena di un amico di famiglia dei Ricci, un compleanno se avevo capito bene, neanche volevo andarci ma avevo detto di sì solo perché c'erano tutte rispettive ragazze degli "uomini" come mi aveva detto Ciro, e poi c'era Rosa e Kim come donne di casa Ricci e Conte.

Uscì fuori dal balcone dove c'era lui, già pronto che fumava un ennesima sigatetta forse.

« Wow

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« Wow.. »
« Cosa?.. lo so non sto bene.. »
« Amo sei troppa bella cazzo.. »
« Dai stupido.. »
« ti giuro a te.. si tropp bell.. »

Lo guardai allungare la mano sul mio fianco e morsi subito il labbro guardandolo mettendo appena il broncio, quello che lui bacio' subito e che non esitai a ricambiare stringendomi a lui.
« Credo che mo ce ne dobbiamo andare se no finiamo per fare cose che non dobbiamo fare... adesso, poi quando torniamo.. »
« Ma che animale.. »
Lo sentì ridere e scossi il capo camminando per tornare in casa, non che in camera e afferrai la giacca dal letto guardando Ciro dallo specchio difronte.
« Hai finito? »
« Eh..? Sisi.. »
Soffiai una risata siccome mi stava guardando il sedere da quando eravamo entrati dentro e scossi il capo prendendo la borsetta scendendo le scale ma mi fermai girando il viso a lui.
« E comunque.. anche tu sei un gran figo, Ricci »
Lo guardai sorridere e scuotere la testa facendo segno di camminare e annuì subito uscendo di casa dove ci aspettava Mauro che porse le chiave a Ciro. Strano, non ci accompagna lui?

Una volta in auto Ciro come suo solito mise le sue canzoni anche se stranamente stava ascoltando più canzoni di mio gradimento.
« Amo ma come mai non ci ha accompagnati Mauro? »
« Perché Lui porterà Rosa e Milos con Pietro, quindi ho pensato di prendere la mia auto e andarcene insieme.. così se dopo vogliamo andare via prima non c'è lo nega nessuno »
Sorrisi subito guardandolo mentre non lasciava la mia mano neanche per cambiare le marce dell'auto e con l'altra mano teneva il volante canticchiando la canzone che produceva lo stereo

« La colpa qui è di nessuno, abbiamo entrambi sbagliato, e se da te ho preso tutto l'amore che ho meritato.
È perché anch'io d'altro canto ti ho dato tutto il mio mondo, adesso urlo da sola con le mie impronti sul muro!! »
Lo guardai facendo una smorfia e soffiai una risata sentendolo cantare prendendo a cantare con lui.
« Non importa se sono più bravo a parlare o lasciare cadere, ogni tua minima provocazione
Che mi ferisce anche senza colpire!!
Noi cercheremo l'amore altrove, solo una cosa rimane sicura, ognuno avrà la propria vita è proprio questo fa paura!! »

Lo facevamo sempre, ogni volta che stavamo in auto insieme, cantavamo ogni canzone che conoscevamo a memoria insieme, e la cosa più divertente era quando lui metteva le canzoni napoletane e io cercavo di essere al suo livello visto che il mio napoletano faceva davvero schifo, ma quando si trattava di canzoni ci riuscivo abbastanza grazie a quest'uomo che avevo affianco che a stento mi rivolgeva una parola italiana.
Capirlo per me era diventato facilissimo.

« Amore, la moglie di questo è alquanto ambigua, gli piacciono i pettegolezzi ed è molto curiosa.. quindi se ti infastidirà rispondere alle domande che ti fanno se non lo capisco dimmelo.. »
Si stava preoccupando perché sapeva quando odiassi queste cose, non era da me, partecipavo alle cene di famiglia soltanto da piccola, quando i miei genitori mi ci portavano ma spesso mi lasciavano con Nonna Adele a casa portandosi soltanto Cristian che era il più grande.
Annuì subito e sospirai appena guardando il cancello di quell'immensa Villa, io di queste ville immense prima che conoscessi Ciro non sapevo esistessero a Napoli, non per screditare Napoli anzi, ma pensavo che esistessero solo al Nord o in America, erano ben nascoste qui.

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