Paure nascoste.

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Credo che siano state le ore più intense della nostra vita, una settimana lunga forse un mese, tornare al porto eran stata un impresa e adesso che eravamo al porto di Napoli stavamo aspettando le macchine con gli autisti di Ciro per riportarci tutti a casa.

« Per favore.. fatevi vedere tutti dopo la nascita di mio figlio, non voglio più vederti per adesso! »
Disse Edoardo come suo solito fate battutine mentre gli altri ridevano.
Sorrisi scuotendo la testa guardandomi attorno e poggiai la mano sul mio trolley sbadigliando appena, sarebbe dovuta essere una vacanza prima di Natale ma era stata una pessima idea anche se infondo oltre alla cagata addosso ci siamo divertiti e spesso ci faceva bene stare un po' insieme.
« Amo, tu vieni da me? »
Girai subito il viso a lui e feci una smorfia.
« ho preso un appartamento da due settimane in realtà... »
« appartamento? Ma se hai la villa »
« non volevo stare in un posto che mi avevi dato tu.. »
Lo guardai con voce ovvia e lo vidi sospirare annuendo subito dopo.
« Torna a casa okay? Appena tornerà mio padre c'è ne andiamo nella nostra casa.. »
« Non credi sia meglio non state h24 insieme? »
« Cosa? Perché? »
« Perché forse.. è anche per questo se ti sei sentito oppresso e.. »
« Fai come ti pare.. »

Lui era così, riusciva a cambiare umore in un istante, sospirai appena capendo di forse aveva travisato la cosa e passai la mano sul viso nel momento in cui lui si mise a posare le valigie nel cofano con l'aiuto di Edo e Milos.
« Ognuno va nelle rispettive macchine, forzaa »
« Ma la smetti di urlare, Strunz? »
Sorrisi appena sentendo gli altri ridere sotto le urla di Edoardo e Ciro.
Strinsi la giacca nella mano destra e entrai in auto, nella nostra auto c'era Rosa, Io, Ciro e Milos.
Per tutto il tragitto parlarono di Calcio, del loro sacrosanto Napoli, e capì che non stavamo andando a casa mia quando mezz'ora dopo eravamo fuori alla Villa Ricci.
Spesso avrei voluto strangolarlo!

Feci per scendere dall'auto per ultima prima che Ciro appicciasse la mano sulla mia portiera.
« Se devi tornare nel tuo appartamento ti faccio accompagnare da Mauro. »
Girai lo sguardo a guardare Mauro ancora seduto alla guida e poi guardai lui per qualche istante.
Mi fece segno con la testa come per dire "allora" e sospirai appena guardandolo.
« Ho ancora delle cose in appartamen.. »
« Te le faccio prendere da lui. »
Scossi la testa uscendo dalla macchina e lasciandolo fuori con Mauro mentre afferrai il mio trolley entrando in casa prima di Ciro.
« Ma quindi resti qui con noi?? »
« Così dicono.. »
Rosa subito mi abbracciò e sorrisi appena stringendola o almeno cercando di mostrare affetto, perché si, non ero così, io affettuosa riuscivo ad esserlo solo con Lui, non chiedetemi perché ma mi era difficile anche dare un'abbraccio ad un amica.

-

« Ma che state morendo di fame? »
« Chiara, nun può capi.. ci mancava un sacco il tuo cibo, 6 giorni sopra a quella barca stavamo morendo. » disse Rosa
« Ue ma non vi abituate io tra un po' vado in pensione.. » Rispose Chiara
« Ma chi l'ha detto che vai in pensione, io ti porto a casa con me e Cora appena ci trasferiamo! »
Lo guardai subito alzando lo sguardo, non che avessi qualcosa contro Chiara ma sapeva che non volevo essere servita come in casa Ricci.
« Ah perché vi trasferite? » chiese
« La villa a Posillipo è pronta, lei ci viveva fino ad adesso ma appena torna papà c'è ne andiamo insieme. Io voglio sposarmi e farmi una famiglia mica posso stare sempre qua »
« Ma quanto stai credendo? »

Lo guardai in silenzio giocando con la forchetta nel piatto mentre loro aveva finito la pasta e deglutì appena. Ammetto di aver paura di tutto ciò, ma semplicemente avevo paura di affrontare un matrimonio o una gravidanza, e ciò non significava che io non fossi innamorata di Ciro anzi, io ci morivo per lui, ma avendo soltanto 18 anni.. volevo prima realizzare i miei sogni che forse aveva ancora nascosto in un cassetto non aperto, che forse a lui non piacevano..

« amo ma nun tien famm? »
« mh? Non assai.. »
« Vuoi qualche altra cosa? »
« No, ho mal di testa credo di andare a letto.. »
« Vabbè dai vai, tra un po' vengo, ci facciamo un paio di orette di sonno e poi stasera usciamo »
« Dove andate? » chiese Milos
« C'è ne andiamo a cena fuori! »
Lo guardai e sorrisi appena alzandomi da tavola e dopo aver detto "scusatemi" sali i gradini salendo in corridoio.

« Cì.. secondo me non è pronta, non metterle pressione.. »
« Rosa ma c cazz n sai tu ? »
« Ha 18 anni, un po' la conosco.. »
« Non è questione di pressione.. »
« È questione che hai paura che se ne vada e devi smetterla di vivere con questa cosa perché lei non va da nessuna parte, non è andata via quando tu non c'eri; quando l'hai tradita e quando l'hai mandata via per tante volte, non lo farà adesso.. »

Sentì la conversazione tra Ciro e Rosa e deglutì tenendo le mani sulla ringhiera della scala.
Ciro non parlò, e sapevo che quando ciro non parlava era perché aveva mille pensieri per la testa.
Non sapevo da quel momento in poi dove ci avrebbe portato la vita, e non sapevo nemmeno se quella vita sarebbe stata lunga, tenendo custodita nel mio cuore la sua stessa paura.
La paura di perderlo, la paura che possano riportarlo via, la paura di vederlo morto, la paura di qualche vendetta, la paura di non vederlo tornare a casa la sera, la paura di essere tradita

Eppure il mio amore per lui non mi smuoveva di un millimetro, per il suo amore e il mio amore mi davano la forza per continuare la mia vita insieme a lui.

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